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Gioacchino da Fiore ... e Teilhard de Chardin

IL PATRONO DELLA "RETE" E IL TEORICO DEL "DISEGNO INTELLIGENTE": Teilhard de Chardin (1881 - 1955). Un ’vecchio’ (1998) articolo di Carlo FORMENTI, e una nota di Annamaria TASSONE BERNARDI.

mercoledì 4 ottobre 2006 di Federico La Sala
San Teilhard de Chardin
Gesuita, paleontologo e patrono della rete
di Carlo Formenti*
Che io sappia, finora nessuno ha fatto nomi per eleggere un Santo Patrono della Rete. Ma, ammettendo che esistano candidature a me ignote, mi permetto ugualmente d’avanzare la mia proposta: suggerisco che l’onore spetti a Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) gesuita, paleontologo ed autore d’una imponente opera filosofica sul rapporto fra scienza e teologia. Sono sicuro che il suggerimento otterrebbe, (...)

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> IL PATRONO DELLA "RETE" E IL TEORICO DEL "DISEGNO INTELLIGENTE": Teilhard de Chardin (1881 - 1955). Un ’vecchio’ (1998) articolo di Carlo FORMENTI, e una nota di Annamaria TASSONE BERNARDI.

domenica 11 febbraio 2007

Telmo Pievani: «Ma Darwin non è un anti Dio»

di Cristiana Pulcinelli *

Il 12 febbraio, domani, è il Darwin Day, il giorno dedicato a Charles Darwin. In Inghilterra si celebra da molti anni. Da noi invece solo dal 2004. Per la precisione da quando il governo Berlusconi tentò di abolire l’evoluzionismo dai libri di testo. La reazione sdegnata del mondo scientifico si sposò con un’idea che era già nell’aria e nacque la decisione di festeggiare il compleanno del naturalista che cambiò il nostro modo di vedere il mondo. Oggi l’Italia è al secondo posto, dopo l’Inghilterra, per numero di iniziative.

«Abbiamo deciso di non dedicare le nostre iniziative alla polemica - spiega Telmo Pievani, docente di Filosofia della scienza all’Università di Milano Bicocca e uno degli animatori del Darwin Day - ma di usare la giornata per parlare dei temi scientifici dell’oggi». Pievani è anche l’autore di un libro uscito recentemente per Einaudi, Creazione senza Dio: un’analisi impietosa e ironica delle tesi dei sostenitori del cosiddetto Disegno Intelligente. La dottrina del Disegno Intelligente, o neocreazionismo, non nega la realtà dell’evoluzione, nega però che l’evoluzione proceda per mutazioni e selezione naturale come ci spiegò Darwin: la storia naturale sarebbe invece diretta da un disegno superiore. È ovvio pensare che il progettista sia Dio.

Professor Pievani, l’antidarwinismo è un movimento religioso?

«Il creazionismo classico è di matrice protestante. Nasce nella chiesa battista del sud degli Stati Uniti. Anche il cosiddetto neocreazionismo nasce da quell’ambiente culturale. Ma recentemente si è creata una connessione inedita fra queste idee e una parte consistente del pensiero teologico cattolico europeo che finora aveva sempre rifiutato una lettura letterale del testo biblico. Non solo: l’antidarwinismo è diventato un cavallo di battaglia dei fondamentalisti islamici».

Il papa ha preso posizione direttamente contro il darwinismo?

«Non direttamente. Nel discorso di Ratisbona ha detto che esiste una forma di razionalità più ampia di quella scientifica: la razionalità della fede che include quella scientifica. Però, nell’omelia che ha pronunciato poco dopo ha anche detto che, alla luce di questa ragione più ampia, il darwinismo è irrazionale. Questo vuol dire quindi che la razionalità della fede non solo include quella della scienza, ma la può correggere».

Alcuni scienziati ritengono che non si debba partecipare a dibattiti in cui ci sono i sostenitori del Disegno Intelligente perché altrimenti acquistano credibilità. Cosa ne pensa?

«Credo che sia rischioso: il pubblico spesso non ha gli strumenti per discernere cosa è scienza e cosa no. Lasciarlo in balia dei neocreazionisti può essere un errore. Alcuni di essi, peraltro, hanno buone capacità retoriche e usano slogan semplici e diretti, falsi ma efficaci. Spesso girando a loro vantaggio affermazioni come "la scienza non ha certezze". Lo scienziato invece deve rispettare le regole e spiegare cose complesse in pochi minuti. Non è facile, ma bisogna provarci».

Siamo di fronte al vecchio problema di demarcazione tra ciò che è scienza e ciò che non lo è?

«Sì, anche se spesso gli scienziati compiono l’errore di rispondere alle obiezioni dei neocreazionisti in modo duro: questa è la scienza e tu non hai niente a che fare con essa. Credo sia più utile attenersi a una definizione più debole ma più sicura. Ovvero, la scienza non ha certezze, è vero. Ha tanti metodi, è vero. Però ha delle regole: la pubblicazione dei risultati, il fatto che una teoria nuova debba spiegare ciò che spiegava quella vecchia, la produzione di ipotesi falsificabili e di prove empiriche».

La dottrina del Disegno Intelligente rispetta queste regole?

«Neppure una. I suoi sostenitori non hanno portato prove empiriche a sostegno dell’ipotesi, ma solo prove in negativo. Ad esempio, dicono: siccome l’evoluzionismo non riesce a spiegare l’origine della vita, allora vuol dire che è sbagliato e che c’è di mezzo l’opera di un progettista. Neppure le inferenze logiche dell’Intelligent Design stanno in piedi. Ad esempio, dicono: siccome le strutture della vita, come la cellula e l’occhio, sono molto complesse, allora sono altamente improbabili e quindi non possono nascere per caso. Ma ci sono due obiezioni a questo ragionamento: primo, fenomeni improbabili avvengono per caso in continuazione (come sa bene chi gioca al lotto); secondo, l’evoluzione non è solo caso, ma è anche selezione naturale».

Uno dei cavalli di battaglia dei neocreazionisti è quello che sostiene che la scienza è poco tollerante perché non accetta che ci siano altre spiegazioni oltre alla sua. Cosa rispondere?

«Che la tolleranza fa parte dello statuto della scienza. La scienza è pensiero che si mette in discussione, che non accetta l’autorità precostituita. Il pensiero dei creazionisti, invece, come tutti i pensieri forti, si basa su principi non argomentati».

Una critica che è stata fatta all’evoluzionismo più riduzionista, quello ad esempio di Richard Dawkins, è che sarebbe la porta scientifica d’ingresso per l’ateismo. Pensa sia vero?

«No. Dawkins non sostiene che l’evoluzionismo mostra l’inesistenza di Dio. Sostiene che l’evoluzionismo mostra la non plausibilità logica dell’esistenza di Dio. In sostanza, l’ateismo non si deduce scientificamente dall’evoluzione. L’evoluzione può suggerire la non esistenza di Dio».

Lei pensa che l’attacco a Darwin sia un attacco alla scienza nel suo complesso?

«Credo sia un attacco a due concezioni: da un lato la laicità della scienza, dall’altro l’idea che, per chi vuole, il naturalismo scientifico può essere sufficiente come visione del mondo. Come diceva Stephen J. Gould, possiamo fermarci a quello che la storia naturale ci insegna. In Darwin troviamo argomenti che rafforzano questa visione del mondo, ma non la rendono necessaria. Ognuno può credere in ciò che vuole. Nel 1996 papa Wojtyla sostenne che l’evoluzionismo spiegava la storia naturale, ma si doveva postulare un salto ontologico per quanto riguardava la comparsa dell’uomo. In quell’occasione chiesi a padre George Coyne, direttore della specola vaticana: il papa sta prendendo una posizione scientifica? No, mi rispose, è una posizione teologica. Quello era il punto da cui si poteva partire per un dialogo. Da allora in poi le cose sono solo peggiorate».

* l’Unità, Pubblicato il: 11.02.07, Modificato il: 11.02.07 alle ore 17.23


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