Frati: presidio antifascista con gli studenti
Il prorettore a una affollata assemblea a Lettere
insieme a Sasà Bentivegna e a tanti professori
Portelli: mea culpa, non abbiamo insegnato adeguatamente i valori della Costituzione
di Alessandro Ferrucci (l’Unità, Roma 29.05.2008)
IL VECCHIO partigiano ha portato la sua solidarietà contro l’aggressione di via De Lollis. La facoltà non è stata occupata ma questa mattina è previsto «un presidio democratico»
Si alza in piedi, si avvicina alla cattedra e scatta l’applauso; poi prende il microfono per precisare il motivo della sua presenza («Sono qui per portare la solidarietà dell’Anpi a questi giovani antifascisti che si battono per il ripristino della legalità democratica»), ed è un boato. Questo per il compagno Sasà, 86 anni, al secolo Rosario Bentivegna, ex partigiano tra i protagonisti della resistenza romana al nazismo; ieri «uno» dei circa 300 presenti all’assemblea alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, indetta per fare il punto sull’aggressione di martedì da parte di quattro di Forza Nuova contro alcuni dei collettivi di sinistra.
Un’assemblea infuocata, tesa, partecipata con i ragazzi appoggiati e seguiti anche da parte dei docenti e dei ricercatori sia della stessa Lettere che di altre facoltà. Tutti insieme, quindi, per guardarsi in faccia, valutare la situazione, manifestare tutta la solidarietà a Emanuele, il loro amico ai domiciliari, e capire come muoversi nelle prossime ore. «Dovete sospendere l’occupazione - interviene il pro-rettore vicario, Luigi Frati - e ritrovarvi qui domani mattina (oggi, ndr), per “presidiare” la facoltà dalla probabile presenza di quelli...». «Quelli» sono i rappresentanti di Forza Nuova che oggi avrebbero dovuto tenere il convegno sulle Foibe, poi annullato dallo stesso Frati. Lui, il pro-rettore, evita di nominarli ma fa capire in maniera esplicita come la pensa («mio padre era un partigiano), poi incalza la platea parlando del sindaco: «Lo stesso Alemanno, che ha una storia non proprio vicina alla nostra, ha condannato apertamente la xenofobia di queste persone». Partono le urla, i fischi e gli insulti dei ragazzi, fino a quando Frati riprende la parola, alza il tono della voce, e aggiunge: «Potrebbe essere anche strumentale nella sua condanna o quello che vi pare, ma questo rafforza ancora di più le nostre riflessioni». E qui scattano le polemiche di alcuni esponenti del Pdl che vogliono alcune precisazioni da parte del pro-rettore. Che, intanto, precisa solo l’intenzione di voler costituire la Sapienza come parte civile del processo...
Comunque, rasserenati gli animi dell’assemblea, parte una sorta di riflessione a voci alta, e trasversale. Con i docenti, in particolare, che ci tengono a prendere la parola per esplicitare un mea culpa: «Dobbiamo predicare l’antifascismo nelle nostre relazioni quotidiane - interviene Sandro Portelli, della cattedra di Letteratura Americana -; un lavoro colpevolmente abbandonato da tutti noi: è ora che ci assumiamo le nostre responsabilità come docenti».
D’accordo anche il professor La Rocca, storico di Roma antica: «Tra di noi c’è un vuoto; un “vuoto” di persone che non hanno dimostrato reattività di fronte a una vicenda vergognosa. Per fortuna, però, ci siete stati voi a mettere i paletti (parla dei ragazzi, ndr). Ora la battaglia è stata vinta ma resta l’esigenza di colmare questo vuoto, quindi lo spazio dove si inseriscono i fascisti». E ancora applausi. Poi tutti decidono di dare retta al pro-rettore e di sospendere l’occupazione per riprenderla questa mattina, con la preoccupazione che non sarà una giornata come le altre. Tanto che sono state allertate le forze di polizia e sono state date istruzioni alla vigilanza interna di non fare entrare nessuno che non faccia parte dell’Università.