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"TFR", FONDI PENSIONI, VECCHIE LIQUIDAZIONI. Che fare? Sei mesi per decidere ...

venerdì 27 ottobre 2006 di Federico La Sala
Dopo l’accordo tra governo e parti sociali, 6 mesi per scegliere
dall’inizio del 2007. Un vademecum per capire cosa conviene fare
Fondi pensione o vecchie liquidazioni:
che fine farà il Tfr degli italiani
Obiettivo: recuperare almeno una parte del pesante gap futuro
tra attuale stipendio e pensione. I diversi rendimenti a confronto
di ROSARIA AMATO *
ROMA - Tfr o fondi pensione? L’idea di "trasformare" in una rendita vitalizia la liquidazione (trattamento di fine rapporto), che per (...)

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sabato 21 aprile 2007

Scegliete bene, ma scegliete

di Galapagos (il manifesto, 20.04.2007)

I fondi pensione non tirano: gli ultimi dati indicano che solo una minoranza dei lavoratori ha optato per l’affidamento dei propri soldi ai fondi negoziali. Ancora minore è il numero di chi sceglie i fondi aperti che le compagnie di assicurazione e le banche stando cercando di lanciare alla grande. Secondo i dati più recenti, nel primo trimestre dell’anno le nuove adesioni ai fondi negoziali sono state meno di 63 mila. Ancora meno i lavoratori che hanno optato per i fondi aperti: secondo una stima de il sole-24 ore meno di 26 mila li hanno scelti. Eppure entro fine giugno milioni di lavoratori dovranno scegliere a chi far gestire i propri soldi. E la scelta principale è se lasciarli in azienda - che poi trasferirà il Tfr all’Inps - o cercare di costruirsi una rendita integrativa puntando su un fondo.

Negli ultimi anni i rendimenti dei fondi hanno mediamente superato quello del trattamento di fine rapporto, complice il buon andamento dei mercati borsistici. Però non sono tutte rose e fiori. Se prendiamo il fondo negoziale più diffuso - Cometa, al quale a fine 2006 avevano aderito circa 315 mila - scopriamo che lo scorso anno i rendimenti sono oscillati, a seconda della gestione più o meno prudente, tra l’1% del comparto sicurezza e il 4,82% del comparto crescita. Questo significa che chi ha scelto di non correre rischi, ha portato a casa 2 punti di rendimento in meno rispetto a quello del Tfr. In generale tutte le gestioni che non trasformano i lavoratori in supporter del mercato borsistico, si rivalutano meno del trattamento di fine rapporto. E nei prossimi anni se la borsa tirerà il fiato, anche le gestioni più «audaci» non daranno soddisfazione ai lavoratori.

I fondi pensione sono una «patacca». Per farli decollare (ma seguitano a volare molto basso) è stato necessario introdurre una tassazione di favore rispetto al Tfr e cercare di rimpolparli un po’ con i versamenti integrativi delle aziende. Che ovviamente non rinunciano ai soldi dei lavoratori gratis. Insomma, la scelta più sicura rimane quella del classico Tfr che alla scadenza del rapporto di lavoro offre un capitale sicuro anziché, come per i fondi, una rendita che diminuisce di molto se vogliamo che sia reversibile. In ogni caso ognuno è libero di scegliere, ma la scelta va fatta: se scatta la clausola del silenzio-assenso e i soldi vengono automaticamente dirottati al fondo negoziale, il datore di lavoro è autorizzato a non versare il contributo supplementare previsto da tutti gli accordi di categoria. Una ulteriore beffa.


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