FILOSOFIA. IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE E LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO

MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! POCO CORAGGIOSI A SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E A PENSARE BENE "DIO", "IO" E "L’ITALIA", CHI PIÙ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIÙ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!! Un’inchiesta e una mappa di Francesco Tomatis - a cura di Federico La Sala

Costituzione, art. 54 - Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge
lunedì 22 settembre 2008.
 


INCHIESTA

-  Ormai non ci sono più le «scuole» di una volta, il pensiero oggi è meno che «debole». Però domina le piazze dei festival: chiacchiera o socratica maieutica per nuovi discepoli ammaestrati sotto l’albero?
-  Analitici, tragicisti, trascendentali, apofatici e persino copisti. Eccovi la mappa sfiziosa dei nostri «maîtres à penser»

AAA: Italia, cercansi

di Francesco Tomatis (Avvenire, 21.09.2008).

Un tempo c’erano le scuole filosofiche. Non mi riferisco a Pitagora e alla scuola che formò attorno a sé a Crotone già nel VI secolo a. C., né all’Accademia fondata da Platone ad Atene nel IV secolo a. C., né alle tante altre diffuse in Grecia ma non solo, prima che in età medievale si formassero le università. Sino a circa trent’anni fa, in Italia, si potevano individuare diverse scuole filosofiche, localizzandone le sedi in svariate università del Paese, con relativi capiscuola, ma soprattutto caratterizzate da tradizioni di pensiero ben consolidate e delineabili.

Oggi non è più così. Non è colpa dei festival filosofici, ultimamente molto alla moda, da quello modenese, ideato dalla Fondazione San Carlo e Remo Bodei, al più recente romano, coordinato da Giacomo Marramao, che effettivamente possono dare al pubblico l’impressione di potersi accostare alle questioni filosofiche in atteggiamento spettacolare, senza troppo studio.

Un po’ per la moltiplicazione dei filosofi, o dei presunti tali, con conseguente impoverimento della riflessione teoretica e prevalere di quella storiografica, un po’ per la naturale tendenza alla ricerca e meditazione individuale, soprattutto per il livellamento delle università italiane, sta di fatto che le diverse tradizioni filosofiche, che arricchivano l’Italia facendone un unicum a livello europeo, un laboratorio sperimentale di pensiero costituito da diverse originali linee di ricerca, esse in quanto scuole, capaci di formare allievi, produrre idee e pubblicazioni, creare progettualità per l’avvenire, sono venute meno.

Va attentamente considerato un motivo di fondo che ha provocato il declino: il livellamento universitario. Del quale certamente sono anche responsabili i docenti e gli stessi studenti, sempre meno motivati e preparati nei precedenti corsi di studio frequentati. Tuttavia la maggiore e gravissima responsabilità sta nella nuova impostazione del sistema universitario, delineatasi sul finire degli anni Ottanta e poi pienamente realizzata un decennio dopo.

Fra i molti, i punti critici sono due: la separazione fra ricerca e insegnamento, apprendimento e ricerca, nonché l’omologazione dei corsi di laurea, cioè delle discipline insegnate nelle diverse università, attraverso una imposizione ministeriale di rigide griglie. Decretare elenchi di materie all’interno delle quali soltanto sia possibile delineare corsi di studio universitari impedisce di fatto un pluralismo fra diverse tradizioni di ricerca e saperi, quando non viola la stessa libertà costituzionale di insegnamento.

Un esempio fra tutti: negli elenchi di discipline inseribili nei corsi di laurea in Filosofia non compaiono le filosofie e le culture orientali (indiane, cinesi...), quando invece campeggiano, ad esempio, la storia della medicina e la chimica. Che sia stato recepito il suggerimento di Nietzsche, di una nuova filosofia come chimica delle idee?

Ma torniamo alle scuole filosofiche e ai veri filosofi, in Italia. Dove si sono ritirati?

Prescindiamo dai decani, ormai purtroppo fuori dalle università - eppure tanto avrebbero ancora da insegnare a noi: penso a Pietro Prini, Armando Rigobello, Vittorio Mathieu, Carlo Arata. Qualche filosofo, ovviamente, frequenta ancora le università; sono tuttavia degli isolati. Facciamo dei nomi.

Vincenzo Vitiello a Salerno, grande sostenitore dello stare accanto di filosofia e teologia, praticato anche personalmente attraverso il continuo confronto con teologi come Bruno Forte e Piero Coda.

Gianni Vattimo a Torino, il più noto e letto e acclamato (persino da Fidel Castro!) dei filosofi italiani all’estero, che propone una propria lettura del tutto particolare del cristianesimo e dell’età postmoderna, nel senso di un pluralismo fondato storicamente, non assolutizzabile.

Carlo Sini a Milano, che coniugando pragmatismo, esistenzialismo e fenomenologia insiste sulla praticità dei saperi, troppo spesso trascurata attraverso false dicotomizzazioni fra teoria e prassi.

Sempre a Milano, ma alla Cattolica, Virgilio Melchiorre, che intreccia la fenomenologia invece con il tomismo, il trascendentalismo con la metafisica.

Sergio Givone a Firenze, argonauta del pensiero tragico cristiano, capace di una versatilità linguistica che dalla saggistica storiografica e aforistica lo ha portato al romanzo, pensante e sentimentale, colorito e sofferto assieme.

Dario Antiseri alla Luiss di Roma, il quale pascalianamente contempla nella propria ricerca ragioni del cuore e della fede nonché scientifiche e razionali.

Un caso del tutto unico, invece, quello di Massimo Cacciari, filosofo-doge veneziano, che è riuscito in un lampo a istituire una facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele, dove ha saputo attrarre filosofi affermati come Emanuele Severino e Giovanni Reale, ma anche più giovani come Massimo Donà. Benché i recenti piani quinquennali del ministero dell’Università mettano a rischio i corsi di laurea con pochi docenti, come spesso accade abbiano le università private, a cui vanno solo le briciole dei finanziamenti statali.

Esistono poi, sempre in ambito universitario, pochissime scuole di eccellenza o dottorati davvero originali, come la Scuola superiore di Studi umanistici di Umberto Eco a Bologna, o il dottorato creato a Salerno da Giulio d’Onofrio, in Filosofia, scienza e cultura dell’età tardo-antica, medievale e umanistica, a cui accorrono studiosi da tutta Italia e non solo, a dimostrazione che la specificità crea l’interesse, la qualità, la produttività della ricerca.

Persino le case editrici, in Italia, seguono scarsamente la saggistica filosofica. Oltre a quelle che tradizionalmente si occupano di filosofia, principalmente con edizioni di classici - Laterza e Utet -, soltanto Morcelliana, Mimesis, Il Melangolo, Bompiani e la piccolissima Il Ramo hanno intere collane dedicate ai filosofi.

Bompiani in particolare ha riconsolidato e allargato la propria originaria vocazione anche filosofica, con collane di classici con testo a fronte, dirette da Giovanni Reale, ma persino con pubblicazioni tascabili di giovani filosofi italiani, quindi secondo una linea innovativa e sperimentale.

È quindi fuori dalle università che abbiamo i veri e propri centri di ricerca filosofici, privati, con scarsissime risorse finanziarie, frutto di intelligenza e generosità di pochi illuminati. Gli unici luoghi frequentabili da parte di chi seriamente voglia farsi una formazione filosofica.

Menziono soltanto due istituzioni, quelle esclusivamente dedite a ricerche filosofiche. Il Centro Studi filosofico-religiosi ’Luigi Pareyson’ di Torino, diretto da Maurizio Pagano, che promuove ricerche, seminari, pubblicazioni nel solco della tradizione ermeneutica cristiana del grande filosofo a cui si ispira.

E l’Istituto italiano per gli Studi filosofici di Napoli, creato dall’avvocato Gerardo Marotta nel 1975, inizialmente con sede in casa propria, che diretto da Antonio Gargano propone centinaia di seminari all’anno, finanziando ricerche di giovani studiosi e pubblicazioni distribuite fra più case editrici, da Guerini e Bibliopolis a Città del Sole, Guida e altre ancora. È questa una istituzione unica in tutto il mondo, che ancora riesce a mettere in luce ciò che è essenziale alla filosofia: la libertà di ricerca, di insegnamento e di pensiero, lo studio lento, lungo e approfondito, la comunione di idee, dialogica e in contatto con la storia e le persone fra cui si viva.

In un paese in cui le biblioteche universitarie, per l’esiguità dei finanziamenti statali alla ricerca, che ci pone fra gli ultimissimi in Europa, non riescono quasi a proseguire nell’acquisto delle edizioni critiche dei principali filosofi, tanto più in quello delle letterature secondarie e delle riviste, lascia ancora una certa speranza sapere che comunque, per merito di pochi singoli, la filosofia eccelle, rispetto a ogni altra parte del mondo, ancora.

VECCHIE E NUOVE... CORRENTI

ANALITICI E PRAGMATISTI Michele Di Francesco Aldo Giorgio Gargani Pier Aldo Rovatti Carlo Sini

SEMIOLOGI E SEMIOTICI Umberto Eco Diego Marconi Mario Perniola Silvano Petrosino

ESISTENZIALISTI CRISTIANI E POST Giovanni Ferretti Salvatore Natoli Pietro Prini Gianni Vattimo

EPISTEMOLOGI E METODOLOGI Evandro Agazzi Dario Antiseri Giulio Giorello Paolo Rossi

METAFISICI E TEORETICI Carlo Arata Massimo Donà Michele Lenoci Emanuele Severino

STORICI, ETERNISTI E ASTORICI Enrico Berti Alessandro Ghisalberti Giulio d’Onofrio Giovanni Reale

PERSONALISTI E ALTEROLOGI Luigi Alici Vittorio Possenti Paola Ricci Sindoni Armando Rigobello

TECNOLOGI ED ETICOPOLITICI Roberto Esposito Adriano Fabris Salvatore Veca Carmelo Vigna

ETICOGIURIDICI E TRASCENDENTALI Francesco Botturi Francesco D’Agostino Vittorio Mathieu Virgilio Melchiorre

TRAGICISTI ED ESTETOLOGI Remo Bodei Sergio Givone Giuseppe Riconda Stefano Zecchi

ESCATOLOGISTI E TEOLOGI Massimo Cacciari Piero Coda Bruno Forte Vincenzo Vitiello

APOCALITTICI E APOFATICI Giorgio Agamben Vito Mancuso Giacomo Marramao Manlio Sgalambro

SENTIMENTALISTI E FENOMENOLOGI Angela Ales Bello Laura Boella Roberta De Monticelli Roberto Mancini

COPISTI E TUTTOLOGI Ermanno Bencivenga Luciano De Crescenzo Maurizio Ferraris Umberto Galimberti



LA FEDE ITALIANA E LA "COMPAGNIA DELLA CHARITA’ dei cortigiani"! Sul tema, cfr. Adriano Prosperi, "Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari", Einaudi, Torino, 1996, tutto il "Capitolo primo. La fede italiana", pp. 16-34.


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

-  TEORIA E PRATICA DEL BALLISMO. COME UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE, E GETTA LE BASI DELLA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA D’ITALIA...
-  POLITICA, FILOSOFIA, E MERAVIGLIA.
-  L’Italia come volontà e come rappresentazione di un solo Partito: "Forza Italia"!!! Materiali per un convegno

-  L’IDEOLOGIA CATTOLICO-FASCISTA DEL MAESTRO UNICO E L’ART. 7 DELLA COSTITUZIONE, UN BUCO NERO CHE DISTRUGGE L’ITALIA E LA STESSA CHIESA CATTOLICA.
-  Per un ri-orientamento teologico-politico.

-  UNA LEZIONE TEOLOGICO-POLITICA DI BAGET BOZZO SU OGNI PROGETTO DI "RIFONDAZIONE COMUNISTA" FUTURA CHE SI VUOLE COME PARTITO. Avanti o popolo alla riscossa. Il populismo trionferà: "Forza Italia"!!!

-  UN CODICE ETICO PER LA TEOLOGIA.

-  CON KANT E FREUD, OLTRE. Un nuovo paradigma antropologico: la decisiva indicazione di ELVIO FACHINELLI

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA.

GRECIA - Una sede della

GRECIA - Una sede della "Caritas greca".

-  L’ITALIA DEVASTATA E IL SIGNIFICATO DI "CAMORRA".
-  RIVELAZIONI SUL FILO DELLA PAROLA.

ABUSO DEL NOME DI "CRISTIANI". I vescovi cattolici tedeschi citati in giudizio. Non dovranno più definirsi cristiani.

PRAGA. BENEDETTO XVI, IL SANTO PADRE, PORTA IN DONO AL "BAMBINO GESÙ" UNA CORONA D’ORO: UN OMAGGIO AL SUO "DOMINUS IESUS". IL DIO DEL "CARO-PREZZO" ("Deus caritas est") rende e gli affari vanno bene.

-  LA SFIDA EDUCATIVA: IL CORAGGIO DI EDUCARE. DOPO ANNI DI DELIRIO MAMMONICO ("CARITAS") E BERLUSCONICO ("Forza Italia"), ARRIVA (come se Dio non esistesse) il «Rapporto-proposta sull’educazione» della Cei, di Bagnasco e di Ruini. Sull’argomento, una ’pagina’ di Sergio Belardinelli

-  ABUSO ISTITUZIONALE DEL NOME "ITALIA" DA PARTE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: DIMISSIONI SUBITO. Un appello

-  UNA LEZIONE TEOLOGICO-POLITICA DI BAGET BOZZO SU OGNI PROGETTO DI "RIFONDAZIONE COMUNISTA" FUTURA CHE SI VUOLE COME PARTITO. Avanti o popolo alla riscossa. Il populismo trionferà: "Forza Italia"!!!

Xanti Schawinsky, Sì, 1934  - 776.6 Kb

Xanti Schawinsky, Sì, 1934


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