Portata via venerdì notte con un jet privato. La disperazione della famiglia: "Non finisce qui. Dovranno pagarla". E promettono il ricorso alla Corte di Strasburgo
Maria riportata in Bielorussia con un blitz. I Giusto: "Hanno giocato con la sua vita" *
GENOVA - Adesso è rabbia e disperazione per la famiglia Giusto. La piccola Maria (il vero nome è Victoria), la bambina bielorussa, è stata riportata nel suo Paese con una specie di blitz: è già arrivata a Minsk ed è stata accolta in una struttura nuova e più piccola rispetto all’orfanatrofio di Vileika dal quale proveniva e dove sembra aver subito violenze.
Ma per Alessandro Giusto e sua moglie Chiara Bornacin, da venerdì notte non c’è più pace. Victoria, dopo il ritrovamento in Valle d’Aosta da parte dei carabinieri, è stata esaminata da medici e psicologi che, evidentemente, hanno dato via libera al rimpatrio. L’operazione si è svolta con rapidità sospetta, Maria-Victoria è stata imbarcata su un jet privato all’aeroporto "Cristoforo Colombo" di Genova accompagnata dalle due psicologhe italiane che l’hanno seguita in questi mesi e che dovranno verificare il rispetto degli accordi da parte della Bielorussia. I Giusto, che speravano in qualche giorno di tempo per poterla salutare o tentare altre strade per impedirne la partenza, si sono trovati spiazzati e si sono precipitati all’aeroporto. Ma non sono riusciti a vedere la bambina.
E nella sala partenze dello scalo genovese si sono svolte scene di disperazione con Chiara Bornacin che urlava e piangeva e il marito Alessandro che gridava la sua rabbia: "Hanno giocato con la vita di una bambina di dieci anni. Dovranno pagarla, la pagheranno tutta". "Sono disgustata, mi vergogno di essere italiana" ha aggiunto la donna. I Giusto ce l’hanno col governo italiano e con il sistema giudiziario che, anche venerdì mattina si è espresso contro di loro. La corte d’appello di Genova ha infatti sentenziato che la bambina doveva essere rimpatriata. Ora, ha annunciato il legale della famiglia, faranno ricorso alla Corte di Strasburgo.
E il dolore dei Giusto è stato ingigantito anche dai tempi del rimpatrio: "Avremmo voluto salutare Maria-Vicoria - hanno spiegato - parlarle e rassicurarla. Ci è stato impedito. Non possiamo perdonare". Ma Alexei Skripko, l’ambasciatore della Bielorussia, ha scelto questa strada e a Minsk, adesso parlano apertamente di violenze "inesistenti" e di "fantasie della famiglia italiana che voleva adottare la bambina".
Sulla vicenda e nei confronti dei Giusto, anche l’opinione pubblica italiana si è divisa. Completo sostegno dalla comunità di Cogoleto dove abita la famiglia e della parrocchia. Comprensione e pena sul piano umano, da parte di tutti. Ma anche pesanti critiche dalle organizzazioni che seguono da anni le vacanze in Italia di bambini da Ucraina e Bielorussia e, soprattutto, dalle altre famiglie "affidatarie" che giudicano molto negativamente l’azione dei Giusto e il loro tentativo di nascondere la bambina e di evitarne il reimpatrio. (1 ottobre 2006)
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www.repubblica.it, 01.10.2006.