Dopo i sorvoli di ieri, stigmatizzati da Beirut, dall’Onu e dalla Ue. il vice ministro della Difesa Sneh ribadisce che continueranno Israele ignora le proteste internazionali "I nostri voli di ricognizione proseguiranno"
Progressi invece nei negoziati per lo scambio dei prigionieri . Nasrallah: "Le trattative proseguono, e hanno preso la direzione giusta" *
GERUSALEMME - I voli di ricognizione dell’aviazione israeliana sul Libano continueranno nonostante le proteste di Beirut, dell’Onu e dell’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione Europea Javier Solana. Lo ha ribadito alla radio pubblica il vice ministro della Difesa dello Stato ebraico, Ephraim Sneh.
I sorvoli di ieri sono subito stati stigmatizzati dal Libano e dalle organizzazioni internazionali, oltre che dalla Francia, che ha attualmente il comando dei caschi blu dell’Unifil, ma al momento le proteste non hanno ottenuto alcun risultato. "Possono pure protestare quanto vogliono, ma i nostri voli di ricognizione proseguiranno", ha tagliato corto Sneh.
Ieri la Forza Interinale dell’Onu ha contato almeno otto incursioni aeree sul Libano meridionale, con attacchi simulati a bassa quota: i velivoli si sono inoltre spinti fino alla capitale, convergendo in particolare sui suoi sobborghi meridionali, roccaforte di Hezbollah; e hanno infranto il muro del suono sopra al porto di Tiro.
Secondo il Palazzo di Vetro, si tratta di violazioni dello spazio aereo libanese in netto contrasto con quanto dispone la risoluzione numero 1701 del Consiglio di Sicurezza, che il 14 agosto sancì la cessazione delle ostilità tra le truppe israeliane e le milizie Hezbollah.
Su un altro fronte arrivano invece segnali positivi: il leader del Partito di Dio, lo sceicco Hassan Nasrallah, ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva del suo movimento, ’al-Manar’, che i negoziati mediati dalle Nazioni Unite per uno scambio di prigionieri tra Israele ed Hezbollah hanno fatto sostanziali progressi.
"Le trattative proseguono, e hanno intrapreso la direzione giusta", ha osservato Nasrallah. "E’ in corso uno scambio di idee, e ciascuno sta ponendo le sue condizioni". Il capo di Hezbollah ha avvertito nondimeno che, "se lo scambio avrà davvero luogo, esso non escluderà alcun libanese incarcerato in Israele".
Proprio questo era l’obiettivo della cattura di due soldati dello Stato ebraico, lo scorso 12 luglio alla frontiera tra i due Paesi, da parte dei miliziani filo-iraniani, che nella stessa occasione uccisero anche otto commilitoni degli ostaggi in territorio israeliano; l’episodio scatenò la controffensiva che a sua volta portò a 34 giorni ininterrotti di ostilità in Libano, conclusesi solo il 14 agosto. (1 novembre 2006)
* www.repubblica.it, 01.11.2006