Il sempre tristemente attuale dibattito sulla violenza è in genere dominato dall’idea della sacralità e dunque indisponibilità della vita. L’emblema stesso della violenza è togliere o togliersi la vita. Sembra del tutto dimenticato il grande motto degli antichi che ammoniva a non voler salvare la vita a costo di perdere i valori che la rendono preziosa («propter vitam vivendi perdere causas»). I poveri martiri cristiani dovrebbero dunque apparirci come testardi suicidi, per non parlare di Abramo che fino all’ultimo momento credette di dover sacrificare il figlio Isacco al Signore.
Questi sono solo alcuni dei paradossi che la nostra usuale concezione della violenza lascia irrisolti. Perfino la violenza rivoluzionaria, così cara all’ideologia e alla retorica di tanti movimenti sociali di destra e di sinistra, è diventata tabù. Anche da sinistra si guarda con orrore alle violenze della Rivoluzione d’ottobre e la stessa Rivoluzione francese che abbiamo imparato a considerare come l’origine stessa delle libertà politiche moderne non se la passa tanto bene. Bisogna riconoscere che (anche?) in questo il pensiero di destra appare più coerente e spregiudicato. Per instaurare una democrazia non si può indire un referendum (sulla base di quale costituzione, se non c’è?), quindi non ci si deve scandalizzare se gli americani cercano di esportarla in Iraq a suon di bombe. Già, ma Gandhi? Certo non prese le armi, ma le varie forme di resistenza pacifica che inventò erano tutt’altro che pure parole di persuasione rivolte alle anime buone degli avversari...
Il problema di base, però, è se davvero si possa definire la violenza in riferimento al valore assoluto della vita. Non sarebbe violenza impedire a tutti i costi a un suicida di uccidersi? I grandi dell’antichità romana, sempre per non parlare dei martiri cristiani, avrebbero dovuto astenersi dal loro atto di libertà e sottomettersi ai tiranni che di volta in volta prendevano il potere? L’essere o non essere di Amleto sta nello stesso orizzonte: come pure qualunque decisione di resistere alla prevaricazione, al tedesco invasore o al comunista persecutore di sacerdoti... Ci sembra talvolta di vivere in un mondo dove contrasti estremi non sono più possibili e lotte radicali non più necessarie. Ma basta guardar fuori dalla finestra per capire che non è così, che la nostra delicatezza d’animo rischia di essere un privilegio che ci mette subito dalla parte dei carnefici.
E poi, comunque, restano i tanti paradossi, anche a causa degli sviluppi della medicina. Era lecito tenere in vita a tutti i costi un uomo sofferente e senza speranza di guarigione come Welby, che chiedeva, coscientemente e insistemente, di esser lasciato morire? Non dovremmo sostituire al preteso valore sacrale della vita quello, molto più ragionevolmente riconoscibile, della libertà? Anche chi pensa che la vita sia un dono di Dio non può ritenere di non poterne disporre secondo la propria coscienza (la quale anche per la teologia cattolica «obbliga", quand’anche fosse "sbagliata"»). Sostituire il valore della libertà a quello della pura sopravvivenza biologica è probabilmente il passo che ci aiuterebbe a risolvere molti dei problemi in cui ancora ci dibattiamo.
Gianni Vattimo
Ripubblicato il primo agosto 2008 (Rif. orig.rio La Stampa, 10/03/2007)
LEI; Sign. Professore, insieme ai suoi discepoli non siete ne; male-educati,ne comodi. Amate la legalita’ e l’onesta’; avete, sempre dimostrato; emphatya per il prossimo.
"Scusatemi, ma perché gli italiani sono così maleducati?" "la gente più maleducata del pianeta?". i magistrati scomodi al potere vengono puniti, quelli comodi premiati».
# 1 non voler salvare la vita a costo di perdere i valori che la rendono preziosa («propter vitam vivendi perdere causas»). "non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna" "Chi avrà trovato la sua anima la perderà, e chi avrà perduto la sua anima per causa mia la troverà".
# 2 La suprema prova della fede di Abraamo; Abraamo prese Isacco e da Beer-Seba nel Negheb si diresse al N fino al monte Moria, a N di Salem. Lì edificò un altare e si accinse a immolare Isacco, il seme promesso, in olocausto. E in pratica fu come se Abraamo avesse sacrificato Isacco, perché “riconobbe che Dio poteva destarlo anche dai morti”. Solo all’ultimo momento Geova intervenne provvedendo un montone che sostituisse Isacco sull’altare del sacrificio. Per questa fede incondizionata, dimostrata da completa ubbidienza, Geova riaffermò il suo patto con Abraamo mediante un giuramento, una speciale garanzia legale.
# 3 (Violenza e disubbidienza, mostrata in dimostrazioni)...
"Dio vide che la cattiveria dell’uomo era abbondante sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo cattiva in ogni tempo. 6 E Dio si rammaricò di aver fatto gli uomini sulla terra, e se ne addolorò nel suo cuore". Dopo ciò Dio disse a Noè: “La fine di ogni carne è giunta dinanzi a me, perché la terra è piena di violenza per opera loro; ( Male-educati e Comodi ) ed ecco, li ridurrò in rovina insieme alla terra".
# 4 (Democrazia che non c’e’) Dovrebbe essere nella politica ma; non c’e’. Corruzione e illegalita’ divampa. (Un politicante, andava da paese a paese e pronunciava lo stesso discorso...nel quale (nel manoscritto menzionava il fatto che? si sarebbe costruito il ponte sul fiume...al prossimo paese; il politicante arrivato al (ponte) lo lesse come era scritto e la reazione delle persone non fu’ come al primo paese che...aveva bisogno del ponte...allora il Sindaco sussurro’ , avvicinandosi al politicante che; non avevano bisogno del ponte per la ragione che non c’era neanche il fiume...allora e solo allora il politicante fu’ illuminato...chissa’ da chi...? a dire che si sarebbe portato anche un fiume nel paese e tutti batterono le mani con il cuore che gli palpitava di commozione.
Nella religione non di certo che si pratica la democrazia; mentre con la stessa bocca pronunciano falsita’...per mantenere le personecieche’ alla verita’.
Nel commercio non di certo anche... vedi il prezzo del pane, riso e benzina ecc ecc.
Gandhi disse: Amo il sermone del monte, ma detesto e odio il modo di vivere della maggioranza dei cristiani.
# 5 (Liberta’ e sottomissione) “Non voglio aspettare più a lungo a dirti la lieta notizia di come il nostro caro fratello Remigio Cuminetti manifestò la sua forte fede, dando durante il processo ad Alessandria una commovente e bella testimonianza.
IL PROCESSO DEL FRATELLO CUMINETTI
Quando nel maggio del 1915 l’Italia entrò in guerra, iniziarono le difficoltà particolarmente per uno del gruppo, il fratello Remigio Cuminetti. Fu chiamato per il servizio militare, ma egli decise di mantenersi neutrale.
PRESIDENTE: ‘Chi le insegna questa nuova religione?’
FRATELLO: ‘Iddio stesso istruisce i suoi. Gli studenti più anziani mi aiutano a comprendere la verità della Bibbia, ma solo Iddio può aprire gli occhi del nostro intendimento’.
PRESIDENTE: ‘Si rende conto quant’è pericolosa la sua disubbidienza? La sua coscienza le consente di affrontarla?’
FRATELLO: ‘Sì, certo. Sono pronto a qualsiasi cosa mi avvenga; anche se vengo condannato a morte, non violerò mai il patto che ho fatto con Dio, perché voglio servire in tutto il Signore’.
“Dopo questo fu richiesta la condanna di Remigio Cuminetti a 4 anni e 4 mesi di carcere e data la parola all’avvocato (statale).
“L’avvocato si alzò e diede riguardo all’atteggiamento del fratello una meravigliosa testimonianza, dicendo che un tal uomo non è da condannare, anzi da ammirare per il suo coraggio e per la sua fedeltà verso Dio. Egli non vuole andare contro Dio né contro la sua coscienza, poiché la Bibbia gli dice di non uccidere e così vuole ubbidire alla Legge divina. . . .
("ESSERE O NON ESSERE"?) Sinceramente credo che bisognerebbe...(ESSERE)
# 6 ( EUTANASIA )...(Il migliore aiuto che ci sia!) Dio è la fonte dei consigli più saggi e fondati. Egli ha osservato la vita di miliardi di persone. Sa meglio di qualsiasi medico, bioetico o avvocato qual è la cosa migliore. Vediamo dunque che tipo di aiuto mette a nostra disposizione.
Il corretto punto di vista sulla vita
È bene rendersi conto che la filosofia del salvare la vita ad ogni costo non riguarda solamente gli esperti di tecnologie mediche.
Ma in alcuni casi questa filosofia secolare ha dato luogo a situazioni veramente angosciose: persone in stato di incoscienza sono state mantenute “in vita” artificialmente per anni. Un vero cristiano dovrebbe dunque accettare di avere una parte in un caso di eutanasia?
La morte non è qualcosa da desiderare, ma non c’è neppure l’obbligo di compiere sforzi disperati per prolungare l’agonia.
Con rispetto ed emphatya a tutto lo STAFF di :(LA VOCE DI FIORE) con tutto il bene del mondo.
Un cuore puro è insidiato da crudele e dicotomico contrasto: è trascinato dall’inganno ed è rincorso dalla lusinga della sensibilità sincera...l’umana e struggente foga di assolvere a entrambe le seduzioni è madre dell’instabilità del vivere. E’ violenza, quindi omissione di libertà, impedire al suicida di togliersi la vita...ma lo stesso suicida omette libertà qualora rifiuta di “reagire all’instabilità”. Spesso capita di sentirsi prossimi o sul punto del non ritorno...le “crisi per instabilità” sono punti di non ritorno.
Il ciclo della vita segue i tratti di equilibrio stabile...un pendolo oscilla, descrive traiettorie dolci, smorzate, ampie, disordinate. L’oscillazione si ferma, allo scandir del giusto tempo: la fine della vita. Fermare violentemente l’oscillazione è togliersi la vita...accelera i tempi ma non procura miglioramento.
Dal “non ritorno” si ritorna?
Se anziché fermare violentemente l’oscillazione, altrettanto violentemente si impatta un urto contro il pendolo questo cambia direzione, varia il suo percorso...il pendolo torna ad oscillare, scalzando di frequenza in frequenza, fino a che il tempo naturale avrà compiuto il suo trapasso. G.G.
Avrei scritto così: "...è ingannato dal trascinio ed è rincorso dalla lusinga della sincerità sensibile".
I. di Metaponto
Certo. Difatti, ho scritto riferendomi a me, a un "io". Non c’entra, ma non è che Gianni Vattimo è lo stesso mio prof che, dopo aver creato Maurizio Ferraris, si nasconde dall’erede traditore, fabbro dell’"ontologia critica"? Vattimo, se ci sei, e non stai a Cuba, reagisci. Ferraris a Modena: un abbaglio.
I. di Metaponto
Non concordo. Ma, ovviamente, è la mia opinione. Saluti salati, Grande Globalizzazione.
I. di Metaponto
...e io, al suo posto, mi sarei firmata "I. della foce del Basento". Esaltazione dello "scorrere" di massa d’acqua dolce...apatia verso il salato.
Cordialmente, G.G.
La mia firma non ha nulla a che fare con i fiumi. Si riferisce a Congetture e confutazioni. Le tue sono congetture, le mie non sono confutazioni. Ho abusato nella forma, ma il "lei" è molto burocratico. Mi si perdoni.
Göttern kann man nicht vergelten, Schön ists, ihnen gleich zu sein. Gram und Armut soll sich melden, Mit den Frohen sich erfreun. Groll und Rache sei vergessen, Unserm Todfeind sei verziehn, Keine Träne soll ihn pressen, Keine Reue nage ihn.
Saluti saliti.
I. di Metaponto
Per l’appunto ho scritto: ..."io mi sarei firmata...", ciò non implica che avrebbe dovuto farlo lei..ops!...- che avresti dovuto farlo tu- sono lontana dalla burocrazia applicata. In quanto alle Congetture, mi spiace...il termine è poco adatto, la parola giusta è Costruzione. Concorde pienamente: le tue non sono confutazioni...forse tentativi di decostruzione?
Che tu possa perdonare me: la mia culturetta si ferma alla traduzione Beethoveniana dell’An die Freude, Schiller lo conosco poco...peccherei di presunzione e ipocrisia argomentando a riguardo.
Ri-saluti, G.G.