MESSAGGIO CRISTIANO, TRADIMENTO STRUTTURALE E ABUSO DELLA PAROLA "CRISTIANO" DA PARTE DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA.

PRAGA. BENEDETTO XVI, IL SANTO PADRE, PORTA IN DONO AL "BAMBINO GESU’" UNA CORONA D’ORO: UN OMAGGIO AL SUO "DOMINUS IESUS". Una nota di Luigi Geninazzi e il "discorso di benvenuto" del Papa - a cura di Federico La Sala

FARE COME GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II: RESTITUIRE L’ANELLO A GIUSEPPE!!! Basta con la vecchia, zoppa e cieca famiglia cattolico-romana, camuffata da "sacra famiglia"!!!
domenica 27 settembre 2009.
 


Con l’omaggio [una corona d’oro] al Gesù Bambino di Praga si apre stamani la visita di Ratzinger. Il priore dei carmelitani scalzi: parlerà di Cristo a un Paese secolarizzato

Quel Divino Infante che tocca la vita dei «lontani»

DAL NOSTRO INVIATO A PRAGA

LUIGI GENINAZZI (Avvenire, 26.09.2009)

Il viaggio che ha il sapore di una sfida i­nizierà con un gesto semplice e disar­mante. Subito dopo il suo arrivo nella capitale ceca Benedetto XVI stamani si re­cherà in visita al Gesù Bambino di Praga, un omaggio alla devozione popolare nel Pae­se più scristianizzato d’Europa. L’immagi­ne si trova nella Basilica di Santa Maria della Vittoria, un gioiello dell’architettura ba­rocca che sorge nel quartiere di Mala Stra­na. È uno dei luoghi più visitati di Praga ma qui i turisti si trasformano in pellegrini che giungono da ogni parte del mondo per ve­nerare Jezulatko, la famosa statuina di ce­ra che raffigura il Divino Infante, con una corona d’oro incastonata di diademi e un manto tessuto a mano.

La tradizione afferma che la statua, di cir­ca mezzo metro, fu donata da santa Teresa d’Avila ad una no­bile spagnola la quale, a sua volta, la offrì a sua figlia quando andò in sposa ad un princi­pe boemo. Profa­nata durante la guerra dei Trent’anni, trafu­gata e ritrovata da un padre carmeli­tano, la statua di­venne oggetto di u­na devozione po­polare che si diffu­se ben presto oltre i confini della Boe­mia. Non per nul­la, sulla balaustra dove s’inginoc­chiano i pellegrini davanti all’altare laterale, sta un libretto con la stessa pre­ghiera stampata in tredici lingue.

È un flusso ininterrotto di gente, poco me­no di un milione all’anno. «E pensi che ci vengono pure i praghesi!», dice con sottile humour padre Petr Slejch, giovane e sim­patico priore dei quattro carmelitani scal­zi che si prendono cura del santuario. Vuo­le sfatare il luogo comune dei cechi mi­scredenti; lui stesso si è convertito al cri­stianesimo quando aveva vent’anni, rice­vendo il battesimo con tut­ta la sua famiglia.

Come mai il Papa ha scelto que­sto luogo per il suo primo gesto pubblico a Praga? «È del tutto logico - spiega il priore -. Il Bambin Gesù è un po’ come una foto di fa­miglia, è un’immagine che tocca il cuore non solo dei credenti. Ma, a differenza delle foto ricordo, è un’oc­casione d’incontro con l’e­sperienza di fede».

Padre Slejch è un prete poliglotta, ha girato mez­za Europa e ha tanti amici anche tra gli or­todossi della Russia. Racconta d’aver visto l’immagine di Gesù Bambino in un’icona conservata nella galleria Tretjakov di Mosca. Mentre conversiamo nel cortile del con­vento si forma una fila di ragazzi in attesa di parlare con lui. «Cercano un’amicizia ve­ra, come quella di cui parla il romanzo Pic­colo Principe. A proposito, sa che il suo au­tore, Saint-Exupéry, era molto devoto del Gesù Bambino di Praga?». Devozione po­polare e solida cultura non sono affatto in contrasto. E il Papa che non perde occa­sione di richiamare il legame inscindibile tra fede e ragione lo testimonia.

Il giovane priore si dice convinto che «la vi­sita di Benedetto XVI a Praga ridarà visibi­lità alla figura di Cristo e rinnovato vigore alla Chiesa». Un viaggio difficile, a rischio d’insuccesso popolare? «Io non penso che il Santo Pa­dre si preoccupi di quanti applausi potrà ricevere - ri­batte padre Slejch -. Lui te­stimonia il Vangelo e offre spunti di riflessione a tutti».

Stamani il Papa si rivolgerà alle famiglie e ai bambini riuniti in Santa Maria della Vittoria. Come un semplice pellegrino s’inginocchierà davanti alla teca che rac­chiude la statuina di cera e formulerà una sua speciale preghiera. Quindi ci sarà il rito dell’incoronazione del Bambino Gesù. È lui infatti «il Re nascosto» temuto dai potenti e adorato dagli umili. E forse Benedetto XVI ricorderà le parole di suor Edith Stein, la santa martire uccisa ad Auschwitz, che nell’immagine del Divino Infante di Praga aveva visto «il Re che met­terà fine alle miserie dell’umanità».


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Sul tema della famiglia - ma quale famiglia?!, e del Bambino Gesù di Praga che è un po’ come una foto di fa­miglia, si cfr.:

TUTTO A CARO-PREZZO ("DEUS CARITAS EST")!!! LA LEZIONE DI FRANZ KAFKA, IL MAESTRO DELLA LEGGE.

PER UNA NUOVA TEOLOGIA E PER UNA NUOVA CHIESA. FARE COME GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II: RESTITUIRE L’ANELLO A GIUSEPPE!!!

Basta con la vecchia, zoppa e cieca famiglia cattolico-romana, camuffata da "sacra famiglia"!!!

LO SPIRITO DI ASSISI, LA "LEZIONE" DEL "PRESEPE" - DELLA "FAMIGLIA" DI GESU’ E FRANCESCO (non di Benedetto XV o Benedetto XVI) - E LA PACE!!!

"Dominus Iesus": RATZINGER, LO "STERMINATORE DI ECUMENISMO". Un ’vecchio’ commento del teologo francescano Leonard Boff.

ABUSO DEL NOME DI "CRISTIANI". I vescovi cattolici tedeschi citati in giudizio. Non dovranno più definirsi cristiani.


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-  Papa a Praga

-  Discorso di benvenuto
-  Signor Presidente,
-  Signori Cardinali
-  Cari Fratelli nell’Episcopato,
-  Eccellenze, Signore e Signori!

È per me una grande gioia essere qui con voi oggi nella Repubblica Ceca e sono profondamente grato a tutti per la cordialità del vostro benvenuto. Ringrazio il Presidente, S.E. Václav Klaus, per l’invito rivoltomi a visitare il Paese e per le sue cortesi parole. Sono onorato per la presenza delle Autorità civili e politiche ed estendo il mio saluto a loro, insieme a tutto il Popolo ceco. Essendo qui, in primo luogo, per visitare le comunità cattoliche della Boemia e Moravia, esprimo un cordiale, fraterno saluto al Cardinale Vlk, Arcivescovo di Praga, a S.E. Mons. Graubner, Arcivescovo di Olomouc e Presidente della Conferenza Episcopale Ceca e a tutti i Vescovi e fedeli presenti. Sono stato particolarmente colpito dal gesto della giovane coppia che mi ha portato dei doni tipici della cultura di questa Nazione, assieme all’offerta di un po’ della vostra terra. Ciò mi ricorda quanto profondamente la cultura ceca sia permeata dal cristianesimo, dal momento che questi elementi del pane e del sale hanno un particolare significato tra le immagini del Nuovo Testamento.

Se l’intera cultura europea è stata profondamente plasmata dall’eredità cristiana, ciò è vero in modo particolare nelle terre ceche, poiché, grazie all’azione missionaria dei Santi Cirillo e Metodio nel nono secolo, l’antica lingua slava fu per la prima volta messa in iscritto. Apostoli dei popoli slavi e fondatori della loro cultura, essi a ragione sono venerati come Patroni d’Europa. È poi degno di menzione il fatto che questi due grandi santi della tradizione bizantina incontrarono qui missionari provenienti dall’Occidente latino.

Nella sua storia, questo territorio posto nel cuore del continente europeo, al crocevia tra nord e sud, est ed ovest, è stato un punto d’incontro di popoli, tradizioni e culture diverse. Non si può negare che ciò abbia talora causato delle frizioni, tuttavia, nel tempo, ciò si è rivelato essere un incontro fruttuoso. Da qui il significativo ruolo che le terre ceche hanno giocato nella storia intellettuale, culturale e religiosa d’Europa, talora come un campo di battaglia, più spesso come un ponte.

Nei prossimi mesi si ricorderà il ventesimo anniversario della “Rivoluzione di Velluto”, che felicemente pose fine in modo pacifico ad un’epoca particolarmente dura per questo Paese, un’epoca in cui la circolazione di idee e di movimenti culturali era rigidamente controllata. Mi unisco a voi e ai vostri vicini nel rendere grazie per la vostra liberazione da quei regimi oppressivi. Se il crollo del muro di Berlino ha segnato uno spartiacque nella storia mondiale, ciò è ancora più vero per i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale, rendendoli capaci di assumere quel posto che spetta loro nel consesso delle Nazioni, in qualità di attori sovrani.

Non si deve tuttavia sottovalutare il costo di quarant’anni di repressione politica. Una particolare tragedia per questa terra è stato il tentativo spietato da parte del Governo di quel tempo di mettere a tacere la voce della Chiesa.

Nel corso della vostra storia, dal tempo di San Venceslao, di Santa Ludmilla e Sant’Adalberto fino a San Giovanni Nepomuceno, vi sono stati martiri coraggiosi la cui fedeltà a Cristo si è fatta sentire con voce più chiara e più eloquente di quella dei loro uccisori. Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della morte del Servo di Dio il Cardinale Josef Beran, Arcivescovo di Praga. Desidero rendere omaggio a lui e al suo successore, il Cardinale František Tomášek, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente, per la loro indomita testimonianza cristiana di fronte alla persecuzione. Essi, ed altri innumerevoli coraggiosi sacerdoti, religiosi e laici, uomini e donne, hanno mantenuto viva la fiamma della fede in questo Paese.

Ora che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio. “Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia” (Caritas in veritate, 78). La verità del Vangelo è indispensabile per una società prospera, poiché apre alla speranza e ci rende capaci di scoprire la nostra inalienabile dignità di figli di Dio.

Signor Presidente, sono a conoscenza del Suo desiderio di vedere riconosciuto alla religione un ruolo maggiore nelle questioni del Paese.

La bandiera presidenziale che sventola sul Castello di Praga ha come motto “Pravda Vítĕzí - La Verità vince”: è il mio più fermo auspicio che la luce della verità continui a guidare questa nazione, tanto benedetta nel corso della sua storia dalla testimonianza di grandi santi e martiri. In questa età della scienza è significativo richiamare l’esempio di Johann Gregor Mendel, l’abate agostiniano della Moravia le cui ricerche pionieristiche gettarono le fondamenta della moderna genetica. Non sarebbe stato certo indirizzato a lui il rimprovero del suo patrono, Sant’Agostino, il quale lamentava che molti fossero “più portati ad ammirare i fatti che a cercarne le cause” (Epistula 120,5; cfr Giovanni Paolo II, Commemorazione dell’abate Gregorio Mendel nel I° centenario della morte, 10 marzo 1984, 2). Il progresso autentico dell’umanità è servito al meglio proprio da una tale convergenza tra sapienza della fede ed intuito della ragione. Possa il Popolo ceco godere sempre i benefici che provengono da questa felice sintesi.

Mi rimane solo di rinnovare il mio ringraziamento a tutti voi e dirvi quanto ho atteso di poter trascorrere questi giorni nella Repubblica Ceca, che voi con orgoglio chiamate “žemĕ Česká, domov můj” (terra ceca, casa mia). Grazie di cuore!


-  Il Papa e il ragno di Praga

-  Durante il suo discorso in Repubblica Ceca Benedetto XVI è stato "visitato" da un aracnide che correva sul suo abito(VIDEO: la Repubblica,27 settembre 2009).


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

-  "DEUS CARITAS EST"! TUTTO A "CARO-PREZZO" ("CARITAS"): QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI ...
-  "CARITAS IN VERITATE": FINE DEL CRISTIANESIMO. TOLTA AL PESCE ("I.CH.TH.U.S.") L’ACCA ("H"), IL COLPO ("ICTUS") E’ DEFINITIVO.

VATICANO: CEDIMENTO STRUTTURALE DEL CATTOLICESIMO-ROMANO. Benedetto XVI, il papa teologo, ha gettato via la "pietra" su cui posava l’intera Costruzione.

-  CATTOLICESIMO, BERLUSCONISMO, CRISTIANESIMO: DIO E’ RICCHEZZA ("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2008)!!! QUESTA E’ LA LEGGE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI E LA CHIESA "CATTOLICA" E’ LA CUSTODE "UNIVERSALE" DELL’ORDINE SIMBOLICO DI "MAMMONA" E DI "MAMMASANTISSIMA" .... QUESTO MATRIMONIO S’HA DA FARE, DOMANI, E SEMPRE!!! L’ANNUNCIO A GIUSEPPE, NELLA TRADIZIONALE LETTURA DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA, DI GIANFRANCO RAVASI

-  FINE DEL CATTOLICESIMO E DELLA CASTA ATEA E DEVOTA VATICANA.

-  MESSAGGIO EV-ANGELICO E SANTO PADRE?! ABUSO DEL TITOLO E MENZOGNA. L’ERRORE DI RATZINGER.

-  DAL DISAGIO ALLA CRISI DELLA CIVILTA’: FINE DEL "ROMANZO FAMILIARE" EDIPICO DELLA CULTURA CATTOLICO-ROMANA.


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