ITALIA. UN CITTADINO-PIFFERAIO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE E REALIZZA LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA POLITICA ITALIANA...

VIVA VERDI, VIVA PUCCINI: NESSUN DORMA!!! CONTRO LA POLITICA DI UNA MAGGIORANZA CHE INFANGA IL NOME DELL’ITALIA, NEL NOSTRO PAESE E NEL MONDO, LA PROTESTA DEI MUSICISTI E DEGLI ARTISTI DEI TEATRI E DELLE COMPAGNIE STABILI. Cronache di Luca Del Frà e di Valerio Cappelli

venerdì 18 marzo 2011.
 


-  Da tutte le parti d’Italia a Roma per protestare contro i tagli al Fus: non meritiamo tutto questo
-  Alla rabbia contro il governo, in alcuni teatri si aggiunge quella verso direttori e sovrintendenti

La classica in rivolta: «Il governo ci tratta come costi da tagliare»

di Luca del Frà (l’Unità Roma, 11.12.2008)

«Ho fatto oltre 50 concorsi per trovare un posto stabile: contrabbassista di fila alla Haydn, una realtà bellissima dove la musica, nella tradizione Mitteleuropea e in particolare austriaca è al centro della cultura»: Corrado è nato a Salerno, si è diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Roma, ha ricoperto il ruolo di aggiunto, leggi precario, a Torino, Firenze e Roma. Totale, 8 anni di studio e 15 di precariato in giro per l’Italia, prima di trovare il posto fisso tra Trento e Bolzano.

Ieri era alla manifestazione contro i tagli alle attività culturali previsti dalla finanziaria 2009 del Governo Berlusconi: orchestre e cori da tutta Italia hanno suonato assieme all’Opera di Roma addobbata di striscioni come non si vedeva dal 1980, quando Joan Sutherland cantò Lucrezia Borgia.

La manifestazione indetta dai sindacati unitari e dalla Fials, ha coinvolto le fondazioni lirico sinfoniche, i maggiori teatri italiani, ma anche delle orchestre regionali: è proprio Corrado nato in Campania rappresentava la compagine con la sede più settentrionale: l’Orchestra Haydn delle province di Trento e Bolzano, una compagine regionale, ma che si dà parecchio da fare: oltre alla stagione in sede, è ospite del Rossini Opera Festival, va spesso a esibirsi al Mozarteum di Salisburgo ed è stata di recente in tournèe in Giappone. «Sono risultati che i tagli dello governo mettono in forse -spiega-, e vorrei ricordare che al contrario di molti altri settori legati alla pubblica amministrazione in Trentino Alto Adige, nell’orchestra non ci sono posti riservati ai cittadini di lingua tedesca e ladina. Con noi suonano musicisti argentini, canadesi, tedeschi come di altri paesi europei». In fondo rappresentate un momento di incontro e di apertura in una zona d’Italia che è considerata un po’ chiusa verso l’esterno? «A Bolzano sono molto meno chiusi di quanto si dice, ma la nostra speranza è che l’orchestra rappresenti anche la fusione di persone e culture diverse». Quanto guadagna al mese? «Paga base meno di 1500, ma se va tutto bene, cioè se lavoriamo parecchio, arrivo anche 1700».

In questi giorni c’è stato da più parti un attacco contro le compagini stabili, accusate di guadagnare troppo, ma in realtà le cifre delle buste paga si aggirano tutte intorno a questa cifra: da Bolzano a Palermo. «Non ho mai smesso di studiare, perché se a un violinista si rompe l’archetto lo può ricomprare ma se un cantante si rovina la voce ha chiuso», precisa Paolo, corista al Massimo di Palermo: «Noi lavoriamo 26 ore, e non 16 come dice il ministro Bondi, ma si dovrebbe aggiungere il tempo del riscaldamento, perché se canti a freddo ti rovini la voce: comunque percepiamo 1800 euro, tutto compreso. Per capirci, in questo periodo studiamo Lohengrin di Wagner la mattina ed eseguiamo Aida di Verdi la sera: non mi pare una passeggiata».

Se è ovvio che tutti qui sono contro i tagli del governo, serpeggia anche una notevole rabbia nei confronti di molte dirigenze dei teatri: «Da Gardaland è arrivato un manager che ha fatto un un piano di rilancio per superare il deficit di una ventina di milioni di euro -dice Marco dell’Arena di Verona-, ma nessuno lo ha messo in pratica perché la Fondazione è stata commissariata»: peraltro su richiesta del sindaco leghista Flavio Tosi.

Ma i soldi li ha presi il manager? «Bisognerebbe chiedere alla direzione, ma credo proprio di sì». La voce di Marco è quella dello stomaco dei teatri, è infatti un attrezzista, le maestranze che raramente trovano spazio sui giornali: «La passione me la ha trasmessa mio padre, che mi portava a vedere l’opera da bambino. Oggi dopo 27 anni di lavoro prendo 1400 euro, ma raggiungo 1700 l’estate quando c’è la stagione all’aperto. Perché lavoriamo di notte, ogni sera si fa un titolo diverso e quindi bisogna smontare e rimontare ogni volta”.

Claudio, Chiara e Andrea sono nel Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, ma sono aggiunti vale a dire precari. Sono grati alla direzione che gli garantisce lavoro tutto l’anno ma è un’eccezione: «Sono diplomata alla scuola del Teatro di San Carlo, ma sono dovuta scappare da Napoli per poter lavorare -spiega Chiara-. A Roma divido un appartamento con un’amica che studia». Insomma una vita da studente fuori sede: «Ed essendo aggiunti ci sono dei periodi in cui devi interrompere: qui a Roma sono brevi, ma altrove possono durare anche mesi, poi ti chiamano magari tre giorni prima».

Secondo voi quanto ci vorrà prima che vi assumano in pianta stabile? «Con l’aria che tira è impossibile dirlo... -risponde Claudio- Già è tanto che riusciamo ad avere da lavorare». Ma per i periodi in cui dovete restare fermi avete dei sussidi: «Abbiamo i genitori, questa è la verità -replica secco Claudio-. E anche quando sei fermo non puoi mollare, se perdi la forma fisica ci vogliono mesi per ritrovarla e sono dolori».

È vero che gli aggiunti si danno più da fare degli stabili? «In certo senso sì» dice Chiara e gli fa eco Andrea «Come si dice, hai più pepe al culo», ma conclude sempre Chiara «Dall’altra parte però sei sempre psicologicamente insicuro».

A che età avete deciso di diventare danzatori: «Quando non sapevamo cosa ci aspettava», rispondono ridendo in coro, poi Chiara sbotta «A 7 anni ho sentito che era predisposta...»; «Io a 14» dice Andrea, «A 15» conclude Claudio. La loro prospettiva di vita la racconta Silvia, stabile al Maggiodanza: «Con 9 scatti di anzianità guadagno 1700 euro al mese e il mio contratto prevede che possa interpretare anche parti da prima ballerina». È molto orgogliosa del suo lavoro: «Maggiodanza è il secondo teatro in Italia per produzioni, i nostri spettacoli vanno esauriti, la gente viene, si diverte, e ci riusciamo anche se da anni siamo sotto organico: non mi pare proprio uno spreco».



La protesta

-  Gli orchestrali di 12 teatri insieme sul palco
-  Maxi-concerto a Roma contro i tagli alla lirica «Non siamo privilegiati»

di Valerio Cappelli (Corriere della Sera, 11.12.2008)

Nel mirino anche Pizzi e Zeffirelli: cachet eccessivi Mancavano soltanto i rappresentanti della Scala, perché il loro pullman è tornato indietro per il maltempo

ROMA - È lo scatto d’orgoglio degli artisti «fannulloni». Nella Finanziaria si parla oggi dei tagli per lo Spettacolo: 200 milioni per il 2009 con un taglio del 30 per cento. E il palco dell’Opera di Roma, dove campeggia la scritta pucciniana Nessun dorma, è invaso da diverse centinaia di musicisti da tutt’Italia, Cagliari, Trieste, Verona, Firenze, Palermo, Genova, Venezia... Dai palchi le ballerine espongono tutù e scarpette come i panni dalle case a Trastevere; striscioni contro la sforbiciata e contro i registi Pier Luigi Pizzi e Franco Zeffirelli che sono stati critici sui teatri: «Vampiri senza vergogna, dichiarate i vostri cachet».

Rispolverato il motto risorgimentale Viva Verdi con doppio significato per l’allusione a Vittorio Emanuele, suonato l’inno nazionale e tutti in piedi, ma gli orchestrali lo erano già: non bastavano certo le sedie per contenere le rappresentanze dei 12 teatri lirici (mancava solo la Scala, il pullman è tornato indietro causa maltempo). Insomma non è mancata la solennità alla manifestazione del mondo della lirica, ondeggiante tra cuore e protesta e per la prima volta unita , trasferita per la pioggia da piazza del Popolo al chiuso dell’Opera.

Il sovrintendente Francesco Ernani: «Stiamo vivendo un momento di delirio, si dicono cose e se ne fanno altre, i teatri sono un bene importante per il Paese». Ci sono i deputati dell’opposizione Vincenzo Vita («Senza la cultura l’Italia non sarebbe l’Italia, ho scongiurato Bondi di riparlarne con Tremonti») ed Emilia De Biasi («A Tremonti dico che l’economia non è solo finanza e tagli, la lirica non è il tempo libero del re ma impresa culturale »). I tagli, visti da qui, faranno chiudere i teatri: «Ci sarà la messa in liquidazione».

Si suona e si parla. Ecco i sindacalisti, che chiedono il ripristino integrale del fondo statale e, chiamando in causa il burocratichese, «un tavolo di confronto» col governo. Se la prendono con i sovrintendenti che fanno i cartelloni con le agenzie dei cantanti e i costi si gonfiano. Il problema però è altrove, è la spesa dei dipendenti che assorbe il 70 per cento dei budget. Siete accusati di essere privilegiati... Risponde Francesco Melis segretario territoriale della Uil: «La media degli stipendi, tra portiere e primo violino, è di 1400 euro al mese, cifra inferiore agli altri teatri europei». S’è detto che le regole devono cambiare: «Dai tre contratti degli ultimi 10 anni abbiamo avuto 150 euro lordi, meno della rivalutazione Istat».

E i conti in rosso? «Sono dovuti ai tagli e al ritardo nell’erogazione dei soldi. A Roma abbiamo 800 mila euro di interessi passivi con l’Unicredit, uno dei nostri sponsor». Un momento: i soldi dello sponsor si prosciugano col debito allo stesso sponsor? «Esatto». E gli sprechi? «A coloro che hanno fallito parlando di costi esorbitanti, e mi spiace mettere Cofferati per Bologna, dico che all’Opera di Roma abbiamo dimostrato che è possibile alzare il sipario 220 volte a stagione e avere il pareggio di bilancio». Loris Grossi della Cgil: «Siamo tornati ai valori del 1986. A Roma nel 2007 abbiamo avuto un milione di euro in meno. Sfido qualunque azienda a sopravvivere con un danno del 35 per cento». Lorella Pieralli della Fials-Cisal: «C’è una cordata trasversale di faccendieri che vuole impadronirsi dei teatri».


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

-  La Costituzione, le regole del gioco .... e il tradimento strutturale della fiducia.
-  PER L’ITALIA, IL NOME E LA GIUSTIZIA!!!
-  RIPRISTINARE LA SOVRANITA’ DELLA LEGGE E RIDARE FIDUCIA E ORGOGLIO A TUTTO IL POPOLO ITALIANO
-  COSTITUZIONE (ART. 87): IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E’ IL CAPO DELLO STATO E RAPPRESENTA L’UNITA’ NAZIONALE..... DELL’ITALIA!!!

-  GIOVANI ITALIANI NEL MONDO (PRIMA CONFERENZA),
-  ATTENTI AL TRUCCO E ALL’INGANNO. E ALLA VERGOGNA!!!
-  Il Presidente della Repubblica Napolitano grida: Forza ITALIA;
-  ma Schifani, Frattini e Fini (nostante Mirko Tremaglia, onore a Lui) gridano per il partito: "Forza Italia"!!!
-  Un gigantesco conflitto d’interessi

-  TEORIA E PRATICA DEL BALLISMO. COME UN CITTADINO RUBA IL NOME DI TUTTO UN POPOLO, NE FA LA BANDIERA DEL PROPRIO PARTITO PERSONALE, E GETTA LE BASI DELLA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA D’ITALIA...
-  POLITICA, FILOSOFIA, E MERAVIGLIA. L’Italia come volontà e come rappresentazione di un solo Partito: "Forza Italia"!!!

GLI ESEMPI TAROCCATI DI BARICCO E DI SCALFARI E L’ITALIA STRETTA NELL’ABBRACCIO MORTALE DEL "CAVALEONTICO" ULISSE DI ARCORE.

-  VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI.
-  Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.


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