Gaza, giù il valico di Rafah. Il sostegno di Mubarak
È stato il presidente egiziano Hosni Mubarak a ordinare ai soldati di permettere il passaggio dei palestinesi: «Ho detto loro di lasciarli andare per mangiare e acquistare il cibo, e quindi tornare indietro, a meno che - ha precisato Mubarak - non abbiano armi».
Martedì notte miliziani palestinesi hanno fatto esplodere almeno cinque cariche di esplosivo lungo il muro che cinge il confine tra Gaza ed Egitto, dando la possibilità a migliaia di palestinesi di affluire in Egitto per comprare cibo, latte, sigarette e carburante. Le guardie egiziane al confine, su ordine di Mubarak, non hanno preso provvedimenti per interrompere l’andirivieni di palestinesi, nonostante fossero circa duemila gli uomini di stanza allla frontiera.
Martedì il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito in sessione d’emergenza, si è aggiornato fino a mercoledì nel tentativo di trovare un accorso su un documento che chieda a Israele di porre fine alla morsa su Gaza, i cui valichi sono stati chiusi nella notte di giovedì scorso, ma anche che contenga una ferma condanna del lancio di razzi Qassam. E secondo fonti diplomatiche, sarà difficile che gli Stati Uniti, fermo alleato di Israele, accettino il testo di compromesso voluto dagli altri 14 Paesi membri.
Intanto, secondo fonti israeliane riferite dal quotidiano "Haaretz", Israele ha intenzione di mantenere permanentemente chiusa sa la Striscia di Gaza, eccetto che per le necessità di tipo umanitario. Riguardo allo sconfinamento palestinese in territorio egiziano, Israele fa sapere che «è responsabilità dell’Egitto assicurare che la frontiera funzioni in modo adeguato, secondo gli accordi siglati». Nessun intervento, quindi, anche se le autorità israeliane dicono di essere «preoccupati per la situazione» che «potenzialmente può permettere a chiunque di entrare».
* l’Unità, Pubblicato il: 23.01.08, Modificato il: 23.01.08 alle ore 13.27