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Nessun testimone ....

NESSUNA INFORMAZIONE: SILENZIO STAMPA !!! Anna Politkovsakaja, uccisa a Mosca. Due giornalisti tedeschi uccisi in Afghanistan. Sale a 56 il numero dei giornalisti uccisi quest’anno nel mondo.

domenica 8 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Nel 2001 Politkovskaja fu arrestata nella Cecenia meridionale ed espulsa con l’accusa di aver violato le norme sulla copertura giornalistica del conflitto imposte da Mosca. Nel 2002, durante la crisi del teatro Dubrovka a Mosca (culminata nella strage di oltre 100 persone per il gas tossico usato nel successivo blitz dalle forze speciali russe) i terroristi ceceni la indicarono come possibile mediatrice con il governo di Putin, unica giornalista della quale avevano fiducia. Nel 2004 (...)

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lunedì 9 ottobre 2006

Le ultime denunce di Anna Politkovskaya: «Putin? Dicono che finirà come Ceaucescu» *

MOSCA - Ecco le ultime riflessioni su Putin, la Russia e la situazione in Cecenia di Anna Politkovskaya, la giornalista uccisa sabato nel palazzo dove abitava a Mosca, così come le ha raccolte il suo giornale, Novaya Gazeta, che le pubblicherà oggi. La reporter denuncia, tra l’altro: «Io scrivo libri e pubblico articoli. Bisogna spiegare come vanno le cose e dire che se il sistema sentirà la necessità di eliminare qualcuno, questo qualcuno verrà eliminato senza scrupoli».

«La Russia è in un vicolo cieco. Qualsiasi cosa scrivo non cambia nulla. Il compito di Putin è far sì che sul mercato internazionale arrivi l’informazione che tutto va bene, che il Paese lotta contro il terrorismo e che i nostri servizi segreti lo fanno con successo. Una parte dei russi capisce che abbiamo di fronte il degrado morale di quella democrazia iniziale che c’era ai tempi di Eltsin. In quel periodo, nonostante tutto quello che accadeva, il popolo poteva parlare, discutere. Quello che è accaduto credo sia dovuto al fatto che nei posti chiave del governo del Paese ci sono oramai tutti uomini che erano del Kgb (la polizia segreta dell’era sovietica). E la memoria genetica del nostro popolo è tale che a questo non ci si riesce a opporre. Mi chiedono se dietro Putin ci sia il vecchio sistema di potere che si prende la rivincita. Ricordiamoci che all’inizio è stato Boris Berezovskij (ex banchiere di Eltsin che ora vive in Gran Bretagna, ndr) a metterlo lì. Poi lui ha voluto diventare signore assoluto. Non sa fare diversamente, era stato educato così. La maggioranza della popolazione è d’accordo. Ma cosa si fa con la minoranza? Io scrivo libri e pubblico articoli. Bisogna spiegare come vanno le cose e dire che se il sistema sentirà la necessità di eliminare qualcuno, questo qualcuno verrà eliminato senza scrupoli».

IL PRIMO OLIGARCA

«Chi gestisce in questo modo il potere non si prefigge nessun fine. C’è solo un’idea, quella di rimanere al potere e arraffare il più possibile fino a che si è al potere. Si parla di oligarchi. Ma il primo degli oligarchi è l’amministrazione del presidente. Le persone che ne fanno parte controllano il business. Ciascuno di loro ha lo stesso obiettivo, quello di mantenere la posizione e garantire la vita dei propri discendenti per molti anni. A chi mi chiede se un cambio di potere potrebbe portare a delle conseguenze, rispondo che negli ultimi tempi circola la voce che il sistema finirà come quello di Ceausescu (il leader della Romania che al termine di una rivolta fu sommariamente processato e poi ucciso in compagnia della moglie il giorno di Natale del 1989, ndr) ».

CHI SONO IO

«A chi in Occidente mi vede come la principale militante contro Putin rispondo che io non sono una militante, sono solo una giornalista. E basta. E il compito del giornalista è quello di informare. Quanto a Putin, ne ha fatte di tutti i colori e io devo scriverne».

LO STALIN CECENO

«Attualmente sulla mia scrivania ci sono due foto. Sto facendo delle indagini e so che si tratta di persone torturate nelle prigioni di Kadyrov (il primo ministro filorusso della Cecenia, ndr), adesso e in precedenza. Sono persone rapite dagli uomini dei reparti speciali di Kadyrov per una ragione inspiegabile. Sono state eliminate solo per motivi pubblicitari. Lui appare in tv e dice che sono guerriglieri uccisi e non persone rapite. Uno di loro è russo l’altro è ceceno. Kadyrov è lo Stalin dei nostro giorni, su questo non ci sono dubbi. Per il popolo ceceno è proprio così. Quando la gente parla pubblicamente, esprime solo ammirazione; quando si parla invece in segreto, a voce bassa, allora ti rispondono che lo odiano in maniera viscerale. C’è questo sdoppiamento nell’anima delle stesse persone. È una cosa molto pericolosa. Kadyrov è un vigliacco armato fino ai denti, circondato da guardie del corpo. Credo che non diventerà presidente della Cecenia. Il mio sogno personale il giorno del compleanno di Kadyrov è solo uno, ne parlo assolutamente sul serio. Mi auguro di vederlo seduto sul banco degli imputati in un processo severissimo, con l’elenco di tutto i suoi crimini e indagini su tutte le uccisioni. In seguito a quanto è stato pubblicato sul mio giornale, sono state avanzate querele contro suoi uomini e contro di lui personalmente. In una di queste cause io sono testimone». (09 ottobre 2006)

___ *

www.corriere.it, 09.10.2006


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