TERRA!!! TERRA!!! PIANETA TERRA: FILOLOGIA E ’DENDROLOGIA’ (gr.: "déndron" - albero e "lògos" - studio/scienza). L’ALBERO DELLA VITA ...

RIPENSARE L’EUROPA!!! CHE COSA SIGNIFICA ESSERE "EU-ROPEUO". Per la rinascita dell’EUROPA, e dell’ITALIA. La buona-esortazione del BRASILE (2005). Una "memoria" - di Federico La Sala.

(...) il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!
venerdì 8 marzo 2024.
 



-  TERRA!, TERRA!
-  IL BRASILE DÀ UNA ‘LEZIONE’ ALL’EUROPA E ALLE SUE RADICI

-  Sul referendum brasiliano sulle armi - prima e dopo [2005].

-  di Federico La Sala *

“Su cosa è stato edificato il nuovo mondo? Genocidi e stermini. Chi ha dato il nome a questo nuovo mondo? Un Vespucci ((in verità non lui direttamente, ma ricordiamoci dei ragni e delle formiche di Bacone). Chi ha chiamato così l’Amazzonia? E, chi così il Brasile? A Napoli, sì sempre a Nea-polis, questo nome ricorda la brace, il braciere, persone intorno a un fuoco che riscalda, un cerchio familiare che si apre e accoglie chi ha freddo - non la devastazione e il deserto di chi cieco e folle si mette a distruggere tutto: Edipo con in mano il lancia-fiamme a volontà - Platone, il Tecno-crate. Di fronte alla Foresta gli uomini ciechi e folli di potenza (ma qui si parla anche delle donne-amazzoni) vedono nulla e fanno e ... faranno il Brasile?” (Federico La Sala, La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica, Antonio Pellicani Editore, Roma 1991, pp. 180-181)

Se vogliamo parlare di identità europea, oggi che dovremmo parlare di identità terrestre (siamo le generazioni che hanno visto e vedono la Terra dalla Luna, e dallo Spazio!!!), parliamone con più ampiezza, profondità, e altezza: reinterroghiamo il mito, antropologicamente!!!

Se ci muoviamo così, non è solo da “Europa” che dobbiamo partire, ma da chi l’ha rapita - da “Zeus” e da chi era “Zeus”. Così ci avvicinamo a Creta, a Minosse, a Pasifae, al Minotauro, al Labirinto, a Dedalo, Icaro, ad Arianna e Teseo, ecc. ecc. e arriviamo a Troia, a Omero, a Ulisse e ad Atena e ... Atene! Il problema è quello delle origini della Polis e del potere, del Potere armato di tecnica e di astuzia (Atena, figlia di Metis) - Zeus! La ‘civiltà’ del Logos armato e astuto: questo è il problema! Allora, forse, capiremo perché “Europa” non è più in Europa... e noi non sappiamo più chi siamo!!!.

La questione è da ‘peccato originale’: Eva è stata ‘rapita’ dal fascino di un serpente, Europa dal fascino di un toro. Tutte e due le ‘storie’ dicono del cadere in tentazione, della madre di tutti i viventi e della madre di tutti gli europei, tra le braccia di un ‘dio’ ingannatore, camuffato da animale - e l’obiettivo di tutti e due è negare e togliere “Dio” dal centro della vita sociale e politica degli esseri umani: così per il ‘serpente’, così per Zeus che, con l’aiuto della madre, aveva spodestato Chronos, che a sua volta aveva evirato e spodestato Urano - il Cielo.

Ora di che c’è da meravigliarsi, se (come figli e figlie di Europa) ci troviamo schiavi e senza parole in questo mondo dove regna l’armonia degli opposti e polemos è il padre di tutte le cose?! Di cosa ci si lamenta?! Che si vuole?! Zeus non abita più da noi, e nemmeno Europa: noi ‘europei’ non abbiamo più il fascino del ‘toro’ e nemmeno del ‘serpente’.... e nemmeno la bellezza di Europa.

Siamo diventati vecchi, e la nostra ‘bella’ Europa, insieme con i nostri “cervelli”, se ne è andata via!!! Europa, oggi, è stata di nuovo ‘rapita’, e vive (almeno per il momento!!!) a Washington.... Dobbiamo prenderne atto: non siamo più né Zeus né Europa!!! Zeus seduce continuamente la ‘nostra’ bella Europa e la ‘nostra’ bella Europa cade continuamente in estasi - rapita dal toro o dal serpente del momento. E “il giogo della Necessità” continua: che ‘bello’!!!

Quando eravamo giovani e forti, qualcuno ci ha detto che “chi di spada ferisce, di spada perisce”, ma nessuno l’ha voluto né ascoltare né capire. Eravamo tutti degli Zeus, a giocare il logos dell’eros e della guerra.... a caccia di ‘Europee’ da rapire. E, ora, di che ci lamentiamo? Cosa vogliamo? Diventare di nuovo Zeus o di nuovo Europa che Zeus viene a rapire? Boh e bah!? Non abbiamo imparato nulla? Che aspettiamo ancora?! Un altro “Zeus”?! Cosa aveva detto e ricordato Leopardi all’inizio della Ginestra? Non l’abbiamo capito e l’abbiamo dimenticato.... non sappiamo più né cosa è luce, né da dove viene la luce. Preferiamo il buio, e così continuiamo a dormire e a sognare sempre gli stessi sogni.

Che fare? Forse resta ancora un po’ di tempo: possiamo ritornare al di là delle origini e ... ri-nascere, in un libero mare e in un cielo puro!!! Solo il lieto-evento può portarci fuori dal tempo della tragedia (e del latinorum dei don Abbondio di tutti i tempi) - e, finalmente, ri-portarci la bella-notizia e nel tempo della Commedia e del parlar volgare di Dante, come di Francesco, come di Gioacchino da Fiore, ... come di tutti gli altri esseri umani di buona volontà del Pianeta Terra: non c’è nessun dio che ci può salvare, se non l’Amore - il Dio dei nostri padri (‘Giuseppe’) e delle nostre madri (‘Maria’). A partire da sé, e con i nostri ‘padri’ e con le nostre ‘madri’, cerchiamo di ri-nascere bene - e di non-morire, per sempre, con l’intera Terra!(Federico La Sala, www.ildialogo.org./editoriali, 22.10.2005)

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“Lula, dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali del 2002, aveva detto che per una volta «la speranza aveva vinto la paura». Domenica, tre anni dopo, è stata ancora una volta la paura a vincere sulla speranza. Non solo sulle armi da fuoco” (cfr. Maurizio Matteuzzi, “La libertà e la speranza. Le armi in Brasile”, il manifesto, 25.10.2005, p. 1). Il risultato è stato: 64% no, 34% sì.

Ma, nonostante questo, si continua a non capire: come Edipo, siamo diventati ciechi, ciechi psichicamente! Intanto peste e devastazione avanzano dappertutto - su tutta la Terra, come avanza la distruzione finale dell’ultima grande foresta, quella amazzonica. Il Brasile non è l’ ‘altro’ mondo, è il nostro stesso mondo allo specchio e non lo vogliamo né lo sappiamo riconoscere. Non abbiamo ancora capito - e continuiamo a non voler capire!

All’inizio, e su tutta la Terra, gli esseri umani sapevano, sapevano che cosa facevano, e che cosa dicevano! La foresta era la foresta, il deserto il deserto, e sia dall’una sia dall’altra, sapevano trarre energie per vivere, vivere - né morire né distruggere tutto. La foresta, come il deserto o la montagna e il mare, era la loro maestra e palestra di vita e di libertà (dopo millenni, J. J. Rousseau - il primo grande maestro del sospetto - aveva cominciato a capire!). Ed Europa non significava quello che si è voluto che significasse: tramonto, notte, occidente ... e morte!!!

In origine il nome “Europa” designò un territorio ristretto, forse la regione a nord dell’Egeo; in seguito i geografi indicarono con questo nome tutte le terre a nord del Mediterraneo. E, se ci fidiamo delle parole greche, significava e indicava un “buon” (gr.: “Eu”) luogo dove si poteva “far fascine”, “far legna” (gr.: “ropeuo”). Lì, i greci impararono a ‘orientarsi’ e a ‘leggere’: a ‘scegliere’, a ‘raccogliere’, a ‘legare’ e a ‘collegare’, cioè a “far legna”, e a “far fasci” ... ma non di tutte le erbe, né di tutta la legna!!!

Impararono, e impararono presto, divennero saggi (sofòi) e, infine, molto, troppo saggi (sofisti) ... e fu l’inizio della fine!. Nietzsche, che ha tentato di chiarire l’enigma, qualcosa aveva capito: se è vero che “la grecità fu la prima grande unificazione e sintesi di tutto il mondo orientale e appunto perciò l’inizio dell’anima europea, la scoperta del nostro ‘mondo nuovo’”, è anche vero che il “nuovo mondo” che abbiamo costruito dimostra quanto presto abbiamo dimenticato la ‘lezione’ delle foreste, dei mari, dei deserti, e dei fiumi e delle montagne!!!

Così Eu-ropa ed Eu-angelo hanno finito per condividere lo stesso ‘destino’ di cecità e di morte, e una sola parola: la volontà di potenza ha finito per accecare l’una e l’altro - e tutti e tutte abbiamo cancellato il “ben” (“eu”) dall’intelletto e dalle nostre Parole!!! E abbiamo esportato solo e sempre e ancora ..... ‘Fascismo’, e ‘Van-gelo’!!! Questo il nostro Logos?! Questo Logos era all’inizio?! Non scherziamo col fuoco: In principio era Eu-ropa.... ed Eu-angelo. Non dimentichiamolo! Sappiamo distinguere e dire quale Logos era in principio?! O no ... o non più?! (Federico La Sala, www.ildialogo.org/editoriali, 30.10.2005).

* www.ildialogo.org/filosofia, Lunedì, 3o ottobre 2005.


MONETA DELL’ANTICA ATENE. La dea Atena con la civetta e il ramoscello di ulivo.   - 17.7 Kb
MONETA DELL’ANTICA ATENE. La dea Atena con la civetta e il ramoscello di ulivo.
 

MONETA DELLA REPUBBLICA ITALIANA


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  IMPERO ROMANO , CRISTIANESIMO, E ABUSO DEL NOME DI "CRISTIANI" DA PARTE DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA OGGI.
-  EUROPA, LAICITÀ, E RADICI.

-  RADICI EUROPEE. EU-ROPA E AMORE ("CHARITAS") EU-ANGELICO. Che cosa significa essere "eu-ropeuo"
-  CHARITE’: BERLINO RICORDA A PAPA RATZINGER IL NOME ESATTO DELL’ OSPEDALE E DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA.

-  EUROPA ED EVANGELO. LA CROCE DI CRISTO NON HA NIENTE A CHE FARE CON IL CROCIFISSO DELLA TRADIZIONE COSTANTINIANA E CATTOLICO-ROMANA.

GRECIA - Una sede della

GRECIA - Una sede della "Caritas greca".

-  MITO, RAGIONE E RADICI "EU-ROPEUE". AMORE (EROS) E BELLEZZA (AFRODITE) LEGATE ALLE FIGLIE DI GIUSTIZIA - LE ORE, E ALLE FIGLIE DI NEMESI - LE GRAZIE ("CHARITES").
-  Una nota di Eva Cantarella sul nuovo libro di James Hillman

-  LA "CHARTA CHARITATIS" (1115), LA "MAGNA CHARTA" (1215) E LA FALSA "CARTA" DELLA "DEUS CARITAS EST" (2006).

-  EU-ROPA: TRATTATO DI ROMA. UE!!! RADICI CRISTIANE, NON RADICI "RATZISTE"!!! IL VATICANO ABUSA DELLA "PAROLA" E NON SA PIU’ PARLAR CHIARO - SOPRATTUTTO CON SE STESSO!!!
-  "CATTOLICESIMO ROMANO" NON VUOL DIRE "CRISTIANESIMO" e il dio della "Deus caritas" non è il "Deus CHARITAS" dei nostri Padri e delle nostre Madri!!! Il discorso di Giorgio Napolitano a Tubinga (non a Ratisbona) e la Dichiarazione di Berlino (2007)

FLS


L’EUROPA, LA SAGGEZZA STRANIERA, E L’ERRORE DEI GRECI (A. MOMIGLIANO). Nota
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