"Almanacchi nuovi", potrei dire, citando felini di poesia, quasi fossimo a capodanno.
Sì, perché a San Giovanni in Fiore (Cs) cambia nulla. Tutti comodi, rilassati, proni, felici.
L’estate sta virando, poco manca al giro di boa, e già s’annuncia la notte immacolata, assegnata probabilmente al novero di giovinotti che sostiene dall’origine la maggioranza di governo; divisa, impantanata nell’ordinario, vecchia.
Piaccia alla nostra lettrice palese, che interviene giustificando tutto e proteggendo chi lo produce, San Giovanni in Fiore è davvero indietro: non v’è democrazia, atteso che l’Italia intera ne soffre la mancanza. Indescrivibile mancanza.
Di recente, ci sono stato per pochissimo: all’entrata m’è parsa più terrificante di Casal di Principe (Ce): una ruspa a rivoltare la strada che porta al centro, come che bombe ci fossero piovute per disgrazia finale, devastando l’ultima via di fuga.
Nessuno s’accorge, c’è il mare ora, l’abbronzatura, poi il ferragosto sacro sotto i pini, le carni, l’opulenza d’un momento, l’andirivieni delle ferie, le serate spassose, il famoso gelato al traffico di cui scrivevamo con Biagio Simonetta, amico prima che collega.
Uguale, identico ogni anno, perché cambiare è vietato: è proibito aprire degli spazi, guardare in alto, lontano, alle stelle.
Due giorni fa, ho sentito una persona di cui sono amico, io sono suo amico, amico di Pino Masciari. Deportato, come ripete, per undici anni. Esiliato dallo Stato, espulso dalla Calabria, in cui è rientrato per protesta, rischiando giorno per giorno la vita, assieme a moglie e figli.
Che cosa volete che importi ai florensi, a molti sangiovannesi, di Pino Masciari? Che cosa si chiede, se lì, a Fiore in Calabria, tutto è perfetto e combinato, si regge a modo e non va turbato?
Che cosa può fregargliene, poi, di controllori del lavoro, di potenti signori che manipolano il futuro altrui coi soldi e le clientele che la Calabria gli ha concesso?
A Fiore in Calabria s’è persuasi che ci sia normalità, serafica normalità, nei palazzi.
Il procuratore della Dna Emilio Ledonne, che non c’entra coi Pride e le femministe, ha detto in Commissione antimafia che 10 miliardi di euro da 488 sono in Cosenza. E la disoccupazione è galattica, in regione come a Fiore. Che vogliamo farci? Così è se vi pare, lasciamo che le cose procedano come sempre, perché non v’è alcun bisogno di vigilanza e interventi.
A Fiore, nei dintorni, latitò Guirino Iona, oggi in regime di 41 bis. Forse Gambazza, Ntoni per i più, è distante dalle lande di boschi dell’altopiano caro a Goethe. Ma il punto non è questo. Perché si tira dritto? Possibile che non ci si avveda? Dobbiamo ascoltare i sermoni consolanti di chi ci ha gestiti per decenni e credere al paradiso raccontato dalla stampetta?
Biagio (Simonetta), chiedo un tuo commento.
Ancona, 13 luglio 2008
Il canto in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Postato da Biagio Allevato.
Leggendo l’articolo e poi i commenti, salta agli occhi palese la divisione tra chi, stanco e deluso, ha una visione "disfattista" (come ha detto qualcuno) e che, piuttosto, definirei frutto di una analisi delle innegabili problematiche politico-sociali che attanagliano San Giovanni. Dall’altro lato si pone chi non vede, non vuole vedere o non avverte il disagio dei più (non so se è una fortuna o una qualche forma di cecità). Non ho letto il libro, ne ho sentito parlare, mi hanno riportato molto, ma nulla di un intento denigratorio nei confronti di quanto di bello e ricco c’è a San Giovanni, la neve, i funghi, le tradizioni, la gente, le strade... abbiamo fortuna ad averle, ma la possibilità di goderle non è data a tutti. Anche io sono una sangiovannese che non vive (suo malgrado) "allu paise", non dico che non mi sia stato permesso (per evitare che mi venga suggerito di rivolgermi ad uno psichiatra causa "manie di persecuzione"), ma sicuramente non ho trovato o non ho saputo trovare OPPORTUNITA’, tanto che stò cercando di tracciare la mia strada, senza che i figli dei figli dei miei figli debbano necessariamente votare i figli dei figli dei figli..... poi tornerò forte della mia indipendenza morale e felice di dire, fare, pensare per il mio paese.
Ciao T.
L’era del lupo è chiusa. A vita è na rota!!!
Giovanni
Ho letto l’articolo di Biagio Simonetta sul viaggio a Casal di Principe e incuriosito ho cercato delle foto del paese su internet. Fra Casale e San Giovanni in Fiore ci sono belle differenze, il nostro cemento domina, la spunta sulle costruzioni del paese di Saviano... Poi la differenza è che li ci sono i casalesi, qui dei personaggi politici appartenenti alla stessa cricca che ha a che fare con la gestione della spazzatura, l’informatica e i soldi sparenti che dovevano servire a far crescere la Calabria. Complimenti per il libro, che ho comprato e letto in due giorni. Chi difende a spada tratta la politica locale non riesce a vedere a che punto si trova la Calabria. Il problema che avete sollevato con La società sparente è che i politici calabresi chiedono voti, anzi li pretendono in cambio di favori e benefici di ogni tipo mentre la regione si svuota e vive ogni giorno una criminalità devastante. Negare questa realtà è follia e lo fa solo chi ha interesse a che le cose restino come sono. Mettiamoci una mano sulla coscienza e finiamola con l’ipocrisia!!! Alla bellezza!
Paolo, sangiovannese doc - VEntimiglia
Non ci basta la Denominazione di Origine Controllata, bensì quella DOCG (e GARANTITA contro chi ipocritamente dice di amare il paese, per poi fare i propri comodi e interessi a discapito dei diritti di tutti i compaesani onesti).
Alla bellezza !!
Ma che stai a di’? Ma te capisci almeno? Ma vattebe a fa’ un giro in barca, va! Che sei Silana o sulla Luna? Ndo stai? Ce sei? Ce sei o ce fai?
Mauro
Tante grazie, Giuseppe, per il tuo bel messaggio. Ciò che scrivi è verità che non chiede dimostrazioni. Nel frattempo, riporto il seguente link a un articolo simpatico, contenente una foto che mi ritrae con Cosmo de La Fuente e Federico La Sala. Mi congratulo per la tua attenzione e l’oggettività.
Il link: http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1624
Tanti saluti.
Puoi avere tutto il disappunto che ti pare, verso Francesco Saverio Alessio e il sottoscritto. Riguardo ai tuoi giudizi personali e politici, caro Giuseppe, non mi toccano, non rispondendo a verità. Quando scrivi che non abbiamo "futuro", posso prenderla anche come minaccia sottile, e agire di conseguenza. Sulla falsità che attribuisci al libro, lascio che se ne occupi il nostro avvocato. Per ultimo, la rete è piena di notizie sull’esito di procedimenti legali nei confronti di Francesco Saverio Alessio ed Emiliano Morrone, riguardo al libro "La società sparente". Ne hanno parlato diffusamente anche i giornali. "Prima di sparare pensa, prima di dire, di giudicare...".
Cordiali saluti.
In un paese veramente libero, gli abitanti di San Giovanni in Fiore sarebbero dovuti scendere in Piazza, ciascuno con una copia del libro "La società sparente", per esprimere il loro consenso ai due autori, consenso di una società civile libera e non prona, contraria ad un sistema politico assistenziale e clientelare, giustamente apostrofato come mafioso !
Ciò che mi impressiona è proprio questa passività della gente, di questi miei compaesani, quest’ assenza d’indignazione, questo lungo silenzio che è omertà. Sparare a zero su Morrone e Alessio significa, innanzitutto, che non si è stati educati alla democrazia, a capire, a comprendere i propri diritti.
Caro Biagio
Onore a Te!!! Mi auguro e spero con tutto il cuore che la copertina del libro di Alessio e Morrone non faccia mai e poi mai da lapide a una società scomparsa....
Mi auguro e spero che gli abitanti di San Giovanni in Fiore accolgano il tuo "santo" invito" e mettano finalmente i piedi a terra - nella terra dei loro padri e delle loro madri e del "santo" Gioacchino, San Giovanni in Fiore appunto - e prendano coscienza e forza dei propri diritti e dal loro essere cittadini-sovrani e cittadine-sovrane di una Calabria e di una Italia eccezionale e favolosa (altro che mafiosa e prona ai desideri e agli ordini di "mammasantissima"!!!) - prima che la notte scenda definitivamente su tutto e su tutti!!!
Con la solita viva stima
I miei saluti e gli auguri di una buona estate - possibilmente
Federico La Sala
Carissimo Prof.
Ti ringrazio per gli auguri e auguro anche a Te una serena e ristoratrice estate !
Con la simpatia e l’ammirazione di sempre
biagio allevato
E lei chi è Biasi, ancora una volta Emiliano Morrone con un’altra identità? Perché dovevamo scendere in piazza? Parla di diritti, ci vuole fare la morale? Sappiamo perfettamente quali sono i nostri diritti, semmai dovevamo manifestare contro Alessio e Morrone, due che nemmeno ci vivono a San Giovanni in Fiore e non si preoccupano giorno per giorno di migliorare le cose e costruire.
Parlare è facile, diverso è assumersi la responsabilità di governare la cosa pubblica, di avere tutti i giorni sulla scrivania carte e scadenze, di rispondere ai mille bisogni dei cittadini.
Non c’è clientela a San Giovanni in Fiore, nessuna inchiesta, i cittadini fanno il proprio lavoro. C’è disoccupazione, ma questo è un altro problema, che riguarda tutto il sud.
Basta con questa falsa idea che nel nostro paese c’è la mafia. Non è vero, è solo un’invenzione dei due "furbetti" che hanno scritto questo libro fuori luogo, infondato, pieno di pettegolezzi di strada. A Morrone (o Biasi, se sei un altra sua invenzione), sarò io a portarti in tribunale.
Giuseppe
Cerco di seguire costantemente le discussioni incendiate da Emiliano, mente acuta, e sempre riferibili al suo libro. Mi sono impressionato in questi mesi, caratterizzati principalmente dalle polemiche su "La società sparente", di come le opinioni della gente si siano marginalizzate verso posizioni estreme, comunque scomode, tanto da sembrare surreali. Personalmente mi schiero contro le tesi di Emiliano e Alessio: rifiuto "in primis" il fatto che San Giovanni in Fiore sia stato preso come caso simbolo del malaffare calabrese. Non è così, è evidente; azzarderei storico. E sono daccordo con chi sostiene che il contenuto de "La società sparente" infanghi l’immagine della città. Eppure è strano, Emiliano è un gran conoscitore delle "nostre cose", Emiliano conosce chi governa e chi pratica la politica florense, i suoi automatismi. Emiliano è malizioso. E allora sà benissimo che a San Giovanni in Fiore non amministra la ’ndrangheta. Certo, negare l’esistenza di una classe dirigente poco dignitosa e molto legata, purtroppo, al clientelismo e alle poltrone è da pazzi. Ma allora perchè non credere che ad Aosta non sia la stessa cosa?
Emiliano, testa folta, non passa inosservato. Emiliano è uno stimolo. Riesce a far parlare la gente, scambiarsi opinioni, far venire idee. Farsi mandare a fanculo. Non è un problema se Emiliano è difettoso, è un problema se è la società ad essere difettosa. Io sono convinto di sapere che la società, i giovani florensi non siano in difetto. Ma per essere convinti di ciò non bisogna pensare che se non viviamo la realtà del crotonese o della locride, allora "stiamo bene". Perchè non è così. In fondo questo spero sia il messaggio di Emiliano.
Insomma, la virtù è nel mezzo. Alessio e io sosteniamo convintamente quanto segue.
1) A San Giovanni in Fiore (Cs) ci sono stadi omicidi e sparizioni di persone, entrambi riconducibili alla ’ndrangheta;
2) San Giovanni in Fiore, che forse è il comune più assistito d’Italia, di là dai dati ufficiali, poco confortanti, sulla sperimentazione del Reddito minimo di inserimento, è un modello perfetto di tacitamento della società mediante le clientele e i favori;
3) la mafia non è solo quella che ammazza, spara, scioglie; la mafia è anche irregolarità, a volte gravissime, nella gestione della cosa pubblica, è accordo, compromesso morale (l’ammonimento di Paolo Borsellino), metodo intimidatorio, pressione psicologica, confinamento delle coscienze vigili e critiche;
4) due operazioni della Guardia di Finanza, giusto per ricordare fatti recenti, hanno portato a ipotizzare una maxi-truffa ad opera di un commerciante di auto e di un collega dell’abbigliamento;
5) ci sono atti dell’inchiesta "Ciclone 2", sulla ’ndrangheta eversiva, che interessano soggetti di San Giovanni in Fiore;
6) è sciocco o falso credere che la malavita non si sviluppi in quei posti in cui la rassegnazione è indotta da un sistema politico blindato e l’emigrazione è conseguenza del ricatto e del condizionamento del potere;
7) "La società sparente" è un saggio che parla dell’intera Calabria, delle inchieste del(l’ex) pm Luigi de Magistris, dei consiglieri regionali indagati, dell’omicidio Congiusta, della morte assurda di Federica Monteleone, dei giovani calabresi e del resto dell’Italia impegnati a combattere contro l’istituzionalizzazione del malaffare;
8) "La società sparente" racconta la Calabria dei paradossi, delle decisioni politiche assurde in merito alla gestione della sanità, delle anomalie dei recenti risultati elettorali, della sparizione dei fondi europei destinati allo sviluppo economico e sociale di tutta la regione, della morte di Antonio Silletta nel silenzio della comunità di San Giovanni in Fiore;
9) ce n’è abbastanza, mi pare, per uscire dalle strumentalizzazioni ad arte che la politica perpetua per isolare i suoi autori;
10) abbiamo proposto all’attuale sindaco di realizzare un monumento a memoria delle vittime di ’ndrangheta ma non abbiamo mai avuto risposta.
Se questo è essere difettosi o vuol dire rovinare la bella immagine di San Giovanni in Fiore, allora Alessio e io siamo un errore del contesto sociale, culturale e politico florense e calabrese. Inoltre, siamo assolti dall’accusa di infangare la città, costruita da abili speculatori perché è redditizio distruggere il verde della Sila e sostituirlo col cemento armato. Abusivamente.
Cari saluti.
Parlo di diritti e faccio la morale a chi, la morale, molto probabilmente, non la conosce; non per colpa sua, ma perchè non gliela insegnata nessuno.
A San Giovanni in Fiore, così come nel resto della Regione, occorre educare alla legalità, allo sviluppo della coscienza democratica e civile e quindi alla lotta contro la mafia e il malaffare. Libri come "La società sparente" e "Gomorra" dovrebbero diventare libri di testo nelle scuole, rivolti soprattutto ai giovani, affinchè imparino a distinguere l’illegalità dall’onestà e scegliere fra il vivere e l’esistere, l’esserci, sempre, presenti e vigilanti. È questa la lezione che ci stanno offrendo Morrone e Alessio.
Rifiutare e attaccare i due autori, sperando di neutralizzarli attraverso il loro isolamento, è una operazione criminosa ! Criminosa perchè li espone alla violenza fisica di chi ha paura delle verità raccontate da questi "rompiscatole". Ricordiamo che i giornalisti (e non solo) uccisi dalla mafia sono sempre stati quelli che hanno sofferto la solitudine, che sono stati abbandonati a se stessi dalla società civile, dalla politica, dallo Stato.
Ringrazio Biasi per la sua lezione di etica, e lo scrivo con profonda sincerità e stima.
Di là dalla citazione di me e Alessio, che ci incoraggia a protegge, il suo discorso è obiettivo, serio, illuminante. Fuori di ogni partigianeria, Biasi, che tra l’altro emigrò anni fa, è un esempio per tutti.
Caro Biasi, restiamo uniti, mantenendo il confronto nell’impegno per l’emancipazione della nostra terra. Del Sud.
Un abbraccio forte.
emiliano
Carissimo Biasi,
rispetto alle frasi lette, l’unica è non commentare. Evidentemente il Nostro vuole la polemica. Lascio stare e porgo la mano in segno di pace.
Mi unisco all’augurio del prof. La Sala, condividendo il video che mi hai inviato nel pomeriggio.
Ti abbraccio.
emiliano
Ho sempre creduto che la morale fosse elemento di interiorità innato nell’Io di ogni abitante della terra, è la coscienza di volerla tirar fuori o meno, a seconda delle situazioni che è lontana dall’autogestione individuale.
Tralasciando la situazione relativa alla Regione “che fortunatamente rimane ancora in Obiettivo 1” mi porto a zoommare su San Giovanni in Fiore. Sani principi, vivi desideri, infiammati cuori...tutte quante componenti ammirevoli di un agire immateriale. Mi capita, sporadicamente, quando assolvo al mio rientro dalla città bruzia, di percorrere le vie florensi nel notturno...il silenzio, il deserto; poi qualche voce si sente: il senso delle frasi che pronuncia è, spesso, sempre lo stesso e descrive l’intolleranza del vivere una cittadina che, giorno dopo giorno, sbiadisce i suoi colori...e sono i giovani che parlano, lamentano un’insoddisfazione costante mentre sorseggiano l’amica birra (preferisco il whiskey per quel che mi riguarda). Con quale energia dovrebbe lottare il giovane sangiovannese? Quale fiamma di speranza dovrebbe rincorrere? E soprattutto, quale giovane sangiovannese dovrebbe lottare dal momento che l’agglomerato urbano risulta, ad oggi, popolato per la maggiore da over-50 e under-18?
“Siamo in guerra” ho sentito dire più volte, ultimamente. Se a guerra si risponde con guerra non ci sarà mai tregua e ogni cosa (cervelli compresi) andrà in contro a distruzione. Gli autori sono sicuramente in grado di mantenere una lucidità mentale che sovrasta ogni tentativo di “neutralizzazione”. De-umanizzazione è monopolizzare gli obiettivi della vita. G.
De Magistris deve andarsene da Catanzaro e perde le funzioni di pm. Per noi ragazzi che lo abbiamo sostenuto è una sconfitta... ma continueremo a lottare... la Calabria non può rinascere senza speranza.
Asus
«Sono vicino a tutti coloro che ogni giorno in Calabria lottano per i diritti e la legalità e li invito a non mollare mai e a contrastate con le regole dello stato di diritto la criminalità di ogni tipo che soffoca una così bella regione».
Luigi De Magistris
Gentile commentatrice Serena T.,
ciò che è scritto rimane. Sempre.
Cordiali saluti.
Emiliano Morrone
Serena T. è un po bruttino parlare così..sparare a zero su una persona restando anonima in un certo senso.. Deh.. A San Giovanni in Fiore si sta bene? Beata te che ci stai bene... qual è l’alternativa allo squallido corso? boh!!! li pascolano in molti, anche io a volte. San Giovanni in Fiore è passeggio, atteggio, cazzeggio, fattanza, droga.
Pino Masciari? basta cercarlo su google per sapere la storia di questo povero Cristo tenuto lontano dalla sua, dalla tua terra. Altro che invenzione!! Non sto qui a difendere l’amico Emiliano, non ne ha bisogno e non ce n’è bisogno neppure... ognuno è libero di pensare come crede.. Pensare, non offendere.
Emiliano, come Biagio, come tanti altri.. scrivono in maniera oggettiva, non per farsi "cagare" come dici tu.. ma affinchè qualcosa si smuova e che le coscienze ( anche la tua) ragionino.Almeno un pò.
f.f.
Carissimo Francesco,
certi commenti, è il caso di dirlo, si commentano da soli. Mi interessa, invece, che passi un messaggio, che articolo. A Palmi, in una recente e bella iniziativa organizzata dall’Istituto magistrale, il giudice Antonio Salvati, del tribunale della stessa città, ha detto d’una caratteristica meridionale. Il dottor Salvati è campano. Commentando il film "Gomorra", tratto dal celeberrimo libro di Roberto Saviano (vale leggere il reportage di Biagio Simonetta su una nostra esperienza a Casal di Principe, che riporta anche il clima di ostilità verso lo scrittore partenopeo), si è soffermato sul fatto che spesso non ci interessa reagire alla criminalità perché non ci riteniamo in alcun modo imputabili. Se di criminalità organizzata devono occuparsi unicamente la Dna, le Ddaa, le procure e gli altri organi di competenza, significa che la lotta alle mafie è solo un problema dello Stato in quanto istituzioni. Questa convinzione protegge e alimenta le onorate e, peraltro, rende vulnerabili persone che la società deve proteggere; come, appunto, Pino Masciari. Mi piacerebbe che anche a San Giovanni in Fiore nascesse una cultura della legalità, specie tra i giovani. Oggettivamente, a oggi non vedo da noi, in generale, un senso profondo della cosa pubblica né un attaccamento ai princìpi della Costituzione e alle leggi che ordinano la collettività. Gli esempi pratici sarebbero tanti, li ometto in favore del messaggio: vigiliamo e adoperiamoci contro ogni forma di mafia. Ti abbraccio.
emiliano
io non capisco una cosa. scrivete voi e siete voi, scrivono gli altri e danno nomi falsi!!!!! io penso che emiliano morrone è contento quando si parla di lui, nel bene nel male, così si fa conoscere. magari è questo il suo obiettivo, così o prima o poi, un pò questo un pò un aiutato da qualcuno entrerà in politica! ops ma quale maldicenze dico lui non accetterebbe mai una mano da qualcuno. A San giovanni in fiore ci sono vari problemi ma, esistono anche cose positive, come mai non vengono mai citate dal nostro E.M. forse non susciterebbero polemica? Ma no, non sarà così calcolatore, probabilmente non gli piace nulla!
Barbara (è un nome inventato!)
Cara Barbara (è un nome inventato!),
questo giornale è a tua disposizione perché tu possa enumerare e raccontare le cose positive di cui scrivi. In quanto al mio ingresso in politica, non dimenticare che ero candidato alle comunali del 2005, nella città di Gioacchino. Sicché, ammettendo per assurdo la tua ipotesi, non sarebbe una novità. Con la differenza che allora il movimento "Vattimo per la città" non si alleò con nessuno: non si fece inebriare dal "puzzo del compromesso morale" e politico. Oggi, un po’ più avanti cogli anni, faccio il giornalista per scelta, in un momento difficile per l’informazione e forse un po’ più problematico di quello che attraversa l’amata San Giovanni in Fiore; le cui risorse, tutte, sono dolosamente sprecate. Per ultimo, perché l’impegno civile deve avere sempre finalità opportunistiche? Sarà una tua deviazione? Sarà il condizionamento ambientale? Saranno gli effluvi dell’Enotria? Nel nostro piccolo, piaccia o meno, Francesco Saverio Alessio e io abbiamo affrontato i tribunali per il nostro libro. E andiamo in giro per parlare della situazione calabrese, con rischi che non sto a descrivere. Tu, a parte nasconderti dietro a un nome di fantasia, che cosa fai? Mi sembra evidente che non puoi rispondere. Sarebbe contrario alla (tua) logica. Cari saluti.
em
La Calabria è restia più della Sicilia, da tempo organizzata (Sonia Alfano, i grillini, le tante associazioni della società civile), a combattere la criminalità. Criminalità tradizionale, criminalità affaristica, di colletti bianchi, imprenditori, professionisti vicini a logge, lobby e comitati di affari.
Credere, come sembra avvenire a San Giovanni in Fiore, leggendo questo articolo e certi commenti di questo e altri forum del sito, che simili argomenti non debbano interessare la collettività; sottrarsi alla lotta, all’azione, all’intervento, all’impegno; rinunciare all’informazione, al confronto e all’incontro su questioni del genere mi sembra delittuoso, prima che irresponsabile.
Mi unisco a quanti sostengono Pino Masciari e a coloro che credono in un futuro migliore per la Calabria, a partire da risposte vere al bisogno di legalità e giustizia di una terra dimenticata, spremuta e mortificata dall’alto. Sono amico di Pino Masciari e di La Voce di Fiore, di Sonia Alfano, Aldo Pecora, Rosanna Scopelliti, Salvatore Borsellino, Biagio Simonetta, Francesco Saverio Alessio, Emiliano Morrone e i tanti giovani che non accettano il puzzo del compromesso morale. Con una speranza viva e forte, Renato Gigante (Napoli)
Tutti per Pino Masciari, ora, sempre, comunque.
Nando Conti (Pescara)
Qui si parla di cose molto serie: giustizia, democrazia, civiltà. Sono amico di Pino Masciari e, da calabrese, invito tutti, me per primo, all’impegno per un effettivo cambiamento. La Calabria ha bisogno di un terremoto provocato da persone motivate, ha bisogno della rete, ha bisogno delle testimonianze, ha bisogno di verità, ha bisogno di cancellare la comoda accettazione dell’ordine esistente, ha bisogno di coraggio, ha bisogno di legalità, ha bisogno di trasparenza, ha bisogno di sostituire la classe dirigente con persone che sappiano comprendere la situazione e rinunciare alle imposizioni dei potenti, ha bisogno di giovani che non si lascino suggestionare dai miraggi dei politici, dalla prospettiva di un posticino (vedi il film Gomorra). La Calabria ha bisogno della responsabilità dei suoi cittadini. Finiamola, non restiamo nelle nostre case a guardare i fatti nostri, seguiamo l’esempio di Pino Masciari e della sua famiglia, altrimenti ci saranno 10, 100, un milione di Duisburg, di omicidi di sconosciuti, di vittime riconosciute, di vittime ignorate. Altrimenti proseguirà l’emigrazione, continueranno le logiche mafiose del ricatto e del terrorismo politico e mafioso. Grazie a tutti coloro che alzano la voce e non stanno immobili. Grazie a Pino Masciari e alla sua famiglia.
Luigi Perrone
Sottoscrivo le riflessioni di Luigi. Tutti uniti per Pino Masciari. Tutti insieme a chi denuncia, un appello anche per tutelare Francesco Saverio Alessio ed Emiliano Morrone contro cui è in atto da mesi un vero e proprio isolamento voluto dalla politica perché nel loro libro, "La società sparente", edizioni Neftasia, hanno raccontato la corruzione nei palazzi e i metodi clientelari di chi governa in Calabria. Li hanno riempiti di querele, perché non è lecito raccontare, non si possono fare i nomi, non si possono mettere in un libro vicende note nell’ambito di comunità locali, non si può fare l’elenco dei consiglieri regionali indagati e parlare delle inchieste che coinvolgono i vertici della classe dirigente calabrese e italiana.
Vigiliamo e non permettiamo che gli onesti e i coraggiosi vengano danneggiati. E’ successo a De Magistris, è successo a tantissime persone, a testimoni di giustizia che hanno subito processi ingiusti o che sono, come Pino Masciari, ogni giorno a rischio.
Tutti insieme per una Calabria migliore. In Calabria non siamo tutti corrotti e legati alla ’ndrangheta. E’ arrivato il momento di gridare, di agire concretamente, di rispondere con legalità e democrazia a chi continua a volere la morte della nostra gente e della nostra terra. LK
Benissimo, continuate così perché c’è bisogno di denuncia sociale e civile. Sottoscrivo la vicinanza a Pino Masciari e dico che a San Giovanni in Fiore la politica deve affrontare subito l’argomento della legalità e della tutela dei diritti costituzionali. E’ doveroso, ed è forse più urgente del problema dei rifiuti, di cui tanto si parla senza soluzioni reali. Tanti comuni stanno dando la cittadinanza onoraria a Pino Masciari. Se lo facesse San Giovanni, sarebbe un fatto simbolico e pieno di significato. Non esistono solo i divertimenti e il saliscendi sul corso. Giovani, ribellatevi, fatevi sentire, interessatevi.
Un caro saluto da Vicenza da parte di Francesco Loria
grazie, per l’articolo e per l’amicizia. Per non accettare quello che tutti danno per scontato. Con affetto e amicizia, federica "masciari" rosin torino facciamo rete, non arrendiamoci
email federicarosin@libero.it 3395016882
Ricambio di cuore l’affetto e l’amicizia. Sarò sempre vicino a tutta la famiglia Masciari e ai suoi amici e sostenitori. Con tutto me stesso lotterò, assieme a quanti condividono la necessità di tutelare la giustizia e la Costituzione, perché lo Stato, che siamo tutti noi, assicuri a Pino e famiglia la libertà, la serenità e la gioia di vivere, che è diritto fondamentale e insopprimibile. Se la ’ndrangheta o altri poteri vogliono colpire, devono passare sopra di noi, una rete che si estende ogni giorno, e che non teme mai, essendo nel giusto.
Un abbraccio forte.
Emiliano Morrone
La prima volta che un’amica venne a trovarmi mi prudevano i palmi. Avevo 17 anni e andai a prenderla alla fermata dell’autobus in vespa. Era settembre. L’estate era agli sgoccioli, ma cambiava poco. Da queste parti le stagioni sono tutte uguali. Il tempo è definito solo dalla neve. Tanta in inverno. I pullman rossi che traghettano l’emigrazione, che partono colmi e tornano sonoramente vuoti, erano lì. C’erano centinaia di ventenni pronti a partire, e non seppi rispondere alla domanda di chi era venuta a trovarmi per la prima volta a San Giovanni in Fiore: "Ma cosa c’è? Una gita scolastica, oppure organizzata dalla chiesa?". Né una né l’altra, risposi grattandomi i palmi, e con lo sguardo basso. Poi accesi la vespa e la portai via. Un’emigrazione così violenta non si può spiegare. Una fine così certa non puoi cambiarla. A San Giovanni in Fiore la ’ndrangheta ha combinato più danni che nella locride. Questo nonostante negli ultimi otto anni siano state uccise "soltanto" tre persone, un’altra è sparita, probabile vittima di lupara bianca. Un’altra ancora pare essere deceduta per overdose. La società florense non s’è schiodata. Continua, convinta, a credere che la ’ndrangheta sia solo lupara ed estorsioni, e che tre omicidi e uno scomparso è comunque un buon risultato confrontato ai numeri partoriti dal crotonese, dalla sibaritide. Si accontenta. E vota. Continua a votare. La stampa locale è fatta da gente appassionata del mestiere, corrispondenti che fanno il loro onesto lavoro. Poi la scheggia impazzita c’è, esiste. E cambia lato come in un valzer austriaco, durante la notte bianca. L’emigrazione è ’ndrangheta. Ma è concetto difficile da far passare. Dio aiuti i florensi, direbbe qualcuno che non c’è più. Ma ancora mi prudono i palmi.
Biagio Simonetta
www.biagiosimonetta.it
Caro Biagio,
c’è una canzone, cui sono molto legato, di quell’"amico fragile" che Fernanda Pivano definiva il più grande poeta del Novecento. Con la storia d’"un trentenne disperato", precisa che "chi non terrorizza si ammala di terrore". Meditandola, non ho inteso se dalle nostre parti c’è un terrore che viene da palazzo - che si esprime nell’immagine del piatto inferno florense, nonostante il candore quieto della neve - oppure se la paura è imposta dal regime delle onorate, che scorazzano, scoraggiano e correggono cogli AK-47 e i bazooka per le blindate. Comunque, è un’arena tremenda, altro che il programma nazional-popolare di Giletti! E’ un continuo muoversi di ioni, doppie palle e pallettoni; una politica che rispecchia e traduce il celeberrimo motto di Hobbes: "Homo homini lupus". Qui, da noi, la società è bloccata, monitorata, guidata, condotta verso la fine, la distruzione, l’oblio. Ogni tanto, qualcuno si ristora in un casello, si ferma a una stazione (come alla Via Crucis), inebriandosi per non pensare. Qualche volta, il passeggio del contrappasso funge perfino da evasione. Ma non si sfugge a quel disegno di vertice che prevede lo sterminio, la cancellazione d’un popolo con l’assistenza, l’emigrazione e la promessa d’un vantaggio, un favore, un piacere. San Giovanni in Fiore si ghettizza da sola: Da Hollywood al cemento inferriato della parte alta. La sua gente è sfiduciata, rassegnata, complice. Noi possiamo solo incidere la nostra furiosa reazione su pagine in rotativa, su pagine elettroniche, su pagine immaginarie. Ma tutto resterà come sempre: un gioco diabolico, cinico, perverso. Mi vengono i brividi, mentre scrivo. E il cuore si riempie di rabbia sconfinata.
emiliano
Ho avuro l’onore di conoscere ed apprezzare l’animo e l’onestà intellettuale, al di fuori di Fiore, di due Uomini: Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio. Per me rappresentano due icone, due modelli di sincerità e lealtà da seguire, oltre che due Amici. Non sono calabrese ma seguo con molto interesse, quotidianamente, La Voce di Fiore...Vi suonerà strano, ma La Voce di Fiore è un valido strumento per smuovere le coscienze e far ragionare chi è interessato alla legalità anche per chi vive al di fuori del territorio florense. E’ facile apostrofare le Persone, addirittura, nascondendosi dietro nomi inventati o postando solo le proprie iniziali. (mi riferisco a Giuseppe, Barbara, Serena T., G.G.). Non me ne vogliate, ma mi sa tanto che non avete così tanto coraggio se utilizzate tale espediente per esprimere il vostro pensiero. Siete veramente liberi (nel senso più lato del termine!)? Abbiate il coraggio di scrivere il vostro Nome e Cognome se siete convinti e consapevoli delle vostre idee! Lo psicologo attende anche chi non è in grado di riconoscersi in tutti i sensi, anche nel proprio punto di vista! Mi suona tanto di vigliacchieria il vostro atteggiamento!
Ad Emiliano e Saverio, tutta la mia Amicizia, la mia Fiducia, la mia Stima, il mio Sostegno Morale.
Amici miei, la storia insegna: "NEMO PROFETA IN PATRIA"...ma voi non vi fermate mai, andate avanti!
Viva Emiliano e Saverio, Viva Gianni Vattimo, Viva la verità!
"Sconfitto in tutti i luoghi del mondo, non mi sono mai sentito così libero. Alla fine, senza che mai me lo sia detto così esplicitamente e con tanta forza, su tutto io ho cercato la libertà. Per me. Per gli altri. Più ancora dell’amore forse, più della fama e del successo certamente, più del potere di sicuro, io ho cercato la libertà" (Gianni Vattimo - Non essere Dio).
Con sconfinata Stima ed Amicizia
Marco Martina
Sicuramente La Voce di Fiore nasce “come strumento per smuovere le coscienze e far ragionare chi è interessato alla legalità...” e la mia convinzione di ciò, supera valori di sovra-saturazione; a malincuore, mi rendo invece conto che, spesso, questo portale è campo di battaglia per attacchi personali, manifestazioni di giudizio gratuite, parole progettate e mai costruite.
“Apostrofare” è un termine semi-esatto in questo contesto commentativo: l’apostrofo è un troncamento, taglia le code, allo stesso tempo è un incentivo al completamento di una coppia di parole che pronunciate con due “iati” differenti produrrebbe cacofonia.
L’importanza al nome o al messaggio? Se si ha fame si cerca il cibo o il suo marchio? Se si ha sete l’acqua o la sua provenienza sorgiva? Non sono i nomi a dar significato ai messaggi...a lungo termine, forse, potranno essere i messaggi a dare peso ai nomi.
Io, certamente, non gliene vorrò, Signor Martina, per la sua accusa di vigliaccheria o qualsivoglia tentativo di sensibilizzazione all’ostentamento di estremi identificativi, non la conosco, non potrei volerne a chi non conosco...nonostante ciò, ho letto il suo messaggio e ne ho assorbito il significato tanto da sentirmi stimolata a voler rispondere.
Il suo messaggio ha prodotto interesse nella mia mente, non il suo nome.
Cordialmente, G.G.
Il primo effetto che ha generato in me la sua risposta, Signora G.G., è stato un sorriso. Immaginavo che sarebbe giunta ad una tale conclusione..Al di là degli artifizi e delle elucubrazioni di carattere semantico-grammaticale contenute nel suo intervento, mi preme ancora una volta chiarire il mio concetto, chissà, forse stavolta sarà più chiaro a chi non ha il coraggio di uscire allo scoperto a 360°. Emilliano e Saverio lo fanno, a costo di rischiare la pelle. Si gettano nella mischia, si scoprono, combattono e lo fanno a viso aperto. E questo per il bene della loro amata terra e dei loro principi, che vi posso assicurare, vanno al di là di un concreto interesse personale. Appartengono a quella categoria di persone, scomode, che sono sempre mal viste all’interno della nostra società, si. anche nella mia, perchè tutto il mondo è paese, non solo Fiore, ma che raccontano la verità. Ribadisco la loro apertura intellettuale e morale, lo ribadisco a chi utilizza questo sito solo per gratuiti attacchi nei loro confronti. A tutte queste persone dico che è facile offendere, accusare, (non utilizzo "apostrofare" visto che non le è andato a genio la scorsa volta) nascondendosi dietro la lastra di protezione che può essere una mail o un messaggio anonimo. A voi chiedo: dove sta il vostro coraggio di uscire allo scoperto? Il mio messaggio è questo, solo questo! Da ciò il mio termine il termine vigliacchieria. Non mi voglio ergere su nessun piedistallo; sono una persona che cerca ogni giorno di migliorarsi prima di tutto, che crede che ognuno è responsabile in prima persona delle proprie azioni e dei propri punti di vista, che vivendo,che sbaglia, che cerca di trovare con e nell’altro da sè un’opportunità di crescita reciproca. E’ vero, i messaggi in questo forum hanno spesso ad oggetto attacchi personali, soprattutto nei confronti di chi si batte, esprimendo in piena libertà il proprio pensiero, senza nascondersi o camuffarsi. Anch’io, concordo con Lei, Signora G.G. per la sostanza di un messaggio. Ma non mi sto contraddicendo, anzi, aggiungo che non vedo dove stia il problema di scoprirsi e pensare ai viso aperto. Sperando di non aver leso con le mie parole la sensibilità di qualcuno, anzi, di aver fatto in modo di far passare un semplice e pur sempre non condivisibile messaggio.
Cordialmente
Ad Maiora
Marco Martina
Sta accadendo proprio quello che non volevo succedesse mai: l’ennesimo confrontarsi a perdere. Nessun artifizio, men che meno elucubrazione, il mio modo di fare è assai lontano dall’utilizzo di perifrasi, di accuse insensate.
Immagino lei sia una persona molto reattiva, scattante, paladina: lo si legge dalle sue parole, leggo anche rabbia e delusione, allo stesso tempo sfogo e voglia di libertà. Proprio per la trasparenza meritevole di questa voglia di libertà, ho deciso di rispondere ancora; nel momento in cui ho reagito al suo precedente commento, sapevo di andare incontro alla ricezione di una controbattuta, ancor più energica, ribadente i concetti già espressi, sfumati da colorito più mordace.
La mia tentazione di non voler andare oltre nella “discussione” trovava giustificazione nel principio che sostengo a turgor massimo di corde vocali: no alle personalizzazioni per non dire privatizzazioni di un comune, anzi “comunitario” portale web, no alle manifestazioni di individualismo (alle quali ho ceduto anche io con questo commento). Ammiro di cuore questo suo portar stendardo d’amicizia (e badi che non lo scrivo in senso ironico!).
I miei commenti non hanno contenuti accusatori, sono “pure” riflessioni congiunte che scandiscono voce di cuore che pulsa e freme per ardente desiderio di “radicale evoluzione”. Tali contenuti non devono avere nome, non ne hanno bisogno.
Lei, scrivendo il suo nome, non fa altro che compiere un atto di amicizia, una manifestazione di sostegno e appoggio morale, il coraggio non c’entra nulla in tutto questo. Il coraggio è vivere la vita in tutte le sue sfaccettature, sia quelle programmate ma, soprattutto, quelle che accadono per caso, coraggio è vedere la statistica come scienza esatta, coraggio è avere la forza di voltarsi e guardare indietro se necessario, coraggio è non precludere a prescindere.
In quanto alla sensibilità, Signor Martina, la rassicuro...“giocosi” urti elastici oggi, domani, forse, campo non lineare e dopodomani ancora linearità; sensibilità è reazione alle emozioni.
Ad Maiora Semper, G.G.
Ho colto le sue parole, anche se non le condivido appieno. Abbiamo diverse concezioni, a quanto pare, ma va benissimo. Il confronto non ci sarebbe se tutti avessero lo stesso punto di vista. La mia idea di coraggio racchiude anche quello che lei chiama "spendere il proprio nome per atto di amicizia", se ho inteso bene. Per me invece è anche parlare a viso aperto, tutto qui! L’amicizia assume altre e più intense connotazioni e dimostrazioni. Accetto e rispetto la sua volontà di non continuare ad intortarsi su questa discussione che, a suo dire, sta sfociando nel personalismo. Mi ha fatto comunque piacere confrontarmi, seppur per brevi messaggi.
Con cordiale e sincera stima
Marco
La totale condivisione di idee non è mai costruttiva, è, invece, necessario che sia comune l’obiettivo. Pensi agli estremi degli elementi di un puzzle...se avessero tutti quanti lo stesso andamento perimetrale nessuno, neanche il più abile dei collezionisti, riuscirebbe ad incastrarli l’uno con l’altro, tanto da non poter mai giungere alla formazione dell’immagine completa. A larga scala, pensi alla costruzione di un edificio, è certo vero che i mattoni sono tutti uguali, ma cambia il loro orientamento nel posizionarli...è questo che rende solida la struttura, a maggior rinforzo è necessario l’utilizzo di un collante omogeneo...nella costruzione di “idea evolutiva” questo collante omogeneo è proprio il confronto.
Quella di non andare avanti nella discussione, non è una volontà felice, glielo assicuro...paradossalmente mi amareggia moltissimo.
“A viso aperto” e, perché no, affiancata dall’amico whiskey (o comunque per contatto diretto), la discussione in atto insieme alle sue eventuali "figlie", si sarebbe espansa con legge asintotica.
Nutro profondo rispetto per la comunità del web, ed è proprio per il suo essere “comunità” che mi guardo dal “personalizzarla”. Penso che discussioni di tale natura debbano avvenire in campo privato, ciò che si può scegliere o meno di proporre in “comunità” è il risultato dell’avvenuta discussione.
Per stima reciproca, G.G.
Marco, onorevolissimo, ti ringrazio per le parole nei confronti miei e di Saverio. Ricambiamo la stima e l’affetto. Scriverlo è un segno, dato anche altrimenti. Ne approfitto per salutarti pubblicamente. Un caro saluto a tutti, anche a chi usa questo sito per offese e minacce volgari, qualificandosi in malo modo. Non mi riferisco, parlando dei violenti, a Giorgio Gaber, che invece commenta con garbo ed entusiasmo. La notizia della scarcerazione di Contrada mi rende triste e arrabbiato in un tempo. Cerchiamo di reagire. Mi rivolgo a chi crede nella giustizia e per la giustizia si spende, anche solo informandosi. Invito i nostri lettori a scrivere sul sito di Salvatore Borsellino, guida di noi giovani che camminiamo sulle orme di suo fratello Paolo.
emiliano
Da poco tempo ho scoperto qst blog, ho letto alcuni dei suoi articoli e sono incuriosito dal suo libro, ho intenzione di leggerlo presto. Mi trovo d’accordo con G.G. (che non è Giorgio Gaber, ma se è la G.G. che conosco io è una grande Donna) riguardo all’eccessiva “privatizzazione” del blog. Tutti questi saluti! Saluti, abbracci, complimenti ed esaltazioni di personalità è lecito che avvengano in forma discreta. Puntiamo alla sostanza!
Pierpaolo, Cosenza.
Infatti, caro - non nel senso di costoso - Pierpaolo, di sostanza ce n’è, anche in questo stesso forum. Lasci perdere "La società sparente", tanto in giro non lo trova. Legga testi più seri, detto senza ironia. In quanto al blog, non si può pretendere una forma di comunicazione asettica, priva di quell’umanità che il quotidiano ci leva puntualmente. Sarò banale e forse esagerato, ma credo che la rete avvicini, malgrado tutto. Nonostante i suoi limiti. In quanto alla materia, proponga. Io ho scritto della scarcerazione di Bruno Contrada, che considero fatto molto grave. Non mi pare bizza personale.
Coi migliori saluti.
em
Bizza personale: "Marco, onorevolissimo, ti ringrazio per le parole nei confronti miei e di Saverio. Ricambiamo la stima e l’affetto. Scriverlo è un segno, dato anche altrimenti. Ne approfitto per salutarti pubblicamente. Un caro saluto a tutti, anche a chi usa questo sito per offese e minacce volgari, qualificandosi in malo modo...".
Un’altra cosa che mi domando: perchè Alessio, coautore del libro, non scrive mai in prima persona ma è sempre lei che parla a voce di entrambi? E poi: se lei stesso pensa che il libro non sia "serio" perchè lo ha pubblicato?
Pierpaolo
Caro Pierpaolo,
vedo che lei è troppo "serio". Su certi periodi, si prenda, e mi prenda, meno sul "serio". In ogni caso, noto che della scarcerazione di Contrada, fatto grave che richiede una reazione condotta in modo "serio", non le interessa molto. Almeno pare. Rifuggo il motteggio e la invito a guardare con altri occhi. Quel libro, per ultimo, è una iattura. Oltretutto, va cifrato. Magari col successo primo della Tamaro, come nella pratica di qualche boss. Sa che un mio riferimento alla scrittrice, maledetta puntata di Perfidia (Telespazio Tv, 15 febbraio 2008), mi porterà guai "seri". Ma questo è un altro discorso. In tempi di edilizia e libera muratoria, bisogna scherzarsi addoso. Per non andare anzitempo.
Con verace cordialità.
em
Io troppo "serio" e lei meno sul "serio", farò tesoro di questo consiglio e me ne ricorderò nelle prossime letture dei suoi scritti. Non faccio il giornalista ne lo scrittore di professione, non sono in grado di comunicare pensieri in modo che siano recepiti dal pubblico, soprattutto se si tratta di emozioni che vengono "da dentro"; la mia è una professione tecnica, alle persone comunico soltanto il risultato di calcoli, e non è difficile. La scarcerazione di Contrada ha mosso i miei valori, come penso abbia mosso un pò quelli di tutti, saremmo un popolo di menefreghisti altrimenti, solo, non tutti hanno la capacità di esprimere e trasmettere ciò che hanno dentro. Lei una delle mie domande l’ha deviata in maniera molto elegante, cosicchè gliela ripropongo: come mai Alessio non interviene mai in prima persona ed è lei che fa da portavoce per entrambi?
Pierpaolo
Perché, confinato e costretto all’isolamento, intimidito, insultato, denigrato e ingannato a partire dal livello istituzionale, Alessio non ha un lavoro, non ha Internet, non ha da mangiare. Il che non significa affatto che io agisca di mia iniziativa. Spero di essere stato sufficientemente esaustivo, anche se poco elegante.
em