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Napoli!!!

"SANTA LUCIA"!!! "O’ SOLE MIO" IN CINESE ... CHE BELLA NOTIZIA!!! CON LA SUA ORCHESTRA ITALIANA, RENZO ARBORE, SPONSORIZZATO DALLA REGIONE E DAL CIS DI NOLA, "IL VULCANO BUONO" (STRUTTURA PROGETTATA DA RENZO PIANO), INIZIA IL SUO TOUR IN CINA!!! "Lunga vita all’Italia"(Huang Jianxiang)!!!

Segnalazione del prof. Federico La Sala
sabato 3 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Il tour ha anche uno scopo, diciamo, di scambio commerciale?
"Per la prima volta ci sponsorizza la Regione Campania con il Cis di Nola, il polo commerciale che comprende anche il Vulcano Buono, la struttura progettata da Renzo Piano a forma di Vesuvio, ancor più straordinario perché vicino a Napoli, in un’area altrimenti depressa. Realtà che sono un ottimo segnale per il Sud. Andremo in Cina a pubblicizzare quel sistema perché possano adottarlo" [...] (...)

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> CON LA SUA ORCHESTRA ITALIANA, RENZO ARBORE, IN CINA!!! "Lunga vita all’Italia"(Huang Jianxiang)!!! -- La Taranta suonata a Pechino. Il gruppo barese «Fabryca» ad aprile in Cina (di Riccardo Piaggio)

lunedì 21 marzo 2016

Folk da Esportazione

La Taranta suonata a Pechino

Il gruppo barese «Fabryca» ad aprile sarà in Cina, il deejay e compositore Nicola Conte è una star in Germania, Matteo Bortone è il miglior nuovo contrabbassista 2015

di Riccardo Piaggio (Il Sole-24 Ore, Domenica, 20.03.2016)

Puglia sounds good. Dagli storici Cantori di Carpino ai Sud Sound System, la Regione più lunga d’Italia, culla della pizzica ed altre delizie, comincia ad esprimere qualcosa di radicalmente nuovo, che porta in dote nuove possibilità al nostro frastagliato paesaggio culturale.

I tesori musicali pugliesi arrivano da lontano, almeno dai primi anni ’50, quando Ernesto De Martino e Diego Carpitella ridiedero vita e respiro al secolare fenomeno del tarantismo, ma negli ultimi cinque anni la musica pugliese ha finalmente preso la consistenza di un brand internazionale. Merito anche di “Puglia Sounds”, programma di produzione, sostegno e valorizzazione della musica pugliese, che gli Assessorati al Mediterraneo e al Turismo, nell’ambito del Programma Operativo FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale) hanno affidato al Teatro Pubblico Pugliese, che ha prodotto e promosso, dal 2010, qualcosa come 860 concerti all’estero, 175 nuove produzioni discografiche, oltre al sostegno a 260 artisti attraverso bandi e la creazione di una rete di 106 festival.

Come nasce una rivoluzione culturale? Da un progetto, prima che dal fuoco sacro delle passioni. Il filosofo Tomás Maldonado, nella sua Speranza progettuale, sosteneva con incrollabile fede come esistano al mondo «il tipico fare senza progetto: il gioco. Vi è anche il tipico progettare senza fare, un progettare il cui scopo fondamentale non è la realizzazione immediata: l’utopia». Le rivoluzioni non si fanno né per gioco, né con le utopie. Si fanno, più semplicemente, con i business models. Cose lontane dalla sensibilità e dalla creatività italiche, dove tutto s’aggiusta ma, alla fine, se qualcosa si muove è perché poco, o nulla, cambi davvero.

Poi, ci sono fenomeni come “Puglia Sounds”, uno dei più innovativi esperimenti territoriali di produzione e promozione di conoscenza pubblica degli ultimi anni, con un modello integrato, che per una volta sembra funzionare, tra pubblico e privato, non profit e commerciale, top-down e bottom-up. Tra tutti i patrimoni immateriali, la musica è quello più flessibile e che probabilmente consente l’esplorazione più libera e aperta a scoperte insolite e senza tempo. Perché, come diceva “zio” Andrea Sacco, cantatore di Carpino, «chi suona e canta non muore mai».

Così, dal 2010, esiste un laboratorio permanente della musica pugliese nel mondo. Da qui è partito un progetto che ha messo insieme centinaia di giovani artisti pugliesi, espressione della tradizione e del rinnovamento musicale di questa Svizzera del Sud che è da sempre laboratorio culturale, linguistico e sociale. Jazz, musica popolare (dal folk revival alla world music), rock e musica elettronica, musica colta contemporanea. Musiche attuali, viventi, ciascuna parte di una complessa rete di funi che sostengono, a fatica, il necessario ponte tra memoria e futuro di questa terra. Che poi, allargando lo sguardo, non è che una metafora dell’immenso patrimonio culturale del nostro Paese, sovente vittima del folklore sbagliato.

Al cuore di tutto, naturalmente, la pizzica e il tarantismo coltivati nel paniere della world music, arcaico patrimonio che però “Puglia Sounds” ha prima coltivato e poi cominciato a raccogliere, con i frutti maturi di realtà come il Canzoniere Grecanico Salentino, ensemble di campioni del folk revival dal lontano 1975, i semi più recenti di fenomeni come i Nidi D’Arac, Mascarimirì, Officina Zoè, presenti nei principali Festival europei e i grandi eventi popolari come La Notte della Taranta, recentemente approdata in prestigiose sedi internazionali (dal«Barbican» di Londra al «Boston Common»).

Ma la nuova rete musicale pugliese, nell’ultimo quinquennio, ha accolto anche fenomeni diversi dal miglior folklore (sia di tradizione che di rinnovamento), esprimendo eccellenze nell’ambito del jazz e delle musiche improvvisate, come il dj e compositore di acid jazz e bossa nova Nicola Conte (una star in Germania), la giovane gloria internazionale Gianluca Petrella, tra i migliori trombonisti al mondo, il giovane contrabbassista Matteo Bortone, miglior Nuovo Talento 2015 per il magazine «Musica Jazz». E ancora la canzone d’autore e le musiche attuali con la voce di Erica Mou, le performance dei Sud Sound System e la ricerca sonora dei Radiodervish. La missione di “Puglia Sounds” (con i suoi segmenti Live, Record e Export) è quella di creare reti e sostenere le nuove scoperte, alimentate da fenomeni come il dj Populous, tra i nuovi riferimenti dell’elettronica italiana (lo scorso gennaio è stato portato ad «Eurosonic» in Olanda) e il gruppo barese Fabryka (a fine aprile saranno impegnati in uno showcase al «Sound of the City» di Pechino).

Nella recente indagine sulla musica e sull’attività concertistica in Puglia e in Italia dell’Istituto Piepoli, saltano all’occhio valori quantitativi importanti, una sorta di effetto “Puglia Sounds”: nel confronto tra il 2010 (nascita del progetto) e il 2014, oltre il 120% in più di presenze in eventi gratuiti pugliesi (il dato nazionale è a meno 59%) e una media del 20% circa in più su spese al botteghino, sui servizi aggiuntivi e valori complessivi degli introiti - ossia le cosiddette ”esternalità positive” del settore culturale - a fronte di un incremento, nella media nazionale e sugli stessi parametri, di circa il 5% complessivo.

Dalla Notte della Taranta, tra i più popolosi eventi internazionali dedicati alle musiche popolari, fino all’alba delle sperimentazioni contemporanee realizzate in collaborazione con l’IRCAM parigino, centro di eccellenza mondiale sulle musiche di ricerca, la Puglia fa cantare nel mondo i suoi monumenti, irrorando i suoi germogli. Perché, anche quando sono immateriali, «bisogna che i monumenti cantino», così almeno ci suggeriva il poeta Paul Valéry; «è necessario che essi generino un vocabolario, creino una relazione, contribuiscano a creare una società civile. La memoria storica, infatti, non è un fondo immobile in grado di comunicare comunque, bisogna sapere come farla riaffiorare, va continuamente riparata».


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