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"TFR", FONDI PENSIONI, VECCHIE LIQUIDAZIONI. Che fare? Sei mesi per decidere ...

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> "TFR", FONDI PENSIONI, VECCHIE LIQUIDAZIONI. Che fare? Sei mesi per decidere ... 900.000 hanno scelto i fondi pensione. Alla fine dell’anno - conferma il ministro - arriveremo intorno al previsto 40%.

mercoledì 19 settembre 2007

Oggi la relazione annuale del presidente della Commissione di vigilanza Luigi Scimia Alla fine del primo semestre 2007 gli aderenti alla previdenza complementare erano 2,7 milioni

-  Tfr, in sei mesi un aumento del 50%
-  900.000 hanno già scelto i fondi pensione

Damiano: "Sono stati smentiti i profeti di sventura. Bastava aspettare per vedere i risultati" "Confermo che arriveremo, entro fine anno, ad un risultato che oscillerà attorno al previsto 40%"

di ROSARIA AMATO *

ROMA - Un incremento del 50 per cento dei lavoratori iscritti alle forme pensionistiche complementari. E’ il primo bilancio del semestre di avvio della riforma del Tfr, comunicato dal presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Luigi Scimia, in occasione della Relazione annuale. Secondo i dati diffusi oggi da Scimia, i lavoratori che nei primi sei mesi del 2007 hanno optato per la destinazione del Tfr ai fondi pensione sono circa 900.000.

Considerato che a fine 2006 gli iscritti erano 1.800.000, al momento i dipendenti privati iscritti alle forme pensionistiche complementari sono 2,7 milioni. Dati tali da far ritenere che la riforma "sia una scommessa riuscita", come ha sottolineato il ministro del Lavoro Cesare Damiano. "Confermo che saremo in grado di arrivare, entro fine anno, ad un risultato che oscillerà attorno al previsto 40 per cento", ha aggiunto Damiano. Dato ulteriormente confermato da Scimia che ha parlato di una percentuale di adesione che al momento è intorno al 32 per cento.

"Sono contento - ha ribadito il ministro - sono molto soddisfatto. Sono stati smentiti i profeti di sventura. Sono stati smentiti soprattutto quelli che hanno costruito ipotesi su dati inesistenti. Bastava aspettare la relazione di oggi per sapere che le cose andavano nella giusta direzione".

Le adesioni sono particolarmente rilevanti tra i lavoratori del Nord-Ovest. Quanto all’eventuale incidenza della crisi dei mutui subprime sul rendimento dei fondi, Scimia ha assicurato che "le ricadute sul sistema sono state trascurabili" dal momento che "la gestione del risparmio previdenziale viene attuata con particolare cautela e attenzione all’interesse dell’iscritto". Il rendimento medio dei fondi pensione negoziali nel 2006 è stato del 3,4 per cento, superiore al 2,4 per cento della rivalutazione netta del Tfr.

Dati non completi. I dati pubblicati oggi, ha precisato Scimia, non tengono però ancora conto "dei lavoratori che entro il semestre non hanno espresso alcuna manifestazione di volontà circa la destinazione del Tfr, cosiddetti lavoratori silenti". "Un quadro più completo - ha aggiunto il presidente della Covip - potrà pertanto aversi soltanto con l’effettivo versamento delle quote di Tfr che, nella gran parte dei fondi è atteso nel corso del mese di ottobre".

Prevalgono i fondi negoziali. Le scelte dei lavoratori si orientano soprattutto verso i fondi pensione negoziali che, in seguito a un incremento al 30 giugno di 600.000 unità, sfiorano 1,7 milioni di aderenti. Incrementi rilevanti registrano però anche i fondi pensioni aperti e i PIP (i piani pensionistici di tipo assicurativo), rispettivamente con 190.000 e 110.000 nuove adesioni.

Tasso di adesione del 28 per cento. "Le iscrizioni raggiunte - ha ammesso Scimia - se rapportate alla generale platea dei lavoratori dipendenti del settore privato destinatari della riforma, stimabile in circa 12,2 milioni, si traducono in un tasso di adesione che in termini di significatività potrebbe anche apparire alquanto limitato". Tuttavia, ha spiegato il presidente della Covip, considerando i lavoratori che avevano la possibilità di aderire ai fondi pensione negoziali già operativi al 31 dicembre 2006 (gli unici che siano stati interessati da una ampia campagna informativa), i potenziali aderenti scendono invece a circa 8 milioni, e dunque le nuove iscrizioni "portano a un tasso di adesione di circa il 28 per cento, cui andranno ad aggiungersi i lavoratori silenti".

Scarsa l’incidenza della crisi dei mutui. Negli ultimi giorni diversi analisti hanno sollevato il problema della relazione tra la crisi dei mutui subprime e il rendimento dei fondi pensione, che potrebbe risentirne in senso negativo. Gli effetti in Italia, ha assicurato Scimia, sono trascurabili: "Da un primo riscontro relativo al flusso di informazioni pervenuto, è emerso che soltanto qualche fondo è risultato marginalmente interessato a tale fenomeno, essenzialmente in forma indiretta, mediante partecipazione a OICR a loro volta esposti. Le ricadute sul sistema sono state pertanto del tutto trascurabili".

Più adesioni al Nord-Ovest. Dalla distribuzione degli aderenti in base all’area geografica, si rileva una maggiore partecipazione dei lavoratori delle regioni nord-occidentali, nelle quali si concentra il 36 per cento degli iscritti; il 25 per cento si colloca nelle regioni nord-orientali, il 24 per cento nelle regioni centrali e il 15 per cento in quelle meridionali e insulari.

Fondi aziendali e di gruppo al 55,5%. La Covip segnala come particolarmente significativa la crescita riscontrata nei fondi aziendali e di gruppo, nei quali il tasso di adesione sale di circa 12 punti percentuali, portandosi al 55,5 per cento.

I fondi negoziali rendono più del Tfr. Nella Relazione annuala la Covip definisce "soddisfacenti" anche i rendimenti dei fondi pensione. Nel 2006 il rendimento medio aggregato dei fondi pensione di nuova istituzione è stato del 3,4 per cento, contro il 2,4 per cento della rivalutazione del Tfr. I fondi pensione negoziali hanno reso in media il 3,8 per cento, i fondi aperti il 2,4 per cento. I fondi pensione preesistenti hanno reso in media il 4,2 per cento.

Se si considera invece il rendimento quadriennale, dal 2003 al 2006 il rendimento medio aggregato dei fondi pensione di nuova istituzione è stato del 23,4 per cento contro una rivalutazione netta del Tfr del 10,8 per cento.

* la Repubblica, 19 settembre 2007.


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