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Gioacchino da Fiore

LA POLONIA E IL VESCOVO SPIA, LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO, GORBACIOV, E WOJTYLA. UNIONE SOVIETICA E CHIESA CATTOLICA: UNA SOMIGLIANZA CATASTROFICA E UN NODO NON ANCORA SCIOLTO !!! TUTTA L’ "ANALISI" IN UNA VIGNETTA DI "LE MONDE", RIPRESA DA "CUORE", DEL 1989 !!!

giovedì 11 gennaio 2007 di Maria Paola Falchinelli

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> LA POLONIA E IL VESCOVO SPIA, LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO, GORBACIOV, E WOJTYLA. UNIONE SOVIETICA E CHIESA CATTOLICA: UNA SOMIGLIANZA CATASTROFICA E UN NODO NON ANCORA SCIOLTO !!! TUTTA L’ "ANALISI" IN UNA VIGNETTA DI "LE MONDE", RIPRESA DA "CUORE", DEL 1989 !!!

venerdì 12 gennaio 2007

La strategia adottata dall’Episcopato dopo lo scandalo Wielgus. Ricerche sui trascorsi di ognuno dei 45 vescovi titolari di una diocesi

Polonia, al setaccio il passato dei vescovi Bertone: "Verifica anche per i politici" *

VARSAVIA - Un processo di "trasparenza" e "purificazione", nel quale tutti i vescovi polacchi si sottoporranno a una verifica sul loro passato durante il regime comunista. Questa la "soluzione sistematica" emersa dalla riunione straordinaria dei vescovi, oggi a Varsavia, indetta per discutere una strategia comune dopo lo scandalo dell’arcivescovo designato della capitale, monsignor Wielgus, costretto alle dimissioni per il suo passato di collaboratore dei servizi segreti comunisti. Una verifica, quella alla quale l’Episcopato ha accettato di sottoporsi, che avverrà attraverso la commissione storica della Chiesa di Polonia e su precise indicazioni del Vaticano. Appresa la notizia, il segretario di Stato vaticano, monsignor Tarcisio Bertone, ha commentato: "Sarei contento se questo screening si facesse anche per i funzionari dei partiti, per i politici e per gli amministratori pubblici nella società polacca".

Le conclusioni della riunione sono state rese note oggi dal presidente della conferenza episcopale polacca, monsignor Jozef Michailik. E per esprimere la volontà di avviare un processo di "trasparenza e purificazione", l’Episcopato ha deciso inoltre di rivolgere una lettera aperta ai fedeli della Polonia, lettera che sarà presentata in tutte le chiese del Paese domenica prossima.

Così si svolgerà la verifica. Ognuno dei 45 vescovi polacchi titolari di una diocesi, dovrà presentare domanda alla Commissione storica ecclesiastica, che darà il via al processo di verifica presso gli archivi dell’"Istituto nazionale di rimembranza", dov’è custodito quel che resta dei documenti dei servizi segreti comunisti. I risultati della ricerca verranno comunicati all’interessato ma anche trasferiti, per un ulteriore esame, a una seconda commissione, formata da storici laici ed esperti.

Questa seconda commissione - una specie di secondo grado di inchiesta - è una novità decisa oggi dalla riunione di Varsavia. Alla fine del procedimento, che si prevede piuttosto lungo e complesso, i fascicoli (non è stato precisato se quelli più delicati oppure tutti) verranno inviati presso la Santa Sede per un giudizio finale.

La decisione di sottoporsi individualmente a verifica - ha spiegato il presidente dell’Episcopato polacco - è stata presa all’unanimità durante la riunione. Per la verità, lo stesso Michailik aveva inviato due settimane fa una lettera a tutti i capi di diocesi invitandoli "delicatamente" ad accettare un’inchiesta sul proprio passato. A marzo, in una riunione generale della Chiesa polacca, il processo di verifica sul passato sarà esteso anche a tutti i vescovi ausiliari.

Si è detto "contento di questa decisione" monsignor Bertone, soprattutto "perché la comunicazione è essenziale, in quanto un deficit di comunicazione è dannoso in particolare perché impedisce il discernimento". Il porporato, riferendosi all’autenticità o all’eventuale contraffazione dei documenti, ha sottolineato che "occorre potere operare con discernimento tra ciò che è autentico e ciò che è contraffatto".

* la Repubblica, 12 gennaio 2007.


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