ROMA - I vescovi richiamano gli italiani al proprio dovere civico di elettori invitandoli ad andare alle urne per il referendum sulla Costituzione. Un monito, quello espresso attraverso la Sir - l’agenzia dei vescovi - volto a impedire l’astensionismo.
Secondo i vescovi è importante che i cittadini esprimano il proprio parere su una riforma che è stata votata a maggioranza e non attraverso le grandi intese. "In un sistema politico fatto di soggetti deboli, e sottoposto a ripetute alternanze ’per disperazione’, riformare la costituzione può apparire il massimo della capacità decisionale: senza tuttavia il supporto di una opinione diffusa e condivisa, il rischio è di generare piuttosto instabilità e sovraccaricare il sistema".
Quindi l’appello agli elettori: "Il referendum del 25 e 26 giugno risulterà così comunque periodizzante, in quanto rappresenta in qualche modo il punto di coagulo di una vicenda che data dagli anni ottanta, sia che vincano i ’Sì’, sia che si affermi il ’No’".
Insomma, secondo i vescovi, non conta tanto quale dei due schieramenti prevarrà, l’importante è la partecipazione che "in caso di referendum confermativo" spiega la Sir "è un dovere civico ancora più rilevante, un’espressione di ’fedeltà alla Repubblica’, per riprendere il deposito etico dell’articolo 54, di cura ed attenzione per le istituzioni, che sono di tutti".
Repubblica (12 giugno 2006)
Conferenza Episcopale Italiana - 54^ Assemblea Generale - Roma, 30-31 maggio
Prolusione del Presidente - Card. Camillo Ruini il quale ribadisce l’astensione consapevole
[...] 7. È ormai molto vicino il referendum riguardante la procreazione assistita. La nostra posizione in merito è nota ed è quella indicata anche dal Comitato “Scienza & Vita”: siamo cioè per una consapevole non partecipazione al voto, che ha il significato di un doppio no, ai contenuti dei quesiti sottoposti a referendum, che peggiorano irrimediabilmente e svuotano la legge, riaprendo in larga misura la porta a pericolosi vuoti normativi, e all’uso dello strumento referendario in una materia tanto complessa e delicata. Non si tratta dunque in alcun modo di una scelta di disimpegno, ma al contrario di opporsi in maniera netta ed efficace a una logica che - a prescindere dalle intenzioni dei suoi sostenitori - mette in pericolo i fondamenti umani e morali della nostra civiltà.
Gentile vicedirettore,
i due contrastanti appelli, a mio avviso, fanno ancora più luce sulle chiare evidenti intromissioni della Chiesa Cattolica nella vita politica e sociale, e perchè no, anche economica (visto che non pagano l’ICI...) italiana. Però, se lo si legge tra le righe, il fatto che il vescovato inviti al voto potrebbe essere esso stesso un fatto destabilizzante. Mi spiego meglio. I prelati invitano al voto perchè, questa, è una modifica alla Costituzione voluta dal centrodestra! Quindi, in caso di astensionismo, anche se non occorre il quorum, la vittoria del "no" potrebbe essere più probabile.
Credo che molta gente ancora non abbia ben chiaro in mente sia cosa è un referendum, confermativo in questo caso, sia l’importanza di andare a votare, specie per una materia delicata come questa: colpa, chiaramente, dei politici (di destra e di sinistra) che non fanno altro che gettare confusione e benzina sul fuoco su una scelta che, tutto sommato, sta passando in secondo piano. Non ha quel risato che dovrebbe avere, insomma. Ma, ribadisco, è importante tanto quanto il voto politico! Comunque, mi allineo col suo testo e mi chiedo: passi che la Chiesa si intrometta in materia (socio-politica e culturale) di fecondazione, passi che la Chiesa si intrometta sull’aborto, passi che la Chiesa "sconsigli caldamente" di andare a vedere certi film, passi ancora il fatto di non accettare i PACS, ma ora, ditemi, cosa c’entra l’invito al voto della Chiesa?
Cioè, detto in parole veramente povere, alla Chiesa che gliene frega se uno va a votare o meno per questo tipo di referendum? Altro non è, quindi, a mio avviso che un...Caso di inaccettabile intromissione!
Come sempre cordialmente,
Mauro Diana.
Caro Mauro,
dammi pure del tu, il lei è così freddo, nordico, referenziale che non lo vedo mio, specie se viene da te che sei più grande nonchè redattore dello stesso giornale. Come vedi, riportando i due appelli, avverto che il rapporto Stato-Chiesa non è chiaro. Però diverso da te, penso che il proplema non è che la Chiesa faccia politica: tutti hanno diritto di farlo: sarebbe impossibile e ingiusto impedirlo. Dispiace quando la Chiesa segue la politica, invece che migliorarla nei metodi prima ancora che nei contenuti, i quali appartengono, secondo me, ai singoli cittadini sovrani. L’astensionismo è un male di metodo e un oltraggio alla democrazia. Se la Chiesa vuole raggiungere i suoi obiettivi, è meglio che lo faccia con i metodi migliori, attraverso l’invito alla partecipazione, al coinvolgimento, alla discussione, coerenza, moralità. Non attraverso giochi tattici come al referendum sulla procreazione. Che poi se i cattolici fossero andati a votare, avrebbero vinto sugli abolizionisti in modo schiacciante, da poter dire che la volontà dei cittadini era la volontà dei cattolici.
Saluti affettuosi
V.T.
Caro Vincenzo e caro Mauro, che votare è un dovere civico non dovrebbe essere la Chiesa a ribadirlo, bensì dovrebbe essere iscritto a caratteri cubitali nelle nostre coscienze di cittadini e cittadine italiani (VIVA LA COSTITUZIONE ! VIVA I NOSTRI PADRI E LE NOSTRE MADRI !). Ma in questo periodo di votazioni frequenti, di Campionati Mondiali di Calcio, di mare e di sole, di vacanze e di scampagnate fuori porta, probabilmente si mette in secondo piano questo nostro diritto e dovere, chiamato VOTO, che i nostri PADRI e MADRI ci hanno permesso di espletare scegliendo la DEMOCRAZIA e la stesura di quella "SANTA COSTITUZIONE", che in questa testata è così, a ragione, pubblicizzata ed enfatizzata dal nostro Federico.
La Chiesa non deve fare politica ma, seguendo il suo Magistero, dare delle direttive, affinchè si continui su quella strada tracciata e illuminata dal vangelo, che vede l’uomo al centro dell’universo. Quando esiste un pericolo per la dignità e la libertà dell’uomo, la Chiesa ha il dovere e il diritto di denuciarlo e di combatterlo inesorabilmente. L’invito all’estensionismo al referendum sulla procreazione era inteso come un "doppio NO" a una legge confusa e voluta solamente per uno scopo politico e dimostrativo. Sappiamo che con la vittoria dell’astensionismo i fautori di quel referendum non hanno ricevuto i soldi che hanno speso per la loro campagna. Ci mancava solamente che avremmo dovuto pure sponsorizzarli con il nostro voto !
Meditate, gente, meditate !
Cordialissimi saluti. Biasi
LA COSTITUZIONE è stata e rimane la mia BIBBIA LAICA: onore a CIAMPI e... W O ITALY !!!! VIVA L’ITALIA
Premesso che ad allevare (e a sostenere nel processo di devastazione della Casa di tutti gli italiani e di tutte le italiane) l’alligatore-caimano sono stati (anche e) proprio loro, i vescovi e il loro eminente capo, ora è quanto meno degna di risate omeriche la loro sollecitazione... e il loro ’pianto’ da ’coccodrilli’, e che essi si intromettano e sollecitino ancora i loro ’picciotti’ a inquinare ulteriormente e di nuovo le acque!!! Visto che è stata proprio la gerarchia ’cattolica’ (con il suo determinante contributo - ripagato lautamente con i soldi dell’intera repubblica italiana: E QUESTA ORMAI E’ STORIA!!!) a rendere possibile la manomissione della Legge dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ ora sarebbe COSA BUONA E GIUSTA che si prendessero la Costituzione e la leggessero e la commentassero finalmente in tutte le loro Chiese, e nelle loro stesse case, come testo sacro!!! La nostra "Bibbia laica" ha molto da insegnare... anche alla "bibbia religiosa" dei ’cattolici’ - specialmente, ai figli di ’mammasantissima’, che non vogliono sapere nulla del loro Padre terreno e vogliono essere subito e solo come il Padre celeste!!! Tutti i ’cristiani’ e tutte le ’cristiane’ di tutte le altre ’chiese’, infatti, saranno i primi e le prime ad accorrere in difesa della Costituzione dei nostri ’Padri’ e delle nostre ’Madri’ e il 25 e il 26 giugno andranno a votare NO ... a riforme che appartengono alla cultura di una destra, molto poco democratica e molto ...erode-ana!!!
Federico la Sala
Caro Vincenzo, vorrei farti notare come una propaganda ben programmata possa incidere sulla mentalità e le convinzioni della gente; dove la cultura della morte e l’interesse economico possano essere così ben mascherati da indurre la gente a pensare, in buona fede, come il nostro Federico, che si affida e ascolta sempre la solita campana. Va bene, anzi benissimo, che abbiamo idee diverse; ma le nostre idee, le nostre convinzioni, non sono eterne, e dovremmo trovare anche il coraggio, in alcuni casi, di cambiarle.
Il raggiro mortale: l’aborto
Lo afferma proprio uno dei fondatori del movimento abortista negli Stati Uniti, il dott. Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York. Ora Nathanson si prodiga in tutto il mondo affinché sia rispettato il diritto alla vita di ogni uomo sin dal suo concepimento.
Molti hanno sentito parlare di me come del "direttore della più grande clinica abortiva del mondo", il "Centro per la salute sessuale e riproduttiva" (Crash), di New York.
In dieci anni, come fondatore e direttore di questa clinica, ho effettuato numerosissimi aborti: 60.000 dal febbraio 1972 al settembre 1973, vale a dire dalla liberalizzazione dell’aborto. lo stesso ho effettuato privatamente circa 15.000 altri aborti e così sono responsabile in tutto di circa 75.000 aborti. Sono stato uno dei fondatori della Naral (National association for repeal of abortion law), l’unione nazionale per l’abrogazione della legge sull’aborto, chiamata più tardi "Lega d’azione per il diritto all’aborto" (Abortion rights action league).
Eravamo in pochi, i nostri mezzi limitati (7.500 dollari il primo anno) ed era audace l’idea di voler cambiare le leggi sull’aborto. Secondo sondaggi non ufficiali, il 99,5% dell’opinione pubblica a New York City era contro una legalizzazione dell’aborto. Noi quattro fondatori, riuscimmo però in due anni a rovesciare a New York la legge contro l’aborto in vigore da 140 anni. Questa città divenne così la capitale dell’aborto in America. Tre anni più tardi, su nostra richiesta, la Corte Suprema legalizzò l’aborto nei 50 Stati dell’Unione.
La nostra tattica, per realizzare il nostro scopo, è stata con piccole varianti, la stessa di quella usata in tutto il mondo occidentale. Nel 1968, il nostro gruppo, la Naral, era consapevole di andare incontro ad una sconfitta nel caso di un sondaggio serio ed onesto. Indicammo così ai mass-media e al pubblico i risultati di un SONDAGGIO FITTIZZIO, nel quale, secondo noi un 50-60% degli americani erano favorevoli alla liberalizzazione dell’aborto.
La nostra tattica consisteva nell’invenzione di dati frutto di consultazioni popolari inesistenti. Il nostro obiettivo divenne presto realtà. Il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l’aborto, mutò opinione e diventò davvero favorevole all’aborto.
Drammatizzando la situazione, trovammo appoggi nella popolazione. FALSIFICAMMO I DATI SUGLI ABORTI CLANDESTINI (sapevamo che il loro numero si aggirava intorno ai 100.000) dando ripetutamente al pubblico e alla stampa la cifra di un milione. Sapevamo che la mortalità annuale negli aborti clandestini era di circa 200-250 donne. Noi invece dicevamo che ogni anno morivano circa 10.000 donne per aborto clandestino. Questi dati fittizi influenzarono l’opinione pubblica americana che si convinse della necessità di cambiare la legge.
Il primo anno dopo la liberalizzazione, il numero degli aborti conosciuti salì ad almeno 750.000. Questa cifra, salì nel 1980 a 1,55 milioni, secondo i dati ufficiali. L’aumento degli aborti, dalla loro legalizzazione, si è dunque moltiplicato per 15 (dai 100.000 di prima si è passati infatti a 1,55 milioni nel 1980).
Questa constatazione basta a dimostrare quanto fosse nefasta la nostra propaganda.
Ci siamo pure serviti della cosiddetta "CARTA CATTOLICA", rivelatasi molto proficua per la nostra propaganda. Confidando nell’appoggio dei cattolici, cosiddetti intellettuali e liberali, evitando di attaccare il Papa, per non alienarci simpatie, combattevamo invece la gerarchia cattolica, convincendo i mass-media della sua influenza negativa in merito al problema della liberalizzazione dell’aborto.
Ecco alcuni esempi di questa propaganda: «Sondaggi d’opinione confermano nuovamente che la maggioranza dei cattolici desidera una riforma della legge. Lo dimostra il numero delle donne cattoliche che hanno praticato l’aborto: corrisponde alla loro percentuale nella popolazione totale».
Questa nostra campagna di propaganda serviva: a) a convincere i mass-media che gli antiabortisti erano tutti cattolici o cripto-cattolici, sottomessi alla gerarchia; b) che i difensori dell’aborto erano invece colti, liberali, intellettuali, progressisti; c) che a parte i cattolici, nessuno era antiabortista.
A parte la "carta cattolica" due altri metodi ci guidavano nella nostra propaganda. Il primo consisteva nel negare, malgrado le prove scientifiche attuali, che la vita ha inizio con il concepimento e che quest’ultima pretende protezione e sicurezza come noi. Il secondo metodo consisteva nell’influenzare i mass-media, ed era senz’altro il più efficiente. Spesso mi si domanda: Dottore, come è possibile che lei abbia cambiato così radicalmente strada e quali ne sono i motivi?.
Ecco: la risposta. Quando lasciai la clinica, diventai direttore della divisione maternità di un grande ospedale di New York, la Columbia University Medical School. Ero responsabile del servizio prenatale. Nel 1973, quando assunsi questa carica, erano appena state scoperte e usate nuove tecnologie, come ultrasuoni, amniocentesi, cardiotopografia, per appurare la salute del feto.
Fu la scienza a convincermi della falsità dei miei argomenti, MOSTRANDOMI LA VERA NATURA DEL FETO.
La vita si può definire: inizia dal concepimento, dalla fecondazione, e a partire da questo momento, l’essere concepito è un essere umano. Non esiste un altro momento nell’utero materno, nel quale da una "non-persona" un essere diventa "persona", Non esiste nessuna mutazione subitanea durante la gravidanza e la vita è un filo continuo, dall’inizio alla fine.
Oggi, quindi, credo che l’aborto sia un atto di violenza inammissibile e che rappresenti la distruzione sistematica della vita umana. Pur ammettendo il fatto che una gravidanza non desiderata può creare gravi problemi, non è con la distruzione della vita che se ne troverà la soluzione, ma nella ricchezza dell’ingegno umano. L’aborto è una capitolazione di fronte a problemi sociali spiacevoli, una accettazione della violenza. Come scienziato so - non credo, ma so - che la vita ha inizio con il concepimento. Benché io non sia praticante, credo con tutto il cuore ad una esistenza divina che ci impone di mettere irrevocabilmente un termine ad un tale delitto. La storia non ci perdonerebbe una mancanza di coraggio, un fallimento.
Erode si maschera bene e può scegliere di annidarsi sia a destra che a sinistra !Non sottovalutiamolo, caro Federico, ma cerchiamo di smascherarlo in qualunque "cultura" tenti di trovare alloggio. È una lotta che possiamo portare avanti insieme, tu ed io, e gli altri...
Un caro saluto a entrambi. Biasi
Cari ’cattolici’, care ’cattoliche’ .... PARLATE DI PIU’ E MEGLIO CON I vostri ’GENITORI’, ’MARIA’ E GIUSEPPE’!!!!! E, CONTRO LA RIFORMA COSTITUZIONALE DELLA DESTRA, PENSATECI BENE... E IN COERENZA CON IL MESSAGGIO EU-ANGELICO, IL VOSTRO "sì, sì", "no, no" cercate di dirlo non a "Mammona" (e alle ’mammane’) ma all’Amore dei vostri padri e delle vostre madri !!!!!
Caro Biasi hai mai sentito parlare di educazione civica? Hai mai sentito parlare di educazione sessuale? Ma chi è per l’aborto?!... E’ inutile che cambi argomento e che alzi uno tsunami che ... acceca e spaventa solo te!!! Io con tutta la stima e il rispetto di questo mondo chiederei invece, a te e ai tuoi vescovi, di rispondere (non a me ma) alla vostra stessa coscienza di esseri umani: ma avete mai parlato con le vostre madri e avete mai chiesto loro quanti aborti hanno ’fatto’!!! E’ inutile fare i terroristi ... sul corpo delle stesse donne!!! Parla con le donne ... parlate di più con i vostri genitori, ’Maria’ e ’Giuseppe’, e saprete qualcosa in più di voi!!! M. saluti, Federico La Sala
Scusa Federico, ma ci vuole una bella faccia tosta ad affermare che siamo noi a fare del terrorismo, dopo la testimonianza di quel famoso ginecologo newyorchese.. Sicuramente noi due abbiamo ricevuto una educazione civica e una educazione sessuale differente. Ognuno la pensa come vuole. Però, sinceramente, rispetto e ammiro molto di più una donna musulmana, avvolta nel nero del suo chador, che una nostra donna occidentale, cosidetta "emancipata" o "femminista".
A questo riguardo mi fa piacere descrivere, con le parole di Giovanni Paolo II, cosa significhi essere veramente donna:
Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
(Tratto da:Lettere alle donne del Servo di Dio Giovanni Paolo II, 29 giugno 1995)
È questo il modello di donna, mio e dei vescovi, caro Federico ! Donna come "segno della tenerezza di Dio verso il genere umano".
Cerchiamo di non perdere il significato autentico, il valore di questa parola: Donna !
Sempre con amicizia e stima. Biasi