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Eu-ropa!!!

FOIBE: GIORNO DEL RICORDO. MEMORIE E VERITA’!!! «Non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica» (Il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano) - a cura del prof. Federico La Sala

sabato 10 febbraio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] «La disumana ferocia delle foibe fu una delle barbarie del secolo scorso, in cui si intrecciarono in Europa cultura e barbarie. Non bisogna mai smarrire consapevolezza di ciò - ha sottolineato - nel valorizzare i tratti più nobili della nostra tradizione storica e nel consolidare i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà della nuova Europa che stiamo costruendo da oltre 50 anni, e che è nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da (...)

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> Confessioni coraggiose !!!

sabato 10 febbraio 2007

Caro Biagio mi auguro che lo stesso don Antonelli abba l’occasione per risponderti. Per quanto mi riguarda, confermo quanto già detto. Continui a concepirti le cose con spirito risentito e ancora molto al di qua delle inequivocabili e limpide dichiarazioni già di Ciampi e ora di Napolitano.

Questa la mia opinione. Ad ogni modo, come sempre, ti ringrazio per l’intervento.

M. saluti,

Federico La Sala


Il capo dello Stato alle celebrazioni del "Giorno del ricordo". "Assumerci la responsabilità di aver negato la verità per ideologia"

Foibe, Napolitano consegna le medaglie d’oro "Riconoscimento troppo a lungo mancato"

Il presidente ha ricordato "le vittime di una furia che assunse i contorni di una pulizia etnica". Plauso bipartisan al discorso. Fini: "Belle parole". Commenti favorevoli da Udc e dal vicepremier Rutelli *

ROMA - "Un riconoscimento troppo a lungo mancato, un dramma negato per ideologia". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano alla cerimonia dedicata alle vittime delle foibe. Il capo dello Stato ha consegnato oggi una medaglia d’oro ed un diploma ai parenti di trenta italiani uccisi nell’ambito della persecuzione etnica scatenata dalle milizie titine tra Trieste e Fiume alla fine della seconda guerra mondiale.

"Non dobbiamo tacere, - ha detto Napolitano - assumendoci la responsabilità di aver negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica" il dramma del popolo giuliano-dalmata. E’ stata una tragedia, ha spiegato, "rimossa per calcoli dilomatici e convenienze internazionali"

"Oggi che in Italia abbiamo posto fine ad un non giustificabile silenzio, e che siamo impegnati in Europa a riconoscere nella Slovenia un’amichevole partner e nella Croazia un nuovo candidato all’ingresso nell’Unione, dobbiamo tuttavia ripetere con forza che dovunque, in seno al popolo italiano come nei rapporti tra i popoli, parte della riconciliazione, che fermamente vogliano, è la verità. E’ quello del ’Giorno del Ricordo’ è precisamente un solenne impegno di ristabilimento della verità", ha aggiunto il capo dello Stato.

Napolitano ha voluto richiamarsi esplicitamente al suo predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, dicendo che ne raccoglie l’esempio circa "il dovere che le istituzioni della Repubblica sentono come proprio, a tutti i livelli, di un riconoscimento troppo a lungo mancato" delle tragedie di un intero popolo di istriani, fiumani e dalmati, che al confine orientale dell’ Italia, dopo l’8 settembre ’43, furono vittime di un moto di odio e di furia sanguinaria che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica". Una tragedia la cui memoria "ha rischiato di essere cancellata" e che invece, ha aggiunto il capo dello Stato, deve essere trasmessa ai giovani nello spirito della legge del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.

Plauso bipartisan. Il discorso di Napolitano ha suscitato un plauso bipartisan. Commenti positivi sono stati espressi da Gianfranco Fini, leader di An: "E’ stato molto bello quello che ha detto il Capo dello stato richiamando anche le parole del suo predecessore. E’ possibile ora avere una memoria condivisa, onorare il sacrificio di tanti connazionali che sono stati costretti all’esilio o trucidati perchè italiani. Ricordare è doveroso per tutti, soprattutto ora che finalmente gli italiani conoscono una pagina della storia che è stata per tanti anni negata a strappata".

Concorda con le parole del presidente anche il vicepremier Francesco Rutelli per il quale è importante che "l’Italia tributi un riconoscimento giusto e saggio ai famigliari delle vittime delle foibe e all’intero popolo giuliano-dalmata. E’ un bene che ciò avvenga con il largo consenso dell’intero schieramento politico e parlamentare, anche se questo riconoscimento è avvenuto tardivamente". Favorevole all’intervento del Capo dello Stato anche Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc: "Sulle foibe il Capo dello Stato ha il coraggio e l’onestà intellettuale di dire le cose come stanno. Paroleche gli fanno onore e rendono giustizia alla verità e ai martiri di uno dei periodi più bui della storia contemporanea. Parole che son un monito sui danni gravissimi che un uso distorto dell’ideologia può provocare anche oggi".

* la Repubblica, 10 febbraio 2007


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