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NESSUNA INFORMAZIONE: SILENZIO STAMPA !!! Anna Politkovsakaja, uccisa a Mosca. Due giornalisti tedeschi uccisi in Afghanistan. Sale a 56 il numero dei giornalisti uccisi quest’anno nel mondo.

domenica 8 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Nel 2001 Politkovskaja fu arrestata nella Cecenia meridionale ed espulsa con l’accusa di aver violato le norme sulla copertura giornalistica del conflitto imposte da Mosca. Nel 2002, durante la crisi del teatro Dubrovka a Mosca (culminata nella strage di oltre 100 persone per il gas tossico usato nel successivo blitz dalle forze speciali russe) i terroristi ceceni la indicarono come possibile mediatrice con il governo di Putin, unica giornalista della quale avevano fiducia. Nel 2004 (...)

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> NESSUNA INFORMAZIONE: SILENZIO STAMPA !!! Anna Politkovsakaja, uccisa a Mosca. Due giornalisti tedeschi uccisi in Afghanistan. Sale a 56 il numero dei giornalisti uccisi quest’anno nel mondo.

sabato 4 novembre 2006

RUSSIA

Anna Politkovskaja e il presidente Putin

di Andrei Piontkovski (traduzione dal francese di José F. Padova) *

Il direttore del Centro di ricerche strategiche di Mosca denuncia l’atmosfera irrespirabile che regna attualmente in Russia. Dove si moltiplicano gli assassini e si scatena la xenofobia

Le Courrier International, Paris

http://www.courrierinternational.com/

Anna Politkovskaja è stata assassinata da fascisti. Dalla medesima banda che, tre anni fa, ha avvelenato un’altra personalità della Novaja Gazeta, Iuri Cekotchikin. Questa uccisione, seguita da molte altre, era stata una specie di esame preventivo. Perché i mandanti si sono fatti arditi e coloro che meglio se la sono sbrogliata, spartendosi le società del petrolio e del gas, sono rientrati nella cerchia dei più grandi patrimoni mondiali.

Per mantenersi su vette di questo genere, in un Paese nel quale un terzo delal popolazione vive al disotto della soglia di povertà, è assolutamente necessario privare la gente dell’intelligenza. Occorre indicare a dito i nemici della nazione: l’Occidente, i Caucasici e gli altri non-russi che vivono in Russia, nonché qualche giornalista che osa ancora criticare il regime di Putin.

Nessuno è in grado di comprendere l’aggressività della campagna contro la Georgia che il Capo dello stato in persona rinfocola apertamente e che, da un punto di vista geopolitico, è del tutto improduttiva. Le retate nelle vie di Mosca minano l’autorità della Russia in quanto Stato degno di rispetto e complicheranno a lungo le nostre relazioni non soltanto con la Georgia, ma con tutti i nostri vicini. La loro ragione d’essere è fare appello ai peggiori istinti della folla e trasformarne una gran parte in sostegno al regime. Il Capo del nostro Stato, che ha fatto studi di diritto, ha avanzato un nuovo concetto, quello di «popolazione di ceppo [ndt.: razza]»opposto all’altro di «gruppuscoli semicriminali che talvolta hanno un particolare carattere nazionale». Difficile chiamare in modo più chiaro all’aggressione razzista, in un Paese nel quale i conflitti etnici non chiedono altro che di esplodere.

La più importante organizzazione xenofoba, il Movimento contro l’immigrazione illegale (DPNI), con entusiasmo ha subito riconosciuto in Putin una guida ideologica.

Le responsabilità degli “intellettuali” è enorme

Dugin, questo fascista che non nasconde la sua adorazione per l’estetica e le pratiche delle SS, occupa gli schermi delle reti televisive di Stato per giornate intere. Egli è diventato uno degli ideologi ufficiali del regime.

L’ultimo documento che Anna Politkovskaja ha firmato prima di essere assassinata è una petizione intitolata «È necessario cessare al campagna contro la Georgia». Sono fiero che la mia firma compaia accanto alla sua. Non è un caso che ella sia stata assassinata nel corso di queste giornate di scatenata furia xenofoba. Ebbro del «diritto all’abiezione» (per usare l’espressione di Dostojevski) accordato dai demoni del Cremino, qualcuno ha deciso di festeggiare a modo suo il compleanno del suo caro Presidente.

E adesso? Potete dare un’occhiata a un sito neonazista russo che prospera da anni. Esso presenta le fotografie e dà gli indirizzi (!) di coloro che ha condannato a morte e chiama a ucciderli. Vi si trovano i nomi di Sergej Kovalev, Svetlana Gannouchkina... e l’elenco è lungo (Anna Politkovskaja ne faceva parte).

In assenza della libertà d’espressione e di strutture autenticamente democratiche la responsabilità degli “intellettuali” che oggi collaborano con il potere è enorme. Continueranno a guardare, senza reagire, il loro Paese che affonda nel fascismo di tipo cekista?

Quanto ai capi dei “grandi Stati democratici”, essi sono al disotto di tutto. Essi sanno da moltissimo tempo who is Mister Putin. Anna Politkovskaja lo aveva loro comunicato come avvertimento con i suoi libri, tradotti in inglese e francese. Ma alcuni vogliono sfruttare un giacimento d’idrocarburi russi, altri hanno bisogno del voto della Russia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Quindi continuano ad agire come se Putin fosse un onorevole membro del loro club. Dopo tutto, non è forse effettivamente uno di loro?

Andrei Piontkovski


Testo originale:

RUSSIE • Anna Politkovskaïa et le président Poutine

http://www.courrierinternational.com/

Le directeur du Centre de recherches stratégiques de Moscou dénonce l’atmosphère irrespirable qui règne actuellement en Russie, où se multiplient les assassinats et où se déchaîne la xénophobie.

Anna Politkovskaïa a été exécutée par des fascistes. Par la même bande qui a empoisonné, il y a trois ans, une autre personnalité de Novaïa Gazeta, Iouri Chtchekotchikhine. Ce meurtre, suivi de beaucoup d’autres, avait été un galop d’essai. Car les commanditaires se sont enhardis et ceux qui se sont le mieux débrouillés, en se partageant les compagnies pétrolières et gazières, sont rentrés dans le cercle des plus grosses fortunes du monde.

Pour se maintenir à de pareils sommets, dans un pays où le tiers de la population vit au-dessous du seuil de pauvreté, il faut absolument décérébrer les gens. Il faut désigner du doigt les ennemis de la nation : l’Occident, les Caucasiens et autres non-Russes qui vivent en Russie, ainsi que les quelques journalistes qui osent encore critiquer le régime de Poutine. Personne ne peut comprendre l’agressivité de la campagne antigéorgienne que le chef de l’Etat en personne attise ouvertement alors qu’elle est, d’un point de vue géopolitique, contre-productive. Les rafles dans les rues de Moscou sapent l’autorité de la Russie en tant qu’Etat respectable et vont pour longtemps compliquer nos relations non seulement avec la Géorgie, mais avec tous nos voisins. Leur raison d’être, c’est d’en appeler aux pires instincts de la foule et d’en transformer une large partie en soutien au régime. Le chef de notre Etat, qui a fait des études de droit, a mis en avant une notion nouvelle, celle de “population de souche” par opposition aux “groupuscules semi-criminels qui ont parfois un caractère national particulier”. Difficile d’appeler plus clairement aux attaques racistes, dans un pays où les conflits ethniques ne demandent qu’à exploser. L’organisation xénophobe la plus importante, le Mouvement contre l’immigration illégale (DPNI), a aussitôt reconnu en lui, avec enthousiasme, un guide idéologique.

La responsabilité des “intellectuels” est énorme

Douguine, ce fasciste qui ne cache pas son adoration pour l’esthétique et les pratiques SS, occupe les écrans des chaînes d’Etat à longueur de journée. Il est devenu l’un des idéologues officiels du régime. Le dernier document qu’elle a signé avant d’être abattue était une pétition intitulée “Il faut cesser la campagne contre la Géorgie”. Je suis fier que ma signature y figure à côté de la sienne. Ce n’est pas un hasard si elle a été assassinée au cours de ces journées d’ignoble déchaînement xénophobe. Ivre du “droit à l’abjection” (pour employer l’expression de Dostoïevski) accordé par les démons du Kremlin, quelqu’un a décidé de fêter à sa manière l’anniversaire de son cher président. Et maintenant ? Vous pouvez jeter un coup d’œil à un site néonazi russe qui prospère depuis des années. Il présente les photos et donne les adresses (!) de ceux qu’il a condamnés à mort, et appelle à les exécuter. On y trouve les noms de Sergueï Kovalev, Svetlana Gannouchkina... la liste est longue [Anna Politkovskaïa en faisait partie]. En l’absence de liberté d’expression et de structures véritablement démocratiques, la responsabilité des “intellectuels” qui collaborent aujourd’hui avec le pouvoir est énorme. Vont-ils continuer à regarder sans réagir leur pays s’enfoncer dans le fascisme tchékiste ? Quant aux chefs des “grands Etats démocratiques”, ils sont au-dessous de tout. Ils savent depuis fort longtemps who is Mister Putin. Anna Politkovskaïa les en avait avertis dans ses livres, traduits en anglais, en français. Mais certains veulent pouvoir exploiter un gisement d’hydrocarbures russe, d’autres ont besoin de la voix de la Russie au Conseil de sécurité de l’ONU. Ils continuent donc à faire comme si Poutine était un honorable membre de leur club. Après tout, peut-être est-il effectivement un des leurs ?

Andreï Piontkovski

Grani.ru

* www.ildialogo.org, 03. 11.2006


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