Pubblico

La pianificazione territoriale e l’Euroinferno delle aree protette - di Osvaldo Pieroni

martedì 29 novembre 2005.
 

L’articolo di Pino Paolillo pubblicato domenica dal Quotidiano della Calabria, che riporta in larga parte la posizione critica del WWF nei confronti delle politiche ambientali della giunta Loiero, coglie nel segno. Benché le Linee Guida della Pianificazione Regionale presentate in questi giorni alla pubblica discussione in tutti i capoluoghi calabresi non abbiano valore normativo, ho l’impressione che le lobbies del cemento e del mattone, dei progettisti e degli ingegneri legati al carro dei concorsi e degli appalti pubblici, dei sostenitori delle grandi infrastrutture e via discorrendo fino ai più piccoli squali dell’edilizia, non solo stiano levando gli scudi, ma - con grande fretta e prima che sia troppo tardi - si apprestino a realizzare concretamente almeno una parte dei loro progetti. Come avvenne all’annuncio di nuovi prossimi condoni, quando centinaia di immobili abusivi spuntavano tra la sera e la mattina, così, all’annuncio di una nuova politica di salvaguardia del territorio calabrese, c’è già chi si dà da fare preventivamente per scavare fondazioni ed erigere colonne portanti in quei luoghi che dovrebbero essere risanati e protetti. Tuttavia ciò che lascia ancor più perplessi è che, di fronte ad una forte e positiva iniziativa dell’Assessorato all’Urbanistica che non solo ribalta una tradizione di aggressione al territorio ed al paesaggio, ma innova e da un senso pratico al concetto - altrimenti abusato - di sostenibilità e soprattutto si apre alla partecipazione, non si registri il pieno plauso ed il sostegno incondizionato dell’intera Giunta Regionale nelle sue differenti articolazioni e nei fatti. In particolare occorre richiamare qui la vicenda relativa al famigerato progetto di “Europaradiso”, che rappresenterebbe non soltanto un disastro ambientale ed una illegalità che ci allontana dall’Europa, ma la proposizione di un modello di sviluppo turistico obsoleto che non ha nulla a che vedere con la Calabria. Lo scorso 27 giugno con Delibera di Giunta n.607, firmata da Loiero, venivano individuate tre nuove ZPS (zone di protezione speciale), tra cui quella denominata "Marchesato e Fiume Neto", che affianca il Sito di importanza comunitaria (Sic) della foce del Neto, già area individuata, secondo le direttive ‘Uccelli’ (79/409/Cee) e ‘Habitat’ (92/43/Cee), come Sito d’interesse comunitario, con decreto ministeriale del 3 aprile 2000, e che restringe, o, meglio, annulla completamente (o quasi) gli spazi d’intervento in materia di pianificazione urbanistica. Le altre nuove Zps, già classificate come Iba (Important Bird Area, aree importanti per gli uccelli), sono: costa Viola ed Aspromonte, area alto Marchesato e foce fiumi Neto e Tacina, alto Jonio Cosentino. Con esse sale a 7 il numero delle zone di protezione speciale calabresi, che vanno ad affiancarsi ai 185 Sic (Siti di interesse comunitario), ai 20 Sin (Siti di interesse nazionale) ed ai 7 Sir (Siti di interesse regionale ) già individuati nella nostra regione e con i quali concorrono a formare il sistema integrato regionale delle aree protette, denominato Natura 2000. A quanto mi risulta, de visu, nell’area della Costa Viola - proprio sopra il famoso Scoglio dell’Olivo - sono iniziati in gran fretta lavori per strutture turistiche e lo stesso piano di fabbricazione del Comune autorizza edificazioni all’interno della zona di protezione speciale, benché a parole tutti siano favorevoli alla protezione della Costa Viola. La situazione dell’Alto Jonio Cosentino, già disastrata, non mi sembra diversa e non si tratta soltanto dell’ecomostro di Praia a mare, i cui cantieri, nonostante tutto, sono di nuovo in attività. All’interno del Parco del Pollino alcuni comuni autorizzano importanti tagli di boschi in aree pregiate e vincolate. Potrei proseguire... Ma il fatto più eclatante riguarda la notizia, che il 14 ottobre potevamo leggere sempre sul Quotidiano: “Il Presidente della giunta regionale della Calabria, Agazio Loiero, ha assicurato, ad un emissario di David Appel, imprenditore di riferimento della cordata (Europaradiso, ndr.) che ha proposto la costruzione del megavillaggio turistico nei pressi delle foci del fiume Neto, che presto sarà ritirata la delibera della giunta regionale che pone vincoli speciali su tutto il terreno (1.200 ettari) su cui dovrebbe nascere la struttura.” E’ a dir poco paradossale che lo stesso provvedimento di tutela firmato da Loiero in estate venga dallo stesso rigettato in autunno. Il progetto Europaradiso - che sarebbe più opportuno chiamare “Euroinferno” - è talmente ambizioso da risultare, peraltro, poco credibile. 10 mila posti letto, campi da golf, una metropolitana leggera per i collegamenti con la città e l’aeroporto, uno stadio da 12 mila posti («dove potrebbe giocare la squadra del Crotone»: sic!) una multisala cinematografica e un villaggio di divertimenti (si sarebbero già detti interessati la Warner Bross e la Disney). Più che un sogno, l’impresa ha tutta l’aria di una megaspeculazione edilizia del valore di 5 miliardi di euro, in cambio della quale vengono promessi alm eno 4 mila posti di lavoro (inizialmente erano molti di più, ma la sparata era troppo grossa...) e garantita la gioia di migliaia di turisti al giorno, trasportati in Calabria da 50-60 aerei (boom!) in arrivo quotidianamente allo scalo Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Il ricco piatto - come un megaspecchietto per le allodole - ha attirato il Sindaco di Crotone, quelli dei comuni vicini ed un comitato locale ad hoc che raccoglie firme a iosa. La promessa di posti di lavoro sembrerebbe ancora una volta la merce di scambio per lo scempio ed il totale squilibrio del territorio. Ma a pensarci bene ed a guardare lo stato della occupazione nel settore turistico, quando si tratta di megastrutture la maggior parte delle mansioni - che riguardano i servizi, la pulizia, la cucina, la manutenzione, etc. - sono svolte a basso costo da cittadini immigrati ed in condizioni precarie. Quale beneficio allora per i crotonesi? Da tempo, ormai, i modelli di sviluppo turistico basati su megalberg hi, villaggi ed acquaparks sono stati criticati e c’è ampio consenso sul fatto che la Calabria non debba procedere oltre su questa strada. Si tratta di articolare l’offerta in modo diffuso, diversificato, nel segno del recupero, nel rispetto e nella valorizzazione delle specificità e delle ecologie dei luoghi. Europaradiso va nella direzione opposta. C’è poi la figura di David Appel che non può che suscitare grandi perplessità. Uomo di affari immobiliari di estrema destra, il sig. Appel è noto per le vicende giudiziarie a suo carico che riguardano, tra l’altro, ripetuti tentativi di corruzione tesi a condizionare i governi israeliani e per la storia nota come “Greek Island”. Quest’ultima concerne un progetto di cui Europaradiso è la fotocopia, che Appel avrebbe voluto realizzare nell’isola di Patroklos, importante area archeologica greca, e per il quale avrebbe tentato di corrompere funzionari del governo nel tentativo di cambiare destinazione d’uso dei suoli. Il principale settimanale israeliano Haaretz riporta con dovizia di particolari tutta la vicenda e la lunga storia di accuse ed indagini contro il sig. Appel (si veda: http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=386304). Il governo greco si oppose al progetto ed Appel sta girando il mondo per piazzarlo altrove, ovvero a Crotone. Non vorrei che dietro la vicenda di “Euroinferno” si celassero metodi analoghi a quelli abituali per il sig. Appel e, in ogni caso, non vorrei che il presidente Loiero aprisse la strada allo stravolgimento della progettazione urbanistica per la Calabria, finalmente innovativa e sostenibile, prima ancora che questa venga adottata.

Osvaldo Pieroni Ordinario di Sociologia dell’Ambiente Università della Calabria


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