Il "caso serio" della Chiesa (Card. Tettamanzi, Prolusione) ... o "comico" (Dante)?!

Stato democratico e Chiesa ’cattolica’. A VERONA per il meeting della CEI, ad accogliere Papa Benedetto XVI, 100 mila fedeli, Romano Prodi, e una «frocessione» di gay e lesbiche.

mercoledì 18 ottobre 2006.
 
[...] Senza fare troppe anticipazioni - le sorprese saranno parte integrante della manifestazione - alla stazione dedicata all’intervento del Vaticano sulla fecondazione eterologa troveremo la madonna e la Maddalena in partenza per la Svizzera e la Spagna mentre a quella dedicata alle coppie di fatto si distribuiranno le partecipazioni di Joseph (Ratzinger) e Georg (Ganswein, il segretario) «oggi sposi». Il giorno seguente sarà la volta del sit-in davanti alla Fiera per «salutare la nostra "ruina"», in concomitanza con la chiusura dei lavori del convegno ecclesiale e delle conclusioni del cardinal Ruini [...]

Chiesa e politica

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Ad accogliere Benedetto XVI, atteso giovedì al meeting della Cei, 100 mila fedeli, Romano Prodi e una «frocessione» di gay e lesbiche. Città rimessa a nuovo, spesi 240 mila euro. Così il comune di centrosinistra si prona alla Chiesa

di Paola Bonatelli (il manifesto, 17.10.2006)

Verona. In uno scenario da medioevo prossimo venturo, con bagni di folla lungo il percorso della papamobile che dall’aeroporto militare di Villafranca lo porterà in città, rigorosamente blindato da un eccezionale spiegamento di forze dell’ordine e volontari, tra elicotteri e cecchini sui tetti, Benedetto XVI arriverà giovedì a Verona. L’occasione è il IV Convegno Ecclesiale «Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo» iniziato ieri, che si concluderà venerdì con il discorso del cardinale e presidente della Cei Camillo Ruini.

I 2700 delegati, provenienti da tutta Italia e riuniti nel quartiere fieristico, dovranno discutere e decidere quale sarà l’impronta da dare alle scelte della Chiesa cattolica per il decennio a venire. La visita del papa, che attirerà in città almeno centomila persone, ha ingigantito le dimensioni della macchina organizzativa e di controllo, che funziona da mesi a pieno regime, tra vertici in prefettura e riunioni di tutte le istituzioni possibili.

Anche se la questura ha smorzato i toni dichiarando di «non nutrire preoccupazioni riguardo a un possibile attentato», la situazione richiede «la massima attenzione». Non solo per il pontefice ma per tutti coloro, laici e religiosi, che in questi giorni vanno e vengono per partecipare alle tante iniziative in programma, dalla serata al teatro Filarmonico per assistere all’oratorio «Resurrexi», commissionato dalla Cei con la Fondazione Arena, alle mostre di arte sacra allestite nei musei e chiese cittadini in collaborazione tra diocesi, Soprintendenze e Regione.

La colossale macchina proteiforme dispone di una doppia propulsione: quella religiosa, del mondo cattolico, organizzato nel «Comitato amministrativo diocesano per il convegno ecclesiale di Verona 2006», e quella laica, messa a disposizione da aziende ed enti pubblici, in primis il Comune, retto dal cattolico Paolo Zanotto, a capo di una giunta di centrosinistra. Il quale ha emesso un’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, ha fatto tappezzare la città con un manifesto di benvenuto «Con gioia Verona saluta il Papa», ha spedito ai cittadini un opuscolo e una lettera con le istruzioni del caso.

Non bastasse, oltre alle centinaia di dipendenti comunali messi in campo, tutti gli spazi sono stati concessi a titolo gratuito, in virtù di una convenzione stipulata tra gli organizzatori del Convegno ecclesiale, peraltro sponsorizzato dal fedelissimo gruppo Banco Popolare di Verona e Novara e consociate, e gli uffici comunali competenti.

Lo stadio Bentegodi, innanzitutto, dove il papa celebrerà la messa, a cui saranno presenti anche Romano Prodi e il «governatore» Giancarlo Galan (e, si sussurra, perfino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), il Palasport con 4 maxischermi, l’anfiteatro Arena, dove ieri si è tenuta, con la cerimonia di inaugurazione del convegno e annesse processioni, una sorta di prova generale, una scuola per la Protezione civile con servizio di ristoro per 1500 volontari, un altro maxischermo nella centralissima Bra. Oltre ai servizi igienici mobili, l’adeguamento di stadio e Palasport con rimozione delle strutture sportive e allestimento delle aree-sacrestia per papa, cardinali e vescovi, arredi, imbandieramento della città e chilometri di transenne «come da disposizioni della sicurezza vaticana». Negli ospedali, alcune stanze sono state liberate e riservate per qualsiasi emergenza capitasse in questi giorni.

Nelle strade, ripulite e asfaltate di fresco («lavori che almeno rimangono», si mormora nei bar) per 240 mila euro di soldi pubblici stanziati nel bilancio 2006-07, risuonerà un’unica voce fuori dal coro. Quella ironicamente blasfema di «Layca!», rassegna di eventi culturali e di piazza, che protesterà contro l’invasione papalina con il mezzo da sempre usato contro i potenti: lo sberleffo e il gioco simbolico. A partire dal manifesto che la pubblicizza, con la michelangiolesca Creazione di Adamo rivisitata - l’inanellata mano di dio respinta da una figura con gamba pelosa e tacchi a spillo - fino alla «Frocessione», evento clou che si terrà contemporaneamente alla messa papale ma dall’altra parte della città, nel quartiere multietnico di Veronetta.

Ad aprire il «Razzinga day» sarà un corteo di comparse e teatranti (partenza alle 18 da piazza Santa Toscana) che si fermerà alle varie «stazioni», dedicate a tutti gli aspetti dell’ingerenza vaticana nella sfera privata, pubblica, sociale e politica. Senza fare troppe anticipazioni - le sorprese saranno parte integrante della manifestazione - alla stazione dedicata all’intervento del Vaticano sulla fecondazione eterologa troveremo la madonna e la Maddalena in partenza per la Svizzera e la Spagna mentre a quella dedicata alle coppie di fatto si distribuiranno le partecipazioni di Joseph (Ratzinger) e Georg (Ganswein, il segretario) «oggi sposi». Il giorno seguente sarà la volta del sit-in davanti alla Fiera per «salutare la nostra "ruina"», in concomitanza con la chiusura dei lavori del convegno ecclesiale e delle conclusioni del cardinal Ruini.

Promuovere una simile iniziativa in uno dei luoghi più antichi della cristianità, sede episcopale da quindici secoli, culla della potenza economica, politica e morale della Chiesa e, non a caso, anche dell’integralismo più retrivo - Verona è la patria dei gruppi tradizionalisti, agguerriti e collusi con l’estrema destra - non è stato per niente facile. Tant’è vero che, anche all’interno del comitato promotore di Layca - alcune realtà locali, tra cui il Circolo Pink, la biblioteca anarchica Domaschi e il csoa La Chimica, con il coordinamento «Facciamo Breccia», che organizzò a Roma nel febbraio scorso la manifestazione «No Vat - Più autodeterminazione e meno Vaticano» - s’è verificata qualche defezione con strascico polemico. Arcigay e Arcilesbica, inizialmente presenti alle riunioni, hanno dato forfait, evocando infausti presagi di violenze durante le manifestazioni in programma. Una spaccatura talmente profonda da far intervenire il presidente onorario dell’Arcigay, il deputato Ds Franco Grillini, che s’è visto costretto a ricordare ai suoi la battaglia omofoba condotta dal cardinale Ratzinger durante la sua carriera, compresa la scomunica appioppata a don Franco Barbero, il prete che sposava coppie gay, che proprio oggi sarà a Verona al Circolo Pink per parlare di una «chiesa altra, che sa ascoltare e accompagnare».


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