Inviare un messaggio

In risposta a:
Cosmo-Logia...
 
TERRA - 39 Kb
TERRA

2006 *** LA LUNGA NOTTE *** 2007 *** La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI *** BUON NATALE *** FELICE ANNO NUOVO *** 2008*** 2009***2010***

giovedì 4 gennaio 2007 di Federico La Sala
Italiano - buon Natale e felice anno nuovo
Aragonese - Goyosa Nadal y millor año nuebo
Asturiano - bon Nadal y feliz añu nuevu
Basco - zorionak eta urte berri on
Bolognese - bån Nadèl e un ân nôv pén ed felizitè
Bresciano - bon Nedal e bu an nof
Bretone - Nedeleg laouen ha bloavezh mat
Calabrese - buonu Natali e filici annu nuovu
Cornish - Nadelik lowen ha blydhen nowydh da
Croato - cestit Božic i sretna nova godina
Danese - glædelig jul og godt nytår
Esperanto - felican (...)

In risposta a:

> ***La LUCE del SOLE e la PAROLA della TERRA!!! ***AUGURI: BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO ***

sabato 30 dicembre 2006

Un 2007 fuori dalla storia

di GUIDO CERONETTI (La Stampa, 30.12.2006)

Stiamo attenti a non identificare storia e mondo: la fine della storia non coincide con la fine del mondo (inteso non come corpo celeste orbitante ma come biosfera in cui è inscritta nella temporalità la vicenda umana). L’abitabilità per l’uomo di questa terra vivente è in pericolo a causa di un’accelerazione storica da ultimo traguardo, che con sé trascina, da cieli e ghiacci ai fondali oceanici, le teste smarrite di numerose specie costrette dalla corsa umana ad una prematura estinzione. La fine della storia non la do qui come ipotesi filosofica: è un evento non eludibile che sta avvenendo, leggibile anche nella quotidianità più banale, accompagnato da stati di preguerra e di guerra (da Marte nevrotico e schizofrenico) che coprono e livellano tutto.

Rispolverando una personale Macchina del Tempo, potremmo misurare i molti milioni d’anni di abitabilità per l’uomo che le generazioni del Ventesimo (tutte di noi, giovani o matusa), a prezzo di fatiche da manodopera forzata della Volga sovietica, hanno consumato mentre si figuravano di campare tra la quarantina d’anni di Marilyn piccola falena e i centodue del pensatore guerriero pour le mérite Ernst Jünger, due esistenze, nel proprio saturarsi d’essere, esemplari. Dove l’uomo di scienza, d’accordo con l’uomo-massa, ritiene si stia passando, in questa precisa fase lunare, dal calendario 2006 al 2007 di era cristiana, l’uomo di pensiero va più vicino alla verità collocando tutte queste nostre storie di tempo storico - di lacrime e di rose sparse, di cure e di bombe - in un altrove temporale nel quale 2006 o 7 o 8 pigliano una bizzarra sequela di zeri dopo zeri, tale che la fine della storia diventa ora e subito afferrabile e sperimentabile, farcita d’attuale come il telegiornale che andrà in onda tra poco.

Il pensiero più crudele è in questa persuasione: non cambierà più.

Si può lasciare, per pietà, la porta nel muro del miracolo socchiusa.

Vivere in una temporalità da morte di Dio era pur sempre un modo di esistenza nel divenire storico - quantunque con il respiratore malfunzionante - ma nella morte della storia la vita nel suo insieme perde i suoi appigli di senso estremi: è l’universale trionfo egualitario - dalla durata fuori calcolo - della purità liscia, agghiacciatrice, dell’Insignificante.

La storia, finché è vissuta (tre, quattro millenni) aveva dolori di puerperio come il povero Geremia, per spremere da sé un (o il) significato di tutto quanto l’essere fino all’attimo presente. C’era una nobiltà disperata e una bellezza tragica in questo sforzarsi di gruppi michelangioleschi dentro un mare di tenebra: ne fiutiamo le tracce, i segni... L’Insignificanza è però già vittoriosa da quando la dittatura totalitaria del Mercato ha occupato tutti i valichi, all’esterno e nelle coscienze, da quando la politica (che nel tempo storico era asservita a ideali di altre forme di distruttività) non ha più avuto in testa e in bocca altro che un pensiero unico di farnetico (sappiamo fin troppo che crescita -sviluppo-innovazione-ripresa-investimento-globalizzazione ne sono il torvo, avvilito refrain idiomatico) e in questo pensiero chiodato c’è il segno di un potere che ci strega senza svelarsi, un potere che ha da un pezzo instaurato un dominio assoluto in cui la storia muore asfissiata come un condannato nel Braccio di Huntsville. La Tecnica matura è questo potere: travestito da docile utilità ha potuto occupare tutto.

Cibele aveva i suoi leoni - la Tecnica ha i cani realissimi del mercato e dell’economia, di cui si compone il suo ineluttabile trono di letame.

Di là viene distribuito a tutti il menù fisso dell’Insignificante. Dopo una lunga vita spesa nella ricerca di un vero significato, anch’io mi ritrovo di fronte a questo muro - o mare.

Osservo i progressi della fascinazione che l’Occidente subisce da parte della Cina. Questo impero detto dagli sciocchi emergente (siamo ben oltre!) ha interpretato con sinistra intelligenza il segnale cosmico, e alla storia moribonda del resto del mondo si è affrettato a contrapporre la grande onnipotente pervasiva Muraglia dell’Insignificanza di tutto in tutto: guarda là e vedi il tuo domani, povera Europa dei luoghi comuni. La Cina farà di noi un altro sommerso, smisurato Tibet, in cui non abbiamo saputo leggere l’alfabeto di morte, di manette mentali, che v’iscrisse, nello stupro delle valli e dei monasteri, l’invasione maoista nel 1950. Un canarino in gabbia su cui è fisso l’occhio di un cobra siamo. Ma l’occhio del cobra Cina guarda già da al di là della storia il mondo: questo ne rende il magnetismo più terso, più spietato. Là non si trattano Affari, là si è attratti, ed è il gorgo.

La vecchia signora di Cracovia, Wislawa Szymborska, sussulto - ancora - del genio di un libero Occidente, nei suoi versi sull’Undici Settembre, alza un lembo sull’Insignificante in cui siamo, nello schema di un tragico avvertimento, entrati. Vede figure cadenti da un muro disumano incendiato, e da quei manichini atterriti scivolare via dalle tasche e dai grembiuli penne, caramelle, appunti, temperini. E quelle umane stelle cadenti non toccheranno - perché il grave poeta si rifiuta di scrivere questo troppo ordinario finale - il suolo. Immagine forte di ciò che già siamo: insignificanze che patiscono, che precipitano, ma che non hanno diritto a un termine nella loro caduta.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: