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Nessun testimone ....

NESSUNA INFORMAZIONE: SILENZIO STAMPA !!! Anna Politkovsakaja, uccisa a Mosca. Due giornalisti tedeschi uccisi in Afghanistan. Sale a 56 il numero dei giornalisti uccisi quest’anno nel mondo.

domenica 8 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Nel 2001 Politkovskaja fu arrestata nella Cecenia meridionale ed espulsa con l’accusa di aver violato le norme sulla copertura giornalistica del conflitto imposte da Mosca. Nel 2002, durante la crisi del teatro Dubrovka a Mosca (culminata nella strage di oltre 100 persone per il gas tossico usato nel successivo blitz dalle forze speciali russe) i terroristi ceceni la indicarono come possibile mediatrice con il governo di Putin, unica giornalista della quale avevano fiducia. Nel 2004 (...)

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> NESSUNA INFORMAZIONE: SILENZIO STAMPA !!! --- Ammazzati da un killer, Stanislav Markelov e Anastasia Baburova, collaboratrice di ’Novaia Gazeta’, lo stesso giornale per cui lavorava Anna Politkovskaia.

martedì 20 gennaio 2009


-  L’avvocato Markelov e la reporter del quotidiano della Politkovskaia freddati a Mosca
-  Indagavano sui crimini delle forze russe. Manifestazioni a Grozny, su Facebook un minuto di silenzio

-  Baburova, sdegno anche in Cecenia
-  Il Consiglio d’Europa: "Si faccia piena luce"
*

GROZNY - Sconcerto e rabbia nella capitale cecena Grozny dopo l’uccisione dell’avvocato Stanislav Markelov e di Anastasia Baburova, collaboratrice di ’Novaia Gazeta’, lo stesso giornale per cui lavorava Anna Politkovskaia. Manifestazioni di protesta hanno attraversato il centro della cittā. A Mosca, sul luogo dove ieri i due sono stati assassinati, sono state depositate corone di fiori dai difensori dei diritti umani.

Markelov č il settimo avvocato ucciso in Russia negli ultimi dieci anni, la Baburova il quinto giornalista eliminato negli ultimi dodici mesi. I due sono stati ammazzati da un killer con il volto coperto: ha freddato con un colpo alla nuca il legale e poi la giornalista che tentava di inseguirlo in via Precistenka, nella zona del ’Miglio d’oro’.

Entrambi erano appena usciti da una conferenza stampa: Markelov aveva annunciato ricorso contro la liberazione anticipata del colonnello Iuri Budanov, condannato a dieci anni per il sequestro e lo strangolamento di una diciottenne in Cecenia, Elza Kungaieva, durante la seconda guerra contro la Russia. Secondo il padre di Elza, Markelov nell’ultima settimana aveva ricevuto minacce.

Gli investigatori non hanno ancora un identikit preciso (si parla genericamente di un uomo alto circa un metro e ottanta e di aspetto slavo) e ipotizzano che il movente sia da ricercare nell’attivitā professionale del legale, noto per il suo impegno civile e per aver difeso numerosi ceceni contro le violenze di militari russi, anche di fronte alla Corte di Strasburgo, davanti alla quale intendeva impugnare la liberazione di Budanov.

Tra gli ultimi casi di cui si era occupato anche la brutale aggressione contro Mikhail Beketov, direttore del quotidiano ’Khimkinskaia Pravda’, che aveva ripetutamente denunciato la speculazione edilizia in un sobborgo di Mosca: il giornalista, al quale č giā stata amputata una gamba, č in coma da metā novembre.

L’arma del delitto non č ancora stata trovata; la videocamera del palazzo accanto al luogo del delitto non era in funzione. "Uccisioni del genere sono una vergogna per il Paese", ha commentato Liudmila Alexeieva, responsabile del gruppo di Helsinki per i diritti umani. I dimostranti hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta urgente sull’attentato.

La condanna del Consiglio d’Europa. Il Consiglio d’Europa chiede "piena luce sull’assassinio. Guai a consentire che simili delitti restino impuniti". E’ l’appello lanciato in un comunicato dal liberale svizzero Dick Marty, responsabile della situazione dei diritti umani nel Caucaso settentrionale per l’Assemblea parlamentare dell’organismo di Strasburgo, che non ha niente a che fare con l’Unione Europea e che conta 47 stati membri tra cui anche la Russia.

"Sono profondamente scioccato - scrive Marty nella nota- di apprendere dell’assassinio di Stanislav Markelov, i cui instancabili sforzi per combattere l’impunitā di quanti si sono resi responsabili di violazioni dei diritti umani in Cecenia e altrove nel nord del Caucaso gli sono costati la vita".

Un minuto di silenzio su Facebook. Solidarietā č stata espressa anche dal popolo di Facebook, che ha indetto per questa sera alle 19 un minuto di silenzio in nome della libertā di stampa e delle vittime morte per difenderla.

* la Repubblica, 20 gennaio 2009


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