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Deus "charitas" est (1 Gv., 4. 1-16) ... non "Deus caritas est" (Benedetto XVI, 2006) !!! In Vaticano non c’è solo la Sfinge, ma c’è la peste e c’è Edipo....

MESSAGGIO EU-ANGELICO E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Benedetto XVI ai vescovi d’Irlanda, sulla pedofilia: gli abusi sessuali sui minori sono "crimini abnormi" (2006). E il rapporto della Child Abuse Commission (2009).

IRLANDA: RAPPORTO-SHOCK SU ABUSI FATTI DA RELIGIOSI CATTOLICI AI DANNI DEI MINORI
giovedì 21 maggio 2009 di Federico La Sala
IRLANDA: RAPPORTO-SHOCK SU ABUSI FATTI DA RELIGIOSI CATTOLICI *
LONDRA - "Centinaia" di preti e suore cattolici irlandesi sono stati coinvolti in abusi sessuali e fisici ai danni di minori in istituzioni pubbliche in Irlanda: lo afferma il rapporto della Child Abuse Commission, che ha condotto la più grande indagine di sempre sugli ordini religiosi irlandesi. Lo scrive la stampa britannica.
Il rapporto (3.500 pagine) ha raccolto le testimonianze di circa 2.500 vittime di questi abusi tra (...)

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> MESSAGGIO EU-ANGELICO E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA. Benedetto XVI ai vescovi d’Irlanda, sulla pedofilia: gli abusi sessuali sui minori sono "crimini abnormi"!!!

venerdì 12 gennaio 2007

Ratzinger e la pedofilia *

di Jamie Doward

Nel maggio del 2001, il Cardinal Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, inviò una lettera confidenziale a tutti i vescovi cattolici per proteggere la Chiesa nascondendo gli abusi sessuali sui bambini. Tali abusi dovevano rimanere segreti fino a 10 anni dopo che le vittime avessero raggiunto l’età adulta. Chi avesse violato il segreto sarebbe stato punito anche con la scomunica.

Riportiamo l’articolo del Guardian:

-Pope "obstructed" sex abuse inquiry.
-  Confidential letter reveals Ratzinger ordered bishops to keep allegations secret.

-  Jamie Doward, religious affairs correspondent
-  Sunday April 24, 2005
-  The Observer

Pope Benedict XVI faced claims last night he had "obstructed justice" after it emerged he issued an order ensuring the church’s investigations into child sex abuse claims be carried out in secret.

The order was made in a confidential letter, obtained by The Observer, which was sent to every Catholic bishop in May 2001.

It asserted the church’s right to hold its inquiries behind closed doors and keep the evidence confidential for up to 10 years after the victims reached adulthood. The letter was signed by Cardinal Joseph Ratzinger, who was elected as John Paul II’s successor last week.

Lawyers acting for abuse victims claim it was designed to prevent the allegations from becoming public knowledge or being investigated by the police. They accuse Ratzinger of committing a "clear obstruction of justice".

The letter, "concerning very grave sins", was sent from the Congregation for the Doctrine of the Faith, the Vatican office that once presided over the Inquisition and was overseen by Ratzinger.

It spells out to bishops the church’s position on a number of matters ranging from celebrating the eucharist with a non-Catholic to sexual abuse by a cleric "with a minor below the age of 18 years". Ratzinger’s letter states that the church can claim jurisdiction in cases where abuse has been "perpetrated with a minor by a cleric".

The letter states that the church’s jurisdiction "begins to run from the day when the minor has completed the 18th year of age" and lasts for 10 years.

It orders that "preliminary investigations" into any claims of abuse should be sent to Ratzinger’s office, which has the option of referring them back to private tribunals in which the "functions of judge, promoter of justice, notary and legal representative can validly be performed for these cases only by priests".

"Cases of this kind are subject to the pontifical secret," Ratzinger’s letter concludes. Breaching the pontifical secret at any time while the 10-year jurisdiction order is operating carries penalties, including the threat of excommunication.

The letter is referred to in documents relating to a lawsuit filed earlier this year against a church in Texas and Ratzinger on behalf of two alleged abuse victims. By sending the letter, lawyers acting for the alleged victims claim the cardinal conspired to obstruct justice.

Daniel Shea, the lawyer for the two alleged victims who discovered the letter, said: "It speaks for itself. You have to ask: why do you not start the clock ticking until the kid turns 18? It’s an obstruction of justice."

Father John Beal, professor of canon law at the Catholic University of America, gave an oral deposition under oath on 8 April last year in which he admitted to Shea that the letter extended the church’s jurisdiction and control over sexual assault crimes.

The Ratzinger letter was co-signed by Archbishop Tarcisio Bertone who gave an interview two years ago in which he hinted at the church’s opposition to allowing outside agencies to investigate abuse claims.

"In my opinion, the demand that a bishop be obligated to contact the police in order to denounce a priest who has admitted the offence of paedophilia is unfounded," Bertone said.

Shea criticised the order that abuse allegations should be investigated only in secret tribunals. "They are imposing procedures and secrecy on these cases. If law enforcement agencies find out about the case, they can deal with it. But you can’t investigate a case if you never find out about it. If you can manage to keep it secret for 18 years plus 10 the priest will get away with it," Shea added.

A spokeswoman in the Vatican press office declined to comment when told about the contents of the letter. "This is not a public document, so we would not talk about it," she said.

Clicca qui per visualizzare l’articolo originale sul sito del Guardian

IN ITALIANO

Il papa ha ‘occultato’ l’inchiesta sugli abusi sessuali

di Jamie Doward

Una lettera confidenziale rivela che Joseph Ratzinger ordinò ai vescovi di non svelare gli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici.

Papa Benedetto XVI ha dovuto recentemente far fronte alle dichiarazioni che lo accusano di aver “ostacolato la giustizia”, in riferimento alla sua volontà di mantenere segreta l’inchiesta interna della Chiesa cattolica sullo scandalo degli abusi sessuali su minori.

L’ordine venne impartito tramite l’invio di una lettera segreta - di cui l’Observer è entrato in possesso - inviata nel maggio del 2001 ad ogni vescovo della Chiesa cattolica.

Nella lettera si affermava come la Chiesa dovesse riservarsi il diritto di non rendere pubbliche le proprie indagini per fino a 10 anni dal momento in cui le vittime degli abusi avessero raggiunto l’età adulta. La lettera portava la firma del cardinale Joseph Ratzinger, il successore di Giovanni Paolo II.

I legali delle vittime hanno dichiarato che questa iniziativa aveva un duplice obiettivo: evitare che le ipotesi di reato diventassero di pubblico dominio e impedire che gli organi di polizia ne venissero a conoscenza. Gli avvocati accusano Ratzinger di aver commesso una chiara azione di ostacolo al normale corso della giustizia.

La lettera, che menzionava il compimento di ‘peccati molto gravi’, fu inviata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ufficio vaticano di fatto erede della Santa Inquisizione, per lungo tempo diretto da Ratzinger. Veniva chiaramente illustrata la posizione della Chiesa in merito a diverse questioni, dalla celebrazione del sacramento dell’eucarestia non da parte di cattolici alle molestie sessuali perpetrate da clericali nei confronti di minorenni.

La lettera di Ratzinger affermava che in questi casi la Chiesa poteva legittimamente rivendicare una propria autonoma giurisdizione.

La lettera affermava che la ‘giurisdizione’ della Chiesa doveva avere inizio dal giorno in cui il minore avesse compiuto i 18 anni d’età e, inoltre, per i successivi 10 anni.

Essa prevedeva come i resoconti delle ‘indagini preliminari’ su ogni singolo caso di abuso dovessero essere inviate all’ufficio di cui Ratzinger era a capo, il quale si riservava l’opzione di riferirne a speciali tribunali privati, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici.

‘Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio’, concludeva la lettera di Ratzinger. L’infrazione del segreto pontificio in qualsiasi momento del periodo dei dieci anni di giurisdizione della Chiesa veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la minaccia di scomunica.

Della lettera di Ratzinger si è fatto riferimento in una causa avviata contro una chiesa del Texas all’inizio di quest’anno, a difesa di due giovani vittime di abusi. I legali hanno accusato Ratzinger di aver cospirato per ostacolare il corso della giustizia.

Daniel Shea, il legale delle due vittime che ha divulgato la lettera, ha affermato: “La lettera si commenta da sola. Bisognerebbe chiedersi: perché mai il segreto sulle indagini deve rimanere così a lungo? È un’ostruzione al normale corso della giustizia”.

Padre John Beal, professore di diritto canonico all’Università Cattolica degli Usa, nel corso della propria deposizione l’otto aprile dell’anno scorso, ha riferito sotto giuramento all’avvocato Shea come la lettera ampliasse i poteri di giurisdizione e di controllo della Chiesa sui crimini sessuali perpetrati da ecclesiastici.

La lettera di Ratzinger era stata co-firmata dall’arcivescovo Tarcisio Bertone, il quale due anni fa rilasciò un’intervista nella quale accennava alla contrarietà della Chiesa nel consentire a soggetti esterni di indagare sui presunti abusi sessuali perpetrati. “Secondo il mio punto di vista, la richiesta secondo cui un vescovo debba essere obbligato a denunciare agli organi di polizia gli atti di pedofilia commessi da un prete è completamente infondata” disse Bertone.

L’avvocato Shea ha contestato l’ordine secondo il quale i presunti casi di pedofilia debbano essere giudicati solo da tribunali segreti. “Essi impongono procedure di riservatezza. Se le agenzie di investigazione scoprono il caso, possono occuparsene. Ma non si può indagare su un caso se non lo si scopre mai. Se si impone di mantenere il riserbo prima per diciotto anni e poi per altri dieci, i responsabili la faranno franca”, ha aggiunto.

Un portavoce dell’ufficio stampa del Vaticano ha rifiutato di commentare ciò che è stato detto sul contenuto della lettera. “Non trattandosi di un documento pubblico, non è possibile parlarne” ha detto.

* www.ildialogo.org, Martedì, 09 gennaio 2007


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