L’Onu: nuove mine antiuomo israeliane nel sud del Libano *
Gambe artificiali: la conseguenza delle mine antiuomo. La prova è inoppugnabile, perché quattro persone ci sono saltate sopra. Israele nel corso del conflitto della scorsa estate ha disseminato il sud del Libano di mine antiuomo. La certezza, per le Nazioni Unite, è arrivata dal ferimento di quattro artificieri della compagnia ArmorGroup, impegnata in un progetto di sminamento finanziato dagli Emirati Arabi Uniti. I più gravi sono un artificiere britannico e uno bosniaco che hanno subito l’amputazione dei piedi, mentre un libanese che era con loro ha ferite più lievi.
Tutti, in un primo momento, hanno pensato all’ennesimo incidente dovuto ad una bomba a grappolo, vale a dire quelle bombe che, frammentandosi, lasciano a terra piccoli ordigni inesplosi. Poche ore dopo, tuttavia, gli esperti della società londinese Bactec tornati sul posto per chiarire quanto accaduto, hanno capito che si trattava di un vero e proprio campo minato. E lo hanno capito sulla propria pelle: un altro artificiere è rimasto infatti ferito da un’esplosione.
Nessun dubbio per Dalya Farran del Centro di coordinamento antimine dell’Onu, portavoce «Si tratta di una mina antipersona israeliana piantata durante il conflitto estivo». E questa è la «prima prova raccolta dalle Nazioni Unite che Israele ha usato mine antiuomo durante l’ultima guerra». Mine «ancora nuove e lucide», piantate di recente in un’area che era già stata sminata dopo i precedenti conflitti.
Nel 1997 a Ottawa è stata approvata la Convenzione che vieta la fabbricazione e l’uso delle mine antiuomo. Il trattato è stato ratificato da 151 paesi, ma tra quanti hanno deciso di non aderire figurano Stati Uniti, Cina, Russia e Israele.
* www.unita.it, Pubblicato il: 25.11.06 Modificato il: 25.11.06 alle ore 18.40