Politica

Lettera al direttore di una studentessa calabrese di Scienze politiche

Dubbi, sconforto e smarrimento
giovedì 25 giugno 2009.
 

Egregio direttore Emiliano Morrone,

a pochi giorni dal ballottaggio elettorale riguardante l’elezione del Presidente della Provincia di Cosenza, il mio sato d’animo e quello di altri cittadini sangiovannesi è pressochè “confuso”. Queste poche righe, scritte senza nessun doppio fine, non credo cambieranno nulla, ma spero favoriscano una presa di coscienza da parte di tutti coloro, candidati e non, che stanno facendo della politica uno “spot pubblicitario”.

Sono iscritta al secondo anno della Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università della Calabria e nonostante la politica la studii, mi ritrovo in una situazione difficile da capire, forse per altri “UTOPICA”. Cos’è la politica? Cosa sono “destra” e “sinistra”? Esiste ancore la “democrazia”? Apparentemente credevo di saper rispondere a queste domande per lo studio fatto, le nozioni apprese durante il mio percorso da laureanda e i libri letti inerenti la politica e tutte le sue sfaccettature ma cosi’ non è. Inevitabilmente, le domande che per una serie di circostanze ho dovuto pormi, spiegano la situazione nella quale tanti cittadini sangiovannesi, giovani e non, ci troviamo. E’ vero cio’ che i libri dicono? Quel che studio è realmente esistito? Perché è tutto cosi’ cambiato? La realtà attuale è diversa. Associo alla politica, termini quali: CLIENTELISMO, PSEUDO VIOLENZA, CORRUZIONE, AFFARE PERSONALE E FAMILIARE, IGNORANZA, PRIGIONE.

Il mio obiettivo, anche se vorrei, non è puntare il dito contro qualcuno o qualcosa perchée non sarei in grado di farlo date le mie ancora “infanti” conoscenze ma, in un Paese democratico, come pronuncia l’articolo 1 della Costituzione italiana, ognuno è parte attiva e come tale ha il diritto di esprimere, giusti o sbagliati, i propri punti di vista. Attualmente è possibile ed evidente notare come i grandi valori e le grandi ideologie su cui si fondavano i gruppi che concorrevano per l’attribuzione del potere siano diventati scarsamente incidenti nell’orientare l’agire collettivo e il comportamento di coloro che aderiscono agli stessi. Se non fosse per onorare la memoria di quelle donne che lottarono per la concessione del diritto di voto, ottenuto nel 1945, io “DONNA”, non andrei a votare.

Non ho ideologie o ideali, ma una voglia inconmensurabile di vedere il mio Paese rinascere. Non sono di parte, non sono contro il Presidente uscente o contro il possibile e temibile avversario ma, contro la “metamorfosi” che “pezzo per pezzo” ha subito tutto il sistema politico e non solo quello meridionale. La politica ridotta a scambi di favore, spesso illegali, invece di integrare ha escluso, invece di allargare il consenso ha moltiplicato il dissenso. Chiunque tratti argomenti avendo come perno centrale la politica, non esita ad affermare: “la politica è sporca”. La politica, istituzione nata nel popolo e per il popolo non è sporca. “Sporco” è colui che la politica la fa e, il sistema non poteva che ridursi a tale stadio. La moralità si è degradata; il tutto è diventato un “aiutare i nostri” o un “trarre risorse” disponibili ai fini personali o del proprio gruppo. Il politico non è più in grado di decidere e, applica scelte e strategie ben lontane dalla costruzione del bene comune e più propense a creare vincoli cliantelari e affaristici.

I politici fanno di noi, al momento più opportuno per loro, l’elemento fondante del loro avvenire; e poi? Dovrò far in fretta a farmi “amico” un “pezzo grosso” per avere una vita dignitosa e degna dei miei studi? Dovrò lavorare politicamente o sentirmi libera? Dovrò rimanere “inerte” e lasciare che qualcuno, furbo e sleale, mi oltrepassi? O sperare che tutto possa cambiare?

Distinti saluti,

Oliverio Maria Francesca

San Giovanni in Fiore, 19 giugno 2009


Cara Maria Francesca,

nella tua lettera poni delle questioni fondamentali. Io penso che certe considerazioni articolate possano riguardare tutta l’Italia, ma ritengo che esista una specifica Questione calabrese, prima che meridionale. Ne parlavo molti anni fa su "il Crotonese", in tempi non sospetti, quando venne a San Giovanni in Fiore Tommaso Padoa Schioppa, non ancora ministro dell’Economia.

A distanza di anni, nulla è cambiato. Dopo l’omicidio Fortugno, in Calabria non c’è stata una svolta, nonostante l’encomiabile impegno di alcuni movimenti organizzati. Purtroppo, nella nostra regione, e soprattutto a San Giovanni in Fiore, tanti giovani preferiscono restare a guardare, delegando e aspettando che siano altri a risolvere i problemi.

Nella mia piccola esperienza di impegno culturale, civile e politico, ho capito che, se non agiamo direttamente, nessuno si preoccupa dello spopolamento della nostra terra. Il quale produce in primo luogo tre effetti: la permanenza al potere dei soliti noti, l’espansione della ’ndrangheta e l’aumento del degrado.

Coerentemente con le nostre scelte passate, abbiamo deciso di astenerci dal voto provinciale, volendo rappresentare l’alternativa culturale, prima che politica, a un sistema che, di là da partiti e facce, giù crea dipendenza e silenzio.

Se noi giovani non pensiamo al domani e non ci impegniamo per cambiare la mentalità del posto, le cose andranno sempre peggio. Riciclati e riciclaggio, questa è la Calabria, ex Magna Grecia.

Tuttavia, il risultato elettorale di Luigi De Magistris e Sonia Alfano dimostra che qualcosa si sta muovendo, anche in un territorio fortemente condizionato da ’ndrangheta, politica e massoneria deviata. Pure l’elezione al parlamento europeo di Gianni Vattimo, già candidato sindaco a San Giovanni in Fiore, può servirci a ragionare in termini diversi. Sono persuaso, infatti, che non può esserci emancipazione al di fuori d’un discorso culturale. Sta a noi, adesso, assumere delle decisioni, manifestare le nostre identità e volontà, superare le logiche politiche della promessa, della vendetta e della subordinazione.

Posso dirti, con sincera onestà, che la vicenda di De Magistris, risalente al 2007, ha di fatto diviso la Calabria, poi l’Italia. Luigi è stato vittima d’una potentissima rete di malaffare, con radici profonde giusto a casa nostra. Dopo il suo trasferimento, chi ha vissuto quel tristissimo capitolo della storia Repubblicana è stato preso da sconforto indescrivibile. Ciononostante, con i libri, le manifestazioni e l’aggregazione civile, siamo riusciti a superare, anche grazie alla tenacia dell’ex pm, quella grave sconfitta della democrazia, per definizione nelle mani del popolo. Nello stesso periodo, Saverio Alessio e io siamo stati bombardati di querele e isolati specialmente a San Giovanni in Fiore.

Non c’è orizzonte terso, senza una coscienza del proprio essere, senza uno spirito collettivo, senza comunione di intenti.

E’ per questo che ti invito a partecipare alla nostra lotta per la legalità e l’emancipazione, condivisa con moltissimi coetanei che vivono fuori della Calabria e con figure, come Salvatore Borsellino, che ogni giorno si spendono per un futuro più giusto.

Un abbraccio, emiliano


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