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GRECIA: EU-ROPA!!!

Cyber-terra e democrazia. Quale governo per Internet? A Vouliagmeni (Atene), il Forum mondiale. Linee politiche (economiche e ’teologiche’) a confronto: il regno di un "Grande Fratello" o il regno del "Padre Nostro"?

mercoledì 1 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] un appuntamento storico per la rete sia per ampiezza di partecipanti che di tematiche in discussione. Patrocinato dalle Nazioni unite, il Forum riunisce infatti i rappresentanti di 90 paesi, di aziende che operano nella Rete (Yahoo!, Google, Microsoft ecc), di istituti internazionali (Ue, Consiglio d’Europa, Ocse), di organizzazioni in difesa dei diritti umani (Amnesty International) [...]
AL VIA AD ATENE IL FORUM MONDIALE SU INTERNET *
ATENE - E’ iniziato stamane a Vouliagmeni, una (...)

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> GRECIA. A Vouliagmeni (Atene), il Forum mondiale sul governo di Internet

venerdì 3 novembre 2006

Ciao Atene, e tutti felici: abbiamo molto parlato Arturo Di Corinto

Atene/nostro servizio

Equità e libertà: sono questi i due assi principali lungo i quali dovrà svilupparsi l’Internet del futuro. Lo ha detto Nitin Desay, l’inviato speciale delle Nazioni Unite alla conferenza riassuntiva dell’Internet Governance Forum di Atene sintetizzando in questo modo 4 giorni di incontri con 3000 partecipanti e 500 delegazioni di quasi cento paesi. Ma il governo futuro di Internet non sarà né semplice né lineare. Tutti ne sono consapevoli. Ed è stato ripetuto anche nella conferenza finale. Occorre lo sforzo di tutti.

La governance di Internet, cioè le azioni necessarie a garantire la stabilità, la compatibilità e l’interoperabilità dei sistemi su cui si basa, la salvaguardia dei diritti e la definizione delle responsabilità di chi la usa, la protezione dall’abuso da parte degli utenti finali e il suo svilupo tecnologico, richiede la partecipazione di tutti i soggetti interessati, i famosi "stakeholder", e cioè la società civile, i governi, le imprese, l’Università, e non può darsi senza la loro cooperazione. Che non è facile né immediata. Gli interessi in gioco sono molti, e si configurano in un arcipelago di poteri e di interessi spesso confliggenti. Internet, ha ragione Stefano Rodotà, è uno spazio di conflitto, e ormai è chiaro quanto importante è trasformare questo conflitto in nutrimento per la democrazia.

Chi si aspettava un risultato immediato dal meeting potrebbe essere rimasto deluso, ma il valore profondo dell’incontro, che non aveva mandato per statuire raccomandazioni o linee guida, come ha ricordato il coordinatore del forum, Markus Kummer, è stato quello di aver contribuito ad innalzare il livello di consapevolezza su tutti i temi del governo di Internet. L’importanza degli standard aperti ad esempio, per garantire l’interoperabilità dei dati, l’incremento delle misure di protezione da virus, spamming e malware, l’utilità del software libero per i paesi in via di sviluppo, la necessità riequilibrare i diritti di "proprietà intellettuale" per ripagare i titolari senza penalizzare utenti e consumatori digitali, favorire la produzione di contenuti locali nei linguaggi locali e tramandare, attraverso la rete, storia e memoria di tutti i popoli e di tutti i gruppi etnici. Infine, garantire un adeguato livello di protezione per l’esercizio dei diritti fondamentali, come quelli d’opinione ed espressione, per pretendere i quali Amnesty International ha depositato nelle mani dei rappresentanti delle Nazioni Unite 50 mila firme contro la censura online.

Insomma, insieme a questo processo di consapevolizzazione, l’altro risultato è stato quello di far incontrare e mettere insieme persone diverse con lo stesso obiettivo: rendere Internet uno strumento sempre più democratico, inclusivo e ubiquo. A questo fine negli ultimi giorni si sono create delle "coalition", gruppi di lavoro impegnati a dettagliare le problematiche individuate e a suggerire delle soluzioni pragmatiche e praticabili. L’università di Brema ha creato una "coalition" su privacy e sviluppo umano; lo Swiss internet user group, una coalition per la totale accessibilità di Internet alle persone con disabilità, altri gruppi composti da Ong, imprese, enti intergovernativi lavoreranno sugli standard aperti, sul copyright e l’Internet bill of rights proposto dagli italiani (e che ha avuto un inatteso successo), e infine la coalition sulle questioni di genere che si incontrerà a breve in Costa Rica. Tutte insieme si ritroveranno a Rio De Janeiro il prossimo novembre del 2007, per continuare nel 2008 in India, nel 2009 in Egitto e nel 2010 in Lituania oppure Azerbaijan.

Certo non sono mancate le voci stonate, come quella di chi ritiene che nel forum non erano rappresentati certi valori o certe categorie di persone, nonostante che, come ha detto Desai, «le porte del forum siano sempre aperte, e non c’è bisogno di essere invitati per partecipare». «Semmai - ha aggiunto - dobbiamo porci il problema di come finanziare la partecipazione di chi non può permetterselo». Qualcuno ha sollecitato l’invenzione di un nuovo format per questi incontri che permetta di giungere a risultati concreti ad ogni round. E probabilmente accadrà attraverso il luogo di ritrovo virtuale suggerito alle coalitions: www.Igf2006.info, è il posto dove con un click potranno depositare i propri documenti e discutere via mailing list le proposte con un metodo collaborativo e basato sul consenso. Esattamente il metodo con cui è nata e cresciuta la rete Internet.

Se pensiamo che tutto è cominciato con la guerra dei DNS, la diatriba su chi deve gestire i nomi di dominio in Internet, c’è di che essere soddisfatti.

* unita.it, Pubblicato il: 03.11.06 Modificato il: 03.11.06 alle ore 7.06


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