Brutti segnali *
Per l’Unione al Senato è stata una pessima giornata, inutile negarlo. Il voto contro la Finanziaria della commissione Difesa risente di quel peccato originale che si chiama Sergio De Gregorio, il senatore eletto con l’Italia dei Valori e poi andato a destra in cambio di una presidenza. Un grosso guaio per la maggioranza visto che le decisioni della commissione rimarranno appese a un sì o un no del disinvolto personaggio.
Comprendiamo perciò Anna Finocchiaro, energica presidente dei senatori ulivisti, quando dice di non stupirsi più delle piroette alla De Gregorio. Ma ancora di più siamo con lei quando giudica del tutto «fuori luogo», poiché non rispecchia la posizione dell’Ulivo, l’ordine del giorno di critica al decreto Turco sulla droga, approvato con i voti dell’Ulivo medesimo dalla commissione Sanità di palazzo Madama. L’origine di quest’altro pasticcio sta nel documento, non certo positivo per il ministro della Sanità, scritto da Paola Binetti con la collaborazione di Emanuela Baio, anch’essa Margherita.
Ora, non da oggi, la Binetti ha sui temi cosiddetti etici una rispettabilissima visione personale, assai apprezzata dalla gerarchia vaticana ma sovente in contrasto con le linee guida del famoso programma di governo. Quando però una posizione individuale finisce per orientare l’atteggiamento di un gruppo parlamentare, facendolo sbandare, quella stessa posizione diventa un caso politico. E dunque, sulla droga ma anche sulle unioni di fatto o sulla fecondazione assistita o sul testamento biologico la linea dell’Ulivo chi la detta? I ministri responsabili o Paola Binetti? Sull’argomento urge, evidentemente, una parola di chiarezza da parte dei vertici del costituendo partito democratico.
* www.unita.it, Pubblicato il: 30.11.06 Modificato il: 30.11.06 alle ore 13.33