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Per una buona economia - domestica....

GOVERNO-PRODI : UNA FINANZIARIA PER L’ITALIA E PER L’EUROPA. Un "segnale" (piccolo, ma segnale): il premier e i ministri si sono ridotti del 30% le loro indennità.

domenica 1 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Il premier ha parlato della "più grande redistribuzione di risorse mai fatta da un governo: i poveri - ha spiegato - diventeranno un po’ meno poveri. Il contrario di quello che stava accadendo. Aiuteremo chi ha meno". Padoa Schioppa l’ha spiegata, più tecnicamente, così: "Abbiamo puntato su tre obiettivi: portare i conti dello Stato fuori dalla zona di pericolo, ridistribuire risorse e aprire una prospettiva di sviluppo. Le mani nelle tasche degli italiani? Non è vero: c’è una (...)

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lunedì 16 ottobre 2006

Prosegue l’attacco a Napolitano. Prodi: tocchiamo interessi grandi «Solo l’Unità si accorge dello scandalo» *

Alla vigilia del faccia a faccia con il premier spagnolo Zapatero Romano Prodi rilascia una lunga intervista al quotidiano El Pais in cui difende il suo governo, la Finanziaria, la politica sull’immigrazione - oggetto dell’incontro di lunedì a Madrid - rilancia il progetto del Partito democratico come «progetto per le genrerazioni future» ma difende il capo dello Stato dalle strumentalizzazioni della destra. «Il leader dell’ opposizione è proprietario del maggior gruppo mediatico» - ricorda Prodi e aggiunge- e «ci sono grandi interessi in mezzo». Prodi parla delle intercettazioni Telecom di cui è stato anche lui vittima - «salvo l’Unità, nessuno segue il vero scandalo», dice aggiungendo che «la stampa italiana tace, segno che stiamo facendo una battaglia importante»- quindi sempre sulla vicenda Telecom puntualizza: «La verità è che nessuno può rimproverarmi niente. Io non sapevo nulla della relazione di Angelo Rovati. Ma anche se lo avessi saputo che importanza aveva?».

«In casi come questi bisogna capire da che lato si trova la libertà - dice ancora Prodi al Pais -. Evidentemente lavorare contro i mezzi di comunicazione è per noi un problema serio». «Nel dialogo politico italiano è difficile distinguere il problema reale, del quale non si parla mai, dal problema fittizio, per il quale si combatte ferocemente. In questo momento il problema reale è la contabilità e la trasparenza». E quindi dice che per lui il lavoro è lento «come quando si fanno le mozzarelle».

Trasparenza, interessi, pluralismo. Nel frattempo con qualche timido imbarazzo il centrodestra continua il tiro al bersaglio contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per le sue parole di appoggio alla riforma del sistema televisivo che modifica la famigerata legge Gasparri. Dopo gli strali lanciati sabato contro il Capo dello Stato per il suo discorso pronunciato a Londra e la sua replica in cui citava il monito del suo predecessore Ciampi sul pluralismo dell’informazione, domenica la destra cerca di portare Ciampi in propria difesa. Argomento usato da tutti o quasi, da Schifani a Formigoni e da Calederoli a Gasparri stesso: l’ex presidente parlò sì della necessità di un maggiore pluralismo ma poi non si rifiutò subito dopo di firmare la legge Gasparri.

Nessuno a destra ricorda, naturalmente, quante proteste anche degli intellettuali, dei girotondi, dei costituzionalisti, quanti appelli a Ciampi, quante manifestazioni furono fatte contro la legge Gasparri. Quanto il Paese sia stato «lacerato» da quella legge. Così il vicepresidente di Forza Italia Renato Schifani dice che pur rispettando il presidente Napolitano le sue sono state dichiarazioni «politiche». «Dispiace doverlo ribadire - continua il senatore Schifani -, ma le parole del Presidente Ciampi sui principi di libertà e pluralismo furono precedenti alla legge Gasparri e quindi in assenza di una aggiornata disciplina della materia televisiva. Oggi invece quella legge esiste ed il nuovo richiamo a quei principi da parte del Presidente Napolitano -conclude Schifani - è una evidente affermazione critica nei confronti della legge vigente. E che i problemi di libertà e pluralismo sussistano è quindi una dichiarazione politica».

Si discosta dall’attacco che prosegue a testa bassa con solo un lieve imbarazzo, Maurizio Ronconi, vicecapogruppo dell’Udc alla Camera che giudica «non sufficientemente ponderate alcune polemiche rivolte ai massimi vertici istituzionali su questioni che saranno all’ordine del giorno solo nel futuro, se un futuro avrà il governo Prodi». Il centrodestra deve prepararsi al confronto sulle legge finanziaria, avverte Ronconi, «perché tutto il resto viene proposto oggi solo perché funzionale a compattare una maggioranza sempre più divisa e per ricattare la parte più tremebonda del centro destra. Dunque il centro destra non si abbandoni a dannosi nervosismi - conclude - ma agisca con raziocinio e con una strategia definita».

Per Roberto Calderoli della Lega il ddl Gentiloni è un provvedimento che ha «un solo scopo: quello ricattatorio». «Deve cioè svolgere un ruolo da spada di Damocle - prosegue - del resto basta vedere la data in cui i canali dovrebbero andare sul satellite. E appare evidente come si sia voluto solo puntare a ricattare l’opposizione». «Comunque - conclude - a fare le leggi è il Parlamento e solo quando arrivano in Parlamento è giusto parlare...». E se Ciampi firmò la Gasparri per Calderoli «significa che la condivise...».

Cesare Salvi, senatore Ds, presidnte della commissione Giustizia, giudica « pretestuosi e inaccettabili» gli attacchi a Napolitano e spiega perché: 1. La Corte costituzionale, con più sentenze, ha messo paletti chiarissimi alla regolamentazione del sistema televisivo nazionale; 2. Il Presidente Ciampi sul tema trasmise al Parlamento un importante messaggio. Il Presidente Napolitano ha solamente richiamato questi concetti ineccepibili. «Qualcuno - conclude Salvi - pensa di poter zittire con qualche dichiarazione il Capo dello Stato?».

Disillude poi dalla spallata tentata dal centrodestra, il socialista Villetti. «Nell’opposizione - dice l’esponente della Rosa nel Pugno - c’è chi punta a riaprire i giochi per tentare di arrivare ad una grande coalizione o un governo tecnico e chi invece lo fa per tornare subito alle urne. Questi attacchi non risparmiano neppure il presidente della Repubblica Napolitano, trasformando in un dramma la riforma Gentiloni e trattando la lotta all’evasione come una nuova forma inquisizione con il solo scopo di arroventare lo scontro politico e trasformare tutto in rissa. Nel centrodestra - prosegue - è cresciuta la convinzione che si avvicini l’ora X per mandare a casa Prodi. Tutto ciò nasce dalla sensazione che le critiche all’interno stesso del centro sinistra alla manovra economica e finanziaria possano far scricchiolare la maggioranza e dalla speranza che i ristretti margini al Senato prima o poi determinino un incidente magari in uno dei tanti voti di fiducia». Insomma secondo Villetti Finanziara e ddl si difendono di più «senza blindature e arroccamenti».


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www.unita.it, Pubblicato il: 15.10.06 Modificato il: 15.10.06 alle ore 20.19


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