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Eu-ropa!!!

FOIBE: GIORNO DEL RICORDO. MEMORIE E VERITA’!!! «Non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica» (Il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano) - a cura del prof. Federico La Sala

sabato 10 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] «La disumana ferocia delle foibe fu una delle barbarie del secolo scorso, in cui si intrecciarono in Europa cultura e barbarie. Non bisogna mai smarrire consapevolezza di ciò - ha sottolineato - nel valorizzare i tratti più nobili della nostra tradizione storica e nel consolidare i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà della nuova Europa che stiamo costruendo da oltre 50 anni, e che è nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da (...)

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> Corrado Stajano (2005): FOIBE, LA MEMORIA E GLI AVVOLTOI.

martedì 13 febbraio 2007

Foibe, il presidente croato attacca Napolitano *

Il presidente della Croazia Stipe Mesic si è detto oggi «costernato» dalle dichiarazioni del presidente Giorgio Napolitano in occasione della Giornata del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo «nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico». Il presidente croato Stjepan Mesic ha risposto con estrema durezza al discorso pronunciato il 10 febbraio scorso, «giorno della memoria» a ricordo delle vittime italiane delle foibe e degli esuli istriani e dalmati, dal presidente Giorgio Napolitano.

Mesic si è riferito alla frase che Napolitano ha pronunciato sabato scorso al Quirinale quando, consegnando diplomi e medaglie agli eredi delle vittime delle foibe, ha collegato quelle vicende con il «moto di odio e di furia sanguinaria» e con il «disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica».

Il comunicato di Mesic fa riferimento alle «recenti dichiarazioni giunte dal vertice dello Stato della vicina Italia». Il presidente croato si dice «dispiaciuto e sorpreso dal contenuto e dal tono» di tali dichiarazioni «che - aggiunge - si riferiscono ad alcuni aspetti del passato prossimo, ma toccano anche i rapporti attuali tra Italia e Croazia». «Queste dichiarazioni, nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico, si inseriscono difficilmente nella dichiarata volontà di migliorare i nostri rapporti bilaterali», prosegue il comunicato di Mesic.

«È motivo di costernazione ed è potenzialmente estremamente pericoloso mettere in questione il Trattato di Pace che l’Italia ha firmato nel 1947». «Il presidente croato - prosegue il comunicato, formulato in terza persona - si è di recente e a più riprese pronunciato molto chiaramente per la condanna di ogni crimine commesso da parte dei vincitori durante e dopo la Seconda guerra mondiale, ma anche per l’analisi dell’intero contesto storico dicendosi contrario a ogni tentativo di offuscare fatti, come pure al tentativo di trasformare gli sconfitti della storia in vincitori».

«Per la Croazia è assolutamente inaccettabile qualsiasi tentativo di mettere in discussione gli Accordi di Osimo, stipulati tra Jugoslavia e Italia, che la Croazia ha ereditato come uno dei Paesi successori della Federazione jugoslava», si sottolinea più avanti nella nota, che si conclude così: «Il presidente Mesic crede fermamente nella necessità di rafforzare ulteriormente i rapporti amichevoli italo-croati, non solo nell’interesse dei due paesi ma anche in quello dell’Europa che si unisce. Nel contempo ritiene di dover alzare una voce di protesta contro ogni tentativo che, in nome di qualsiasi motivo o espediente, possa mettere in dubbio le basi sulle quali è edificata l’Europa unita, tra le quali l’antifascismo ha un posto di primo piano».

Solidarietà al presidente Napolitano è espressa da tutta la politica italiana. «Una reazione che stupisce ed addolora, e che appare del tutto immotivata», ha detto il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Mentre per Jacopo Venier deputato e responsabile esteri del PdCi, «chiunque conosca un minimo la storia passata e recente delle terre di confine non può che constatare come la reazione del presidente croato Mesic fosse assolutamente prevedibile». «Bisogna - ha concluso il deputato comunista - smetterla subito con questa strumentalizzazione politica della storia che può riaprire ferite antiche e alimentare nuovo razzismo». va giù duro anche il ministro della Giustizia Clemente Mastella. «Se il Presidente croato Stipe Mesic conoscesse il passato del Presidente Napolitano eviterebbe di dire le sciocchezze da lui oggi pronunciate in merito alle recenti dichiarazioni del Capo dello Stato italiano sulle foibe». La destra solidarizza. «È incredibile che le parole di amicizia e di pace del Presidente Napolitano vengano volutamente equivocate dal Presidente Mesic con un linguaggio che speravamo di non dover più ascoltare da nessun politico europeo», ha affermato Carlo Giovanardi (Udc). Mentre Casini consiglia al presidente croato «di andare a ripetizione per un pò di tempo dal Presidente Napolitano».

* l’Unità, Pubblicato il: 12.02.07, Modificato il: 13.02.07 alle ore 15.17


Matvejevic: «Il ricordo di un crimine non può cancellare l’altro»

di Umberto De Giovannangeli *

«Ho grande stima per il Presidente Napolitano, così come non posso dimenticare che è grazie a Stipe Mesic che non sono stato incarcerato in Croazia come avrebbero voluto gli ultranazionalisti. Proprio per questo mi sento di dire che in questo frangente sia l’uno che l’altro hanno avuto cattivi consiglieri. La Giornata della Memoria per ristabilire correttamente una verità storica deve divenire la Giornata delle Memorie, perché il ricordo di un crimine non cresca sull’oblìo di un altro crimine».

A parlare è Predrag Matvejevic, scrittore, saggista, professore di Slavistica all’Università La Sapienza di Roma. Il suo percorso culturale e umano (nato a Mostar, da madre croata e padre russo) è quello di un intellettuale che ha cercato nel cuore dell’«inferno balcanico» di costruire «ponti» di dialogo tra identità, etniche e religiose, diverse e spesso violentemente contrapposte. E proprio per questo, Matvejevic si dice ferito dalle polemiche di queste ore: «Apprezzo - dice lo scrittore - lo sforzo compiuto da Napolitano di trovare un punto di equilibrio tra una sinistra che non ha ancora fatto i conti con il crimine delle Foibe e una destra che ha cercato di usare quella vicenda per cancellare la memoria dei crimini perpetrati dai fascisti italiani contro “la razza inferiore slava”. Ma per come è stata pensata e voluta questa Giornata da Alleanza Nazionale e dal precedente governo di centrodestra, era inevitabile un passo falso».

Il presidente della Croazia Stipe Mesic si è detto «costernato» dalle dichiarazioni del Presidente Napolitano in occasione della Giornata delle Foibe e dell’Esodo, usando parole durissime di condanna.

«Stimo i due Presidenti ma credo che in questa occasione abbiano avuto cattivi consiglieri. L’Italia che io amo è quella odierna, proiettata nel futuro, un Paese che intende dare una direzione nuova all’Europa, quella del Mediterraneo. Ma quella che ha “usato” la Giornata del Ricordo delle Foibe è un’altra Italia, che vive ancora dei cadaveri di una parte dell’altra».

Da cittadino con doppio passaporto - italiano e croato - come valuta le parole del Presidente Napolitano?

«Avverto in lui l’esigenza impellente di parlare a quella sinistra che aveva chiuso gli occhi di fronte alla tragedia, perché tale è, delle Foibe. Napolitano ha cercato di trovare un equilibrio tra questa sinistra “smemorata” e una destra aggressiva, maccartista per la quale i comunisti (identificando con questo termine chiunque si dica di sinistra) restano quelli che mangiano i bambini. Tra questi due estremi c’è la volontà di Giorgio Napolitano di cercare un equilibrio; uno sforzo intellettuale, politico e morale che io approvo, ma in questo sforzo si possono commettere anche dei passi falsi, come quello che rappresenta la Giornata del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo per come è stata pensata e voluta dalla destra italiana».

In cosa consiste questo passo falso?

«Le Foibe sono un crimine ed io rivendico il coraggio di averne scritto in Jugoslavia quando farlo era pericolosissimo. Ma la memoria di un crimine non può fondarsi sull’oblio di un altro crimine. Non possiamo dimenticare il discorso di Pola di Mussolini, nel Venti, quando il capo dei fascisti sostenne che bisognava “espellere questa razza barbara, inferiore slava da tutto l’Adriatico”. E nel 1928, il suo ministro Giulio Italico vomitava parole d’odio: “Colui che non accetta l’italianità dell’Istria e della Dalmazia finirà nelle foibe...”. Nessuno dei miei cari amici italiani sapeva che Ante Pavelic, il peggiore fascista che si possa immaginare, era stato addestrato per anni con i suoi ustascia a Lipari dai fascisti italiani e finanziato da Mussolini. Pavelic e le sue bande di criminali sono arrivati a Zagabria con i camion di Mussolini. Ante Pavelic: tremo ancora al pensiero dei crimini orrendi che è stato capace di pepetrare con i suoi ustascia: quelli che hanno massacrato comunisti, serbi, ebrei; che hanno realizzato campi di sterminio che non avevano nulla da invidiare ai lager nazisti. Vorrei ricordare un nome: Rade Koncar. Uno dei primi collaboratori di Tito per la Dalmazia, un partigiano fucilato dai fascisti italiani. C’è una responsabilità mussoliniana e italiana in questo. E c’è una memoria che non va svilita. Questo è l’humus in cui sono maturati questi crimini. La vendetta non è giustificabile in alcun modo, ma non si può dimenticare ciò che le camice nere hanno fatto nei Balcani. Nel Giorno della Memoria non si possono dimenticare le altre Memorie. I crimini non si possono giustificare, da qualunque parte siano stati commessi. E non va dimenticato che nelle Foibe sono finiti anche parecchi slavi».

Insisto sul concetto di «passo falso»: se non è nelle parole di Napolitano, dove va individuato?

«In ciò che c’è dietro l’istituzione di questa Giornata del Ricordo. Questa Giornata è stata una concessione ad Alleanza Nazionale che l’ha voluta per ragioni che poco o nulla hanno a che vedere con la verità storica e molto con calcoli elettorali. Calcoli che si sono perfettamente coniugati con il maccartismo berlusconiano. Al presidente del Consiglio Romano Prodi vorrei suggerire di trasformare questa Giornata nella Giornata delle Memorie. Sono convinto che il Presidente Napolitano ne coglierebbe il senso e sosterrebbe questa iniziativa».

C’è amarezza nelle sue parole...

«Quando sono stato in Jugoslavia ho difeso gli “esodati” e ho parlato apertamente delle Foibe. E proprio per questo mi sento ferito non dalle parole di Giorgio Napolitano ma da chi ha voluto questa Giornata della Memoria per usarla contro altre Memorie cancellate».

* l’Unità, Pubblicato il: 13.02.07, Modificato il: 13.02.07 alle ore 8.42


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