PRODI COME BERLUSCONI
CONFERMATA DI FATTO L’ESENZIONE ICI PER LA CHIESA
Sarà sufficiente che gli immobili non siano "esclusivamente" adibiti ad attività commerciali*
Ci siamo tutti indignati quando Berlusconi stabilì per legge che le chiese (cattolica, ma non solo) ed un manipolo di altri privilegiati fossero esentati dal pagamento dell’ICI per gli immobili di proprietà in cui venivano esercitate attività commerciali. Sembrava che Prodi avesse abolito questa mostruosità economica e giuridica e invece scopriamo che in realtà ha solo trovato un modo più subdolo per garantire con un Decreto Legge (art. 39 bis del D.L.223 del 4 luglio 2006 - decreto Bersani - convertito con legge 4.8.2006, n.248) agli stessi beneficiari privilegi plurimiliardarii (in euro).
Infatti dovranno pagare l’ICI solo nel caso in cui gli immobili in questione abbiano natura "esclusivamente" commerciale. E qui sta il trucco! Sarà sufficiente che in un lussuoso albergo di proprietà diocesana o di un qualsiasi ordine religioso, o ai margini di una piscina o di un campo di calcio o di golf degli stessi proprietari, ci sia una cappella o una modesta edicola con un crocifisso, madonna o santi perché l’ente ecclesiastico venga automaticamente esentato dall’ ICI, dal momento che l’immobile non è "esclusivamente" utilizzato per attività commerciali ma ci sono spazi riservati al culto. Rivolgiamo un appello ai parlamentari e ai partiti laici perché impediscano questa ennesima presa in giro dei contribuenti italiani, e invitiamo a protestare con e-mail agli indirizzi del Governo e del Ministero dell’Economia. (15-9-2006)
Giulio Cesare Vallocchia
Fonte: www.italialaica.it