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Dialogo e Pace

ATTUALITA’ DI CELESTINO V (Pietro da Morrone). CONVEGNO NAZIONALE. SULMONA (25.11.2006).

mercoledì 15 novembre 2006 di Federico La Sala
Convegno Nazionale
Dialogo e Pace
Attualità di Celestino V
Sulmona,
Auditorium Palazzo dell’Annunziata,
sabato 25 novembre 2006
A cura di Casa per la Pace • Sulmona
COMITATO “PACE E DIRITTI UMANI”
REGIONE ABRUZZO
PROGRAMMA
ore 15.30 - Presentazione
Saluto dei Rappresentanti Istituzionali
ore 16.00 - Tavola rotonda:
• DIALOGO INTERPERSONALE
Dott.ssa Angela DOGLIOTTI MARASSO
Centro per la Noviolenza di Torino
• DIALOGO INTERRELIGIOSO
Dott.ssa Shahrzad HOUSMAND ZADEH
Docente di (...)

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> ATTUALITA’ DI CELESTINO V (Pietro da Morrone). ... all’Aquila, alla 713ª Perdonanza celestiniana.

martedì 28 agosto 2007


-  L’intramontabile attualità del perdono

-  Una parola più potente di ogni debolezza umana

di Francesco D’Agostino (Avvenire, 28.08.2007)

«Perdonate sempre, perdonate tutti»: così, nei Fratelli Karamazov, Dostoevskij riassume il messaggio pastorale dello starec Zosima, il maestro spirituale del più giovane dei Karamazov, Alioscia. È un messaggio che pervade in forme sottili tutto il romanzo e che assume un’impressionante evidenza nella conclusione, quando Dimitri Karamazov, prima imputato e poi ingiustamente condannato per parricidio, giunge tra indicibili sofferenze spirituali ad accettare la pena che gli è stata comminata e si dispone ad espiare fino in fondo una colpa che non ha commesso. Perché il perdono è anche e soprattutto questo: non semplicemente tollerare le altrui violenze, rimuovere lo sgradevole ricordo delle ingiustizie a torto subite, riconoscere le ragioni che possano giustificare le azioni malvagie che ci hanno colpito, ma percepire lucidamente, nella loro esatta rilevanza, le colpe altrui e prenderle su di sé, facendosene carico fino in fondo, con tanta maggiore determinazione, quanto più si ha la certezza che si tratta di colpe gravi, ingiustificabili, imperdonabili. È assurdo pensare al perdono in questi termini? Eppure, il perdono che Dio ha concesso agli uomini, la sua grazia, è stato assurdo nella sua immensità e ha avuto un prezzo immenso: la croce.

È per questo che, per chi si collochi al di fuori della prospettiva della croce, è ben difficile non solo parlare di perdono, ma addirittura riuscire a concettualizzare questo concetto. Si racconta che crollato il nazismo, il grande filosofo esistenzialista Karl Jaspers venne invitato a tornare in Germania, per contribuire alla ricostruzione morale del suo paese, dal quale si era consapevolmente autoesiliato durante gli anni del dominio hitleriano. Dopo un sofferto dibattito interiore, egli declinò l’invito e finì per stabilirsi in Svizzera. Come poteva tornare a vivere in mezzo al popolo tedesco, perdonandogli le sue follie, le violenze, le guerre, l’ olocausto? Per quanto in genere vengano rimosse, domande di questo genere cont inuano a ripresentarsi in forme piene di angoscia: come perdonare l’imperdonabile? Esistono -e come attivarle, se esistono- forze puramente umane, che possano indurre al perdono? E cosa può rendere davvero credibile il perdono?

Potrebbe sembrare che, essendo questa la questione centrale che agita gli spiriti di coloro che in questi giorni prendono parte, all’Aquila, alla 713ª Perdonanza celestiniana, drammatica e lacerante debba essere anche il carattere di questa singolare manifestazione. E’ certamente così, perché il tema del perdono è costantemente preso sul serio, in tutti i numerosi eventi in cui si articola il suo programma (e in particolare nel convegno giuridico che si è svolto sabato 25 agosto presso il Palazzetto dei Nobili sul tema "Il perdono e la pena"). Ma i nodi drammatici che inevitabilmente si evocano, quando si parla di colpa e di perdono, all’Aquila sembrano stemperarsi.

La Perdonanza infatti vive non tanto grazie all’impegno concettuale e pastorale di generosi intellettuali e di parimenti volenterosi predicatori, ma a partire dalla memoria storica di Celestino V. Se mancasse il ricordo di Celestino V e della sua santità, se mancasse la sintesi tra annuncio della parola e vangelo del perdono, la Perdonanza si estrinsecherebbe in una serie sconnessa, anche se prestigiosa, di singoli e lodevoli eventi religiosi, artistici, culturali. La Perdonanza è certamente tutto questo, ma nello stesso tempo molto più di tutto questo: è in primo luogo un affidarsi a Dio e alla sua misericordia, nella speranza e nella fede che tramite questo affidamento può darsi spazio alla carità. Ancora oggi la Perdonanza è testimonianza di una convinzione di cui il mondo non può fare a meno, se vuole sopravvivere: quella di chi crede che il male non riuscirà mai a prevalere sul bene e quella di chi spera che l’ultima parola della storia non sarà mai una parola né di vendetta, né di pena, ma di perdono.


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