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Il "caso serio" della Chiesa (Card. Tettamanzi, Prolusione) ... o "comico" (Dante)?!

Stato democratico e Chiesa ’cattolica’. A VERONA per il meeting della CEI, ad accogliere Papa Benedetto XVI, 100 mila fedeli, Romano Prodi, e una «frocessione» di gay e lesbiche.

mercoledì 18 ottobre 2006 di Federico La Sala
[...] Senza fare troppe anticipazioni - le sorprese saranno parte integrante della manifestazione - alla stazione dedicata all’intervento del Vaticano sulla fecondazione eterologa troveremo la madonna e la Maddalena in partenza per la Svizzera e la Spagna mentre a quella dedicata alle coppie di fatto si distribuiranno le partecipazioni di Joseph (Ratzinger) e Georg (Ganswein, il segretario) «oggi sposi». Il giorno seguente sarà la volta del sit-in davanti alla Fiera per «salutare la nostra (...)

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> Stato democratico e Chiesa ’cattolica’. A VERONA per il meeting della CEI, ad accogliere Papa Benedetto XVI, 100 mila fedeli, Romano Prodi, e una «frocessione» di gay e lesbiche.

giovedì 19 ottobre 2006

"SO DI 2 MILA PRETI GAY"

Non la manda certo a dire, don Franco Barbero, ed è anche per questo (e le sue battaglie contro l’omofobia) che la chiesa lo ha ridotto allo stato laicale

di Paola Bonatelli (il manifesto, 19 ottobre 2006 - e http://donfrancobarbero.blogspot.com/)

Verona - «Continuo a celebrare matrimoni, anche fra gay e lesbiche, e so di almeno duemila preti omosessuali che hanno paura a dichiararsi tali». Non la manda certo a dire, don Franco Barbero, ed è anche per questo (e le sue battaglie contro l’omofobia) che la chiesa lo ha ridotto allo stato laicale. Insomma, lo ha cacciato.

Il sacerdote della comunità cristiana di base «Viottoli» di Pinerolo, in Piemonte, non è a Verona per il convegno della Cei ma per il «contromeeting» del circolo Pink di Verona, dove ha parlato di «Una chiesa "altra" che sa ascoltare e accompagnare». Dopo il suo intervento e l’intenso dibattito che ne è seguito, gli abbiamo rivolto alcune domande.

Don Franco, lei continua a celebrare messe e matrimoni?

La Chiesa mi ha dispensato dai miei obblighi di sacerdote ma la dottrina ufficiale dice che chi è prete lo rimane per sempre. Io per il Vaticano esercito illecitamente. Mai come adesso ho fatto il prete. Mi occupo di scienze bibliche, seguo una comunità di duecento persone, tra cui moltissimi preti e suore, dico messa in una cappella concessa dal Comune. E continuo a celebrare matrimoni. Anche fra persone omosessuali e transessuali.

Lei è un prete scomodo. Ma quanti ce ne sono come lei?

Pochissimi visibili ma tra gli indirizzi della mia posta elettronica ci saranno almeno 5000 preti e più di 2000 sono gay. Cose che non si sanno perché l’Italia è poco laica, le notizie che riguardano la fede vengono filtrate da giornalisti interni al mondo cattolico. E poi, la prima cosa che ti toglie la Chiesa è lo stipendio. E per molti preti, se gli togli la parrocchia, cosa mangiano?

Il convegno di Verona parla di speranza. Lei ne ha?

Molta. Noi siamo una regione dell’impero vaticano ma i processi di laicità avanzano perché la realtà sopravanza le pratiche politiche. La speranza la vedo nella gente, nei movimenti, nei gruppi. Io seguo un gruppetto di suore lesbiche, che ovviamente sono uscite dal convento. Hanno ritrovato il loro equilibrio, un po’ di serenità. Io credo che ogni uomo ed ogni donna abbiano qualcosa da dire. Dobbiamo vincere la paura, abituarci al confronto. Nessuno ha la verità, nemmeno il papa e quelli che lo idolatrano. Ma abbiamo il diritto di manifestare delle opinioni. Anche di fronte ai dogmi.


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