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Al di là della trinità "edipica" - e "mammonica" ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006)!!!!

LUCETTA SCARAFFIA E MARY ANN GLENDON: CONTRO IL FEMMINISMO, RILANCIANO LA VECCHIA "DIABOLICA ALLEANZA" CON LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA. "NUOVA ALLEANZA"?!: A CONDIZIONE CHE ACCANTO A "MARIA" CI SIA "GIUSEPPE"!!! - a c. di Federico La Sala

Uscire dallo "stato di minorità" non significa mangiare un "piatto di lenticchie" ... né "sposare" il figlio!!!
venerdì 26 gennaio 2007
Un nuovo femminismo che tuteli la vita e non imiti soltanto i modelli maschili: un faccia a faccia ieri a Roma
Donne e Chiesa, nuova alleanza?
Nella storia del cristianesimo i primi casi di donne leader sul piano culturale e spirituale.
Per superare le incomprensioni è fondamentale proporre modelli di vera ed efficace complementarietà
Da Roma *
La Chiesa va d’accordo con le donne, ma non con il femminismo, se per femminismo intendiamo il movimento che si è sviluppato a partire dagli (...)

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> LUCETTA SCARAFFIA E --- RITANNA ARMENI. coordina con Lucetta Scaraffia «Donne Chiesa Mondo» l’inserto femminile de l ’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. Intervista (di Tullia Fabiani - «Un modo diverso di vivere la fede»).

venerdì 14 giugno 2013

Ritanna Armeni: «Un modo diverso di vivere la fede»

intervista a Ritanna Armeni

a cura di Tullia Fabiani (l’Unità, 14 giugno 2013)

«È un’esperienza arricchente, mi ha aperto un mondo». Ritanna Armeni, giornalista, di sinistra, femminista, trascorsi a il manifesto e a l’Unità, coordina con Lucetta Scaraffia «Donne Chiesa Mondo» l’inserto femminile de l ’Osservatore Romano , il quotidiano della Santa Sede. Lo fa da un anno e ne è entusiasta. «L’idea era quella di fare un inserto mensile che valorizzasse il ruolo delle donne nella Chiesa. Sono circa 700 mila e hanno ancora un ruolo abbastanza nascosto, benché operino dappertutto: si occupano dei bambini, dei malati, dei preti; gestiscono attività umanitarie e missioni in tutto il mondo, ma il loro lavoro resta nell’ombra. Non è valorizzato da una Chiesa che in sostanza è ancora misogina».

Per la prima volta il giornale della Santa Sede ha un inserto femminile. Le donne cui si riferisce che ne pensano?

«Le donne che operano nella Chiesa e ne fanno parte sono consapevoli della misoginia ancora presente. A loro modo la combattono. Nella storia del cattolicesimo ci sono donne che hanno avuto un ruolo straordinario e che sono riuscite a vincere resistenze ed esclusioni. Ci sono tanti modi per combattere: noi siamo scese nelle piazze, abbiamo manifestato, chiesto leggi, loro agiscono attraverso la fede che hanno in Dio, attraverso il Vangelo, in cui le donne sono protagoniste, e attraverso un impegno, spesso silenzioso, ma determinante».

L’idea come è nata?

«L’idea è nata durante una passeggiata in campagna con Lucetta Scaraffia, una storica che da sempre si occupa di storia religiosa e storia delle donne, e con il direttore de l ’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. All’inizio lui aveva qualche dubbio, poi ci ha pensato e deve dire che in poco tempo ha cambiato idea e ha sostenuto l’iniziativa. Il primo numero è uscito nel 2012, a maggio. Qualche settimana fa abbiamo compiuto un anno».

A distanza di un anno qual è il suo giudizio?

«Per quel che mi riguarda l’ho trovata un’esperienza decisamente arricchente, perché mi ha aperto un mondo. Mi ha fatto conoscere donne di cui ignoravo l’esistenza e scoprire visioni molteplici: religiose e non. Di recente ho intervistato un pastore valdese donna; ecco incontrare le diverse espressioni della fede presenti nell’universo femminile, per me che non ho fede, è un’occasione di grande confronto. E poi colpisce la differenza con l’atteggiamento maschile».

Anche nella fede c’è differenza di genere?

«Ho notato che c’è un modo diverso di vivere la fede; quello femminile è estraneo al potere e molto attento alla cura. La fede viene vissuta in modo molto più disinteressato e altruista dalle donne e questo mi colpisce e mi affascina».

E lei come vive la fede?

«Il mio rapporto con la spiritualità è sempre stato molto intenso. Non sono cattolica, ma ho una mia spiritualità e un profondo interesse per le religioni e per la fede che ho sempre coltivato. Penso che sia anche grazie a questa spiritualità che vivo felicemente questa esperienza editoriale e umana».

E il fatto di essere una donna di sinistra e di aver fatto battaglie per la legge sull’aborto e per il divorzio non è unproblema?

«Ho trovato una continuità di ricerca rispetto alla mia esperienza di militanza come donna di sinistra. Certo non c’è dubbio che se dovessimo affrontare alcuni temi - penso ad esempio all’aborto, ai matrimoni gay, all’eutanasia - ci sarebbero visioni e idee decisamente diverse. È chiaro che per l’Osservatore Romano valgono quelle espresse dalla Santa Sede, ma resta un ampio spazio di riflessione che si è aperto attraverso questa esperienza, in particolare sul ruolo delle donne e sulla necessità di valorizzarlo. Del resto questa è la ragione sociale dell’inserto. E poi devo dire un’altra cosa: se scrivessi oggi di aborto, per quanto convinta che la legge 194 sia una conquista da non mettere assolutamente in discussione, scriverei che adesso non è questo il problema».

Vale a dire?

«Credo che oggi la questione non sia così importante per le donne come lo era trenta anni fa. Oggi i figli non si fanno perché non c’è il lavoro e se c’è nella maggior parte dei casi è precario; non c’è una rete sociale di sostegno alla maternità, e quindi penso che il problema non sia tanto l’aborto quanto aiutare le donne, soprattutto le più giovani a essere madri».

Molte femministe e molte sue compagne, potrebbero dissentire. Ha già ricevuto critiche?

«La mia partecipazione alla realizzazione dell’inserto ha suscitato in generale molta curiosità, ma nessuno mi ha mai accusato di aver tradito degli ideali o una visione culturale e politica che ha sempre accompagnato la mia vita».

Progetti per il futuro?

«Non mi dispiacerebbe che diventasse un settimanale e magari uscisse tutti i giovedì».


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