La Nakba, 63 anni dopo
di Edvino Ugolini (l’Unità, 18.05.2011(
A 63 anni dalla Nakba che vide la cacciata di quasi un milione di palestinesi dalla loro terra e la distruzione di 500 villaggi, si è celebrata questa giornata tra speranze e paure. La speranza per una Palestina finalmente libera e la paura per un ritorno allo scontro armato che ha pesantemente segnato la ricorrenza.
La speranza è data dall’accordo siglato tra le due più importanti fazioni palestinesi, Hamas e Fatah, che come seguito avrà a settembre l’annuncio per la nascita di uno Stato sovrano e indipendente da Israele. Per quella data, il governo israeliano sta valutando anche l’ipotesi per il ritiro delle sue truppe, come riferisce il quotidiano Haaretz.
Sta di fatto che circa quattro milioni di palestinesi continuano a vivere da profughi in Cisgiordania, Gaza, Libano e negli altri stati arabi confinanti. Tutti attendono il diritto al ritorno previsto dalla risoluzione n.194 dell’Onu, risalente al 1948, ma che non ha trovato a tutt’oggi una soluzione concreta, al contrario, essa viene ritenuta dalle autorità israeliane una questione non negoziabile.
Proprio in questi giorni il Convoglio restiamo umani, composto da una ottantina di attivisti, ha raggiunto Gaza, per ricordare il volontario italiano Vittorio Arrigoni ad un mese dalla sua morte.