Nuovo no della Fieg al rinnovo del contratto giornalistico. La decisione presa con voto di maggioranza.
Domani sciopero generale dei quotidiani Serventi Longhi: "Una decisione difficile"
Damiano: "Mancato rinnovo un problema per la democrazia del paese" *
ROMA - Proclamato per domani, mercoledì 15, uno sciopero generale di quotidiani e agenzie. La decisione è stata votata a maggioranza dalla giunta della Federazione nazionale della stampa. La giunta, convocata mentre sono in corso gli stati generali sulla vertenza contrattuale, conferma anche lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e la convocazione di assemblee durante l’orario di lavoro.
La decisione di proclamare uno sciopero immediato arriva come risposta della categoria al rifiuto degli editori del tavolo proposto dal governo nell’ambito della riforma sul sistema dell’editoria.
Questo pomeriggio il governo aveva convocato Fieg ed Fnsi a palazzo Chigi per mercoledì 22 per discutere di una possibile modifica della legge sull’editoria e, contestualmente, aprire un tavolo di trattativa sul contratto scaduto 624 giorni fa. In serata, gli editori hanno risposto dicendosi disponibili a discutere della legge sull’editoria ma non ad aprire il confronto sul contratto con la Fnsi. A questo punto, numerosi comitati di redazione presenti agli stati generali hanno chiesto all’esecutivo della Federazione di dare una risposta immediata alla nuova chiusura proveniente dal fronte editoriale.
In un comunicato diramato dalla Fieg si legge che la federazione "e’ pronta a recarsi in ogni momento al Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri per esprimere le sue idee e per apportare il proprio contributo in vista di una futura legge di riforma del settore dell’editoria’’. Ma sul il rinnovo del contratto, la nota spiega che "la Federazione degli Editori puo’ solo ribadire la posizione già ripetutamente espressa a questo riguardo. Il Governo non ignora certamente che il problema presuppone l’intesa delle parti e comunque non puo’ essere affrontato nel quadro di consultazioni di altra natura e destinate a tutt’altro fine’’.
Il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, nell’annunciare la decisione, ha detto che "proclamare uno sciopero per domani è stata una decisione non facile, per via dei problemi legati alla tempistica ed alla necessità di avvertire tutti i colleghi. Alla fine, ha prevalso la volontà di dare una risposta immediata all’ennesima chiusura che viene dagli editori". L’assemblea degli stati generali continua ad oltranza.
Preoccupazioni dal ministro del Lavoro Cesare Damiano che aveva convocato formalmente le parti insieme al sottosegretario alla presidenza del consiglio Ricardo Franco Levi per fissare ’’tempi e modalità’’ della ripresa del confronto e della riforma generale del sistema dell’editoria. Il ministro Damiano ha detto di ’’essere seriamente preoccupato’’ e che tutto questo ritardo nella vertenza ’’crea non solo un problema per l’informazione ma anche per la democrazia nel nostro paese’’.
Nella nota in cui il ministro convoca Fieg e Fnsi si legge: "Chiediamo alla Federazione Italiana degli Editori e alla Federazione Nazionale della Stampa un incontro da tenersi presso la sede del Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria della Presidenza del Consiglio il giorno 22 novembre alle ore 10.00 per affrontare il tema della riforma del settore dell’editoria e, in questo quadro, del rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti. La piena affermazione e la difesa dei valori costituzionalmente garantiti del pluralismo dell’informazione, della libertà d’impresa e della dignità del lavoro e le sfide poste dall’innovazione tecnologica richiedono un impegno forte e condiviso di editori e giornalisti ed il sostegno attivo da parte del governo. Siamo fiduciosi che dai rappresentanti degli editori e dei giornalisti verranno risposte sollecite e positive alla nostra richiesta".
( la Repubblica, 14 novembre 2006)