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Per "il dialogo, quello vero"(B. Spinelli)

"Forza" ITALIA !!! Democrazia e "paradosso del politico mentitore": IL PARLAMENTO CHE MUORE di Andrea Manzella.

Confucio: Rettificare i Nomi !!!
sabato 28 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] la decisione dell’attuale presidente del consiglio di andare in parlamento, bongré malgré, è una positiva originalità rispetto alla prassi dell’ultima legislatura. Per capirlo in fretta, basta rileggere il resoconto parlamentare del 24 marzo 2004 e far parlare il presidente della Camera di allora, Casini: «La questione riguarda l’esistenza di una norma del regolamento che prevede la presenza del presidente del consiglio allo svolgimento del question time un determinato numero di (...)

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> "Forza" ITALIA !!! Democrazia e "paradosso del politico mentitore" : IL PARLAMENTO CHE MUORE ---- Il paradosso dell’anti corruzione (di Lietta Tornabuoni).

giovedì 25 febbraio 2010

Il paradosso dell’anti corruzione

di LIETTA TORNABUONI (La Stampa, 25/2/2010)

Lasciamo per una volta da parte la vecchia raccomandazione che suggeriva di non parlare di corda in casa dell’impiccato, e vediamo quante possibilità di successo potrebbe avere quel decreto anti-corruzione che il governo annuncia.

Troppi violano la legge, e come rimedio si fa un’altra legge? Contro l’illegalità, si fa ricorso alla legalità? Se le violazioni di legge sono così numerose da rappresentare una caratteristica o una piaga italiana, se le azioni giudiziarie relative sono enormemente aumentate in un anno come ha indicato la Corte dei Conti, vuol dire che non si tratta di «casi personali isolati», secondo l’assicurazione d’una autorità politica che se ne intende quale Berlusconi, ma di una questione sociale: e si pensa di ovviare a un problema simile con un decreto legge? Oppure l’eventuale decreto legge è una toppa messa lì tanto per mostrare che si ha una qualche reazione, che si fa qualcosa?

Se non si riesce a frenare l’illegalità, sarà per diversi motivi. Perché non ci sono mezzi, uomini, motivazioni e slancio sufficienti a esercitare i controlli necessari. Perché si tratta d’una battaglia che molti considerano inutile, perduta in partenza, e che nessuno vuole quindi combattere. Perché cane non mangia cane. Perché mancano al vertice esempi positivi. Perché non si può, sempre al vertice, insolentire e accusare per anni la magistratura, anche auspicandone la reclusione in manicomi inesistenti, senza delegittimarla insieme con il rispetto della legge che è chiamata a tutelare. Perché non ci sono soldi, e la gente li piglia dove riesce a trovarli. Perché a tutti piacciono le belle cose, la bella vita: e se nel Paese l’atmosfera è lassista e la cultura quattrinaia, difficile evitare il malaffare. Il decreto legge anti-illegalità serve a poco: se i ladri fossero così morali e intelligenti da pensare che rubare non paga, da temere le conseguenze delle proprie malefatte, non ci sarebbe bisogno di nulla. Altri rimedi non se ne conoscono, almeno nella situazione presente: ma noi non siamo il governo, per fortuna.


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