Fedel-tà

Il giornalismo deviante di Striscia la notizia, i granchi del bravo Ghione e l’audience dell’egregio Greggio. Tutto grazie a quella bomba mediatica di Padre Fedele, sospettato amante e responsabile della conversione della pornostar Luana Borgia, che ora rivela di confessate pratiche sessuali del frate nelle missioni in Africa. Appello di Emiliano Morrone al cardinale Ruini: "Respinga questa televisione"

venerdì 10 febbraio 2006.
 

Ghione intervista gli ospiti dell’Oasi francescana, facendoli "meditare" sulle telefonate da 166 di padre Fedele. Greggio si sganascia dalle risate, ironizzando sui balli del nostro. E l’Italia va avanti, in uno stato, magnifico, di giustizia ed eguaglianza sociale.

Ormai, padre Fedele è diventato indispensabile, pare soprattutto a Striscia la notizia, per assicurare ascolti clamorosi e rimbecillire l’Italia della chiacchiera. Dispiace sinceramente, per il programma di Ricci, sempre attento a tematiche importanti per noi consumatori proletari, nonostante ogni cosa. Padre Fedele appare come mostro mentitore, frate ipocrita e ciarlatano, sacerdote col vizietto, amante della trasgressione, dei balli, delle belle donne e delle donnine. C’è un punto in cui anche la satira deve fermarsi. Fassino e Casini sono d’accordo, a questo proposito. Striscia ha mostrato padre Fedele in tutte le salse, contribuendo, malgrado intenzioni diverse, a veicolare l’immagine d’un francescano sbarazzino, indifferente alla Regola e ipnotizzato dal gentil sesso. La faccenda delle intercettazioni, poi, è una volgarissima costruzione. Non me la prendo solo col celeberrimo tg satirico. Il criminologo Bruno ha affrontato razionalmente e con profonda competenza la questione. Mi pare piuttosto evidente che, facendo leva su certe telefonate piccanti, ancora da vagliare, peraltro, si tenti di mostrare la colpevolezza del frate nei confronti della suora, che lo accusa di violenza sessuale. Le eventuali fantasie erotiche espresse per scherzo o per brama dal nostro Fedele non possono mai costituire una prova della violenza nei confronti della consacrata, della quale lo stesso deve rispondere. Non c’è alcuna relazione, alcun legame: a partire da quelle conversazioni, non si può derivare un tubo. A meno di non invertire (o sovvertire) i princìpi dell’ordinamento giuridico italiano. Il processo a Fedele si sta purtoppo celebrando in televisione e sta arrecando alla Chiesa un danno enorme. Io conosco il cappuccino: non lo ritengo affatto capace d’una violenza carnale. Luana Borgia ha ultimamente riferito di confidenze del religioso, nei suoi confronti, relative alla conoscenza di particolari abilità di africane incontrate in missione, in fatto di pratiche sessuali alternative. Penso che la ex pornostar, convertita proprio da Fedele, doveva, piuttosto, restare in silenzio, dal momento che la situazione è delicata e ogni dichiarazione resa in tv può orientare l’opinione pubblica in modo distorto. Le televisioni nazionali, rinunciando alla garanzia di ascolti da record tramite personaggi come Fedele, spremuti, poi, all’osso, non sarebbero in grado di fornire un’informazione o un intrattenimento rispettosi d’un progetto editoriale formativo, tale da stimolare il senso critico e la volontà costruttiva degli italiani? Come cristiano, mi rivolgo alla Chiesa, perché respinga con forza questo sciacallaggio che caratterizza l’offerta televisiva in Italia. Cardinale Ruini, faccia qualcosa, la prego.

Emiliano Morrone


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