Catania-Palermo, morto poliziotto. Il calcio si ferma
"Il campionato si ferma a tempo indeterminato". Lo ha deciso il commissario straordinario Figc Luca Pancalli dopo la morte di un poliziotto negli scontri durante Catania-Palermo. Ferma anche la Nazionale. L’ispettore capo Filippo Raciti, 38 anni, è stato ucciso da una bomba carta. Il derby, anticipato per la coincidenza con la festa di Sant’Agata, è durato più di due ore e venti, con una lunga sospensione per via dei lacrimogeni in campo a seguito degli incidenti fra polizia e tifosi del Palermo fuori e dentro lo stadio. Decine i feriti, una ventina i fermati, nove arrestati. Napolitano: "Profondo dolore". *
00:31 Prodi: "Segno bruttissimo".
"Non è possibile che lo sport diventa lutto e delinquenza". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Romano Prodi a Tv7 su Raiuno. "Bisogna riflettere su cosa fare perchè non si possono riempire gli stadi di polizia e carabinieri - continua Prodi - c’è bisogno di educazione forte e disciplina, sei mesi fa abbiamo vinto il campionato del mondo e adesso questa tragedia è un segno bruttissimo. Il primo pensiero va al ragazzo morto e alla famiglia, ho sperato fino all’ultimo in un esito diverso: è morto per servizio e per la nostra sicurezza. Non può più andare avanti una situazione di questo genere".
00:16 Amato segue l’evolversi dei fatti.
Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato tramite il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, ha trasmesso il suo cordoglio per la morte dell’ispettore Raciti a Catania. Il pensiero del ministro Amato - spiegano dal ministero dell’Interno - è per la famiglia dell’agente al quale il ministro esprime vicinanza. Amato è in continuo contatto con il capo della Polizia e segue l’evolversi della situazione.
00:15 Tifosi del Palermo lasciano Catania.
Da pochi minuti i tifosi del Palermo hanno lasciato Catania. All’uscita dallo stadio "Massimino" non si sono registrati altri incidenti.
00:13 Pulvirenti: "Prenderemo decisione forte".
"Non è la prima volta che succedono incidenti a Catania, già per il derby contro il Messina ci sono stati dei problemi. Noi come società abbiamo sempre condannato questi episodi, ci siamo anche costituiti parte civile ma evidentemente non è bastato. Prenderemo una decisione forte, non ha più senso continuare a fare calcio in queste condizioni". Lo ha detto il presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, ai microfoni di Rai Uno durante la trasmissione "Tv7".
00:03 Pm: "Verifiche su sicurezza stadio".
"Bisogna vedere se lo stadio Massimino è idoneo a ospitare incontri di calcio e in particolare incontri a rischio come sono diventati i derby siciliani". Lo ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Catania, Ignazio Fonzo, che conduce l’inchiesta sugli scontri in cui è morto l’ispettore di polizia Filippo Raciti. "Oltre a verificare le responsabilità di chi ha lanciato la bomba che ha ucciso Raciti - ha spiegato il magistrato - occorrerà anche verificare se vi sono responsabilità nella manutenzione dello stadio con particolare riferimento al decreto Pisanu e al regolamento anti violenza della Figc".
00:01 Bindi: "Inaccettabile follia".
Il ministro delle Politiche per la Famiglia Rosy Bindi esprime alla famiglia e al capo della polizia Gianni De Gennaro, "il più sentito cordoglio per l’assurda morte dell’ispettore Raciti". "Quanto accaduto - sottolinea il ministro Bindi - è assolutamente inaccettabile e deve farci riflettere su come una partita di calcio possa scatenare tale follia".
23:59 Nove arrestati dopo gli scontri.
Sono nove i tifosi fermati dalla polizia dopo gli scontri seguiti alla partita Catania-Palermo. Di questi, quattro sono maggiorenni. La posizione dei nove fermati è in queste ore al vaglio degli investigatori e del sostituto procuratore della Repubblica, Ignazio Fonzo, che conduce l’inchiesta.
23:51 Napolitano: "Profondo dolore, tutti reagiscano".
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso alla moglie, ai figli e ai familiari dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti, i sentimenti di commossa partecipazione al loro profondo dolore. Il Capo dello Stato, colpito dalla gravità degli incidenti e dall’impressionante numero dei feriti tra le forze dell’ordine e i cittadini, ribadisce che alla ferma condanna per la recrudescenza drammatica di atti di violenza in occasione di competizioni calcistiche debbano accompagnarsi scelte e comportamenti coerenti da parte di tutte le autorità responsabili contro degenerazioni che infangano i valori dello sport e offendono la coscienza civile del paese.
23:47 Una ventina di persone fermate.
Una ventina di persone sarebbero state fermate per controlli da polizia e carabinieri. Secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di ultras del Catania. La loro posizione viene vagliata dagli inquirenti. Fuori dal campo di calcio si sono registrate scene di guerriglia urbana, sia durante che dopo la partita Catania-Palermo. Un centinaio di persone sarebbe rimaste ferite.
23:47 Si ferma anche il calcio femminile.
Si ferma anche il calcio femminile. Il presidente della Divisione, Ceraso Levati, esprimendo sconcerto e solidarietà nei confronti della famiglia dell’agente di pubblica sicurezza morto in seguito agli scontri tra i tifosi del Palermo e Polizia, dichiara di essere "assolutamente d’accordo con il commissario straordinario, Luca Pancalli, ed il presidente del Coni, Gianni Petrucci, nella necessità di sospendere i campionati di calcio. Il calcio femminile quindi sabato 3 e domenica 4 febbraio si fermerà".
23:44 Bomba forse lanciata da curva Nord.
L’ispettore della polizia Filippo Raciti è stato ucciso da una bomba carta, forse, lanciata dalla curva Nord dello stadio "Massimino" riservata ai tifosi del Catania nella partita contro il Palermo. Secondo l’ultima ricostruzione della polizia, l’ordigno è stato scagliato dalla curva ed è volato all’esterno dell’anello dello stadio per finire dentro l’auto di servizio in cui si trovava l’ispettore Raciti. La bomba carta è caduta addosso al poliziotto ed è esplosa, provocandogli lesioni mortali. Raciti, soccorso e trasportato all’ospedale "Garibaldi" è morto dopo tre quarti d’ora di agonia.
23:38 Marini: "Occorrono misure energiche".
Il presidente del Senato Franco Marini esprime il suo profondo cordoglio per la morte dell’ispettore dopo la partita Catania-Palermo e vicinanza ai familiari. "Lo sport - afferma Marini - non può diventare campo di battaglia. Occorrono misure energiche per bloccare questi eccessi".
23:37 Nessun ricoverato in pericolo di vita.
Nessuno è in pericolo di vita tra i feriti ricoverati all’ospedale "Garibaldi" di Catania dopo gli scontri seguiti alla partita Catania-Palermo. Secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere, non ancora in grado di precisare il numero esatto dei ricoverati, le condizioni più serie sono quelle di due poliziotti. Uno di loro è ricoverato in rianimazione, ma ciò sarebbe dovuto solo a esigenze logistiche legale agli esami diagnostici da compiere, tra i quali la tac. Un altro poliziotto è al momento in osservazione per un trauma cranico subito durante i disordini, quando è stato investito da uno scooter ed è caduto a terra battendo il capo.
23:36 Riva: "Da Nazionale segnale importante".
"Il segnale più importante lo dà la Nazionale campione del mondo che si ferma e contesta la violenza". Così Gigi Riva, vice commissario della Federcalcio, ha commentato lo stop anche della gara amichevole degli azzurri in programma mercoledì con la Romania: l’ ex campione era stato convocato d’ urgenza dal commissario Luca Pancalli, dopo la decisione di fermare i campionati a seguito dei tragici fatti del derby siciliano.
23:35 All’ospedale 25 feriti
Sono 25 i feriti giunti al momento all’ospedale "Vittorio Emanuale" di Catania. Dodici di questi sono poliziotti e si tratta per la maggior parte dei casi di "codici verdi". La notizia è stata diffusa dal direttore del dipartimento di emergenza del nosocomio, Giusto Lisi che ha riunito i vertici dell’ospedale in unità di crisi per fare il punto della situazione. Negli altri due grandi ospedali della città, il Cannizzaro e il Garibaldi sono arrivati altri feriti per un numero complessivo che si aggira intorno ai 100.
23:33 Stop anche alle nazionali azzurre.
Stop anche alle partite delle nazionali azzurre, sia l’amichevole di quella la maggiore mercoledì a Siena contro la Romania sia l’amichevole dell’under 21 martedì a Chieti con il Belgio. Lo ha deciso il commissario straordinario della Figc Luca Pancalli dopo essersi consultato con i due vicecommissari Gigi Riva e Massimo Coccia.
23:31 Cammarata: "Dolore e rabbia".
"Provo sgomento, dolore e rabbia. Sono comportamenti che vanno al di là della stessa ragione umana. Non è pensabile che si possa perdere la vita a seguito di scontri per una partita di calcio". Lo ha detto il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, che ha aggiunto: "Non credo si possa attribuire ad altri, se non delinquenti e teppesti, un comportamento del genere. Il mio pensiero, profondamente addolorato, va alla famiglia dell’agente ucciso ed esprimo solidarietà alle forze dell’ordine, che oggi hanno pagato un così alto prezzo".
23:31 Una ventina di fermati.
Le forze dell’ ordine avrebbero bloccato e condotto in Questura e nella caserma dei carabinieri una ventina di persone per controlli. Sarebbero quasi tutti ultras del Catania, fermati durante gli scontri, la cui posizione è al vaglio della Procura della Repubblica.
23:29 Un agente grave in ospedale.
Tra le decine di persone portate nell’ ospedale Garibaldi di Catania c’ è anche un agente di polizia ricoverato con la prognosi riservata. Lo si apprende da fonti mediche, secondo le quali il paziente non sarebbe però in pericolo di vita. Secondo quanto si è appreso sarebbe stato colpito durante gli scontri con i tifosi fuori dallo stadio.
23:28 Schifani (FI): "Giusto fermarsi e riflettere".
"E’ giusto che il calcio si fermi. Di fronte ad un fatto tragico come quello di stasera, che e’ costato la vita a un servitore dello Stato, E’ doveroso fermarsi e riflettere. Non solo come gesto di solidarieta’ nei confronti dei familiari della vittima e delle forze di polizia, ai quali ci sentiamo vicini nel dolore, ma anche per capire cosa non ha funzionato e quali nuove regole debbano stabilirsi per evitare che lo sport diventi ancora una volta tragedia. Cosi’ non si puo’ continuare". Lo ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani.
23:27 Fiorentina: "Giusto sospendere i campionati".
"Giusto sospendere i campionati". La Fiorentina appoggia pienamente la decisione del commissario straordinario della Figc Luca Pancalli e di tutti i vertici federali di sospendere tutti i campionati di calcio per la morte di un ispettore di polizia durante gli scontri scoppiati a Catania in occasione della gara contro il Palermo. Tramite un comunicato la società viola rivolge anche un pensiero particolare alle famiglie delle persone coinvolte in questi drammatici eventi.
23:26 Nazionale, U.21 e Viareggio a rischio.
Dopo la morte dell’ispettore capo Filippo Raciti negli incicenti avvenuti in Catania-Palermo, la Federcalcio poptrebbe annullare anche le gare della Nazionale maggiore e dell’under 21. L’Italia di Donadoni dovrebbe giocare mercoledì a Siena un’amichevole contro la Romania, mentre gli azzurrini di Casiraghi il giorno prima hanno in programma il test contro il Belgio a Chieti. Le due partite potrebbero saltare, così come il Torneo di Viareggio in programma a partire da lunedì. Di questo si sta discutendo in Federcalcio dove è in corso un vertice, al quale partecipano anche Pancalli e Riva.
23:25 Delio Rossi: "Siamo tutti colpevoli".
"Credo che in questo momento la migliore cosa da fare sia restare zitti, anche perchè siamo tutti colpevoli...". E’ questo l’amaro pensiero del tecnico della Lazio Delio Rossi sulla tragica morte di un agente delle forze dell’ordine durante Catania-Palermo. "Lo stop? Non so dire se è giusto o meno, non sta a me dirlo - ha detto il tecnico biancoceleste -, spero solo che non ci sia la solita ipocrisia, anche perché quando si ripartirà chi rimarrà solo con il dolore sono i genitori di quel povero ragazzo".
23:24 Spalletti: "Così non si può andare avanti".
"In un momento di totale amarezza come questo accetto e condivido qualsiasi decisione verrà presa. Così d’ altronde non si può andare avanti". L’allenatore della Roma Luciano Spalletti non trova altre parole per esprimere l’ amarezza nell’ apprendere quanto è accaduto e sta succedendo a Catania durante e dopo il derby con il Palermo. Francesco Totti ha rivolto il suo pensiero alla famiglia della vittima: "In un momento così drammatico per il calcio, mi sento solo di stringermi alla famiglia colpita".
23:22 Sonetti: "Chiudiamo gli stadi".
"Non è possibile in Italia continuare a giocare al calcio. Basta, chiudiamo gli stadi e facciamola finita". Sfoga tutta la sua amarezza per quanto avvenuto a Catania l’allenatore dell’Ascoli Nedo Sonetti, che dopo aver diretto l’allenamento in vista della sfida col Milan, aveva seguito in tv il derby fra Catania e Palermo.
"Quando ho visto quel casino me ne sono andato, ma mai avrei pensato che sarebbe finita con una persona morta - dice Sonetti - Se questo è il calcio si deve smettere di giocare, evidentemente in Italia non è possibile giocare al calcio".
23:18 Anche Riva in Figc.
E’ arrivato anche Gigi riva vicecommissario della Figc nella sede della federazione a via Allegri. L’ex campione è stato convocato d’urgenza dal commissario straordinario Luca Pancalli che aveva già deciso lo stop di tutti i campionati per la prossima giornata.
23:16 Terna arbitrale lascia spogliatoi.
L’arbitro Farina e gli assistenti Scaglietti e Rossomando, e il quarto uomo, Damato, hanno lasciato gli spogliatoi dello stadio Massimino e sono saliti su un’auto per lasciare l’impianto.
23:15 Abete: "Condivido decisione".
"Profondo dolore" per la morte dell’agente di polizia durante gli incidenti tra ultras e forze dell’ordine a Catania è stato espresso da Giancarlo Abete, candidato e favorito alla presidenza della Figc nelle prossime elezioni federali. "Condivido in pieno la decisione del commissario straordinario Luca Pancalli di fermare tutti i campionati - ha anche detto Abete - di fronte ad eventi di straordinaria gravità".
23:14 Tifosi Palermo lasciano stadio.
I tifosi del Palermo hanno lasciato lo stadio Massimino di Catania a bordo di pullman scortati dalle volanti della polizia.
23:13 Pancalli: "Stop a tempo indeterminato".
"Il campionato si ferma a tempo indeterminato". Lo ha deciso questa sera il commisaario straordinario Luca Pancalli dopo un vertice telefonico con gli stati maggiori del calcio e dopo aver sentito il premier Romano Prodi, il ministro dell’interno Giuliano Amato e il ministro dello sport Giovanna Melandri.
23:11 Una decina di fermati.
Una decina di persone sono state fermate dalla polizia dopo gli scontri seguiti alla partita Catania-Palermo, in cui è morto un poliziotto. L’identità dei fermati non è stata resa nota, e non viene precisato nemmeno a quale delle due tifoserie appartengano. La loro posizione viene al momento valutata negli uffici della Questura.
23:10 Veltroni: "Giusta decisione Pancalli".
"La decisione adottata dai vertici di Federlcalcio è giusta e condivisibile e conferma la sensibilità e la competenza di un uomo come Pancalli". Lo ha detto il sindaco di Roma Walter Veltroni. "I drammatici fatti di Catania - ha aggiunto - e la tragedia che ha colpito la polizia la famiglia Raciti confermano quanto da tempo andiamo dicendo sul profondo stato di malattia del calcio italiano".
23:10 L’agente di polizia morto per le esalazioni.
L’ispettore capo di polizia Filippo Raciti è morto alle 22.10 per arresto cardio-respiratorio a seguito delle esalazioni di una bomba carta gettata all’ interno dell’ autovettura in cui si trovava.
Lo si apprende dai medici del reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi dove l’ ispettore capo Filippo Raciti è deceduto. Le manovre di rianimazione cardio-respiratoria, ricostruiscono i medici, sono state immediate malgrado l’ altissima affluenza di feriti. "Trascorsa un’ ora - aggiungono dalla Rianimazione del Garibaldi - constatata la mancata ripresa dell’ attività cardio-circolatoria, respiratoria e neurologiche, le manovre di rianimazione sono cessate".
23:08 L’opposizione: "Amato in Parlamento".
"Se in Italia esiste ancora un ministro dell’Interno, ha il dovere di venire subito in Parlamento e di riferire come è possibile che, in presenza di fatti gravissimi accaduti già domenica scorsa, nulla sia stato fatto per prevenire nuove esplosioni di violenza", lo ha chiesto il senato Alfredo Mantovano, di An. "Chiediamo un’immediata informativa del Governo in Aula, fin da lunedì Amato venga a Montecitorio a informare sugli incidenti e l’omicidio del poliziotto a Catania". Lo chiede Luca Volontè dell’Udc.
23:05 Melandri: "Non tolleriamo più".
Giovanna Melandri, Ministro delle Politiche Sportive, ha espresso il "più sincero cordoglio alla famiglia dell’agente caduto" durante i fatti di Catania. "La morte di un poliziotto, aggravata dall’entità degli scontri che hanno coinvolto la città e causato moltissimi feriti è una notizia sconvolgente, che lascia attoniti ma che chiama a decisioni immediate e drastiche", ha detto, "il Governo non tollererà più che ogni giornata di campionato siano dispiegati migliaia di agenti delle forze dell’ordine se a rischio rimane l’incolumità loro e quella dei cittadini. D’accordo con il Ministro dell’Interno Giuliano Amato riteniamo che la sospensione della prossima giornata dei campionati decisa dalla Figc sia una decisione quanto mai opportuna. Il governo ed il mondo dello sport nelle prossime ore dovranno però far sì che il campionato riparta in maniera totalmente diversa".
23:03 Bertinotti condanna ogni violenza.
"La morte di Filippo Raciti addolora le coscienze di ciascuno di noi e nello stesso tempo ci chiama a condannare ogni fenomeno di violenza, sia esso legato ad una manifestazione sportiva o a quant’ altro": è quanto afferma il presidente della Camera, Fausto Bertinotti al suo arrivo a Buenos Aires.
23:01 Pulvirenti: "Basta calcio a Catania".
"Bisogna smettere di fare calcio a Catania. Questo uomo è morto, è inutile parlare. Tutto va in fumo...". Sono le uniche amarissime parole pronunciate dal presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, entrando nell’ ospedale Garibaldi dove si trova la salma dell’ ispettore capo di polizia Filippo Raciti. "E’ una cosa mostruosa, non ho parole. Non riesco a parlare, è una cosa assurda, inimmaginabile, inaccettabile...". Le parole del sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, entrando anche lui in ospedale.
23:00 La Russa: ""Giusta la decisione di interrompere i campionati".
"Giusta la decisione di interrompere i campionati, dopo quello che è successo a Catania". Ignazio La Russa, deputato di An, rende omaggio al "giovane in divisa che ha perso la vita in questo modo incredibile. La decisione di interrompere il campionato deve servire a far riflettere tutti, ed anche per ricordare che il calcio è un momento di gioia e di vita. Se diventa di morte e di pericolo non vale più la pena di farlo esistere".
22:59 Terna arbitrale ancora nello stadio.
La terna arbitrale che ha diretto la partita Catania-Palermo è ancora nello stadio Angelo Massimino. L’ arbitro Farina e i due guardalinee, Scaglietti e Rossomando, e il quarto uomo, Damato, sono negli spogliatoi e non lasciano lo stadio per motivi di sicurezza.
22:58 Pecoraro: "Solidarietà a forze dell’ordine".
"A nome dei Verdi esprimo il più profondo cordoglio e solidarietà alle forze dell’ordine per la tragica morte di Filippo Raciti. Un assassinio che condanniamo con fermezza, come tutti gli atti di violenza negli stadi. In questo momento il nostro pensiero e’ rivolto alla famiglia dell’ispettore". Lo afferma il senatore Marco Pecoraro Scanio, responsabile Sport dei Verdi ed ex calciatore professionista.
22:56 Pancalli: "Senza misure drastiche non si riparte".
"Non è sufficiente una giornata. Senza misure drastiche non si riparte". Così il commissario straordinario della Federcalcio Luca Pancalli, parlando della sospensione dei campionati dopo i tragici fatti del derby Catania-Palermo. "Non è sufficiente una giornata e per questo lunedì ci ritroveremo per un tavolo di emergenza con Prodi i ministri Melandri e Amato".
22:55 Presidente Provincia Catania: "Fermarsi per riflettere".
"La morte dell’ispettore Raciti è una tragedia che colpisce una famiglia e ne segna drammaticamente il destino. E’ arrivato il momento che questo pseudo calcio si fermi per riflettere e capire cosa è meglio fare. Una cosa è certa: dopo i fatti di oggi niente può rimanere come prima". Così il presidente della provincia di Catania, Raffaele Lombardo.
22:54 Nessun contatto tra tifoserie.
I tifosi del Palermo, che sono ancora dentro lo stadio, sono scortati da una cinquantina di agenti di polizia provenienti dal capoluogo siciliano. Secondo quanto si apprende da ambienti investigativi, nessun sostenitore del Palermo sarebbe venuto in contatto con gli ultras del Catania. Gli scontri sarebbero invece avvenuti tra i tifosi e le forze dell’ordine.
22:53 Coni, lunedì giunta straordinaria.
Il Coni ha convocato, per lunedì prossimo alle 15, una Giunta straordinaria per fare il punto sul mondo del calcio dopo i tragici fatti avvenuti questa sera durante Catania-Palermo. Nel corso degli incidenti ha perso la vita un poliziotto.
22:52 Cordoglio di Amato ai familiari.
Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha espresso al capo della Polizia, prefetto Gianni De Gennaro, il suo cordoglio per la morte dell’ispettore Raciti durante gli scontri di stasera a Catania. Il pensiero di Amato va - secondo quanto si apprende al Viminale - alla famiglia dell’agente al quale il ministro esprime vicinanza. Il responsabile del Viminale sta seguendo, in continuo contatto con il capo della Polizia, l’evolversi della situazione.
22:52 Matarrese: "E’ un momento terribile".
"Per tutti noi è un momento terribile, piangiamo la scomparsa di questo giovane agente, siamo vicini alla sua famiglia e a tutte le forze dell’ordine. Mai come in questo momento il calcio deve interrogarsi e riflettere sul proprio futuro". Così il presidente della Lega Calcio, Antonio Matarrese.
22:51 Prc sospende manifestazioni per primarie Unione.
Dopo avere appreso la notizia della morte del poliziotto ucciso da una bomba carta nel corso degli scontri tra tifoserie durante la partita Palermo-Catania, i vertici del Prc catanese hanno deciso di sospendere la manifestazione organizzata stasera per le primarie dell’Unione per le prossime amministrative. All’iniziativa partecipava anche il segretario nazionale del partito Franco Giordano.
22:50 Mantovano: "Amato subito in Parlamento".
"Se in Italia esiste ancora un ministro dell’Interno, ha il dovere di venire subito in Parlamento e di riferire come è possibile che, in presenza di fatti gravissimi accaduti già domenica scorsa, nulla sia stato fatto per prevenire nuove esplosioni di violenza collegate agli stadi e per dare piena applicazione alle norme che nella passata legislatura avevano fatto registrare riduzioni degli scontri". Lo ha chiesto il senato Alfredo Mantovano, componente dell’Esecutivo di AN.
22:48 Prodi: "Condivido la scelta della Figc".
"Condivido la scelta della Figc in segno di lutto e come monito contro la degenerazione del mondo dello sport, e non solo, che si deve fermare a riflettere". Lo afferma il presidente del Consiglio Romano Prodi sulla decisione della Figc per uno stop dei campionati di calcio.
22:47 Pulvirenti: "Mi sento ridicolo".
"Di fronte a questa tragedia mi sento ridicolo per avere commentato, al termine della gara, gli eventuali errori arbitrali o gli episodi che hanno caratterizzato la partita. A Catania non ci sono le condizioni per fare calcio". Lo ha detto il presidente del Catania calcio, Antonino Pulvirenti, uscendo dal pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, dove si è recato per avere notizie sulle condizioni dei feriti.
22:41 Venti feriti tra le forze dell’ordine.
All’ospedale Garibaldi di Catania sono ricoverati venti feriti, tutti appartenenti alle forze dell’ordine. Lo ha reso noto il direttore dell’azienda ospedaliera Giuseppe Navarria. "Non c’è nessun codice rosso - ha spiegato - ma codici gialli. I feriti presentano qualche frattura e ferite lacero contuse. Dalle notizie in mio possesso mi risulta che negli altri ospedali dovrebbero esserci feriti da codice verde".
22:37 Poliziotto lascia moglie e due figli.
Filippo Raciti, l’ispettore di polizia morto a Catania per le ferite riportate negli scontri dopo la partita Catania-Palermo, era sposato e aveva due figli.
22:36 Il medico: "Il decesso è avvenuto dopo un’ora il ricovero".
La conferma della morte dell’ispettore capo Filippo Raciti, di 38 anni, in forza alla Squadra mobile di Catania, è stata data pochi minuti fa dal primario del reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi, Sergio Pintaudi. "Il decesso è avvenuto dopo un’ora dal suo arrivo in ospedale. L’agente di polizia, giunto in condizioni disperate, ha avuto un arresto cardiaco. Dopo essere stato sottoposto alle procedure di rianimazione, aveva ripreso qualche funzione vitale. Ma tutto è stato inutile": ha spiegato il direttore dell’azienda ospedaliera Giuseppe Navarria.
22:36 Zamparini: "Viviamo in una società incivile".
"Non ci sono commenti, viviamo in una società incivile, succedono queste cose perchè c’è qualcosa, ed è grave, che non funziona". Così il presidente rosanero Maurizio Zamparini. "La Figc ha deciso di sospendere le gare? E’ una cosa emotiva - continua - per risolvere le cose non ci vuole demagogia ma fatti concreti, bisognerebbe vedere quello che ha fatto la Thatcher in Inghilterra e fare lo stesso".
22:34 Pancalli: "Nulla di sportivo in quello che sto vivendo".
"In questo momento la mia mente da persona e uomo di sport e’ confusa - ha proseguito Pancalli -. Sto vivendo in modo drammatico, per me e’ inaccettabile, non trovo nulla di sportivo in quello che sto vivendo. Qualsiasi altra decisione sara’ presa, ma quella di fermare i campionati era la principale che ritenevo di dover prendere immediatamente".
22:32 La madre dell’agente: "Fatemi vedere mio figlio".
"Fatemelo vedere, voglio vedere mio figlio...". E’ entrata in lacrime nell’ ospedale Garibaldi di Catania la madre dell’ ispettore capo Filippo Raciti. Accompagnata da agenti di polizia la donna è entrata nel pronto soccorso dell’ ospedale aggiungendo: "date aiuto a mio marito che sta male...".
22:31 Prodi: "Occorre un segnale forte".
"Dopo i gravissimi incidenti che si sono verificati questa sera a Catania, il primo pensiero va alle persone rimaste coinvolte e alle loro famiglie. Ma subito dopo, sento il dovere di dire che è necessario un segnale forte e chiaro per evitare la degenerazione dello sport a cui siamo purtroppo drammaticamente sempre più spesso assistendo". Lo afferma il Presidente del Consiglio Romano Prodi.
22:30 Pancalli: "Questo non e’ sport".
"E’ una situazione che non riesco neanche a commentare, perdere la vita a 38 anni è incredibile". Così il commissario straordinario della Federcalcio in diretta su Sky Sport. "Questo non è sport, sono d’accordo con Petrucci e con tutte le componenti del calcio e abbiamo bloccato tutto", ha proseguito Pancalli che poi alla domanda sull’opportunita’ di bloccare il campionato prima della gara di oggi (vista la morte del dirigente della Sammartinese, Licursi) , ha risposto. "Non mi sento di affrontare polemiche, c’è una famiglia che sta vivendo quello che sta drammaticamente vivendo - ha spiegato -, il tempo delle parole e delle polemiche in questo momento deve chiudersi qui. Ho fatto un giro di telefonate, a partire da Petrucci e sentendo anche le altre componenti del calcio, dobbiamo fermarci, ci fermiamo".
22:27 Cuffaro: "Un fatto inaudito".
"E’ assolutamente inaudito quel che è accaduto a Catania. Un poliziotto morto e tanti feriti al termine del derby. La follia calcistica e una maledetta bomba carta hanno messo fine alla vita di un rappresentante delle forze dell’ordine, l’ispettore capo Filippo Raciti, alla cui famiglia va il cordoglio mio personale e di tutto il governo siciliano". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro.
22:26 Musotto: "Spaventoso quello che è successo".
"Sono sconcertato, allibito e indignato è veramente spaventoso quello che è successo a Catania. Non c’è motivo nè ragione". E’ il commento a caldo del presidente della Provincia Regionale di Palermo, Francesco Musotto. "Voglio manifestare solidarietà assoluta ai familiari di questo tutore dell’ordine - aggiunge - Stasera abbiamo perso tutti, questa è una situazione insostenibile. Bisognerà fare una seria riflessione e adottare provvedimenti severissimi".
22:22 Pancalli: "Ora basta, veramente basta".
"Ho disposto lo stop di tutte le attivita’, il calcio in Italia si ferma. Ora basta, veramente basta".
22:21 Ancora nel "Massimino" i tifosi del Palermo.
Sono ancora all’interno dello Stadio "Massimino" i tifosi del Palermo che hanno assistito alla partita con il Catania funestata dalla morte di un ispettore capo della polizia, colpito da una bomba carta, I sostenitori della squadra rosanero erano giunti allo stadio dopo l’inizio del secondo tempo ed il loro arrivo era stato accompagnato da scontri con le forze dell’ordine avvenuti all’esterno dell’impianto.
22:20 In ospedale i genitori del poliziotto ucciso.
All’ospedale "Garibaldi" sono arrivati i genitori del poliziotto, circondati dai colleghi di Raciti, in clima di dolore e commozione ma anche di rabbia.
22:18 Campana: "Non basta domenica di stop"
"Pancalli mi ha chiamato mezz’ora fa ed ero totalmente d’accordo ma vorrei che fosse presa seriamente in considerazione questa mia proposta, il calcio dovrebbe fermarsi un anno per far riflettere su tutti i mali che mostra". Così il presidente dell’Assocalciatori, Sergio Campana, ai microfoni di Sky Sport, commenta la decisione della Figc di rinviare tutte le partite di calcio previste nel weekend.
22:17 Bianco: "Sono sgomento".
"Sono sgomento. Quello che è accaduto oggi a Catania è di una gravità inaudita, centinaia di violenti, indegni di stare in una società civile, hanno trasformato una partita di calcio in un teatro dell’orrore. In questo momento mi sento di esprimere un sentimento di dolore per il poliziotto barbaramente ucciso, ed estendo la mia vicinanza alla sua famiglia e ai colleghi". Cosi’ il senatore e presidente della commissione Affari costituzionali, Enzo Bianco.
22:14 Pancalli: "Stop per tutto il calcio".
Il commissario straordinario della Figc ha deciso lo stop per tutto il calcio italiano nel prossimo week end.
22:13 Grave un agente ferito.
Sarebbe in gravi condizioni un altro agente rimasto ferito negli scontri.
22:12 Dal Coni pieno sostegno alla Figc.
Pieno sostegno da parte del Coni alla Figc. E’ quanto ha assicurato il numero 1 dello sport italiano, Gianni Petrucci, al commissario straordinario della Federcalcio, Luca Pancalli nel corso di una telefonata. "Il commissario straordinario della Federcalcio, Luca Pancalli, ha parlato al telefono con il presidente del Coni Petrucci che ha dato ampia facoltà alla Figc di prendere qualsiasi decisione". Lo ha riferito il Coni.
22:02 Riunione d’urgenza in Figc Roma.
Riunione d’urgenza in Federcalcio dopo gli incidenti nel derby Catania-Palermo e la notizia della morte di un poliziotto.
22:09 Decine di feriti in ospedale a Catania.
Nell’ospedale Garibaldi di Catania sono giunti una cinquantina di persone rimaste ferite negli scontri con le forze dell’ordine durante il derby con il Palermo; sei i feriti soccorsi nell’ospedale Vittorio Emanuele.
22:01 Aperta inchiesta per omicidio.
La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un’ inchiesta sulla morte di un agente di polizia durante i disordini scoppiati mentre al Massimino si giocava il derby con il Palermo. Lo ha confermato il procuratore capo facente funzioni Vincenzo D’Agata.
21:49 Scene di guerriglia intorno allo stadio.
Cassonetti incendiati,sassaiole, lancio di oggetti e di petardi intorno allo stadio. Una battaglia che le forze dell’ordine hanno controllato a stento. Circa 1.500 gli uomini di polizia, carabinieri e guardia di finanza schierati al "Massimino" impegnati già durante la gara, e al termine in scontri durissimi con gli ultras impazziti. I pronto soccorso degli ospedali "Garibaldi" e "Vittorio Emanuele" sono stati intasati dall’arrivo delle decine di feriti, tra i quali moltissimi uomini delle forze dell’ordine.
21:47 A.d. Catania Lo Monaco: "Se arbitro ha coscienza non dorme".
"Sono dispiaciuto per quello che è successo, l’arbitro è stato mediocre. Se ha una coscienza, stasera non dormirà". Lo ha detto, parlando con i giornalisti l’amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco". Lo Monaco ha aggiunto che "non si può mutilare una partita del genere per la saccenza dell’arbitro". "Ho smesso di avere la speranza che le cose possano cambiare -ha concluso - non mi sto lamentando ma dico solo la verità".
21:46 La vittima era l’ispettore capo Filippo Raciti.
La vittima era l’ispettore capo Filippo Raciti di 38 anni. Il decesso dell’agente è stato confermato anche da fonti giudiziarie, la Procura di Catania ha infatti aperto un fascicolo sull’accaduto. Secondo quanto si è appreso, lo scontro sarebbe avvenuto fuori dallo stadio mentre i tifosi del Palermo entravano al Massimino. Le forze dell’ordine si sarebbero frapposte tra gruppi di ultras. L’agente è stato ferito al viso dal lancio di una bomba carta ed è stato trasferito d’urgenza nell’ospedale Garibaldi, dove le sue condizioni sono sembrate immediatamente gravi.
21:39 A.d. Catania Lo Monaco: "Lascio il calcio".
"Mi dicono che un poliziotto è morto, aspettiamo la conferma ufficiale dall’ospedale Garibaldi, ma parlare di calcio è perfettamente inutile. Con questo ho finito, esco dal mondo del calcio". Lo ha detto prima della conferma ufficiale ai microfoni di Sky Sport l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco. "Non mi riconosco in tutto questo - ha aggiunto - Ho amato intensamente il calcio ma così mi sembra assurdo".
21:37 Catania-Palermo, oltre 100 feriti.
Oltre cento feriti negli scontri furibondi esplosi al termine del derby Catania-Palermo, fuori dallo stadio "Massimino" di Catania. Dopo la vittoria della squadra rosanero, sono scoppiati incidenti ancora più violenti di quelli che già al 13esimo del secondo tempo avevano causato la sospensione del match per circa mezz’ora quando le forze dell’ordine avevano lanciato lacrimogeni in curva Nord dove sostenitori del Catania bersagliavano con fumogeni e petardi i fan del Palermo.
21:36 Morto un poliziotto colpito da una bomba carta.
Un agente del reparto mobile della Questura di Catania è morto questa sera durante scontri tra forze dell’ ordine e tifosi del Catania durante il derby con il Palermo. La circostanza è stata confermata da fonti delle forze dell’ ordine. L’agente sarebbe stato colpito al viso da una bomba carta.
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LA REPUBBLICA, 02.02.2007.
FOTO-SEQUENZA: L’ASSALTO DEGLI ULTRAS AI POLIZIOTTI.
DOSSIER MULTIMEDIALE SUI FATTI DI CATANIA
MORTE RACITI - IL NUOVO VIDEO (la Repubblica, 14.04.2007)
Filippo Raciti: oggi 10 anni dalla morte, Catania gli rende omaggio
L’ispettore morì durante gli scontri con gli ultrà al Massimino, il 2 febbraio del 2007, mentre si giocava il derby
Redazione ANSA *
CATANIA Oggi 2 febbraio ricorre il decennale della morte di Filippo Raciti, morto durante gli scontri tra Forze dell’ordine e tifosi etnei al Massimino, il 2 febbraio del 2007, mentre si giocava il derby con il Palermo. Per la morte preterintenzionale del poliziotto sono stati condannati, con sentenza definitiva, due ultras del Catania: Daniele Micale e Antonino Speziale, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti.
Sarà deposta una corona di alloro davanti al monumento che lo ricorda nello stadio Massimino. Alle 10.30 verrà officiata una messa in suffragio. Alle 15.30 all’università di Catania, insieme all’Associazione Libera Impresa, si terrà il convegno su ’Filippo Raciti - dieci anni - vittime della mafia vittime del dovere’.
La Questura di Catania osserva che "sarà ancora una volta un’occasione per non dimenticare, un’occasione per ricordare l’attività delle forze dell’ordine a difesa e a tutela dell’ordine pubblico". "Per tutti i poliziotti, ma anche per la società civile - si rileva dalla Questura - il 2 febbraio è impresso fortemente nella memoria".
"Un uomo coraggioso caduto nell’esercizio di un dovere interpretato come una missione", ricorda il Calcio Catania che, sul proprio sito, "rende omaggio alla memoria del valoroso tutore dell’ordine e rivolge un affettuoso pensiero alla famiglia".
"Filippo è un esempio che vive nel tempo - afferma l’amministratore delegato della società, Pietro Lo Monaco - L’amore per la legalità che ha sempre affermato e difeso, spendendosi con generosità e valore, è un patrimonio che abbiamo il dovere di custodire, perché nella legalità è la vera speranza. Questo sport, che piace così tanto, non genera violenza - osserva l’ad del Catania - ma è spesso vittima della stessa: il calcio chiede di essere protetto dalla delinquenza e dagli eccessi. La nostra gratitudine per la comprensione di questa esigenza, sempre mostrata da Filippo, accarezza il ricordo dell’uomo e, attraverso la sua luminosa figura, riconosce la fondamentale importanza di chi opera con coscienza per la pubblica sicurezza. A dieci anni dall’incubo di quel 2 febbraio 2007 - conclude Lo Monaco - siamo vicini alla famiglia Raciti, con profondo rispetto".
Raciti: Cassazione, no a revisione
Avvocato Lipera, troveremo chi ha coraggio di parlare *
(ANSA) - ROMA, 24 APR - La Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta di revisione del processo di Antonino Speziale, l’ ultrà del Catania condannato a otto anni di reclusione per l’ uccisione dell’ ispettore capo della polizia Filippo Raciti, alla fine del derby Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. Il legale di Speziale, Giuseppe Lipera,dice: ’’Ci resta sempre la possibilità di trovare la testimonianza di altri che hanno visto la scena e che abbiano il coraggio finalmente di parlare’’.
La sentenza della Corte d’Assise di Catania sul 23enne
Con Speziale partecipò agli scontri del 2007 in cui morì l’agente di polizia
Morte Raciti, condannato Micale
11 anni per omicidio preterintenzionale
La vedova: "Giustizia è fatta. E’ una notizia che i miei figli attendono da tre anni" *
CATANIA - Condannato a 11 anni di reclusione. Questo l’esito della camera di consiglio della Corte di Assise di Catania, chiamata a decidere stamattina su Daniele Natale Micale, 23 anni, il ragazzo accusato di omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Filippo Raciti, l’ispettore di polizia che ha perso la vita durante gli scontri fuori dallo stadio Massimino di Catania il 2 febbraio del 2007. La Corte ha accolto integralmente la richiesta del pm Andrea Bonomo.
L’altro indagato per la morte di Raciti, Antonio Speziale, minorenne all’epoca dei fatti (e per questo giudicato dal Tribunale dei minori), è stato processato separatamente e condannato, il 9 febbraio scorso, a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.
La Corte ha inoltre condannato Micale al pagamento di 25 mila euro ciascuno alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministero dell’Interno per danni non patrimoniali. I giudici hanno anche disposto il pagamento esecutivo di una provvisionale di 75 mila euro ciascuno per la vedova e i due figli dell’ispettore Raciti e di 50 mila euro per il ministero dell’Interno.
"Giustizia è fatta - ha commentato Marisa Grasso, la vedova di Raciti - ora potrò dire ai miei due figli che gli assassini del loro padre sono stati condannati: è una notizia che attendono da tre anni". "Mio marito indietro non torna - ha aggiunto - ma questa sentenza è una risposta di giustizia che porto a casa ai miei figli, che hanno perso il padre: è morto mentre lavorava per difendere la giustizia e Catania".
Rosaria Palermo, la madre di Micale, alla lettura della sentenza è scoppiata in lacrime: "Gli hanno distrutto la vita condannandolo senza prove. La chiedo io giustizia e i danni per mio figlio e suoi fratelli. Ci stanno facendo morire... Ho atteso tre anni in silenzio ma adesso lo devo dire: non ho più fiducia nella magistratura. Ma Dio vede e provvede... Mio figlio in carcere non ci andrà, ci andrò io al suo posto: lui si deve godere la vita. La sua colpa è stata di trovarsi al momento sbagliato al posto sbagliato, ma può capitare a ciascuno di noi". "Capisco che soddisfatti della sentenza possono essere, con tutto il rispetto per loro, i familiari dell’ispettore che possono dire di avere trovato i colpevoli - ha proseguito - ma dove sono le prove? Io voglio le prove. Ma quante cavolate abbiamo sentito...". Accanto a lei la sorella di Micale, che tra le lacrime continuava a ripetere : "Hanno condannato un innocente mentre i veri colpevoli sono ancora fuori".
* la Repubblica, 22 marzo 2010
Calcio
Omicidio Raciti
14 anni a Speziale
Condannato da Tribunale per i minorenni di Catania, dopo quasi otto ore di camera di
consiglio, il giovane ritenuto responsabile della morte dell’ispettore di polizia dopo i fatti di
Catania-Palermo del febbraio 2007
CATANIA - Quattordici anni di reclusione per Antonino Speziale, ritenuto responsabile della morte dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, caduto in servizio durante gli scontri tra i tifosi e le forze dell’ordine, fuori dallo stadio "Massimino" dove si giocava il derby di calcio tra il Catania e il Palermo il 2 febbraio del 2007. Dopo quasi otto ore di camera di consiglio, il Tribunale per i minorenni di Catania, presieduto da Nino Minneci, ha emesso la sentenza in presenza dell’imputato nell’aula bunker di Bicocca alla lettura della sentenza, poco dopo le 19.30. I giudici hanno inflitto a Speziale anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.
I pubblici ministeri Angelo Busacca e Silvia Vassallo, dopo aver derubricato il capo di imputazione a omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, avevano chiesto la condanna di Speziale a 15 anni. Alla lettura della sentenza hanno assistito anche la vedova di Raciti, Marisa Grasso, e i genitori del poliziotto. Speziale nel luglio del 2008 era stato già condannato in secondo grado e con sentenza poi passata in giudicato e interamente scontata, a due anni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Il reato gli era stato contestato per la sua partecipazione ai tafferugli. Per questo capo di imputazione Speziale era reo confesso. Il processo per omicidio si era aperto il 30 settembre del 2008 ed è durato per 22 udienze. Una trentina i testimoni citati, tra quelli dell’accusa e quelli della difesa.
* la Repubblica, 09 febbraio 2010
Secondo l’accusa avrebbe lanciato un lavello contro l’ispettore uccidendolo
"Sono tranquillo, non sono stato io". La moglie dell’ispettore: "Voglio giustizia"
Raciti, la richiesta dei pm
"Condannate Speziale a 15 anni" *
ROMA - I pm Angelo Busacca e Silvia Vassallo hanno chiesto la condanna a 15 anni di reclusione per Antonino Speziale, accusato di omicidio preterintenzionale per l’uccisione di Filippo Raciti, l’ispettore di polizia morto il 2 febbraio 2007 in seguito agli scontri tra ultrà e polizia nel corso del derby Catania-Palermo. Il processo si svolge davanti al tribunale dei minorenni perchè l’imputato all’epoca dei fatti aveva ancora 17 anni.
Secondo la ricostruzione dei pm Speziale avrebbe partecipato al lancio di un sottolavello metallico, sradicato poco prima dai bagni dello stadio, contro la polizia. La Procura sostiene che ciò avrebbe provocato all’ispettore Raciti lesioni interne tali da determinare la mortale emorragia. Una tesi che, però, non ha convinto i carabinieri del Ris che l’hanno giudicata non possibile, rilanciando l’ipotesi di un impatto mortale di Raciti con la jeep Discovery della polizia.
I pm, invece, hanno parlato di "qualità, precisione e completezza" degli indizi a carico di Speziale ed hanno evidenziato "una idonea capacità offensiva del sottolavello", ricostruendo anche in video il ’buco’ nelle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso dello stadio, spazio di tempo nel quale secondo l’accusa "non può essere successo null’altro" che l’impatto del metallo sul corpo dell’agente, colpito mentre tentava di chiudere un’anta del cancello dello stadio.
Dunque, il comportamento di Speziale è riconducibile alla fattispecie di reato dell’omicidio preterintenzionale, perchè le conseguenze del suo gesto non erano volute. "Sono tranquillo, aspetto la fine del processo, io non ho commesso alcun omicidio" commenta Speziale. "Non ci sarà una pena che potrà far tornare mio marito. Voglio giustizia e oggi i Pm hanno ricostruito bene quello che è successo" commenta Marisa Grasso, la vedova dell’ispettore.
Domani in corte d’assise è in programma la requisitoria nei confronti dell’altro imputato, il 21enne Daniele Micale.
* la Repubblica, 08 febbraio 2010
Omicidio Raditi, il Riesame ripristina l’ordine di arresto*
CATANIA - Il Tribunale del riesame per i minorenni di Catania ha ripristinato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del diciassettenne indagato per la morte dell’ispettore Filippo Raciti, deceduto il 2 febbraio scorso dopo essere stato ferito durante gli scontri del derby di calcio con il Palermo al Massimino.
Il provvedimento emesso dal Gip Alessandra Chierego era stato revocato dallo stesso Giudice per le indagini preliminari per i minorenni il 4 giugno scorso, dopo il deposito di una perizia dei carabinieri del Ris di Parma.
La notizia è stata resa nota dal legale dell’indagato, l’avvocato Giuseppe Lipera che ha annunciato "ricorso immediato in Cassazione". Secondo il penalista "l’ordinanza non è esecutiva". Il minorenne è ancora detenuto perchè nei suoi confronti resta pendente l’ordine di arresto per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Per questo reato il dibattimento per il giudizio immediato è stato fissato per il prossimo 5 luglio. (la Repubblica, 2 luglio 2007)
Svolta dopo le ricerche dei carabinieri di Parma. Ma il minorenne resta in carcere con l’accusa di rissa
Il Gip: "L’ipotesi che ad uccidere l’ispettore sia stato il ’fuoco amico" è esclusa"
Delitto Raciti, revocato ordine d’arresto
"Dubbi dalla perizia del Ris"
Il legale della vedova: "Non cerchiamo un colpevole qualsiasi" *
CATANIA - Il gip per i minori di Catania, Alessandra Chierego, ha revocato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di omicidio al 17enne indagato per l’uccisione dell’ispettore capo di polizia, Filippo Raciti, morto durante i disordini del derby Catania-Palermo del 2 febbraio.
Il giovane, però, resta in carcere per il reato di rissa per il quale era stata richiesta la revoca del provvedimento, ma non era stata concessa. Il gip scrive che i "dubbi" avanzati dalla recente perizia del Ris fanno venire meno "la gravità degli indizi per giustificare la detenzione cautelare in carcere". Mentre viene nuovamente esclusa, l’ipotesi del "fuoco amico" (in base alla quale fatale sarebbe stato piuttosto l’impatto con la jeep della polizia), tanto da rigettare l’ennesima richiesta di perizia medico legale.
Nei giorni corsi i Ris di Parma avevano trovato tracce di vernice blu (il colore del Defender, la jeep della Polizia su cui Raciti era in servizio la sera del derby) sugli scarponi di Raciti. Una rivelazione che smentirebbe la tesi della Procura secondo la quale ad uccidere il poliziotto sarebbe stato un colpo di un pezzo di un lavello impugnato dal minorenne in carcere: "Non c’è nessun elemento che la confermi" dice il Ris. Per esserne certi i militari "hanno persino colpito per 14 volte un manichino con un oggetto identico, ottenendo lo stesso risultato: se fosse stato un uomo, sarebbe rimasto vivo".
Ed Enzo Trantino, il legale della vedova del poliziotto ucciso, dice: "Se ora il Gip ha deciso la scarcerazione dell’indagato significa che ricorrevano le condizioni per farlo. Noi restiamo in attesa non di un responsabile qualsiasi ma dell’autore o degli autori dei gravissimi fatti che hanno strappato un uomo alla famiglia, alla divisa e alla vita". Mentre Giuseppe Lippera, il legale del minorenne, definisce la decisione del Gip "un atto di giustizia atteso da tempo".
* la Repubblica, 4 giugno 2007
Roma, il capo dello Stato con Prodi e Amato ha partecipato al 155° anniversario Consegnata l’onorificenza alla vedova dell’ispettore ucciso a Catania
Polizia, Napolitano alla Festa
Medaglia a Raciti e alla bandiera
Omaggio del premier "alla memoria degli agenti caduti e a quanti sono rimasti feriti nell’adempimento del dovere" *
ROMA - Cerimona solenne per la 155 Festa della polizia. Tante le autorità che in piazza del Popolo hanno preso parte alla manifestazione, senza dimenticare quanti hanno perso la vita in servizio: dal presidente del consiglio, Romano Prodi, al ministro dell’Interno, Antonio Amato. Presente anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che è stato accolto dalla banda della polizia con l’inno nazionale.
Napolitano ha poi consegnato le onorificenze alla bandiera in memoria degli uomini e delle donne che hanno perso la vita in missione. Ricordato per primo Filippo Raciti, il sovrintendente di polizia ucciso durante gli scontri con i tifosi del Catania. A ritirare la medaglia dalle mani del presidente della Repubblica la moglie dell’ispettore, la signora Marisa. La consegna della medaglia è stata salutata con un forte applauso.
In questa giornata, ha detto Napolitano, "il nostro pensiero e la nostra più profonda gratitudine si rivolgono a tutti coloro che con encomiabile spirito di sacrificio e di abnegazione, hanno operato, fino all’estremo sacrificio della vita, per garantire il rispetto della legge e la sicurezza dei cittadini".
"Provo amarezza ed indignazione per il fatto che sia stata necessaria la morte di Raciti per approvare una legge che poteva essere fatta molto prima", ha aggiunto il ministro dell’Interno Giuliano Amato nel suo intervento. Il titolare del Viminale ha sottolineato che la nuova legge ha "imposto finalmente" degli standard di sicurezza adeguati, "come giustamente voluto dal mio predecessore" ha aggiunto ringraziando l’ex ministro dell’Interno Giuseppe Pisano. Tutto ciò però, ha concluso il ministro, "ad un prezzo assurdamente e proporzionalmente alto".
Il capo dello Stato, ha anche inviato alle donne e agli uomini della polizia, "il ringraziamento dell’intera nazione per il quotidiano impegno posto nella tutela dell’esercizio delle libertà e dei diritti. I brillanti risultati conseguiti nelle attività di contrasto delle varie forme di criminalità confermano - ha continuato - l’elevata professionalità degli operatori della polizia, anche nei settori che richiedono forte specializzazione per affrontare le nuove forme di crimine: in particolare si dimostra incisiva l’azione di prevenzione e di tempestiva repressione di quei reati di forte allarme sociale in danno dei minori, consumati anche attraverso l’insidioso utilizzo dei sistemi informatici". In questo contesto "meritoria - ha sottolineato Napolitano - è l’attività della polizia postale e delle comunicazioni che ha motivato il conferimento della medaglia d’oro al merito civile alla bandiera della polizia di Stato".
Anche il premier Romano Prodi ha ringraziato per il loro lavoro "il capo della Polizia, i dirigenti, i funzionari, gli ispettori, i sovrintendenti e tutti gli agenti" impegnati sul campo. In particolare il Professore ha voluto rendere un omaggio "alla memoria dei caduti della polizia" e ha rivolto "un sincero omaggio augurale a quanti sono rimasti feriti nell’adempimento del dovere".
Le autorità hanno infine assistito al carosello della polizia a cavallo e dei motociclisti. Presenti anche amministratori locali: il presidente della Regione, Piero Marrazzo, il vicesindaco, Mariapia Garavaglia, e l’assessore capitolino alla Sicurezza, Jean Leonard Tuadì.
* la Repubblica, 11 maggio 2007
Discovery fatale
Una camionetta della polizia in retromarcia. Un urto. Poi l’ispettore si accascia. Dal verbale di un agente forse una nuova verità sulla tragedia di Catania. Giallo Raciti in curva Nord
di Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina*
Il Discovery della polizia si muove in retromarcia per sfuggire all’inferno di pietre, fumo e bombe carta scatenato dagli ultras catanesi. Poi, un botto improvviso sulla vettura. In quel momento l’ispettore Filippo Raciti si porta le mani alla testa e si accascia. Due colleghi lo adagiano nel sedile posteriore del fuoristrada; l’ispettore si lamenta dal dolore e non riesce a respirare. Potrebbe essere in questo racconto, nel verbale redatto il 5 febbraio scorso alla squadra mobile di Catania, la soluzione del ’caso Raciti’’, l’ispettore di polizia morto dopo gli scontri con i tifosi durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio.
A raccontare è l’autista del fuoristrada, l’agente scelto S. L., 46 anni. È lui che ricostruisce dettagliatamente quella giornata di follia: dall’arrivo dei pullman con i tifosi del Palermo sino agli ultimi momenti di Raciti. Il passaggio più importante del verbale va collocato intorno alle 20,30. Più di un’ora dopo il presunto contatto con gli ultras di fronte al cancello della curva Nord e a partita appena conclusa, mentre fuori dallo stadio continua la guerriglia. Rivela S. L.: ". In quel frangente sono stati lanciati alcuni fumogeni, uno dei quali è caduto sotto la nostra autovettura sprigionando un fumo denso che in breve tempo ha invaso l’abitacolo. Raciti ci ha invitato a scendere dall’auto per farla areare. Il primo a scendere è stato Raciti. Proprio in quel frangente ho sentito un’esplosione, e sceso anch’io dal mezzo ho chiuso gli sportelli lasciati aperti sia da Balsamo che dallo stesso Raciti ma non mi sono assolutamente avveduto dove loro si trovassero poiché vi era troppo fumo. Quindi, allo scopo di evitare che l’autovettura potesse prendere fuoco, mentre era in corso un fitto lancio di oggetti e si udivano i boati delle esplosioni, chiudevo gli sportelli e, innescata la retromarcia, ho spostato il Discovery di qualche metro. In quel momento ho sentito una botta sull’autovettura e ho visto Raciti che si trovava alla mia sinistra insieme a Balsamo portarsi le mani alla testa. Ho fermato il mezzo e ho visto un paio di colleghi soccorrere Raciti ed evitare che cadesse per terra". Raciti viene adagiato sul sedile e soccorso da un medico della polizia.
L’ispettore muore per la manovra imprudente di un collega alla guida del Discovery? A ipotizzarlo, dopo avere letto il verbale, è adesso la difesa dell’unico indagato, il minorenne Antonio S. arrestato pochi giorni dopo gli scontri, e accusato dell’omicidio. Scrive il medico Giuseppe Caruso, nella consulenza di parte: le fratture delle quattro costole dell’ispettore e le sue lesioni al fegato sono compatibili, "con abbondante verosimiglianza, con il bordo dello sportello di un fuoristrada o dello spigolo posteriore di un identico autoveicolo".
Si potrebbe ribaltare dunque lo scenario proposto dalla polizia e dal pm della Procura presso il Tribunale per i minorenni, Angelo Busacca, che accusano il giovane di avere scagliato, con altri, un pezzo di lamiera contro un gruppo di agenti, tra cui Raciti, che tentavano di proteggere i tifosi del Palermo. Un gesto compiuto, come testimoniano le riprese video, tra le 19,04 e le 19,09. La partita giudiziaria ora si gioca sul terreno medico-legale. A sostegno della nuova richiesta di scarcerazione per mancanza di indizi del minorenne gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco hanno depositato la consulenza di Caruso che demolisce le considerazioni del medico-legale del pm, Giuseppe Ragazzi. "La frattura delle coste, a maggior ragione quando le coste fratturate sono diverse", scrive Caruso, "comporta dolori lancinanti e difficoltà respiratorie immediate e non consentono, a chiunque, lo svolgimento delle normali attività fisiche". Come ha fatto Raciti, dunque, si chiedono i difensori, a fronteggiare gli ultras catanesi, dalle 19,08 sino alle 20,20, con quattro costole fratturate e un’emorragia al fegato senza avvertire dolori? La risposta è affidata a una nuova consulenza medico-legale collegiale, che gli avvocati hanno chiesto al gip Alessandra Chierego, con "esperti di chiara fama, non escludendo l’ipotesi di dovere chiedere la riesumazione del corpo dell’ispettore". Oltretutto Raciti, dopo le 19,08, ha continuato il suo lavoro senza problemi, come testimonia il suo collega Lazzaro: "Mentre eravamo in macchina non ho sentito Raciti lamentare dolori o malessere". Dopo due mesi di indagini della polizia di Catania ora il caso Raciti è affidato ai carabinieri del Ris di Parma: i risultati della nuova perizia si conosceranno entro un paio di mesi.
GIALLO. RACITI IN CURVA NORD
Il colpo mortale. L’autopsia. Le riprese delle telecamere. I testimoni. Crescono gli interrogativi sulle indagini *
Due telecamere fisse puntate fuori e dentro lo stadio riprendono l’unica carica cui partecipa l’ispettore capo del reparto mobile Filippo Raciti contro la teppaglia catanese scesa giù dalla curva Nord per aggredire gli odiati "cugini" palermitani appena giunti al Massimino con un’ora di ritardo. Sono le 19,04 del 2 febbraio scorso e le immagini restituiscono i gesti di un ragazzone grande e grosso che con altri cinque o sei ultras afferra e poi scaglia verso gli agenti un pezzo di lamiera. Lo stesso pezzo, secondo le ricostruzioni degli investigatori, verrebbe usato contro il plotone di divise blu a mo’ di ariete. Ma questo le immagini non lo mostrano. È in quegli attimi, compresi tra le 19,04 e le 19,09 che, secondo la Procura dei minori e la Squadra mobile di Catania, Raciti riceve il colpo mortale che gli recide una vena del fegato. Ed è qui, sul filo dei minuti e dei fotogrammi, che rischia di sommarsi il dramma di un ultrà minorenne, Antonio, 17 anni, travolto da un’accusa ancora tutta da dimostrare. Un "carusu do Furtino", quartiere ad alta densità popolare di Catania, attirato dal fumo dei lacrimogeni e dai rumori della rissa, pronto a rigirare la felpa per calarsi il cappuccio sul volto, un "carusu" che la sera del 6 febbraio, ripreso dalle telecamere nascoste nella camera di sicurezza della questura di Catania, alla domanda di un ultrà rinchiuso con lui: "L’hai ammazzato tu?", avrebbe fatto cenno di sì, spavaldo, con la testa. Basta questa ammissione, poi smentita durante l’interrogatorio, e contestata dalla difesa del minorenne secondo cui il video girato in questura dimostra esattamente il contrario, a chiudere la partita dell’accusa e a rendere giustizia alla morte di Raciti? "L’espresso" è in grado di ricostruire, momento per momento, che cosa è accaduto quella sera a Catania.
Ore 16,30: un’ora prima del calcio d’inizio migliaia di persone affollano la zona cosiddetta del prefiltraggio, tra l’esterno delle curve e l’area interna dello stadio. "C’era una fila enorme all’ingresso della curva Nord", racconta Sergio, uno dei tifosi presenti, "è stato in quel momento che hanno deciso di aprire i cancelli. E tutti, 5 mila, 6 mila persone, sono entrati senza alcun controllo. A me non è stato vidimato l’abbonamento. Neanche ai tornelli c’era alcun controllo, né da parte della polizia, né da parte degli steward dello stadio". Tra i tifosi entra anche Antonio, piccoli precedenti per rissa, figlio di un operaio della St Microelectronics, azienda gioiello della Silicon Valley catanese, e di una fioraia, studente del quarto anno dell’istituto Val di Savoia.
Ore 19,04: il secondo tempo è cominciato da qualche minuto e allo stadio arrivano i pullman dei tifosi palermitani, scortati dalla polizia. Dai gradoni della curva Nord inizia un fitto lancio di oggetti verso gli avversari, protetti da un cordone di polizia e carabinieri in assetto antisommossa. Partono i primi lacrimogeni. Dagli spalti i più esagitati si precipitano verso le uscite per cercare lo scontro fisico. Tra loro c’è pure Antonio.
Ore 19,04-19,09: due telecamere fisse riprendono l’unica carica cui partecipa l’ispettore Raciti, riconosciuto con certezza dal casco opaco, ricordo del G8 di Genova, dai gradi sulle spalline e dall’assenza dei parastinchi. La prova più forte dell’accusa è un "combinato disposto di due filmati realizzati da due posizioni diverse". Le riprese non sono complete perché entrambi gli obiettivi non colgono l’eventuale contatto. La prima telecamera puntata verso l’interno della Nord riprende i tifosi che raccolgono un pezzo di lamiera, probabilmente un coprilavabo in alluminio con delle spalliere, che pesa circa cinque chili. Si intravedono altre cinque o sei persone, non riconosciute, che insieme ad Antonio raccolgono quella sbarra e la lanciano "a parabola". L’altra telecamera è puntata verso l’esterno e ritrae i poliziotti che si dirigono verso l’ingresso della curva Nord. Viene ripreso anche il momento in cui la lamiera cade per terra sollevando polvere.
Interrogato l’8 febbraio, il minorenne indagato si riconosce nei fotogrammi, ammette di avere scagliato insieme agli altri il pezzo di lamiera e anche di averlo "spinto una volta" contro gli agenti, ma sostiene di non avere colpito nessuno. Per gli investigatori l’assenza di immagini determinanti "è un dettaglio marginale", perché, sostengono, "è rigorosamente logico che ci sia l’impatto" tra il giovane e l’ispettore. Una tesi contestata dalla difesa: "Dalle immagini", dice l’avvocato Giuseppe Lipera, "si ha la perfetta percezione che l’oggetto lanciato abbia compiuto interamente la sua traiettoria per inerzia, senza urtare alcunché. Nei filmati non c’è alcun fotogramma che ritragga i giovani che brandiscono a mo’ d’ariete quel pezzo di lamiera. Anche i carabinieri del reparto mobile di Palermo, interrogati l’11 febbraio, non aggiungono nulla. Quel possibile colpo non l’ha visto nessuno, neanche i carabinieri che erano alle spalle dell’unità guidata dall’ispettore Raciti, all’ingresso della curva Nord". Intanto la scientifica sta esaminando lo strappo subito dal giubbotto di Raciti "sul lato destro" per accertare la compatibilità, anche dalle tracce di polvere, con il lavabo di alluminio. Ma il punto è un altro. Se Raciti subisce un colpo mortale, nessuno se ne accorge. Neanche lui.
Ore 20,30: la partita è finita, ma gli ultras proseguono la guerriglia fuori dello stadio. A un’ora e 20 da quell’unica carica Raciti continua a difendere l’ordine pubblico. "Ci lanciavano estintori", ricorda Carmelo P., collega di Raciti, "pietre, pezzi di ceramica e lavabi contro i nostri mezzi. Abbiamo preso un Discovery per cercare di allontanarli, ma ci hanno assalito, sfondando la carrozzeria della vettura, i vetri. È persino scoppiata una ruota". Sessantadue tra poliziotti e carabinieri refertati all’ospedale Garibaldi, contro 25 tifosi testimoniano una violenza a senso unico. Persino il capo del reparto mobile, Pietro Gambuzza, alle cinque del mattino si accorge di avere il piede destro fratturato. "Eravamo riusciti a fermare uno degli aggressori, io non volevo andare via", ricostruisce l’agente, "ma Raciti mi ha detto di portare il fermato nel camper dove li raccoglievamo e sono andato. Da lontano ho poi visto del fumo sotto la vettura e quando sono tornato sul posto Filippo era già in barella svenuto". Raciti è nel Discovery, qualcuno getta una bomba carta dentro l’auto. Alle 20,34 l’ispettore si accascia: "Mi sento male, aiuto...". Lo soccorre un medico della polizia che per primo si accorge del Discovery che procede lentamente a marcia indietro con lo sportello anteriore destro aperto, scortato da agenti di polizia. L’ispettore arriva al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi in condizioni disperate. Il referto d’ingresso parla di arresto cardiocircolatorio per barotrauma, evento conseguente all’onda d’urto causata da esplosione. Il corpo di Raciti, infatti, non presenta alcun segno visibile di contusione o di contatto con un corpo contundente. "Ci siamo accorti subito che era gravissimo", dice Sergio Pintaudi, direttore del Dipartimento di emergenza: "Dalla lettiga dell’ambulanza al lettino del pronto soccorso il volto è diventato cianotico e le labbra nere. Il cuore ha smesso di battere. Raciti viene sottoposto a massaggio cardiaco, adrenalina e defibrillazione, poi viene trasferito in rianimazione". Ma il cuore è fermo e non ripartirà più; dall’organo arrivano solo segnali elettrici di risposta alle cardiostimolazioni,il cervello si fermerà intorno alle 22,10. Dice il medico: "Gli esami hanno evidenziato la lesione di una vena del fegato, ma sul corpo non c’era alcun segno visibile di impatto. Questo può non voler dire nulla: un colpo di questo tipo può essere aggravato da tanti fattori come la posizione del corpo o eventuali movimenti. Considerando la carica di adrenalina del momento e la giovane età, il colpo che ha causato la lesione va collocato in un arco temporale di tre quarti d’ora al massimo prima del decesso. In altra situazione la morte sarebbe arrivata più rapidamente". I dati definitivi dell’autopsia, eseguita dal medico Giuseppe Ragazzi, non sono ancora disponibili. Il difensore del minorenne indagato, Giuseppe Lipera, ha nominato un perito per le controanalisi: "Non abbiamo avuto nulla", spiega il legale, "neanche i primi dati dell’esame autoptico. La Procura dei minori ha comunicato di non poterli fornire perché la perizia è stata disposta da altra autorità giudiziaria, la Procura distrettuale della Repubblica". Resta una domanda: Raciti muore per il colpo subito tra le 19,04 e le 19,09 non ripreso dalle telecamere? Oppure ne ha subito un altro, mortale, durante la guerriglia successiva?
Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina
* l’Espresso, 08.03.07
OMICIDIO RACITI
Il minorenne indagato: "Sono innocente, ma non rispondo ". Il ragazzo ai magistrati: "Tanto non mi credete"
CATANIA«Io continuo a professarmi innocente, ma è inutile parlare perché nell’ordinanza ho letto che non avete preso in considerazione le tesi a mia discolpa. Allora preferisco avvalermi della facoltà di non rispondere». È quanto dichiarato ai magistrati dal 17enne accusato di avere provocato la morte dell’ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, secondo ciò che riferisce l’avvocato Giuseppe Lipera, nel giorno in cui era previsto l’interrogatorio di garanzia nella sezione minorile nel carcere di Bicocca. Presente anche il padre. Ad ascoltare il giovane il gip Alessandra Chierego e i pm Angelo Busacca e Silvia Vassallo.
Il minore doveva spiegare ai magistrati le sue responsabilità in ordine ai disordini del 2 febbraio, in occasione del derby Catania-Palermo. Lo scorso 27 febbraio il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali del giovane, convalidando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza e resistenza a pubblico ufficiale firmata dal Gip Alessandra Chierego.
Il legale ha già deciso di ricorrere in Cassazione contro questa decisione, sottolineando «la disparità di valutazione con il Tribunale del riesame ordinario che per i giovani maggiorenni incensurati ha disposto gli arresti domiciliari o l’immediato rilascio».
* La Stampa, 03/3/2007 (12:52)
MORTE POLIZIOTTO: GIP EMETTE ORDINE DI ARRESTO PER MINORENNE *
CATANIA - Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Catania, Alessandra Chierego, accogliendo la richiesta della Procura ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario in concorso nei confronti del diciassettenne indagato per l’uccisione dell’ispettore Filippo Raciti.
Il provvedimento è stato notificato in carcere al minorenne dalla Squadra Mobile della Questura di Catania. Il diciassettenne era detenuto per resistenza a pubblico ufficiale, ma da oggi è in carcere con l’accusa di omicidio volontario dopo la contestazione che gli è mossa dal Gip. Il provvedimento restrittivo era stato sollecitato dal procuratore della Repubblica per i minorenni Gaspare La Rosa, e dai sostituti Angelo Busacca e Silvia Vassallo.
L’indagato si è sempre dichiarato innocente, ammettendo soltanto di avere partecipato agli scontri che si sono verificati il 2 febbraio scorso durante il derby Catania-Palermo.
Il diciassettenne fu fermato dalla polizia i giorni seguenti agli scontri al Massimino, per resistenza aggravata a pubblico ufficiale perché riconosciuto da investigatori in alcuni dei filmati dei disordini in possesso della scientifica.
La sua posizione si aggravò l’8 febbraio quando a conclusione dell’interrogatorio il Gip Chierego convalidò il suo fermo e dispose l’arresto del minorenne per resistenza. La Procura della Repubblica gli contestò l’accusa di concorso in omicidio volontario aggravato, iscrivendolo nel registro degli indagati anche per questo reato.
Il diciassettenne accettò di rispondere alle domande del sostituto procuratore Angelo Busacca e, alla presenza del suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Lipera, e i suoi genitori, negando però di avere ucciso l’ispettore Raciti, Dopo alcune contraddizioni ammise di essere presente sulla scena che gli investigatori ritengono sia quella del delitto: la porta d’ingresso della Curva Nord dello stadio. Il minorenne ammise di avere partecipato a degli scontri ma negò con forza di avere ucciso il poliziotto.
Ai genitori in lacrime urlò: "Non sono stato io...". Il fascicolo dell’accusa è stato integrato da prove documentarie che sono state ritenute convincenti dal Gip che adesso ha emesso un ordine di custodia cautelare per omicidio.
Sono undici i minorenni ancora detenuti per resistenza aggravata nell’ambito delle indagini per i violenti scontri. Lo sottolinea il procuratore della Repubblica per i minorenni di Catania, Gaspare La Rosa, rilevando che i provvedimenti sono passati al vaglio del Tribunale del riesame che li ha convalidati, mentre a altrui due indagati ha concesso a uno gli arresti domiciliari e all’altro la permanenza in una comunita’.
ANSA » 2007-02-28 15:00
Catania, altri due arresti e due scarcerazioni, tra cui il figlio di un agente *
Due fratelli, Denny e Damiano Sciuto, rispettivamente di 19 e 24 anni, sono stati fermati sabato dalla Digos e dalla squadra mobile di Catania nell’ambito delle indagini sui disordini avvenuti fuori dallo stadio Massimino il 2 febbraio scorso, durante i quali fu ucciso l’ispettore capo di polizia Filippo Raciti. Nel frattempo però la maggior parte dei giovani arrestati nelle settimane scorse e subito dopo gli scontri intorno allo stadio di Catania sono stati scarcerati dal Tribunale del riesame. Due in particolare sono stati scarcerati oggi: uno è il ragazzo che ha fatto molto parlare di sé perchè è risultato essere il figlio di un poliziotto. I giudici hanno esaminato i ricorsi di 3 indagati, per 2 sono stati disposti gli arresti domiciliari, il terzo, un esponente di Forza Nuova, resterà invece in carcere. Nei giorni scorsi il Tribunale aveva esaminato i casi di altri 7 indagati, disponendo gli arresti domiciliari per 6 di loro. Una decisione che ha sollevato molte polemiche in città, la Procura ha annunciato che ricorrerà in Cassazione contro il provvedimento. Per gli scontri dello stadio Massimino, polizia e carabinieri arrestarono più di 40 persone, la maggior parte è accusata di violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Tra gli indagati ci sono molti minorenni. Fino ad oggi l’unico ad essere accusato dell’omicidio i Filippo Raciti è un 17enne, nei cui confronti la Procura per i minorenni ha avanzato la richiesta di emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. Il giovane si trova ancora in carcere per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e non di omicidio.
* l’Unità, Pubblicato il: 24.02.07, Modificato il: 24.02.07 alle ore 13.56
Gli arrestati sono vecchie conoscenze della polizia di Catania. Avevano partecipato anche agli scontri di Catania-Cagliari
Raciti, fermati altri due ultras "Incastrati grazie alle telecamere"
Molotov a Castellammare di Stabia, si giocherà a porte chiuse *
CATANIA - Nuovi arresti a Catania. La Digos e la polizia di stato hanno fatto scattare i provvedimenti restrittivi nei confronti di due fratelli, Denny e Damiano Sciuto, nell’ambito delle indagini sui disordini del 2 febbraio scorso, quando fu ucciso l’ispettore capo di polizia Filippo Raciti. Il fermo dei fratelli Sciuto porta a 42 il numero di ultras arrestati dalle forze dell’ordine. Di questi, però, solamente sette rimangono agli arresti domiciliari e uno ha l’obbligo di firma quotidiani in un ufficio della polizia. Le persone denunciate a piede libero sono ancora 25.
Gli Sciuto sono vecchie conoscenze della questura catanese: in passato Damiano è stato denunciato per danneggiamento, violenza privata, lanci di materiale pericoloso, lesioni personali volontarie, porto di oggetti per offendere, furto e rissa. E anche Denny ha a carico una denuncia per lancio di materiale esplodente.
Adesso i due ragazzi, di 24 e 19 anni, sono stati identificati grazie alle riprese delle videocamere della polizia scientifica. I filmati mostrano i due fratelli partecipare attivamente ai disordini che hanno portato alla morte di Raciti, lanciando bombe carta, pietre e altri oggetti contro le forze dell’ordine. I due sono accusati anche di aver partecipato agli scontri durante la partita Catania-Cagliari del 21 gennaio scorso.
Castellammare. Porte chiuse anche per la serie C. Il prefetto di Napoli Alessandro Pansa ha disposto che la gara tra Juve Stabia ed Avellino in programma domani pomeriggio allo stadio "Romeo Menti" di Castellammare di Stabia, venga giocata senza pubblico.
La disposizione arriva in seguito al ritrovamento, avvenuto giovedì mattina, di quattro bottiglie molotov e di un messaggio minatorio nei confronti che minacciava di far fare alla tifoseria avellinese "la fine di Raciti". Ieri, il sindaco di Castellammare, Salvatore Vozza, aveva chiesto un rinvio del match per aggiornare le misure di sicurezza dello stadio, ma il prefetto ha preferito le porte chiuse.
* la Repubblica, 24 febbraio 2007
Catania, il giudice sportivo squalifica lo stadio "Massimino" fino a giugno *
Squalifica del campo fino al 30 giugno 2007, obbligo di disputare le gare a porte chiuse, e ammenda di 50mila euro. Questa la sanzione decisa dal giudice sportivo Giampaolo Tosel nei confronti del Catania, in seguito agli incidenti dello scorso 2 febbraio allo stadio Angelo Massimino, culminati nella morte dell’ispettore Filippo Raciti.
Nelle motivazioni della sentenza, che includono un resoconto dettagliato degli eventi legati al derby Catania-Palermo, il giudice ha spiegato: «Dall’esame delle immagini televisive, indelebili nella memoria e nella coscienza collettiva» risulta «inequivocabile la responsabilità della società etnea per i comportamenti delinquenziali commessi dai suoi sostenitori». Il magistrato sportivo ha poi deciso di annullare ogni differenza tra i fatti avvenuti fuori e dentro lo stadio: «la dinamica degli eventi - ha precisato Tosel - induce a ritenere, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, che l’intollerabile aggressione alle forze di polizia sia stata connotata da un’unicità di programmazione e da un coordinamento nell’azione che all’interno dello stadio si generava, si rafforzava e si alimentava». Il giudice ha poi sottolineato il comportamento recidivo dei tifosi catanesi: «È necessario rilevare l’assoluta inefficacia dissuasiva delle sanzioni già inflitte nel corso della stagione sportiva alla società Catania per atti di violenza commessi dai suoi sostenitori», scrive Tosel.
Una sentenza «annunciata», per l’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco, che però non manca di esprimere il proprio disappunto al riguardo: «Vorrei capire un po’di cose, ho letto un’intervista del giudice Tosel che spiega di non aver punito Roma e Torino, per i cori durante il minuto di raccoglimento, perché la parte sana del pubblico ha prevalso sul resto della tifoseria: ma allora la parte sana di Catania non esiste? Siamo, per caso, cittadini del terzo mondo?». E poi lo sfogo: «Con questa sentenza si mette una città in ginocchio, la si costringe a chiudere con il calcio e in più era chiaro che la nostra limitata in quanto i fatti erano successi fuori dal campo».
Ancora più amareggiata la reazione del presidente della Provincia di Catania, l’eurodeputato Raffaele Lombardo: «L’inconfessata irritazione che da tempo covava tra i padroni di questo pseudo calcio contro il Catania nella massima serie A ha trovato modo di esprimersi con una sentenza ingiusta e discriminatoria nei confronti della società e della società calcistica etnea». Gli fa eco il sindaco della città, Umberto Scapagnini: «Continua un periodo terribile per Catania. La decisione del giudice sportivo della Lega Calcio, Giampaolo Tosel, appare quanto mai abnorme oltre che ingiustamente punitiva nei confronti dell’intera collettività catanese». In una nota congiunta, scritta da Scapagnini col vicesindaco e assessore al Calcio Catania, Giuseppe Arena, si legge: «Ancora profondamente addolorati per la tragica scomparsa di un eroico figlio della nostra terra, caduto per difendere l’ordine pubblico, per mano di violenti balordi che nulla hanno a che vedere con la nostra città, con lo sport e con il Calcio Catania, subiamo oggi l’ennesima ingiustizia con il provvedimento che obbliga la nostra squadra di calcio a disputare le gare interne a porte chiuse e in campo neutro fino al termine della stagione».
* l’Unità, Pubblicato il: 14.02.07, Modificato il: 14.02.07 alle ore 16.23
Alcune fonti parlano di confessione ma il difensore smentisce. "Il mio assistito conferma solo di aver partecipato agli scontri"
Raciti, il ragazzo indagato ammette. "Ho colpito con violenza un poliziotto" *
CATANIA - A.S., il ragazzo di 17 anni indagato per l’omicidio dell’ispettore capo Filippo Raciti, ha fatto una parziale confessione. La notizia è trapelata da fonti investigative e in questura ci sono state scene di giubilo. Ma è stata seguita a stretto giro di posta dalla smentita del difensore del giovane, l’avvocato Giuseppe Lipera: "Smentisco in maniera categorica e assoluta che il mio assistito abbia confessato. E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra. E’ falso. Il mio assistito si limita a confermare di avere partecipato agli scontri con la polizia, ma non di avere ucciso alcuno".
Secondo le fonti che hanno parlato di confessione, il ragazzo è crollato quando gli investigatori, nelle battute finali del lungo interrogatorio, gli hanno mostrato un fotogramma che ritrae un giovane a viso scoperto che con una parte di un lavabo colpisce a mo’ di ariete l’ispettore Raciti: a quel punto tra le lacrime ha ammesso di essere lui la persona delle immagini.
Da altre indiscrezioni emerge un quadro diverso, corrispondente a quello tracciato dall’avvocato Lipera. "Ho partecipato a una carica contro la polizia" e ho "colpito un agente con una sbarra di ferro spingendolo a mo’ di ariete", ha ammesso A.S. a conclusione di un interrogatorio durato diverse ore davanti al sostituto procuratore Busacca. Il ragazzo ha anche confermato di "avere lanciato un pezzo di lamiera di ferro in aria" contro le forze dell’ordine. Ammissioni che per la procura chiudono le indagini perché ci sarebbe stato un solo scontro con protagonista l’ispettore Raciti e perché le immagini, secondo l’accusa, sono chiare. Tesi confutata dalla difesa, che parla, invece di fotogrammi confusi e di mancata identificazione del minorenne, che invece si riconosce lui stesso con certezza in altri filmati.
Alla fine dell’interrogatorio A.S. è apparso provato e molto stanco ed è stato accompagnato in carcere in esecuzione dell’ordine di arresto disposto dal Gip Alessandra Chierego per violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
Fino a stamattina la posizione del ragazzo, fermato due giorni fa, era quella di indagato per violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale, reati per i quali è stato convalidato l’arresto. Oggi è stato indagato per omicidio volontario "in concorso con altri, allo stato ignoti". Accusa che potrebbe essere derubricata per motivi tecnici a omicidio preterintenzionale.
A carico di A.S. c’è secondo gli inquirenti anche un’intercettazione ambientale effettuata con una microtelecamera, nel locale dove era trattenuto in stato di fermo assieme ad altri giovanissimi ultras. Alle domande sul suo coinvolgimento nella morte di Raciti, il diciassettenne avrebbe risposto con un cenno di assenso della testa dicendo: "Sì, sono stato io". Le intercettazioni sono state definite "assolutamente irrilevanti" dall’avvocato Lipera.
Quando ha saputo di essere indagato per omicidio, al termine dell’udienza di convalida, il giovane è sbiancato in viso, si è alzato dalla sedia ed è andato di corsa verso i genitori, attoniti e sconvolti, che erano presenti: "Mamma, ti giuro - ha detto il ragazzo in lacrime - non sono stato io...". Secondo quanto riferito dal suo avvocato, durante l’interrogatorio "il ragazzo, che era andato allo stadio assieme a un bambino di dieci anni, ha detto di avere ricevuto molti colpi".
Nato nel popolare rione di San Cristoforo, quartiere noto alle cronache cittadine perché considerato tra quelli ad alta densità criminale, il minorenne, studente del quarto anno di un istituto superiore, ha due grandi passioni: il rugby e il calcio. In passato era stato denunciato per rissa. Aveva aggredito un giovane che aveva fatto delle avances alla sua fidanzata. Ma l’indagine non ebbe seguito e il fascicolo fu archiviato. La sua famiglia è considerata "tranquilla" dagli investigatori. Il padre lavora in un’industria catanese, mentre la madre gestisce una bancarella di fiori davanti al cimitero di Catania.
Nel frattempo nuovi elementi utili alle indagini sono arrivati da un confidente delle forze dell’ordine che ha rivelato che un gruppo di ultras catanesi stava preparando un attentato con una bomba contro gli agenti. Il pentito, che sarebbe uno dei fermati nelle ultime 48 ore, ha contribuito a individuare gli ultras durante gli scontri, rivelandone l’identità e i club di appartenenza. Sempre lui ha indicato tra i partecipanti agli scontri Alan Di Stefano, elemento di spicco dell’organizzazione di estrema destra Forza Nuova.
* la Repubblica, 8 febbraio 2007
Ore contate per il killer, ripreso da una telecamera. Si cerca nell’estrema destra. Ricostruita l’aggressione di venerdì sera: gli ultrà erano armati di spranghe e bastoni
Poliziotto ucciso, la svolta da un filmato. Gli inquirenti: "Il cerchio si è ristretto"
dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO *
CATANIA - C’è un fotogramma dove un ultrà catanese si scontra con l’ispettore Filippo Raciti ucciso venerdì scorso allo stadio. È una traccia importante che potrebbe portare all’identificazione dell’ultrà che ha aggredito con una mazza o una spranga di ferro l’ispettore Raciti. Si tratterebbe di un minorenne, il suo volto è parzialmente coperto ed è "compatibile" con uno degli ultimi nove fermati dalla squadra mobile ieri notte in un quartiere alla periferia di Catania, un ultrà già noto alle forze dell’ordine con precedenti specifici.
"Ma quello non sono io", ha risposto il fermato agli investigatori che, davanti a quella "prova" speravano in una confessione che avrebbe potuto risolvere il caso. Ma così, fino a tarda notte, non è stato anche se gli investigatori sono convinti che proprio tra gli ultimi quattro fermati ci sarebbe il ragazzo che avrebbe colpito a morte il loro collega. Saranno comunque le prossime ore a stabilire se quel filmato potrebbe rappresentare la svolta delle indagini.
Dunque "il cerchio si è ristretto" conferma un investigatore e l’assassino del poliziotto potrebbe avere le ore contate. Fino a tarda notte le luci degli uffici della squadra mobile dove i quattro minorenni sono stati portati erano ancora accese, segno questo che conferma l’ottimismo degli inquirenti che cercano teppisti anche negli ambienti di destra di Forza Nuova. "Ma allo stato attuale non c’è nessun fermo per omicidio", afferma il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Ignazio Fonzo.
Intanto gli inquirenti hanno ricostruito nei dettagli, grazie al rapporto di un poliziotto che era accanto a Raciti nel momento degli scontri, quel che è accaduto quella sera: "Filippo stava scortando con altri colleghi la colonna di tifosi del Palermo, circa 800 a bordo di una decina di pullman, e quando i tifosi rosanero sono stati fatti entrare allo stadio è cominciata la prima sassaiola.
C’erano anche dei carabinieri che hanno lanciato dei lacrimogeni, nel frattempo dallo stadio erano usciti altri tifosi catanesi armati di spranghe e bastoni, col volto mascherato, e nel tentativo di farli rientrare Raciti ed altri colleghi si sono trovati tra due fuochi con i tifosi catanesi che attaccavano dallo stadio e dalla strada". Durante questa fase, quando Raciti è entrato all’interno dello stadio, da dietro una porta sono sbucati alcuni tifosi che lo hanno aggredito violentemente. "L’ispettore - racconta il poliziotto - si è accasciato e mentre lo stavamo soccorrendo hanno continuato a lanciarci bombe carta esplose vicinissime".
* la Repubblica, 7 febbraio 2007
Empty spaces, what are we living for? (Spazi desolati, per cosa viviamo?)
Abandoned places, I guess we know (Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già)
the score (la partitura)
On and on (Avanti e ancora avanti)
Does anybody know what we are looking for? (C’è qualcuno che sappia cosa stiamo cercando?)
Another hero, another mindless crime (Un altro eroe, un altro crimine inutile)
Behind the curtain, in the pantomime (Dietro il sipario, nella pantomima)
Hold the line (Resistere)
Does anybody want to take it anymore? (C’è qualcuno che ce la fà ancora?)
The show must go on (Lo spettacolo deve continuare)
The show must go on (Lo spettacolo deve continuare)
Inside my heart is breaking (Mi si spezza il cuore)
My make-up may be flaking (Il trucco si stà sciogliendo)
But my smile still stays on (Ma io continuo a sorridere)
Whatever happens, I’ll leave it all to chance (Qualunque cosa succeda, lascerò tutto al caso)
Another heartache, another failed romance (Ancora dolore, un’altra storia finita)
On and on (Avanti e ancora avanti)
Does anybody know what we are living for? (Qualcuno sà per cosa viviamo?)
I guess I’m learning (Credo di iniziare a capire)
I must be warmer now (Dovrei essere più cordiale)
I’ll soon be turning round the corner now (Presto girerò l’angolo)
Outside the dawn is breaking (Fuori inizia ad albeggiare)
But inside, in the dark, I’m aching to be free (Ma dentro, nell’oscurità, desidero ardentemente essere libero)
The show must go on (Lo spettacolo deve continuare)
The show must go on, yeah (Lo spettacolo deve continuare yeah)
Oooh inside my heart is breaking (Oooh mi si spezza il cuore)
My make-up may be flaking (Il trucco si stà sciogliendo)
But my smile still stays on (Ma io continuo a sorridere)
Yeah oh oh oh
My soul is painted like the wings of butterflies (La mia anima è colorata come la ali delle farfalle)
Fairy tales of yesterday will grow but never die (Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai)
I can fly, my friends (Posso volare, amici miei)
The show must go on, yeah (Lo spettacolo deve continuare, yeah)
The show must go on (Lo spettacolo deve continuare)
I’ll face it with a grin (Lo affronterò con un largo sorriso)
I’m never giving in (Non mi arrenderò mai)
On with the show (Avanti con lo spettacolo)
I’ll top the bill (Sarò l’attrazione principale)
I’ll overkill (Sarò uno schianto)
I have to find the will to carry on (Devo trovare la volontà di andare avanti)
On with the (Avanti con)
On with the show (Avanti con lo spettacolo)
The show must go on (Lo spettacolo deve continuare)
Queen
Folla per i funerali di Filippo Raciti
La piazza e la cattedrale erano gremite. Numerose messe sono state celebrate anche in altre città.
CATANIA. Con la benedizione della salma si sono conclusi i funerali di Filippo Raciti, officiati dall’arcivescovo metropolita di Catania Salvatore Gristina e dal nunzio apostolico in Italia (prossimo Arcivescovo di Palermo) Paolo Romeo. In prima fila la moglie Marisa e la figlia di Raciti, ma anche numerosi rappresentanti della politica: i Ministri Giuliano Amato e Giovanna Melandri, il vice ministro Minniti, il Capo della Polizia De Gennaro, gli On. Castagnetti, Casini, Fini ed il Presidente della Regione Siciliana Cuffaro. Tra i banchi della Cattedrale anche il presidente del Messina Pietro Franza, quello del Catania, Antonino Pulvirenti, con l’amministratore delegato, Pietro Lo Monaco, e l’intera formazione rossazzurra. Il Duomo era pienissimo, così la piazza, stipata in ogni angolo. Migliaia di cittadini catanesi e decine di delegazioni di reparti della polizia di Stato venute da varie parti d’Italia sono accorsi per l’estremo saluto al collega. Il Reparto Mobile di Bari ha innalzato uno striscione con la scritta «Addio Filippo».
IL DISCORSO DELLA VEDOVA AI FUNERALI
«Era un grandissimo uomo. Sincero leale, affidabile, disponibile. Era un educatore alla vita. Spero che lo sia anche nella sua morte. Spero che non ci sia nessuna altra famiglia a provare questo dolore. Lo sport è una cosa bella, la violenza no». È il messaggio forte che la vedova dell’ispettore Filippo Raciti, ucciso durante il derby Catania-Palermo, ha letto nel corso dei funerali. Marisa Grasso ha anche rivolto un messaggio ai tutti quei giovani, che «immaturamente e stupidamente» vedono spesso nelle divise un nemico da abbattere, perchè fatti come questo non abbiano più a ripetersi. «Tutti conoscete i suoi pregi -ha detto- venerdì quando ho appreso della notizia ho subito un duro colpo, c’eravamo salutati poco prima come al solito: ci vediamo dopo. Mio marito aveva grandi qualità, era un uomo sincero, leale e disponibile. Non lo vedo morto, è sempre presente. E che fosse un educatore alla vita lo testimoniano i suoi colleghi che in questi giorni mi sono stati vicini dicendomi sempre "Filippo lo avrebbe fatto per noi". Vorrei che Filippo diventasse anche un educatore alla morte, che non ci siano più famiglie costrette a piangere i loro cari e che i ragazzi riflettano. La violenza fa troppo male».
IL MESSAGGIO DELLA FIGLIA
«Ti giuro che sono stata, sono e sarò sempre fiera di essere tua figlia» e «spero solo che la tua morte induca la società a cambiare». Con queste parole Fabiana, la figlia di Filippo Raciti, conclude il breve messaggio letto ai funerali del padre, a cui, con voce rotta dal pianto, si rivolge per l’estremo saluto. «Avevo deciso - confessa fra le lacrime la giovane - di farmi del male, non mangiando e non bevendo più. Ma molta gente mi ha convinto che avrò bisogno di forze», perché «mi aspetta un momento difficile». «Senza di te la vita non sarà più facile» dice ancora fra le lacrime e sostenuta da un lungo applauso Fabiana, «perchè tu eri bravi in tutto, ma soprattutto eri bravo a fare il papà». Un papà «a cui ero uguale in tutto», racconta la figlia del poliziotto ucciso, dalle labbra «grosse» al ginocchio «che da qualche problemino». «Spero solo - conclude Fabiana - che la tua morte induca la società a cambiare e ti giuro che verrà fatta giustizia».
L’OMAGGIO DELLA CITTA’
Per tutta la notte non si è fermato l’omaggio dei catanesi all’ispettore capo della polizia Filippo Raciti morto venerdì sera negli scontri dopo la partita di calcio Catania-Palermo. Anche stamani la camera ardente allestita nel comando del decimo Reparto Mobile della polizia di Catania in corso Italia è stata visitata da miglia di cittadini desiderosi di porgere l’ultimo saluto al poliziotto. Sono centinaia i mazzi di fiori deposti dentro la caserma e fuori. Ci sono anche diverse sciarpe rossoblu lasciate da tifosi del Catania.
UN RADUNO SPONTANEO VICINO ALLO STADIO
Decine di giovani si sono radunati a partire dalle 10 in piazza Spedini, nei pressi dello stadio di Catania, per ricordare l’ispettore ucciso venerdì negli scontri dopo la partita Catania-Palermo. Si tratta di un’iniziativa spontanea, di un gruppo di catanesi commossi per la morte del poliziotto. I promotori della manifestazione hanno diffuso un volantino. Questo il testo: «Per non dimenticare nostro fratello Filippo morto sul campo di un’assurda quanto surreale guerriglia urbana, assassinato barbaramente, così com’è stata assassinata l’anima di un’intera città. Catania onesta è chiamata a rispondere massiccia, in assoluto silenzio di testimonianza e cordoglio».
* La Stampa, 05.02.2007
Un masso ha ucciso l’ispettore Raciti
Secondo l’autopsia ad uccidere l’ispettore raciti è stato un masso che l’ha colpito al torace. Inc orso la riunione del Coni. Il ministro dell’Interno annuncia a Repubblica la volontà di "stroncare la violenza a ogni costo". Il presidente del Coni Petrucci: "Non so quando ripartirà il campionato, concorderemo tutto col governo". *
12:22 I funerali di Raciti domani alle 12
Saranno celebrati domani a mezzogiorno in cattedrale i funerali di Filippo Raciti, l’ispettore capo della polizia ucciso durante il derby Catania-Palermo. Le esequie avverranno contemporaneamente alla messa del pontificale della festa di Sant’Agata, patrona di Catania.
12:12 Sale a 29 il numero degli arresti
Sale complessivamente a 29 il numero delle persone fermate da polizia e carabinieri nell’ambito delle indagini sui disordini di venerdì scorso allo stadio Massimino. Altre sette persone sono state infatti arrestate dalle forze dell’ordine, ma a nessuno di loro è contestato l’omicidio dell’ispettore capo Filippo Raciti.
Durante l’operazione, gli investigatori hanno anche sequestrato in un negozio gestito da quattro senegalesi, che sono stati arrestati, un centinaio di oggetti esplosivi, tra petardi e bombe carta. Nel negozio c’erano anche bandiere e attrezzature solitamente utilizzate dagli ultras del Catania.
12:01 Raciti morto per spappolamento fegato
Filippo Raciti, l’ispettore di polizia morto durante i disordini scoppiati durante e dopo il derby Catania-Palermo, è morto a causa dello spappolamento del fegato. La lesione sarebbe stata causata da un corpo contundente. Lo ha riferito il procuratore aggiunto della Repubblica di Catania Renato Papa.
11:36 "Autopsia ha fatto chiarezza"
L’ autopsia, eseguita questa mattina nell’ obitorio dell’ ospedale Garibaldi di Catania, ha chiarito le cause della morte dell’ ispettore capo di polizia Filippo Raciti, ucciso negli scontri avvenuti nello stadio Massimino durante il derby con il Palermo. "Sulle cause della morte dell’ ispettore - ha affermato il medico legale Cesare Ragazzi, che ha eseguito l’ esame autoptico su delega della Procura - c’ è una chiarezza. Ho capito molto ma non posso dire cosa, lo riferirà la magistratura".
11:15 Iniziata la giunta del Coni
E’ iniziata al Foro Italico la Giunta straordinaria del Coni alla presenza del presidente Gianni Petrucci e del Commissario della Figc Luca Pancalli.
11:04 Perquisita sede ultrà
Nell’ambito delle indagini sulla morte di Filippo Raciti, è stato perquisita perquisita una sala giochi, centro di ritrovo di ultras catanesi. Nel corso dell’operazione è stato arrestato un incensurato di 21 anni, che aveva un considerevole quantitativo di ecstasy e marijuana e due fucili.
10:35 Petrucci: "Concorderemo tutto col governo"
"Si potrebbe ripartire subito o fra qualche settimana ma per ora non posso azzardare previsioni". Gianni Petrucci non si sbilancia. Il presidente del Coni è stato il primo ad arrivare al Foro italico per prendere parte alla giunta, convocata d’urgenza, in seguito ai tragici avvenimenti di venerdi. "Faremo le nostre proposte, ma tutto sarà concordato con il governo e con il ministro Melandri. La nostra idea e quella del commissario della Figc Pancalli è adottare delle misure precise prima di ripartire".
10:21 Palermo, scritte contro la polizia
Scritte contro la polizia sono apparse nella tarda serata di ieri nel centro storico di Palermo. Con vernice nera e rossa, sconosciuti hanno scritto l’acronimo acab (all cops are bastards), e la frase "supporters uno polizia zero". E’ accaduto tra via Maqueda, la cattedrale di Palermo e il popolare mercato del Capo. E su un muro della cittadella universitaria di viale delle Scienze. Quasi tutti gli slogan sono stati già cancellati
10:14 Catania, tra poco il punto sulle indagini
I magistrati della procura della Repubblica di Catania che coordinano le indagini sull’uccisione dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti incontrano i giornalisti alle 11,30 per fare il punto dell’inchiesta. Partecipano il procuratore aggiunto, Renato Papa, il sostituto della Dda etnea Ignazio Fonzo e gli investigatori che seguono il caso
10:03 Amato: linea dura contro gli ultrà
Il ministro dell’Interno, nel suo colloquio con Repubblica (pubblicato nel numero oggi in edicola), annuncia la linea dura del Viminale sul fronte della violenza ultrà. "Bisogna stroncare, colpire e punire - afferma - il tifoso pronto a trasformarsi in assassino sappia che non avrà scampo". Anche se, ammette, la risposta al problema "non può essere solo di ordine pubblico"
10:00 Campionato a porte chiuse
Il governo ha pronto un provvedimento shock per fronteggiare l’allarme violenza dentro e fuori gli stadi, dopo la morte, domenica a Catania, del poliziotto Filippo Raciti. L’ipotesi più accreditata è quella di far svolgere le partite senza pubblico
* la Repubblica, 04.02.2007
L’ispettore Raciti prestava servizio da 20 anni. Era Cavaliere del Lavoro. Un quotidiano raccoglie fondi per i figli, dal Coni due borse di studio
Filippo, un poliziotto altruista e coraggioso "Non ha mai amato il calcio"
Era un volontario della Croce Rosse con la moglie. "Donate gli organi"*
CATANIA - Quasi vent’anni di servizio nella polizia, Cavaliere del lavoro nominato dal presidente Ciampi, donatore di organi, sangue, volontario della Croce Rossa insieme alla moglie e poliziotto coraggioso. Colleghi ed amici descrivono così Filippo Raciti, l’ispettore di polizia di 38 anni ucciso ieri sera durante gli scontri che hanno insanguinato il derby siciliano Catania-Palermo.
Coraggioso perché, come ricorda Roberto, collega di lavoro e amico, "era di un altruismo unico che manifestava anche quando non era in servizio. Ricordo l’ultima alluvione che ha colpito Catania quando Filippo, pur non essendo in servizio, non esitò ad intervenire per salvare una persona immobilizzata nella sua casa vicino all’aeroporto".
Raciti aveva due figli: una ragazza di quindici anni e un bimbo di nove. La figlia l’hanno vista allontanarsi oggi dall’ospedale sorretta da alcuni parenti in preda alla disperazione. Per lei e il fratello due iniziative importanti: il quotidiano La Sicilia ha indetto una raccolta fondi, mentre il Coni, fa sapere il presidente Gianni Petrucci, ha intenzione di istituire delle borse di studio destinate a loro. La moglie, Marisa Grasso, tra due settimane avrebbe dovuto sostenere l’esame per diventare infermiera: era volontaria da due anni insieme al marito.
La notizia della morte di Filippo l’hanno saputa dalla televisione. E’ sempre Roberto, il poliziotto con cui Raciti formava una coppia affiatata in servizio e nella vita privata, a confidarsi con la stampa: "A me è arrivato un sms, la famiglia l’ha saputo dalla tv. E’ una cosa che non voglio neanche commentare. Filippo era come fratello per me, è stato il padrino di mio figlio al battesimo. Siamo entrambi donatori di organi e sangue e ci siamo occupati anche di problemi di bambini soli. L’ultima volta che l’ho visto è stato ieri, nel pomeriggio. Mi ha dato il suo foulard rosso - continua Roberto - quello della divisa, dicendomi di tenerlo perché secondo lui tirava una brutta aria e avrei potuto averne bisogno. Sembra quasi una premonizione".
E dire che a Filippo "non interessava il calcio. Non era il primo derby che facevamo insieme. In un derby fra Catania e Palermo - aggiunge ancora Roberto - siamo stati insieme ad un processo contro un tifoso che ha patteggiato". Salvatore Renda, l’altro poliziotto ricoverato ieri sera in seguito ai tafferugli, ricorda quando Raciti entrò in polizia nel 1988, trascorrendo gran parte della sua carriera nel Reparto mobile, tanto da essere uno degli uomini di maggiore esperienza. "Un uomo maturo più della sua età" racconta Renda.
Parole di cordoglio per il poliziotto deceduto arrivano anche dal principe Emanule Filiberto di Savoia: "Ho deciso di dedicare il mio viaggio a Catania alla famiglia di Filippo Raciti e a tutta la Polizia di Stato. Desidero essere vicino a loro in questo momento". Emanuele Filiberto arriverà domani a Catania, per esprimere la solidarietà di Casa Savoia alla famiglia di Raciti. In una nota, la Casa reale esprime anche il suo cordoglio verso l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, di cui Filippo Raciti era membro.
* la Repubblica, 3 febbraio 2007
Anche una poesia per l’ispettore capo Raciti: «Vi regalo un fiore».
Il lutto della polizia: «Era solo una partita...»
Sul sito il ricordo dell’agente ucciso durante la guerriglia a Catania: «Il calcio si ferma, noi no. Lasciateci salutare Filippo» *
Una bandiera tricolore a mezz’asta in homepage. E una scritta che dice tutto: «Un giorno triste». Il lutto dei colleghi per la perdita di Filippo Raciti viene raccontato sul sito della polizia di Stato. «Uno di noi non ce l’ha fatta - è scritto - a tornare a casa dal servizio. Morire è sempre ingiusto ma in quel modo è anche assurdo. È vero, noi abbiamo l’obbligo giuridico di esporci al pericolo. Però era solo una partita. Ora il calcio si ferma ma la Polizia no. Lasciateci però salutare Filippo e poi torneremo come sempre su strada». Tra i tanti messaggi di solidarietà ricevuti dopo la morte dell’agente nei tafferugli di Catania viene pubblicata una poesia che un cittadino ha lasciato sotto la porta d’ingresso del commissariato Politeama di Palermo. S’intitola: «Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l’amor» (leggila)*.
Corriere della Sera, 03 febbraio 2007
Poesia
Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l’amore;
un fiore, per tutte le volte che venite chiamati sbirri;
un fiore, perché non esistono solo persone che vi disprezzano;
un fiore, perché per guadagnarsi il pane, non basta più solo lavorare;
un fiore, perché le croci di cui è affastellata la vostra memoria recano la dicitura "morti" e non "vittime";
un fiore, per tutte (le) volte che vorreste reagire ma siete costretti a subire;
un fiore, per tutte le volte che la vostra dignità viene calpestata;
un fiore per tutto l’odio che vi sputano addosso perché indossate una divisa;
un fiore per tutte le volte che non vi considerano semplicemente umani;
un fiore perché purtroppo è il massimo che posso permettermi;
solo un fiore, perché per rendervi l’onore che meritate non basterebbero tutti i fiori del mondo.
Catania, Italia sotto shock per la guerra allo stadio *
10:38 Prodi: "Bisogna assolutamente reagire"
"Sono rimasto choccato. Bisogna reagire assolutamente". Intervistato per ’Tv7’ dalla Rai, Romano Prodi è tornato sulla morte del poliziotto a Catania. "Ho approvato la decisione di fermare i campionati per questo fine settimana - ha detto ancora il premier - e riflettere su cosa fare. Non si può riempire gli stadi di carabinieri e poliziotti. C’è bisogno di educazione". "Il primo pensiero è andato al poliziotto ucciso - ha aggiunto - voglio dire alla famiglia che le siamo vicini. E’ morto per il suo lavoro, per evitare una tragedia dando la vita per la nostra sicurezza". Come reagiranno gli italiani all’assenza del calcio? gli è stato chiesto. "Meditando. Ci penseranno su. Bisogna farsi una ragione collettiva di fronte a questi problemi".
10:35 Il 6 Amato riferirà a Montecitorio
Nella giornata di martedì 6 febbraio il ministro degli Interni, Giuliano Amato, riferirà alla Camera dei Deputati sui gravissimi fatti di Catania, che hanno causato la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti e il ferimento di più di settanta persone. E’ quanto scritto in un comunicato diffuso da Montecitorio.
10:34 Altri cinque minorenni fermati
Altri cinque minorenni sono stati fermati da polizia e carabinieri nell’ambito delle indagini sui disordini avvenuti ieri davanti lo stadio Massimino di Catania, dopo i quattro bloccati ieri insieme a cinque adulti. Sale così a 14 il numero degli ultras, tutti catanesi, arrestati dalle forze dell’ordine.
10:33 Il presidente del Catania: "Voglio lasciare"
"Non me la sento di continuare dopo quanto è accaduto. Mi auguravo che certi episodi già accaduti nel corso della stagione, e che ci erano costati la squalifica del campo, avessero insegnato qualcosa, invece non è stato così". Antonino Pulvirenti, presidente del Catania, ha confermato di voler chiudere con il calcio dopo l’uccisione dell’ispettore capo, Filippo Raciti, da parte di un gruppo di teppisti che hanno lanciato delle bombe carta all’indirizzo delle forze dell’ordine. "Noi dirigenti abbiamo fatto tutto il possibile per allontanare dalla squadra certi soggetti - ha proseguito - ma evidentemente c’è ancora tanto da fare".
10:14 Cominciato sopralluogo allo stadio
E’ cominciato allo stadio Angelo Massimino il sopralluogo di magistrati e polizia compiuto nell’ambito delle indagini sulla morte dell’ispettore capo Filippo Raciti, rimasto ucciso negli scontri avvenuti durante il derby con il Palermo. Nello stadio sono entrati il procuratore aggiunto Renato Papa e il sostituto della Dda etnea Ignazio Fonzo, il questore Michele Capomacchia, il questore vicario Alfredo Anzalone e il capo della squadra Mobile Giovanni Signer
10:12 Questore di Catania: "Sono costernato"
"Sono costernato per tutto quello che è accaduto e mi dispiace di più per la famiglia dell’agente morto". Lo ha affermato il questore di Catania, Michele Capomacchia, lasciando lo stadio Angelo Massimino, dove è in corso un sopraluogo per gli incidenti avvenuti ieri sera durante il quale è morto un ispettore di polizia
10:05 Mercatino rionale sul luogo degli scontri
E’ stato regolarmente montato in piazza Spedini il tradizionale mercatino del sabato allestito nel rione Cibali, nella stessa zona teatro degli incidenti durante la partita Catania-Palermo durante la quale ha perso la vita un poliziotto. Ci sono meno bancarelle del solito e meno clienti, ma l’attività continua regolarmente.
09:48 Gli investigatori visionano i filmati
Gli investigatori che indagano sugli scontri di ieri sera dopo il derby tra Catania e Palermo stanno visionando i filmati e le riprese effettuate nel corso e dopo l’incontro, dentro e fuori dallo stadio. L’obiettivo è quello di ricostruire le responsabilità della guerriglia urbana durante la quale ha perso la vita l’ispettore capo della polizia Filippo Raciti, di 38 anni. Stamani è anche previsto un sopralluogo dei magistrati della Procura etnea al "Massimino".
09:46 Un agente: "E’ stata un’imboscata"
"Stavo scortando con dei colleghi un gruppo di tifosi del Palermo al Massimino - racconta un agente del reparto mobile della polizia rimasto ferito ieri negli scontri al Massimino, Salvatore Renda, di 24 anni - quando all’improvviso siano stati assaliti dagli ultras del Catania. Ci è arrivato addosso di tutto. E’ stata un’ imboscata da guerriglia organizzata. All’improvviso l’aria si è resa irrespirabile, mi sono sentito male e sono svenuto". Renda è ancora sotto choc, ricoverato nel reparto di osservazione del pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi.
09:35 In 71 medicati al pronto soccorso
Sono 71 le persone che secondo un primo bilancio hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari dei pronto soccorso di Catania, dopo il derby di ieri sera allo stadio Massimino: 45 di questi si sono recati all’ospedale Garibaldi; 16 al Vittorio Emanuele; 10 al Cannizzaro. Le loro condizioni non sono preoccupanti. La prognosi per tutti va dai 3 ai 15 giorni. Intanto migliorano le condizioni anche dell’altro agente ferito nei tafferugli, e per il quale si era temuto in un primo momento fosse in pericolo di vita. Il poliziotto si trova ricoverato all’ospedale Garibaldi, ma i sanitari lo ritengono fuori pericolo
09:32 15 le persone arrestate
E’ salito a quindici il numero delle persone arrestate per gli scontri tra tifosi e forze dell’ordine dopo la partita di calcio Catania-Palermo. In manette sono finiti otto maggiorenni e sette minorenni. Non sarebbero coinvolti, come confermano dalla Questura di Catania, nella morte di Raciti
09:30 Scapagnini: "Non possiamo ignorare"
"Ciò che è successo non può essere ignorato". Lo ha detto nella notte il sindaco di Catania Umberto Scapagnini, annunciando che oggi parteciperà al vertice che si tiene in Prefettura per decidere come fare svolgere i festeggiamenti in onore di Sant’Agata, patrona della città. Al vertice parteciperà anche l’arcivescovo di Catania, monsignor Salvatore Gristina. L’ipotesi che è circolata sino all’inizio del vertice è che possano essere eliminati dal cartellone della festa gli appuntamenti che non sono strettamente religiosi
09:13 Vertice sulla festa del patrono
E’ in corso alla Prefettura di Catania un vertice per decidere tra i massimi rappresentanti delle forze dell’ordine e delle autorità locali se e come proseguire i festeggiamenti in onore della patrona della città etnea, Sant’Agata
08:57 Oggi sopralluogo allo stadio
I magistrati della Procura di Catania terranno questa mattina, alle 10, un sopralluogo tecnico nella curva nord dello stadio ’Angelo Massimino’. Lo ha deciso il Procuratore aggiunto della procura etnea Renato Papa che si recherà allo stadio con il pm della Dda di Catania, Ignazio Fonzo. Il sopralluogo, secondo quanto si apprende, dovrebbe servire a effettuare una ricostruzione su quanto accaduto ieri sera fuori e dentro lo stadio. Sono due le inchieste aperte, la prima sui disordini e la seconda sulla morte dell’ispettore capo Filippo Raciti di 38 anni
08:49 In segno di lutto niente iniziative per le primarie
In segno di lutto i tre candidati alle Primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco (Giusto Catania, Alessandra Siragusa e Leoluca Orlando) hanno annullato le iniziative elettorali previste per ieri sera a Palermo in vista delle Primarie di domani
08:14 Amato: così non mando più polizia
"Io, a queste condizioni, i miei poliziotti negli stadi non ce li mando più". Così il ministro dell’Interno Giuliano Amato nella notte, dopo la notizia della tragedia a catania
08:09 Finora nove arresti
Il sostituto procuratore di Catania, Ignazio Fonzo, ha confermato che le forze dell’ordine hanno effettuato alcuni arresti. In manette sono finiti cinque maggiorenni e quattro minorenni. Anche se non sarebbero coinvolti nella morte dell’ispettore di polizia
08:05 Indagini nella notte
E’ stata una notte di indagini frenetiche quella trascorsa a Catania dopo la morte dell’ ispettore capo di polizia Filippo Raciti in scontri scoppiati durante il derby di calcio al Massimino con il Palermo. Gli investigatori hanno sentito diverse persone e perlustrato la zona alla ricerca di prove. Sono state visionate anche le riprese filmate degli scontri fatte dalla scientifica e presto potrebbero essere acquisite le registrazioni di televisoni private, ma soltanto a scopo precauzionale. La guerriglia sarebbe stata scatenata da ultras del Catania che volevano aggredire i tifosi del Palermo, arrivati a secondo tempo iniziato al Massimino. Dopo un primo contatto, i tifosi etnei sarebbero nuovamente tornati ’alla carica’, stavolta però direttamente contro la polizia, che ha risposto all’ aggressione e esploso dei fumogeni. Le indagini sono svolte dalla polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania
* la Repubblica, 03.02.2007.
Catania, partita criminale. Ucciso un poliziotto, 100 feriti.
La Figc sospende tutti i campionati *
Un ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti, è morto in seguito agli scontri violentissimi che sono scoppiati venerdì sera fuori dallo stadio «Massimino» di Catania al termine della partita con il Palermo. Il poliziotto è stato colpito al volto da una bomba carta. È morto dopo tre quarti d’ora di agonia all’ospedale cittadino. Secondo alcune informazioni vi sarebbe un secondo poliziotto in gravissime condizioni mentre almeno cento sarebbero i feriti tra i tifosi. L’ispettore ucciso lascia la moglie e due figli.
In seguito ai gravissimi fatti di Catania, il commissario straordinario della Figc Luca Pancalli ha deciso di sospendere tutti i campionati di calcio in programma nel prossimo week end, dalla serie A alle giovanili.
La partita era stata contrassegnata sin dall’inizio da gravi incidenti sugli spalti, tanto che al 13mo del secondo tempo il match era stato sospeso per mezz’ora dopo che la polizia aveva lanciato lacrimogeni in curca Nord, dove si trovavano i sostenitori del Catania. Dopo la vittoria della squadra rosanero, sono scoppiati incidenti ancora più violenti di quelli che già al 13esimo del secondo tempo avevano causato la sospensione del match per circa mezz’ora quando le forze dell’ordine avevano lanciato lacrimogeni in curva Nord dove sostenitori del Catania bersagliavano con fumogeni e petardi i fan del Palermo.
* l’Unità, Pubblicato il: 02.02.07 Modificato il: 02.02.07 alle ore 23.33
CARO "VECCHIO FED QUADRARO"
credo che hai perfettamente ragione !!! Ti ringraziamo per l’attenzione e per l’intervento. Per la redazione, fls
Proseguono le indagini dopo l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti. Un collega: "Qui è peggio che con i mafiosi"
Catania, un attacco premeditato "Volevano colpire la polizia"
CATANIA - "Volevano noi". Un’azione premeditata. Questo pensano e dicono gli inquirenti dopo l’uccisione dell’ispettore capo della polizia Filippo Raciti nel corso degli scontri seguiti al derby tra Catania e Palermo. "Da una prima valutazione - ha affermato il sostituto della Dda etnea Ignazio Fonzo -, è difficile stabilire la reale dinamica che ha portato alla tragica morte dell’ispettore Raciti. Quello che possiamo dire al momento è che negli scontri non c’è stato nessun coinvolgimento di tifosi rosanero, ma che sono stati coinvolti solo pseudo sostenitori del Catania, con un’azione premeditata". Una tesi che Alfio Ferrara, uno dei poliziotti che ieri era vicino a Filippo Raciti, fa sua: "Gli ultras non si sono scagliati contro i tifosi del Palermo. Volevano noi". "Qui è peggio che combattere i mafiosi", incalza il funzionario di polizia, Ivan Maravigna.
E’ comune la ricostruzione fatta dagli agenti. Una convinzione che nulla sembra scalfire. "Probabilmente qualcuno ha voluto sfogare su di noi la rabbia per non aver potuto scontrarsi con i tifosi avversari - raccontano - Ci hanno lanciato addosso di tutto. Ogni domenica siamo costretti a rischiare perchè questa gente non viene certo allo stadio per assistere alla partita".
Nel frattempo le indagini vanno avanti. Secondo le prime ricostruzioni la guerriglia sarebbe stata scatenata da ultras del Catania che volevano aggredire i tifosi del Palermo, arrivati a secondo tempo iniziato al Massimino. Dopo un primo contatto, i tifosi etnei sarebbero nuovamente tornati ’alla carica’, stavolta però direttamente contro la polizia, che ha risposto all’ aggressione e esploso dei fumogeni. Per adesso gli investigatori hanno sentito diverse persone e perlustrato la zona alla ricerca di prove. Al vaglio anche le riprese degli scontri fatte dalla scientifica e dalle televisioni private.
* la Repubblica, 3 febbraio 2007
Livorno, scritte ultras: «Morte allo sbirro» *
«Morte allo sbirro», «Un altro Filippo Raciti: Ultras liberi» e «2/2/07: vendetta per Carlo Giuliani»: recitano così tre assurde scritte apparse nella notte a Livorno, sul muro dell’edificio nel quale ha sede il quotidiano Il Tirreno, subito dopo i disordini di Catania. Un macabro riferimento all’agente ucciso durante gli scontri catanesi e un altro, quanto mai inopportuno, al giovane morto a Genova durante il G8 del 2001. Il tutto ad opera, probabilmente, di ultras locali: la seconda scritta reca infatti la firma «Acab», un acronimo usato nella rete dagli ultras e acronimo dell’espressione inglese «All cops are bastards» («tutti i poliziotti sono bastardi»).
Le scritte hanno avuto naturalmente vita breve. Completati gli accertamenti da parte della Digos, il comune di Livorno ha deciso di provvedere a proprie spese alla loro cancellazione. «È solo un piccolissimo gesto con il quale a nome mio e della città voglio esprimere tutta la vicinanza alla famiglia del poliziotto ucciso e alle Forze dell’Ordine», ha spiegato il sindaco Alessandro Cosimi, che ha continuato: «L’episodio della scritta, che in sé è inaccettabile, oltre allo sconcerto e alla condanna mi suscita una profonda amarezza, dettata dalla difficoltà di capire come si possa solo pensare una cosa simile».
Al sindaco hanno fatto eco il presidente della provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, e quello del consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, che, nell’esprimere la sua «condanna totale» agli autori delle scritte, ha commentato: «Bisogna smettere di pensare che si tratti solo di tifosi. C’è ancora chi vede le forze dell’ordine come una controparte, ma l’unica controparte che invece va perseguita con pervicacia è chi sostiene cose del genere».
Durissima la reazione del ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, che da Piombino - in provincia di Livorno - ha annunciato: «Voglio lanciare un monito agli imbecilli, pochi o tanti che siano, quelli che ora pensano di soffiare sul fuoco: il governo il fuoco lo spegnerà». E poi: «Attenzione, perché il governo è risoluto a stroncare la violenza nel calcio e quella che vi circola intorno. Quindi occhio. Ci saranno provvedimenti molto severi».
Mussi si era già espresso in merito ai fatti di Catania, appoggiando la tesi del ministro degli Interni, Giuliano Amato, sulla necessità di un’autogestione dei controlli negli stadi da parte delle società calcistiche: «La sicurezza negli stadi garantitevela. Se avete soldi per pagare un centravanti 10-20 milioni, li avete anche per garantire la sicurezza».
Secondo il ministro «è insopportabile il fatto che ci siano squadre che grazie ai biglietti venduti a peso d’oro e ai diritti tv, fanno milioni di euro, e hanno giocatori pagati milioni, mentre i poliziotti e i carabinieri rischiano la pelle, per 20-25 euro di straordinario». Ci vogliono per Mussi «provvedimenti forti perché il gioco più bello del mondo è stato trasformato in una sentina di corruzione e violenza» e «per chi ama il calcio, è una cosa insopportabile».
* l’Unità, Pubblicato il: 03.02.07, Modificato il: 03.02.07 alle ore 16.22
Catania: la santa e gli assassini
di Claudio Fava *
Accadrà domattina, infallibilmente: i randellatori dello stadio Cibali, i fabbricanti di bombe carta, gli appiccatori di incendi, i «boia chi molla» urlati in faccia ai celerini riporranno i passamontagna in fondo all’armadio, s’infileranno nelle loro tuniche bianca lunghe fino ai piedi, prenderanno in mano ceri votivi al posto delle spranghe e così acconciati, con il viso devoto, accompagneranno sant’Agata patrona in giro per la città, come ogni 5 febbraio da che la memoria ci accompagna. Il tempo della vergogna e del lutto (un poliziotto scannato, cento feriti) sarà durato lo spazio di una notte, giusto il necessario per compilare dichiarazioni di sdegno e necrologi. Poi Catania tornerà alla sua beata irresponsabilità.
Non è un calembour: è il ritratto della mia città, la sua corda morale. L’idea cioè che esista un tempo per gli stadi e uno per i santi, che il poliziotto morto si possa seppellire, la piazza della battaglia ripulire dalle macerie e il giorno dopo ritrovarsi tutti fedeli, tutti cresimati, con lo sguardo ripulito, a sfilare dietro il fercolo della patrona. Fingendo di non sapere che quello stadio e quella santa, le botte e la processione fanno parte della stessa città.
Sarebbe stato un gesto bello e civile chiedere alla santa di rimanere in chiesa a vegliare anche lei questo povero morto. Sarebbe stato un gesto forte e carico di buon senso se il sindaco di Catania, il suo vescovo e le altre (come si usa dire in questi casi) “autorità civili e religiose” avessero deciso che non bastava sospendere la gara podistica e i fuochi d’artificio ma che, di fronte allo scempio e alla follia collettiva di venerdì notte, andava annullata ogni cerimonia religiosa. Anche per costringere questa città, così irriverente, così smemorata, a guardarsi per una volta allo specchio. Senza i paramenti del sacro. Senza i ceri e le candelore.
Invece s’è deciso che tutto continui: tanto, che c’entra la santa con il calcio? La santa non c’entra. I devoti, sì. Uno o due anni fa, tra i fedelissimi intabarrati di bianco ci furono anche pistolettate, e un tale rimase gambizzato proprio mentre i botti per la patrona coprivano quelli del revolver. Il giornali ne riferirono come d’un dettaglio, una cosa curiosa, pittoresca.
Ecco la tragedia: l’idea che questo spazio tra sacro e profano non debba mai essere riempito, che il mafioso possa scannare i picciriddi nelle botti d’acido e poi farsi la comunione in chiesa, che il tifoso possa sparare una bomba carta in faccia al poliziotto e il giorno dopo accompagnare la santa con la candelora del proprio rione. L’idea, insomma, che tutto si possa tenere perché tutto - in fin dei conti - è consentito.
Scriveva venerdì, alla vigilia della partita, il quotidiano locale che Catania è città «sperta». Ovvero si fa rispettare: sempre. Era il loro modo per presentare il derby, per sciacquarlo nei sapori di vecchie furbizie, il solito modo per risolvere tutto con il rumore di una risata. La città è fabbricata su questo tenace concetto di impunità, la nostra “spertezza”, la sana rivolta contro qualcosa d’altro: lo Stato, i suoi poliziotti, i suoi giudici, le sue leggi, le sue regole...
Il calcio non c’entra più, e nemmeno la rivalità tra Palermo e Catania che è una barzelletta, letteratura, cose da gattopardo. C’entra quest’idea malata che laggiù, nell’isola, tutto possa convivere, che tutto si tenga sempre sul palmo della stessa mano, botte e carezze, santi e assassini, spranghe e ceri votivi. In attesa che qualcuno trovi il coraggio per dire che la ricreazione è finita.
* l’Unità, Pubblicato il: 04.02.07, Modificato il: 04.02.07 alle ore 15.08