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Gioacchino da Fiore ... e Teilhard de Chardin

IL PATRONO DELLA "RETE" E IL TEORICO DEL "DISEGNO INTELLIGENTE": Teilhard de Chardin (1881 - 1955). Un ’vecchio’ (1998) articolo di Carlo FORMENTI, e una nota di Annamaria TASSONE BERNARDI.

mercoledì 4 ottobre 2006 di Federico La Sala
San Teilhard de Chardin
Gesuita, paleontologo e patrono della rete
di Carlo Formenti*
Che io sappia, finora nessuno ha fatto nomi per eleggere un Santo Patrono della Rete. Ma, ammettendo che esistano candidature a me ignote, mi permetto ugualmente d’avanzare la mia proposta: suggerisco che l’onore spetti a Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) gesuita, paleontologo ed autore d’una imponente opera filosofica sul rapporto fra scienza e teologia. Sono sicuro che il suggerimento otterrebbe, (...)

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> IL PATRONO DELLA "RETE" E IL TEORICO DEL "DISEGNO INTELLIGENTE": Teilhard de Chardin (1881 - 1955). ... Dawkins e Crean: ateologia scientifica e teologia cattolica

venerdì 7 settembre 2007

POLEMICHE

Arriva in Italia il best seller dell’etologo inglese, cui replica un pamphlet del domenicano Thomas Crean: luoghi comuni e falsità

Fede e scienza, Dawkins fa l’ateologo

di Andrea Galli (Avvenire, 07.09.2007)

«Una persona ragionevole dovrebbe almeno supporre che i fedeli di una certa religione sappiano ciò in cui credono». Pausa e sospiro. Padre Thomas Crean, giovane teologo della comunità dei domenicani di Cambridge, arrivato a questo punto del suo lavoro sembra smettere di scrivere, guardando con un filo di sconforto lo schermo del computer. Si trova infatti a pagina 144 di un’affilata confutazione di The God Delusion, L’illusione di Dio, libro del 2006 che esce oggi in italiano per i tipi di Mondadori (pagine 400, euro 19,00). Ovvero un bestseller che ha superato il milione di copie, scritto da uno dei più brillanti divulgatori scientifici in circolazione, Richard Dawkins, esponente di punta dell’ateismo militante anglosassone. Un libro dove l’etologo britannico lascia per una volta il terreno che gli ha procurato fama mondiale, l’apologia del darwinismo, per addentrarsi nei meandri delle religioni, della teologia e della Bibbia. Un cambio di campo, questo, che ha lasciato interdetti anche alcuni tra i suoi più sinceri simpatizzanti. H. Allen Orr, luminare della genetica evolutiva, al suo fianco nella critica alla scuola americana dell’Intelligent Design, scriveva a gennaio sulla New York Review of Books della delusione per un libro «sfacciatamente dilettantesco». Kenan Malik, neurobiologo e storico della scienza, vicino all’estrema sinistra inglese, descriveva lo scorso agosto sul Daily Telegraph la sua sorpresa nel vedere un sì capace studioso considerare la religione una «malattia mentale», finendo «per sembrare tanto naif quanto un credente beota». Più prevedibile la delusione di Alister Mcgrath, teologo e biologo di Oxford, evoluzionista convinto e cultore in gioventù dei libri di Dawkins (a cui ha dedicato un bel saggio, uscito anche in Italia per Rubettino con il titolo Dio e l’evoluzione). Non pago però dei giudizi sulfurei arrivati dai pulpiti più inattesi, padre Crean ha pensato di scrivere A Catholic replies to Professor Dawkins (Family Publications, Oxfor d), la prima risposta alle accuse mosse in God Delusion al cristianesimo e in specifico al cattolicesimo. Partendo da lontano, dall’unico argomento prettamente filosofico che Dawkins porta a supporto dell’ateismo: l’obiezione per cui, essendo la causa più complessa del proprio effetto, allora un Dio creatore dell’universo non può che essere incredibilmente complesso e, in quanto tale, non può non necessitare di un ulteriore creatore, così all’infinito. Il primo capitolo mostra quindi come a Dawkins sfugga l’idea che il massimo della perfezione e della ricchezza dell’essere possa coincidere metafisicamente con la sua semplicità: un po’ come il pensiero di un architetto, per esempio il progetto di una cattedrale, è all’origine della grandiosa chiesa che verrà costruita ma allo stesso tempo infinitamente più "semplice". Il secondo capitolo è dedicato invece all’incomprensione delle famose vie per dimostrare l’esistenza di Dio formulate da Tommaso d’Aquino. Il terzo tratta dei miracoli, per Dawkins apice del delirio antiscientifico, ricordando come tra l’altro fossero ferventi cattolici e aperti alla possibilità di un intervento di Dio nell’ordine naturale Louis Pasteur, fondatore della microbiologia, padre Jean Baptist Carnoy, fondatore della citologia, il beato Niels Stensens, tra i fondatori della moderna geologia, il canonico René Just Haüy, fondatore della cristallografia, l’abate Gregor Mendel, fondatore della genetica, ecc. Nel quarto capitolo Crean si occupa di replicare allo scoop delle presunte discordanze fra i racconti evangelici, facendo notare che 1700 anni prima se ne erano già accorti Agostino d’Ippona nel De consensu evangelistarum ed Eusebio di Cesarea nella Historia ecclestiastica... e così di questo passo nei successivi capitoli dedicati ai fondamenti dell’etica - inesistenti per l’ateologo - al senso religioso - mera illusione che però garantirebbe uno scopo esistenziale - al rapporto fra Bibbia e morale, alla Chiesa cattolica. Ed è in quest’ultima p arte che Crean deve seguire con la penna blu Dawkins mentre si impegola come un Odifreddi qualsiasi nel dimostrare l’immarcescibile politeismo dei cattolici adoratori di statue, santi, Madonne, con la loro folle fede nelle indulgenze e nel purgatorio. Mentre estrae dal cilindro l’immancabile caso Mortara, tacendo ovviamente della fine del piccolo ebreo "rapito" da papa Mastai Ferretti, che, preso il nome di Pio in onore di Pio IX e divenuto sacerdote, morì in odore di santità. Eloquente, al termine di una disamina diretta e puntuale, la chiusa agostiniana: «Qui sono dunque espresse due filosofie, capaci di costruire due città. Da una parte quella del nostro autore, Richard Dawkins, che riduce tutto a pura materia e così non riesce a spiegare né la ragione, né la libertà, né i desideri del cuore umano, né la morale, né il dovere... Dall’altra parte la filosofia che non è solo della Chiesa cattolica, ma che questa ha definito più chiaramente di chiunque altro: l’uomo, benché solo una creatura di Dio, è fatto a sua immagine, possedendo sia intelligenza che libertà. Non è prodotto dal caso, ma da una volontà, cioè dall’Amore. Avendo facoltà spirituali che non possono perire è fatto per l’eternità».


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