Catania, il giudice sportivo squalifica lo stadio "Massimino" fino a giugno *
Squalifica del campo fino al 30 giugno 2007, obbligo di disputare le gare a porte chiuse, e ammenda di 50mila euro. Questa la sanzione decisa dal giudice sportivo Giampaolo Tosel nei confronti del Catania, in seguito agli incidenti dello scorso 2 febbraio allo stadio Angelo Massimino, culminati nella morte dell’ispettore Filippo Raciti.
Nelle motivazioni della sentenza, che includono un resoconto dettagliato degli eventi legati al derby Catania-Palermo, il giudice ha spiegato: «Dall’esame delle immagini televisive, indelebili nella memoria e nella coscienza collettiva» risulta «inequivocabile la responsabilità della società etnea per i comportamenti delinquenziali commessi dai suoi sostenitori». Il magistrato sportivo ha poi deciso di annullare ogni differenza tra i fatti avvenuti fuori e dentro lo stadio: «la dinamica degli eventi - ha precisato Tosel - induce a ritenere, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, che l’intollerabile aggressione alle forze di polizia sia stata connotata da un’unicità di programmazione e da un coordinamento nell’azione che all’interno dello stadio si generava, si rafforzava e si alimentava». Il giudice ha poi sottolineato il comportamento recidivo dei tifosi catanesi: «È necessario rilevare l’assoluta inefficacia dissuasiva delle sanzioni già inflitte nel corso della stagione sportiva alla società Catania per atti di violenza commessi dai suoi sostenitori», scrive Tosel.
Una sentenza «annunciata», per l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, che però non manca di esprimere il proprio disappunto al riguardo: «Vorrei capire un po’di cose, ho letto un’intervista del giudice Tosel che spiega di non aver punito Roma e Torino, per i cori durante il minuto di raccoglimento, perché la parte sana del pubblico ha prevalso sul resto della tifoseria: ma allora la parte sana di Catania non esiste? Siamo, per caso, cittadini del terzo mondo?». E poi lo sfogo: «Con questa sentenza si mette una città in ginocchio, la si costringe a chiudere con il calcio e in più era chiaro che la nostra limitata in quanto i fatti erano successi fuori dal campo».
Ancora più amareggiata la reazione del presidente della Provincia di Catania, l’eurodeputato Raffaele Lombardo: «L’inconfessata irritazione che da tempo covava tra i padroni di questo pseudo calcio contro il Catania nella massima serie A ha trovato modo di esprimersi con una sentenza ingiusta e discriminatoria nei confronti della società e della società calcistica etnea». Gli fa eco il sindaco della città, Umberto Scapagnini: «Continua un periodo terribile per Catania. La decisione del giudice sportivo della Lega Calcio, Giampaolo Tosel, appare quanto mai abnorme oltre che ingiustamente punitiva nei confronti dell’intera collettività catanese». In una nota congiunta, scritta da Scapagnini col vicesindaco e assessore al Calcio Catania, Giuseppe Arena, si legge: «Ancora profondamente addolorati per la tragica scomparsa di un eroico figlio della nostra terra, caduto per difendere l’ordine pubblico, per mano di violenti balordi che nulla hanno a che vedere con la nostra città, con lo sport e con il Calcio Catania, subiamo oggi l’ennesima ingiustizia con il provvedimento che obbliga la nostra squadra di calcio a disputare le gare interne a porte chiuse e in campo neutro fino al termine della stagione».
* l’Unità, Pubblicato il: 14.02.07, Modificato il: 14.02.07 alle ore 16.23