La classifica mondiale che studia l’utilizzo dei nuovi business digitali
Il nostro Paese č migliorato negli ultimi anni, ma resta fanalino di coda
Ibm, Italia 25esima per e-readiness
Ultima in Europa per tecnologia
ROMA - Internet e tecnologie digitali, l’Italia č ancora indietro. L’Economist Intelligence Unit in collaborazione con l’Institute for Business Value di Ibm ha stilato la classifica annuale dei paesi in cui maggiore č l’e-readiness, ossia l’indice che valuta il progresso nell’adozione delle nuove tecnologie business digitali: l’Italia si piazza al 25esimo posto, con un tasso pari a 7,55 su 10.
Stando alla nuova classifica Ibm, l’Italia rispetto al 2005 ha migliorato di qualche punto la propria preparazione, ma non ha tenuto il passo degli altri paesi, scivolando dalla 24esima alla 25esima posizione, tra Spagna e Portogallo, sotto paesi come Bermuda, Israele o Singapore. Al vertice si trovano ancora Danimarca e Stati Uniti (8.95 punti), seguiti da Hong Kong (8,91), Svizzera e Svezia con 8,85.
Nelle sei categorie prese in esame dalla ricerca (infrastrutture tecnologiche, contesto di business, fattori socio-culturali, quadro legale di riferimento, policy e vision del governo, modelli di consumo e del business), l’Italia ottiene un buon piazzamento solo in relazione al "quadro legale di riferimento", collocandosi al primo posto tra gli stati dell’Europa Occidentale e all’ottavo a livello mondiale.
Per quanto riguarda le altre categorie abbiamo una classifica tutt’altro che lusinghiera. Nelle infrastrutture tecnologiche siamo al 13esimo posto a livello europeo e al 23esimo a livello mondiale tra le peggiori fra le economie avanzate; a proposito del contesto tecnologico, l’Italia č ultima a livello europeo - con la Grecia - e si colloca al 41esimo posto nel mondo. Un leggero miglioramento si riscontra per i fattori socio-culturali dove siamo dodicesimi a livello europeo e ventesimi a livello globale; per la policy e vision del governo (rispettivamente tredicesimo posto e ventitreesimo) e per i modelli di consumo e del business (quindicesima posizione europea e ventisettesima mondiale).
Grazie all’analisi approfondita della ricettivitā dell’economia italiana verso le opportunitā offerte dalle tecnologie digitali, lo studio Ibm raccomanda alcune azioni capaci di incrementare l’e-readiness: una politica di investimenti strategici in infrastrutture attuata in collaborazione dal governo centrale e da quelli locali; una stretta partnership tra pubblico e privato per assicurare il progresso nelle aree interessate dalla ricerca; infine il sostegno a progetti d’eccellenza.
* la Repubblica, 13 aprile 2008