Gli Usa: in Libano Israele ha usato bombe a grappolo *
Durante la guerra in Libano, Israele ha usato bombe a grappolo statunitensi in violazione degli accordi con il governo di Washington. Lo afferma un rapporto ufficiale che sarà presentato lunedì al Congresso, e le cui conclusioni sono anticipate dal New York Times di domenica. Il rapporto è stato preparato in base alla legge sulla esportazione delle armi che impone all’amministrazione di notificare al Congresso qualsiasi violazione della stessa.
Adesso, a meno che non si il Congresso a proporre un’iniziativa, l’amministrazione Bush potrebbe decidere di imporre delle sanzioni ad Israele. Un’ipotesi, nota il quotidiano, considerata poco probabile. Anche se esiste già un precedente specifico: il presidente Ronald Reagan impose un embargo a Israele sulle bombe a grappolo per l’uso che ne fece durante l’invasione del Libano del 1982. L’embargo rimase in vigore per sei anni.
Secondo quanto riportato dal quotidiano newyorchese le armi sarebbero state usate in zone densamente popolate e su città e villaggi, nonostante gli accordi di fornitura da parte di Wahington ne vietino l’uso. Molti giuristi ritengono che le bombe a grappolo o cluster bombs siano armi proibite dalle Convenzioni internazionali a prescindere dal contesto in cui vengono utilizzate. Secondo le Nazioni Unite durante il conflitto dal 12 luglio al 14 agosto 2006 gli israelinai avrebbero lanciato oltre un milione di questi ordigni sul Libano tra bombe di aereo, granate di artiglieria, razzi e missili.
Le bombe a grappolo sono armi che trasportano una testata contenente centinaia di piccole bome che si disperdono sul terreno, coprendo un un solo lancio un’area vastissima. Moltissime di queste bombette o sub-munizioni non esplodono e restano una minaccia permanente ben oltre la conclusione del conflitto durante il quale sono state usate. In Libano, sostiene il New York Times che cita informazioni del Mine Action Service delle Nazioni Unite, dalla fine della guerra di agosto queste armi inesplose hanno già provocato 30 morti e 180 feriti, molti dei quali bambini.
Il rapporto governativo conferma le numerose denunce fatte a suo tempo dalle organizzazioni umanitarie internazionali, ed in particolare dalla statunitense Human Rights Watch, sull’uso massiccio di queste armi nel Libano del Sud
* l’Unità, Pubblicato il: 28.01.07, Modificato il: 28.01.07 alle ore 13.19