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Terra, come Marte?!

EFFETTO SERRA. LA TERRA AL "CAPOLINEA" ... IL RAPPORTO CHOC dell’economista britannico Nicholas Stern, ex dirigente della Banca Mondiale.

Accelerazione del mutamento del CLIMA. Non solo le rane arlecchino stanno scomparendo, ma la stessa economia mondiale è minacciata.
lunedì 6 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] non tutti riescono a sopravvivere spostandosi o mutando le loro abitudini: molti non hanno il tempo, o lo spazio, per scappare. Per le rane arlecchino del Costa Rica il nuovo clima è stato fatale. Le notti sempre più calde e lo strato di nuvole in crescita che durante il giorno blocca parte della radiazione solare hanno favorito la proliferazione di un fungo patogeno che attacca la pelle delle rane impedendo l’assorbimento dell’acqua attraverso i pori. Questa piccola mutazione (...)

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> EFFETTO SERRA. Accelerazione del mutamento del CLIMA. Non solo le rane arlecchino stanno scomparendo, ma la stessa economia mondiale è minacciata. IL RAPPORTO CHOC dell’economista britannico Nicholas Stern, ex dirigente della Banca Mondiale.

sabato 18 novembre 2006

Clima, summit di Nairobi: superato Kyoto, nuovo protocollo nel 2008 *

A forza di allarmi forse alla fine qualcosa si farà per ridurre l’effetto serra e le devastanti conseguenze che già l’inquinamento sta producendo sul clima. Alla conferenza internazionale di Nairobi venerdì si è deciso di iniziare il processo di revisione del protocollo di Kyoto nel 2008. I rappresentanti del mondo hanno deciso cioè di arrivare a un altro documento di regole e parametri per cercare di salvare il Pianeta. Ma che inizieranno a pensarci tra un anno.Gli ambientalisti speravano in qualcosa di più. Data anche la situazione di grave rischio planetario e la rinascita di una coscienza ecologista in paesi industrializzati finora tradizionalmenmte ostili a mettere freno e tasse al consumo inquinante di energia come la Gran Bretagna e la California negli Stati Uniti.

In pratica alla conferenza di Nairobi è stato stabilito che Kyoto è superato. Nel febbraio prossimo sarà pubblicato il nuovo rapporto scientifico sullo stato di salute della Terra e della sua atmosfera ad opera del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico - in sigla il Giec - e sulla base di queste migliori previsioni e studi più dettagliati si inizierà a programmare il dafarsi. Il primo periodo di negoziati tra gli Stati sulle misure da adottare arriverà fino al 2012.

All’inizio del vertice, due settimane fa era stata sottolineata da più voci la necessità di affrontare con la massima urgenza la minaccia dei cambiamenti climatici in atto. Poi, come racconta la delegazione di Legambiente, si è messa in moto la macchina della diplomazia a frenare e a scavare tra cavilli e tatticismo sotto ogni seria proposta di intervento. Gli Usa e l’Australia, in particolare, si sono dimostrati contrari a qualsiasi target vincolante. Mentre la Cina e i paesi in via di sviluppo pur accettando l’invito a misurarsi con il problema del riscaldamento della Terra, non hanno dimostrato disponibilità a prendere impegni precisi sulla riduzione dei gas serra.

Il Canada ha addirittura affermato di non essere in grado di fare di più. Più sensibilità ha dimostrato l’Europa, dove la Germania ha preso l’impegno di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2020, la Gran Bretagna e la Francia, per legge, ridurranno le proprie emissioni entro il 2050 del 60% e del 75%.Quanto all’Italia, Legambiente ha sottolineato il positivo lavoro del ministro Pecoraro Scanio qui a Nairobi: «L’Italia deve però rimboccarsi le maniche - conclude l’associazione ambientalista - il 2012 è vicino e il nostro target del -6,5% di emissioni di anidride carbonica è lontanissimo (siamo oggi quasi a +13% rispetto ai livelli del 1990). Trasporti ed energia, con il loro carico di gas serra, saranno un importante banco di prova del Governo».«Evidentemente - commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - non si è ancora capito che i cambiamenti climatici sono in atto ora, adesso, e interventi per evitare disastri a tutte le latitudini devono essere immediati. Alla prossima conferenza sarà bene che i capi di Governo prendano il posto dei ministri. Il cambio climatico - conclude - è un argomento troppo importante per essere discusso dai soli responsabili dei dicasteri ambientali, serve un coinvolgimento dei Paesi ad alto livello».

* www.unita.it, Pubblicato il: 17.11.06 Modificato il: 17.11.06 alle ore 19.21


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