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Il caso del mostro di Foligno

INDULTO A CHI HA UCCISO DUE BAMBINI.

Un commento di Davide Giacalone in un intervento a RTL 102.5
sabato 7 ottobre 2006 di Mauro Diana
I problemi della giustizia, che sono enormi, andrebbero discussi senza emotività. Se affronto il tema del “mostro di Foligno”, che ha ammazzato due ragazzini di 4 e 13 anni, cui si applica l’indulto, si diminuiscono tre anni di carcere, è perché qui si concentrano e riassumono guasti profondi, e per certi aspetti terribili. Primo fra tutti l’indulto. Non mi piace speculare sul fatto che il Tizio scarcerato per indulto sia tornato a rubare, giacché la recidiva non è nata con il (...)

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domenica 8 ottobre 2006

La domanda presentata dai suoi legali al Tribunale di sorveglianza di Roma. Condannato a sei anni di reclusione, attualmente è un deputato agli arresti domiciliari

Imi-Sir, Previti approfitta dell’indulto: "Chiedo l’affidamento ai servizi sociali" *

MILANO - Cesare Previti, tramite i suoi legali, ha chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali al Tribunale di Sorveglianza di Roma. I tempi per chiedere l’affidamento sarebbero maturi in quanto l’ex ministro, condannato in definitiva a sei anni di carcere per la vicenda Imi-Sir, usufruisce della recente legge sull’indulto.

Previti, che è in attesa del giudizio della Cassazione sulla vicenda Sme (l’udienza è fissata per il prossimo 24 novembre), si trova agli arresti domiciliari dallo scorso 10 maggio ed è, come è stato fatto sapere, "sereno e tranquillo". Il Tribunale di Sorveglianza non ha ancora fissato la data dell’udienza relativa alla richiesta.

Rieletto alla Camera dei deputati alle ultime elezioni politiche dello scorso aprile, Previti è formalmente ancora un parlamentare della Repubblica. Proprio ieri la Corte di cassazione ha reso noto le motivazioni della sentenza con cui ha confermato la condanna pronunciata nei suoi confronti dalla Corte d’appello di Milano. La suprema corte definisce il ruolo svolto dall’ex collaboratore di Berlusconi nella vicenda Imi-Sir quello del "difensore occulto" e ribadisce l’esistenza di indizi "gravi, precisi e concordanti" secondo i quali "il ruolo di intermediario-corruttore svolto da Previti emerge in maniera eclatante".

La Cassazione, inoltre esclude "perentoriamente" che il Gup di Milano abbia leso le prerogative di parlamentare di Previti, non concedendogli il legittimo impedimento a comparire alle udienze successive alla prima. (8 ottobre 2006)

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www-repubblica.it. 08.10.2006


Le motivazioni dell’Alta Corte: "Gioco di squadra per corrompere. Il giudice Renato Squillante non agì da pubblico ufficiale"

Imi-Sir, la Cassazione conferma le condanne: Previti fu un "intermediario corruttore" *

ROMA - Gioco di squadra per corrompere. Per assicurare agli eredi Rovelli mille miliardi di risarcimento dell’Imi. Con Cesare Previti "nel ruolo di intermediario corruttore". Eccole le motivazioni dellla Cassazione che, nelle 192 pagine che contengono le motivazioni della sentenza 33435 (emessa lo scorso 4 maggio) conferma le condanne a Cesare Previti, Attilio Pacifico e Vittorio Metta per corruzione in atti giudiziari nella vicenda Imi-Sir. Con una sola eccezione sostanziale che riguarda la vicenda Lodo-Mondadori in cui si è peccato di "disinvoltura".

Previti. La cassazione definisce da "difensore occulto" il ruolo rivestito dall’ex ministro della Difesa nella controversia civile Imi-Sir. A cinque mesi dalla sentenza definitiva con cui Previti è stato condannato a sei anni di reclusione, la sesta sezione penale della Suprema Corte parla di indizi "gravi, precisi e concordanti" secondo i quali "il ruolo di intermediario-corruttore svolto da Previti emerge in maniera eclatante". La Cassazione, inoltre esclude "perentoriamente" che il Gup di Milano abbia leso le prerogative di parlamentare di Previti, non concedendogli il legittimo impedimento a comparire alle udienze successive alla prima. Per piazza Cavour il Gup ha operato "correttamente".

Squillante. Il ruolo esercitato dall’ex capo dei gip di Roma, "non è inquadrabile come corruzione in atti giudiziari" anche se il suo "intervento certamente non" è stato "in linea con i doveri deontologici di un magistrato". La Cassazione con queste parole spiega per quale motivo la sentenza della Corte d’Appello di Milano nei confronti dell’ex giudice sia stata annullata senza rinvio.

Fascicolo 9520. Non c’è motivo di ritenere che il contenuto dei fascicoli relativi alle vicende Imi-Sir e Lodo Mondadori sia "incompleto", e dunque, vanno rigettati i ricorsi presentati dagli imputati "per palese violazione del diritto di difesa". La Cassazione interviene così, nelle motivazioni della sentenza Imi-Sir/Lodo, in merito al fascicolo 9520/95, dal quale scaturirono entrambi i procedimenti.

Lodo-Mondadori. Con riferimento alle assoluzioni per la vicenda Lodo-Mondadori la Suprema Corte bacchetta la Corte d’Appello di Milano "per aver seguito un’analisi frazionata dei singoli elementi indiziari a carico degli imputati" e per aver "minimizzato la valenza di dati dall’indubbio significato indiziante". Insomma troppo "disinvoltamente" sono stati valutati e "sviliti dati oggettivi", come quello "della stretta contiguità temporale tra il bonifico effettuato dalla Fininvest in favore del Previti in data 14 febbraio 1991 e la pubblicazione della sentenza ’Metta’ (24 gennaio 1991)". La Cassazione, allora, chiede un nuovo processo per indagare meglio, tra l’altro, sulla "causale del bonifico bancario" da 2.732.868 dollari inviato dalla Fininvest a Previti.

Ariosto. Le dichiarazioni della testimone Stefania Ariosto non sono state utilizzate dai giudici milanesi come prova dell’episodio di corruzione al giudice Vittorio Metta al centro della vicenda Imi-Sir. Le dichiarazioni dell’Ariosto, continuano i giudici, hanno delineato un "allarmante quadro d’insieme, ma non sono state utilizzate dai giudici milanesi come prova dell’episodio di corruzione al giudice Vittorio Metta". (7 ottobre 2006)

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www.repubblica.it, 07.10.2006


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