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UNA CATTOLICA, UNIVERSALE, ALLEANZA "EDIPICA"!!! IL MAGGIORASCATO: L’ORDINE SIMBOLICO DELLA MADRE, L’ALLEANZA DELLA MADRE [GIOCASTA] CON IL FIGLIO [EDIPO], REGNA ANCORA COME IN TERRA COSI’ IN CIELO

DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi. Una nota di Federico La Sala

IL MAGGIORASCATO. La crisi epocale dell’ordine simbolico di "mammasantissima" ("patriarcato": alleanza Madre-Figlio).
martedì 8 gennaio 2013 di Federico La Sala
Foto. Frontespizio dell’opera di Thomas Hobbes Leviatano.
[...] l’esame della vicenda della monaca di Monza “alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue” una società basata sulla proprietà e sul maggiorasco e mostra di essere, senza alcun dubbio, un contributo critico di altissimo livello, degno di stare a fianco del Discorso sull’origine della disuguaglianza di Rousseau e della cosiddetta “accumulazione originaria” del Capitale di Marx (ma anche, se si (...)

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> DONNE, UOMINI E VIOLENZA: "Parliamo di FEMMINICIDIO". Dalla democrazia della "volontà generale" alla democrazia della "volontà di genere". L’importanza della lezione dei "PROMESSI SPOSI", oggi - nell’epoca dei Borromeo-Ratzinger ... degli Innominati, e dei don Rodrigo-Katzsav !!! Una nota di Federico La Sala

domenica 26 novembre 2006

Il velo degli uomini

di Ida Dominijanni (il manifesto, 25.11.2006)

Ne uccide e ne mutila più la violenza maschile che l’infarto, o il cancro, o la oggi tanto esecrata anoressia. Prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne di tutto il mondo, così dicono i dati ufficiali. La mobilitazione e le manifestazioni di oggi non serviranno certo a eliminarla, come si propongono negli slogan, ma a imporla al discorso pubblico forse sì. Anche se a parlare, ancora una volta, sono le vittime, nel silenzio e nella latitanza dei carnefici. Le piazze ci accolgono, i giornali ci chiedono di scriverne, le radio di parlarne, i salotti televisivi non mancheranno di tingersi di rosa.

Proviamo a immaginare una scena rovesciata: che sia un uomo a scrivere questo editoriale, uomini a prendere il microfono, uomini a scendere in piazza e ad esporsi in tv. A dirci perché loro, o un loro amico o un loro nemico o un loro vicino di casa, sentono di tanto in tanto l’incontenibile impulso a far male a una donna, a possederla violentemente, o a eliminarla dal creato; a chiudere una storia d’amore infilando l’ex amata in un cassonetto, o a costringere ad amarli una che non vuol saperne, o più semplicemente a malmenare la moglie o la figlia al riparo delle mura domestiche, nel regno di una privacy delinquenziale che nessuna intercettazione infrange. Perché?

La domanda resta senza risposta. E la sessualità maschile, a onta delle sue manifestazioni così eclatantemente visibili, resta avvolta nel velo di una omertà autorizzante e assolvente. Conosciamo l’obiezione: non tutti gli uomini sono così. Certo che no, infatti sono gli altri quelli che amiamo. Ma quelli che amiamo dovrebbero impegnarsi almeno loro a togliere quel velo, non dal viso delle donne islamiche, ma dal corpo degli uomini violenti. Solo alcuni, pochi, cominciano a farlo; i più si fanno scudo della sociologia, o dell’ideologia: è colpa della guerra, è colpa dei neocons, è colpa del sabato in discoteca, è colpa dei fondamentalismi, è colpa dell’Islam, è colpa dei barbari che ci invadono. C’è sempre un altro su cui proiettare la colpa e scaricare la responsabilità, negando l’evidenza e sfocando il problema.

L’evidenza, quella cruda dei numeri, mostra che la violenza sulle donne è trasversale e globale, sconfina fra civiltà, razze e continenti e non risparmia affatto l’Occidente opulento e democratico, al contrario. Il problema infatti non regredisce, ma al contrario si ripresenta, come un sintomo ritornante e irrisolto e inasprito, laddove più solida è la libertà guadagnata dalle donne. I libri, pochi e preziosi, che tracciano la storia della maschilità occidentale lo spiegano bene: c’è regressione e reazione maschile, dall’Ottocento in poi, ogni volta che c’è uno scatto di libertà femminile. Ogni volta, l’insicurezza e lo spaesamento maschile per «la donna nuova» si arma di violenza e si traveste di virilismo; e appena può (anche oggi) va al fronte, o inventa fronti inesistenti (come oggi, con lo scontro di civiltà e le guerre culturali). E’ questo il prezzo che dobbiamo pagare? Non vogliamo pagarlo. Non vogliamo che lo paghino né le più deboli né le più forti. Toglietevi quel velo.


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