Si scusano alcuni firmatari *
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha ricevuto le «scuse esplicite» da parte di alcuni dei Governi responsabili politici della lettera dei sei ambasciatori sull’Afghanistan. Lo ha detto lui stesso uscendo dal vertice di maggioranza a piazza SS. Apostoli.
«Con l’America - ha spiegato il premier - i nostri rapporti sono di amicizia e cooperazione, nessuno mette in dubbio questo fatto. Ma di fronte a un episodio inconsueto c’è la seria reazione di un Paese che difende le pratiche consuete della politica estera». Infatti, precisa Prodi, «ho ricevuto le scuse esplicite di alcuni dei responsabili politici di questo gesto».
Quanto a «la lettera dei sei ambasciatori, definita poi lodevole dagli Usa ci ha sorpresi, anche se stemperata dalle tante attestazioni di solidarietà verso l’Italia. I nostri rapporti sono quelli di un Paese amico e alleato, non di un Paese sospetto di tradimento - ha detto il premier - Lo abbiamo dimostrato a Washington in ogni sede, anche quando abbiamo preso decisioni che non hanno gradito. Essere alleati degli Stati Uniti non significa celebrare l’unilateralismo. Ma per cementare il multilateralismo, per rafforzare in Europa questi ideali e queste logiche, il rapporto con gli Usa e la Nato deve essere intelligentemente graduale e fortemente leale».
E parlando agli alleati, il Professore non potrebbe essere più chiaro nel ribadire la linea da adottare in Afghanistan: «Resteremo a Kabul rafforzando l’impegno civile». Per l’Afghanistan «non si possono fare parallelismi con quanto deciso in Iraq. Qui la bandiera della Nato è piantata sotto l’egida dell’Onu e all’Onu noi sediamo dal primo gennaio anche come membri del consiglio di sicurezza. Un nostro disimpegno oggi sarebbe incomprensibile». Nel suo intervento il Professore rivolge dure parole anche agli alleati. «È giusto che, dopo otto mesi di governo, tutti noi siamo consapevoli di come l’Italia ha cambiato passo in politica estera. E lo ha fatto a testa alta. Abbiamo cambiato passo, dunque. E oggi vi chiedo anche di cambiare musica» spiega rivolto a ministri, leader e capigruppo della maggioranza.
* l’Unità, Pubblicato il: 07.02.07, Modificato il: 07.02.07 alle ore 8.29