COSTITUZIONE E PENSIERO. ITALIA: LA MISERIA DELLA FILOSOFIA ITALIANA E LA RICCHEZZA DEL MENTITORE ISTITUZIONALIZZATO ...

BERTRAND RUSSELL: LA LEZIONE SUL MENTITORE (IGNORATA E ’SNOBBATA’), E "L’ALFABETO DEL BUON CITTADINO". Una nota di Bruno Gravagnuolo - a cura di Federico La Sala

BERTRAND RUSSELL. Una grande avventura di pensiero e di libertà, nel segno del socialismo umanitario culminata in un’intensa attività pacifista e nella creazione nel 1966 del «Tribunale Russell contro i crimini di guerra».
lunedì 12 novembre 2012.
 


-  2 febbraio 1970: quarant’anni fa moriva il filosofo

-  Quarant’anni fa moriva il grande filosofo che fu tra i padri della logica del 900. Una grande avventura di pensiero e di libertà, nel segno del socialismo umanitario culminata in un’intensa attività pacifista e nella creazione nel 1966 del «Tribunale Russell contro i crimini di guerra»

Bertrand Russell. Storia del Voltaire del nostro tempo

Aristocratico eccentrico, padre della logica matematica, diventò un guru mediatico adorato dalle generazioni del secondo dopoguerra: la sua passione per la verità era anche ricerca del vero e del giusto. Per questo ha combattuto la guerra e le armi nucleari

di Bruno Gravagnuolo (l’Unità. 02.02.2010)

Parlare di Sir Bertrand Artthur William Russell, figlio del Visconte di Amberley e nipote di di Lord J. Russell, significa parlare di uno dei più grandi logici e filosofi analitici del 900. Non già semplicemente di un eccentrico aristocratico nato a a Trelleck nel Galles nel 1872 e scomparso a Plas Penthrin il 3 febbraio 1970 capace di dare scandalo per il suo «immoralismo» (quattro mogli e numerosi amanti). Di fustigare i potenti di ogni ideologia, e di rivelarsi al mondo come guru mediatico ante-litteram, adorato dalle generazioni del secondo dopoguerra.

Grande filosofo e logico matematico dunque, al pari di Moore, Wittgenstein, Frege, Dewey, Whitehead e sul fronte opposto di Heidegger. Persino in anticipo su Goedel e in sintonia con Einstein suo contemporaneo. E tutto ciò senza nulla togliere alle ragioni più immediate che gli regalarono la fama: le qualità mediatiche, polemiche e letterarie. Quelle che gli fruttarono il Nobel per la letteratura nel 1950, e in virtù di scritti come Matrimonio e Morale(1928), La conquista della felicità(1930) e Educazione e ordine sociale (1932).

Insomma, per intendere il segreto di tanta vitalità e successo mondiale, esplosi in ambiti del tutto diversi dallo specimen professionale russelliano, occore andare al vero «demone» della personalità di Bertrand Russell: la passione filosofica della verità. La ricerca del vero, dell’esatto e del giusto. Perseguita ad ogni costo, con temerarietà tenace. Contro ogni conformismo e pigrizia, anche a costo di mettere a repentaglio carriera e rispettabilità, privilegi e libertà personale, onori e tranquillità. E anche a costo di doversi rimangiare per intero, e dover riscrivere, opere concepite con fatica e accademicamente celebrate.

Ecco, Russell, orfano inquieto di entrambi i genitori e allevato da nonni e governanti, fu essenzialmente questo. Fu un eroe della certezza intellettuale come criterio di vita morale, certezza investigata a caro prezzo. Uno straordinario cercatore di verità, approdato alla fine alla posizione di uno «scettico appassionato», come suggerì il suo biografo A. Wood in un’opera dal titolo analogo. Il che ne fece, come ha scritto A. Granese in Che cosa ha detto veramente Russell un «Voltaire del nostro tempo». Vediamo allora, per meglio capire questo approdo che ne ha scolpito poi la fama, le tappe dell’avventura filosofica di Russell.

Studia matematica e filosofia a Cambridge, al Trinity College, dopo aver già a 15 anni assimilato Euclide e Staurt Mill. E aver contestato da adolescente, smontandone la teologia, i principi della fede cristiana. Dapprima idealista, sotto l’influsso di Bradley, esce dall’idealismo e si muove verso «l’oggettività del reale».

Movimento liberatorio coronato dall’incontro con Peano: la matematica come regno oggettivo degli enti. E la logica come fondamento della matematica, che della logica è la traduzione quantitativa. Numeri quindi come «entità reali», corrispondenti a oggetti veri, relazionati dentro la «logica delle classi», delle «proposizioni» e delle «relazioni». Di qui le due grandi opere russelliane: Principi della Matematica(1903) e Principia Mathematica (1910-1913).

In realtà è qui che comincia l’Odissea. Perché ben presto Russell si accorge che l’«assiomatica» non funziona ed è autocontraddittoria. Ovvero: i costrutti logici sono autoreferenziali e non si autoesplicano. Le essenze logiche a priori, fuori dall’esperienza, danno luogo ad antinomie irrisolvibili e a paradossi come quello del «mentitore» e della «classe di tutte le classi» da spezzare con il rinvio ai limiti delle sensazioni. Dell’esperienza finita e limitante. L’unica, che può dar senso alla logica, ridotta a «funzione» operativa, come in Cassirer e Kant, e negata come verità autoesplicativa. La logica insomma non è verità, ma al massimo è «significato», come nell’espressione «Il re di Francia è calvo», sensata, ma falsa.

E siamo a Significato e verità(1940), influenzata da Wittgenstein suo allievo, a sua volta da Russell influenzato nella sua seconda fase. La conoscenza a questo punto è fatta di due mattoni: esperienza diretta e descrizioni derivate (tramite ipotesi, relazioni, inferenze, induzioni e deduzioni). Contano a questo punto linguaggio e condivisione con gli «altri spiriti», senza più certezze però. Perché l’esperienza iniziale stessa è diversa per ciascuno e non si acquista per esperienza, ma è un «costrutto» mobile da condividere.

Qui viene il Russell morale: socialista umanitario, libertario. Teorico della liberazione tramite il desiderio, contro i desideri del Potere fintamente travisati per desideri (obbligati) dei singoli. La vera etica «erotica» per Russell è decostruttiva, da un lato. E dialogica dall’altro. Nasce dall’incontro possibile dei desideri di ciascuno con quelli dell’altro. Senza coercizione, e per continua disarmonia prestabilità. Ma qui anche lo scetticismo laico e libertario del grande cretore del Tribunale Russell contro i crimini di guerra, perseguitato dai vescovi e dai fanatici della guerra: «Non morirei mai per le mie convinzioni, perché potrebbero essere sbagliate».❖


L’ALFABETO DEL BUON CITTADINO [17 gennaio 1953]

Compendio per la «formazione dei giovani»

di Bertrand Russell (l’Unità, 02.02.2010)

Questo libro, riteniamo, colmerà una lacuna che per troppo tempo ha disonorato il nostro sistema scolastico. Coloro che hanno accumulato la maggiore esperienza nelle prime fasi del processo pedagogico sono stati costretti a concludere, in un ben ampio numero di casi, che molte inutili difficoltà ed evitabilissimi dispendi di ore scolastiche si devono al fatto che l’alfabeto, la porta a ogni saggezza, non è stato reso sufficientemente attraente per le menti immature cui abbiamo la sfortuna di doverci rivolgere.

Questo libro, piccolo quanto il suo ambito e umile quanto i suoi scopi, è crediamo e speriamo esattamente ciò che serve nella perigliosa congiuntura attuale per guidare i primi passi della mente infantile. Lo diciamo non senza il conforto di riscontri empirici.

Abbiamo messo alla prova il nostro alfabeto su numerosi soggetti: alcuni lo hanno trovato saggio, altri assurdo. Alcuni lo hanno trovato pieno di buon senso; altri sono stati tentati di giudicarlo sovversivo. Ma tutti e lo diciamo con la più completa e assoluta certezza tutti coloro cui abbiamo mostrato questo libro hanno avuto da allora in poi un’impeccabile conoscenza dell’alfabeto.

Sulla base di questi presupposti siamo convinti che le nostre autorità preposte alla formazione dei giovani, dal momento stesso in cui quest’opera verrà portata alla loro attenzione, daranno immediatamente disposizione affinché sia adottata in tutte quelle istituzioni scolastiche dove vengono inculcati i primi rudimenti dell’alfabetizzazione.❖


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  FILOSOFIA. IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE E LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO .... MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! POCO CORAGGIOSI A SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E A PENSARE BENE "DIO", "IO" E "L’ITALIA", CHI PIU’ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!!

-  L’APOLOGIA DEL MENTITORE E LA FILOSOFIA ITALIANA.

-  PRESIDENTE NAPOLITANO, NELLA REALTA’ E NELLA COSTITUZIONE LA PRIMA PAROLA DI OGNI CITTADINO E DI OGNI CITTADINA E’ " ITALIA" ...
-  MA L’ITALIA NON C’E’ PIU’: UN POPOLO ALLA GOGNA!!! LA PRIMA PAROLA DELLA COSTITUZIONE "ITALIA" E’ SOTTO "COPYRIGHT" DEL PARTITO DEL CAVALIERE DAL 1994. E SOTTO "COPYRIGHT" E’ ANCHE IL "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!! "L’ITALIA SONO IO": AVANTI TUTTA, "FORZA ITALIA"!!!

-  L’ITALIA AD PERSONAM E IL PROF. CORDERO CHE SI LAMENTA. MA E’ ELEMENTARE (1994-2010)!!! "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM": "FORZA ITALIA"!!!


NOTA:

FRANCO VOLPI: "Ave­va la vocazione dell’organizzatore oltre che quella dello studioso. Sotto questo aspet­to va elogiato per il Dizionario del­le opere filosofiche (Bruno Monda­dori, 2000) che reca il suo nome al frontespizio, ma si avvale di de­cine e decine di collaboratori per le singole voci. Di più: Volpi, insie­me ad altri, curò nel 1988 l’edizio­ne tedesca di questo Lexicon der philosophischen Werke, poi ampliata nel 1999; infine la sistemò per gli italiani. Le polemiche corse all’usci­ta sono ormai evaporate e oggi ci rendiamo conto che l’aver dimenticato - o volutamente non ospita­to - i Principles of Mathematics di Bertrand Russell, non è peccato che richiede assoluzioni speciali"(Cfr. Armando Torno, Franco Volpi, la filosofia al di là del nichilismo Corriere della Sera, 15.04.2009. - Ripreso nel sito, cfr. negli allegati a: Lo storico della filosofia Franco Volpi in coma. Gravissime le sue condizioni).



NOTA AGGIUNTA:

“L’amore è saggio, l’odio è folle”. Il messaggio di Bertrand Russell per le generazioni future

3NZ.IT (la Repubblica, 3 aprile 2015)

Nel 1959, il grande filosofo Bertrand Russell venne intervistato dalla Bbc. In chiusura del faccia a faccia, l’intervistatore gli chiese: “Supponiamo, lord Russell, che questo filmato venga trovato dai nostri discendenti tra mille anni come i manoscritti del Mar Morto. Cosa pensa varrebbe la pensa di dire a quella generazione riguardo alla vita che lei ha vissuto e alle lezioni che ha appreso da essa?”

La risposta di Russell è un condensato di saggezza morale che vale la pena di trascrivere e tramandare alle generazioni future, poiché in poche parole contiene il seme del senso della vita umana:

Russell, il cui nome completo era Bertrand Arthur William Russell, III conte Russell di Bedford, nacque a Trellech, nel Galles, il 18 maggio 1872 e morì a Penrhyndeudraeth il 2 febbraio 1970.

Oltre ad essere un illustre filosofo, logico e matematico, fu anche un grande divulgatore e un attivo esponente del movimento pacifista.

Come riporta Wikipedia, “riteneva che il miglior governo fosse una federazione mondiale tra stati liberi. Si oppose alla partecipazione del Regno Unito alla prima guerra mondiale. Per la sua posizione fu prima allontanato e poi perse la cattedra al Trinity College dell’Università di Oxford; infine fu incarcerato per sei mesi nella prigione di Bixton in quanto ‘dissidente’”.


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