Sbucciare le cipolle ...

LA GERMANIA, HITLER E IL NAZISMO: «la» domanda tedesca per eccellenza, dal 1945 a oggi. Günter Grass rivela: ero nelle Ss

Tutto questo doveva uscire fuori, finalmente...
sabato 12 agosto 2006.
 


Günter Grass rivela: ero nelle Ss

di Roberto Brunelli*

Lui l’aveva raccontato, il tracollo del suo Paese, sessant’anni fa, le oscure fascinazioni e la capitolazione del nazismo, i destini e i volti di chi fu travolto, per caso o per volontà, nel grande vortice che aveva inghiottito la Germania e tutta l’Europa. Un passato che ancora oggi sembra si rifiuti di allentare la sua tenaglia sul Paese, e sul suo scrittore più grande, uno dei più amati, odiati e controversi della Germania, l’uomo del Tamburo di latta. Sessantuno anni dopo la caduta del Terzo Reich, arriva da Günter Grass, premio Nobel per la letteratura nel 1999, appassionato socialdemocratico, grande sostenitore di Willy Brandt e oggi pacifista, la confessione più drammatica: giovanissimo fu arruolato nelle Waffen SS, i reparti militari d’elite guidati da Himmler. Ne parla per la prima volta, in una lunga intervista al maggiore quotidiano tedesco, la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», che la pubblica integralmente nel numero in edicola oggi.

Nel flusso dei racconti, un episodio degno di un suo libro: l’incontro, durante la successiva prigionia, a Bad Aibling, con Jospeh Ratzinger. «Insieme a ragazzi diciassettenni come me ero in questo campo, dove a cielo aperto erano internati 100mila prigionieri di guerra... uno si chiamava Joseph, era molto cattolico e pronunciava spesso citazioni in latino. Diventò mio amico e giocavamo insieme a dadi, parlavamo e facevamo speculazioni sul futuro, come fanno volentieri i ragazzi. Io volevo diventare un artista, mentre lui voleva entrare nella Chiesa e fare carriera. A me dava l’impressione di essere un po’ impacciato, ma era un tipo simpatico. Si tratta di una bella storia, non è vero?».

Ma perché raccontare oggi, oggi che Grass ha quasi ottant’anni e che da almeno quaranta viene considerato la coscienza morale della Germania, una verità taciuta per oltre sei decadi? L’occasione, per così dire, è l’uscita - a settembre - del suo libro di memoria Beim Hauten der ZwiebelSbucciando le cipolle»), in cui sviscera gli anni della giovinezza a Danzica, le ultime settimane di guerra come soldato, del suo ferimento, nel 45, e della prigionia. Ma dice anche, Grass, che «non poteva farne a meno», a quasi ottant’anni, di raccontare tutto. «Il mio tacere in tutti questi anni è uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere questo libro. Tutto questo doveva uscire fuori, finalmente...».

A quindici anni - racconta a Frank Schirrmacher e a Hubert Spiegel della Faz- ancora nella "Hitlerjugend", si era arruolato volontario in Marina, per andare negli «U-Boot», nei sommergibili. Ma fu respinto perché troppo giovane. L’anno successivo fu richiamato nella Waffen SS. «Lo scoprii una volta arrivato a Dresda, che quella era la Waffen SS. Sensi di colpa? All’epoca, no. Dopo, questo senso di colpa m’ha attanagliato come una vergogna profonda». Lo sapevamo, dice in sostanza lo scrittore, avevamo capito, potevamo aver capito quello che stava succedendo, l’orrore più grande di tutti? Grass ironizza: «Oggi abbiamo così tanti resistenti, che ci si meraviglia di come Hitler abbia potuto andare al potere». E invece no: «Nei giorni dopo il crollo, era come se il povero popolo tedesco fosse stato rapito da un’orda di compagnucci neri. Non era vero. Ero ragazzino e ho vissuto tutto quello che succedeva in pieno giorno. Naturalmente c’era anche la seduzione. La gioventù? Molti, molti erano entusiasti. E questo entusiasmo l’ho voluto raccontare nel Tamburo di latta...». E infine: «Per me la domanda è sempre stata: avrei io potuto riconoscere in quel momento cosa stava accadendo?». È «la» domanda tedesca per eccellenza, dal 1945 a oggi.

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www.unita.it, Pubblicato il 12.08.06


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!!
-  FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA. Un breve saggio di Federico La Sala, con prefazione di Riccardo Pozzo.


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