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Per una buona "oiko-nomia" politica ...

A MUHAMMAD YUNUS, "IL BANCHIERE DEI POVERI", IL PREMIO NOBEL PER LA PACE. Un altro mondo è possibile!!!

domenica 15 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] "Sono felicissimo, non posso credere che sia accaduto davvero. Voi sostenete il sogno di un mondo libero dalla poverta" è stato il commento a caldo fatto da Yunus ai microfoni di una radio norvegese. "Il Nobel è una grande cosa - ha continuato Yunus - per me e per la nazione, ma ci carica di nuove e maggiori responsabilità. Il Bangladesh deve sradicare la povertà dal paese e impegnarsi per combatterla ed eliminarla in tutto il mondo" [...] (...)

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> A MUHAMMAD YUNUS, "IL BANCHIERE DEI POVERI", IL PREMIO NOBEL PER LA PACE. Un altro mondo è possibile!!! ---- Banca Etica: dieci anni di sogni in attivo (di Giovanna Nigi).

domenica 6 aprile 2008

Banca Etica: dieci anni di sogni in attivo

di Giovanna Nigi *

Le banche sono in genere luoghi dove il denaro, depositato dai risparmiatori, transita velocemente, senza fermarsi. E chi lo deposita non ne segue il corso. Magari finisce a finanziare le mafie, o è investito in armi, o in progetti di sfruttamento umano e ambientale che i risparmiatori non condividono. Le cosidette "banche armate", per esempio, sono istituti che forniscono servizi d’appoggio per il commercio di armi italiane all’estero. Le banche etiche non intendono essere soltanto i luoghi di passaggio del denaro, ma prima di tutto luoghi di relazioni: il percorso del denaro, la sua provenienza e il suo utilizzo, l’identità dei risparmiatori e dei beneficiari sono un aspetto fondamentale, e in questo consiste gran parte della diversità di questi istituti. La banca è il punto d’incontro tra cittadini che condividono l’esigenza di una gestione del denaro responsabile e le iniziative socio-economiche che si ispirano ai princìpi di un modello di sviluppo sostenibile. Ai risparmiatori viene spiegato come un uso consapevole delle proprie risorse finanziarie possa diventare uno strumento per cambiare in meglio il mondo. Si legge nel manifesto della finanza etica: "La finanza eticamente orientata ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano. Non discrimina tra i destinatari degli impieghi sulla base del sesso, dell’etnia o della religione, e neanche sulla base del patrimonio, curando perciò i diritti dei poveri e degli emarginati. Finanzia quindi attività di promozione umana, sociale e ambientale, valutando i progetti col duplice criterio della vitalità economica e dell’utilità sociale".

In un mercato finanziario globalizzato come quello in cui viviamo le scelte dei consumatori assumono valore politico. Come dice Alex Zanotelli" si vota ogni volta che si acquista qualcosa.." e questo vale, forse anche di più, quando si sceglie dove destinare e a chi far gestire il proprio risparmio.

L’operatività Banca Etica è una "banca dalle pareti di vetro": sia per quanto riguarda i finanziamenti (tutti pubblicati nel sito www.bancaetica.it), la partecipazione, le modalità di utilizzo del denaro. Delle banche tradizionali Banca Etica propone i principali servizi e prodotti destinati al singolo, alle famiglie e alle organizzazioni. Sul fronte dei finanziamenti, concede prevalentemente credito alle realtà che operano all’interno del Terzo settore e dell’economia solidale, in particolare nell’ambito dei servizi socio-sanitari ed educativi, dell’inserimento lavorativo dei soggetti deboli, della cooperazione allo sviluppo, del volontariato internazionale, della tutela ambientale e della salvaguardia dei beni culturali. A partire dal 2003 vengono finanziate anche società attive nell’ambito dell’agricoltura biologica e della produzione di energia da fonti rinnovabili (purché orientate da precisi criteri etici), e persone fisiche (purché socie della banca) alle quali è stata destinata una serie di prodotti che vanno dal mutuo per l’acquisto della prima casa a prestiti personali mirati soprattutto a particolari esigenze: dalla copertura di spese sanitarie alle adozioni, dalla ristrutturazione di edifici per l’abbattimento delle barriere architettoniche all’installazione di impianti per l’utilizzo di energie rinnovabili.

Quando, l’8 marzo 1999, si è aperto a Padova il primo sportello di banca Etica, sono volate le scommesse. Nessuno sembrava dare credito a una banca che già dal nome si presentava come un ossimoro:una banca che si pretendeva etica, in un mondo, come quello della finanza, che certamente etico non è... un’impresa destinata a fallire, una favola, agli occhi spenti del nostro disincanto quotidiano. O un imbroglio. Che altro poteva essere? A distanza di quasi dieci anni,invece, la Banca popolare Etica appare solida e in buona salute, e i risultati che vanta sono sorprendenti, considerando che è l’unico istituto italiano che ispira tutta la sua attività secondo i principi della finanza etica.

L’onda è lunga, e bisogna tornare un po’ indietro, alla fine degli anni Sessanta. E’ tra quella data e gli anni ’90 che si sviluppano in Europa e nel mondo una serie di esperienze di finanza alternativa. Le più importanti banche etiche in Europa sono la Oekobank in Germania, che si sviluppa sulla scia di movimenti pacifisti ed ecologisti, la Triodosbank in Olanda, che ha filiali in Belgio ed Inghilterra, e l’Abs (Alternative Bank Swisse) fondata su due principi: partecipazione e trasparenza. Fuori dal vecchio mondo, l’esperienza più importante è quella della Grameem Bank in Bangladesh, considerata la madre di tutte le banche etiche, che si occupa di microcredito, concessione di piccole somme di denaro a gruppi di persone la cui unica garanzia è la coesione sociale.

Il movimento degli Ofe (organizzazioni di finanza etica) ha preso avvio a partire dagli anni 1990, per lo più in forma spontanea, in diversi paesi, sia in quelli sviluppati che nel Terzo Mondo. Uno degli ispiratori Muhammad Yanus, fondatore della Grameen Bank, premio Nobvel per la Pace del 2006 con la sua banca etica più grande del mondo. In Italia l’idea nasce dall’esperienza maturata negli anni Ottanta dalle Mag (Mutua auto gestione), piccolissime cooperative finanziarie che avevano scelto di sostenere soggetti diversi rispetto a quelli ritenuti bancabili dal sistema finanziario tradizionale. Per volontà di una ventina di organizzazioni del Terzo Settore e con il sostegno di finalmente nel ’99 Banca Etica vede la luce.

La struttura è leggera, con meno di duecento dipendenti che servono l’intero territorio nazionale - undici le filiali (Padova, Milano, Torino, Brescia, Vicenza, Treviso, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo - Bari aprirà nei prossimi mesi) e una rete capillare di promotori finanziari chiamati "banchieri ambulanti" , migliaia di persone e organizzazioni che sostengono e praticano la finanza etica in tutta Italia.

Ha un capitale sociale che sfiora i 20 milioni di euro, conferito da quasi 30mila soci, una raccolta di oltre 500 milioni di euro e finanziamenti accordati per 370 milioni di euro a sostegno di oltre 2500 progetti nei quattro principali ambiti di intervento: cooperazione sociale, cooperazione internazionale, ambiente, cultura e società civile.

* l’Unità, Pubblicato il: 05.04.08. Modificato il: 06.04.08 alle ore 15.42


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